Questa mattina, come
studenti e studentesse dell'area umanistica, siamo stati dai
direttori dei dipartimenti di Civiltà e Forme del Sapere e
Filologia, Letteratura e Linguistica per fare in modo che anche i
docenti, i direttori e successivamente anche i vertici
dell'Università si esprimano e prendano posizione rispetto alle
riforme della Buona Scuola e dei suoi rapporti con la legge delega
sul lavoro (Jobs Act). I professori Polsi e Tulli, partendo dalla
situazione già disastrosa in cui versano i nostri dipartimenti, si
sono detti disponibili al dibattito, accettando di portare ai
consigli di gennaio un punto in cui discutere le conseguenze
dell'istituzione delle cosiddette Magistrali Abilitanti previste
dalle linee guida della riforma Giannini-Renzi. In particolar modo,
il Direttore Tulli ha avanzato la proposta di costruire per la
seconda metà di gennaio un'assemblea congiunta docenti-studenti in
cui discutere la questione ed elaborare un documento di contrarietà
a un piano di dismissione dell'impianto disciplinare
dell'insegnamento umanistico, la sua riduzione a una formazione
professionalizzante peraltro gravemente compromessa da una riduzione
dell'accesso alle cattedre. È questo, riteniamo, un primo
importante passaggio di partecipazione e confronto per elaborare una
presa di posizione pubblica da portare ai vertici dell'Ateneo pisano.
CE N'EST QU'UN DEBUT... CONTINUONS LE COMBAT!
mercoledì 3 dicembre 2014
Verso un'assemblea sul futuro dell'insegnamento. Per chi studiamo?Per cosa studiamo?
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sabato 29 novembre 2014
Buona scuola e Job Act. Per chi studiamo, per cosa studiamo?
In queste giornate si sta approvando alla camera il Job Act, ultima
ridefinizione della politica economica italiana e base d'appoggio per
la definitiva e totale precarizzazione del mondo del lavoro,
sopratutto di quello giovanile. È di oggi la notizia dell'ennesimo
aumento della disoccupazione, alla faccia dell'ottimismo di analisti
e renziani.
Sempre tra i palazzi romani si stanno preparando i decreti attuativi
della Buona Scuola che vedranno la luce a gennaio, premesse
necessarie delle riforme del Job Act, si propongono di precarizzare e
valorizzare nel miglior modo possibile anche il mondo della
formazione.
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giovedì 6 novembre 2014
Il tempo della politica lavora contro gli studenti
Ieri ennesima puntata dell'infinita telenovela su Fossabanda. La Conferenza Università e
Territorio si è un'altra volta riunita per decidere di
rinviare la decisione sull'acquisizione dell'albergo di Santa
Croce in Fossabanda da parte del DSU come residenza studentesca.
Esattamente come la precedente CUT rinviò al 14 ottobre la medesima
decisione, senza poi dare risposte, ed esattamente come giunte
fantasma e consigli comunali si sono ben guardate dal prendere una
posizione ufficiale sulla vicenda annunciando, però l'interesse e le
offerte di soggetti privati per l'acquisizione della struttura.
Su questa storia di
parole da marinai e false promesse vogliamo formulare una riflessione
in merito a due aspetti:
1) la natura di una
trattativa condotta solo su un piano istituzionale
2) la considerazione dei reali rapporti
di forza che determinano i reali interessi dei soggetti coinvolti
nella trattativa e il loro peso.
- Fossabanda, le CUT e le trattative... ma quali aspettative?
La partita sull'albergo di Santa Croce in Fossabanda e la sua
rivendicazione da parte dei movimenti studenteschi durante l'anno
scorso tra assemblee d'ateneo e occupazioni, riguarda, più in
generale una partita sull'appropriazione delle risorse pubbliche:
redistribuirle verso il basso, per soddisfare bisogni complessi e
urgenti della popolazione studentesca, quali l'abitare e il
mantenimento di condizioni di vita dignitose e libere dal ricatto
dell'affitto e del lavoro intermittente e sottopagato, oppure
valorizzarle verso l'altro, nel mercato immobiliare o a vantaggio di
soggetti investitori privati.
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mercoledì 22 ottobre 2014
Consani continua a fare il "furbetto": siamo senza casa e vogliamo le risorse per studiare!
Ecco perché abbiamo occupato Le Benedettine
Dopo l'occupazione di lunedì da parte degli studenti del Residence
Le Benedettine anche il Presidente pro tempore del DSU Simone
Consani accusa la pressione, scaldandosi fuori misura pur di correre
in soccorso dei suoi sodali insediati tra Palazzo Gambacorti e
Palazzo a la Giornata. La difesa delle politiche abitative
istituzionali rivolte agli studenti sembra palesemente debole e
inadeguata. L'occupazione ha fatto emergere un bisogno sociale la cui
domanda è ignorata e disattesa dai soggetti pubblici i quali invece
dimostrano di operare in una direzione contraria alla soddisfazione
di questi bisogni: diritto alla casa, accessibilità agli studi,
qualità dignitosa della vita.
“Solo con la
buona amministrazione delle risorse del DSU sarà infatti possibile
continuare a garantire i servizi per gli studenti borsisti e la
generalità degli studenti” afferma Simone Consani. Noi, che
siamo quelli aspettano la casa da un anno e mezzo, che siamo quelli
che non possono pagarsi un affitto in città se non a prezzo di
gravare sulle spalle della famiglia o di sacrificare lo studio al
lavoro, quelli ai quali il fitto casa non basta, non crediamo a
questa favola del Presidente Consani.
lunedì 20 ottobre 2014
14 ore di occupazione alle Benedettine
Dalle
6 di mattina alle 8
di sera da dentro le mura dell'ex convento sul Lungarno Sonnino
abbiamo affermato una cosa chiara: parte del patrimonio pubblico
dell'ateneo dev'essere destinato alle migliaia di studenti in
difficoltà abitativa. La vicenda del Residence delle Benedettine è
uno schiaffo in faccia ai giovani studenti e studentesse sotto
ricatto in città, costretti a scegliere tra affitti da capogiro,
mille lavoretti e il rischio di doversene tornare a casa. L'Ateneo ha
scelto di continuare a ignorare l'insofferenza che cresce dal basso e
che non riceve alcuna risposta dal diritto allo studio, rivolgendo le
proprie attenzioni e investimenti solo ai “ricchi”, agli elementi
valorizzanti l'immagine dell'ateneo: visiting professors, cooperanti
etc. Per fare questo UniPi finanzia i grossi immobiliaristi come
Madonna, dal quale ha acquisito lo stabile, e affida le strutture a
cooperative che, vincendo gli appalti al massimo ribasso, ammortano i
costi di gestione trasformando in un albergo per studenti
costosissimo una foresteria in tutto e per tutto attrezzata per
essere adibita a residenza studentesca.
Nel frattempo l'emergenza abitativa cresce. All'uscita della seconda graduatoria del DSU gli esclusi dal beneficio del posto alloggio saranno ben più dei 1500 dell'anno passato. UniPi però continua a trincerarsi dietro la foglia di fico dei fini istituzionali scaricando le responsabilità della gestione del problema sul DSU e rifacendosi la faccia con la promozione di tavoli di confronto tra enti. L'occupazione di oggi ha però portato il problema in casa dell'ateneo che ha dovuto confrontarsi, scomodando prorettori e direttore generale, con un'amara realtà: chi non può più aspettare le promesse della Conferenza Università Territorio e pretende di rientrare tra le voci di bilancio di chi disegna oggi un'università costruita contro di noi. Noi che non possiamo permetterci l'alta formazione ma la vogliamo, noi che non possiamo studiare e lavorare eppure lavoriamo più che studiare, noi che non abbiamo una casa e ne abbiamo diritto.
Nel frattempo l'emergenza abitativa cresce. All'uscita della seconda graduatoria del DSU gli esclusi dal beneficio del posto alloggio saranno ben più dei 1500 dell'anno passato. UniPi però continua a trincerarsi dietro la foglia di fico dei fini istituzionali scaricando le responsabilità della gestione del problema sul DSU e rifacendosi la faccia con la promozione di tavoli di confronto tra enti. L'occupazione di oggi ha però portato il problema in casa dell'ateneo che ha dovuto confrontarsi, scomodando prorettori e direttore generale, con un'amara realtà: chi non può più aspettare le promesse della Conferenza Università Territorio e pretende di rientrare tra le voci di bilancio di chi disegna oggi un'università costruita contro di noi. Noi che non possiamo permetterci l'alta formazione ma la vogliamo, noi che non possiamo studiare e lavorare eppure lavoriamo più che studiare, noi che non abbiamo una casa e ne abbiamo diritto.
martedì 14 ottobre 2014
Apriamo i cancelli di Santa Croce in Fossabanda
-->
Stamattina dopo un'ora di presidio davanti a fossabanda il Comune decide di
integrare l'ordine del giorno della giunta di oggi. Alle tre saremo in
presidio davanti al comune. Mettiamoli alle strette. Non avete più
scuse, fossabanda agli studenti verso il 16ottobre.
Stamattina
ci sarebbe dovuta essere l'ennesima CUT per indicare il risultato
della trattativa sull'ex convento di Santa Croce in Fossabanda. Il
Comune di Pisa, come prevedibile e già dimostrato varie volte, non
ha nessun interesse a cedere la struttura a prezzo concordato al DSU.
Le rappresentanze studentesche hanno più volte cercato di impostare
un discorso con le istituzioni competenti, sperando in questo modo di
strappare un accordo. Questa strada si è dimostrata fallimentare. Le
mobilitazioni hanno riaperto l'ex convento e solo con le
mobilitazioni si riuscirà a farlo assegnare agli studenti in
emergenza abitativa, da ora in avanti questo, e tutti gli stabili
pubblici vuoti, saranno oggetto della riappropriazione dei bisogni
negati agli studenti in emergenza abitativa.
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mercoledì 1 ottobre 2014
Il buco di bilancio del DSU non lo paghiamo noi!
L'Azienda Regionale per
il Diritto allo Studio ha accumulato un buco di bilancio 481 mila
euro. Dal 2012 la tassa regionale per il diritto allo studio è stata
aumentata da 98 a 140 euro sulla base di una normativa nazionale. Ciò
che è accaduto in Toscana è che il maggior gettito fiscale era
servito per compensare il definanziamento ministeriale, mantenendo
ancora un livello minimo di erogazione dei servizi. Quest'anno la
Regione non ha assicurato la redistribuzione di questo gettito
lasciando scoperte le voci in bilancio da questo garantite. Mancano
per l'appunto 481mila euro.
Corso renziano
La giunta Rossi in
febbraio, per tenersi in piedi, ha dovuto pagare dazio alla scalata
di Renzi a Montecitorio con un rimpasto. L'assessorato all'Università
e Istruzione di Stella Targetti è saltato lasciando il posto a
Emmanuele Bobbio. Non sorprende che un ricercatore del centro studi
di Bankitalia e uomo del Sant'Anna come Bobbio voglia far cassa a
spese nostre. Obbiettivo: drenare ricchezza dal basso tramite la
fiscalità, il taglio dei servizi e la svendita del patrimonio
pubblico.
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giovedì 4 settembre 2014
Ennesima CUT? Non c'è più tempo per aspettare, serve organizzarsi
-->
Sulle trattative tra soggetti
istituzionali e l'impellenza di lottare
Oggi si è tenuta una
nuova Conferenza Università e Territorio, ennesimo appuntamento
istituzionale di confronto tra Università, DSU e Comune di Pisa.
Nessun tipo di percorso pubblico ha accompagnato la convocazione
di questo incontro. A ottobre dell'anno scorso, quando la CUT si
riunì per l'ultima volta, rispetto alla gravissima emergenza
abitativa studentesca non seguirono altro che vaghe dichiarazioni
d'intenti, ma nessun impegno concreto. Si confermò in quello spazio
la non volontà dei soggetti istituzionali di approntare soluzioni
concrete al problema laddove non costretti da spinte dal basso.
Sono stati infatti i
movimenti nell'ultimo anno con assemblee studentesche e
occupazioni a segnalare le principali contraddizioni a monte
dell'emergenza abitativa studentesca. La sistematica politica di
svendita del patrimonio pubblico cittadino e il carattere degli
investimenti pubblici contrastano l'espressione e il soddisfacimento
bisogni sociali di una fetta sempre più ampia di popolazione
giovanile studentesca presa nella morsa della crisi, esclusa dalle
tutele di un welfare insufficiente e strangolata dal mercato degli
affitti.
sabato 23 agosto 2014
Unipi in liquidazione totale. E poi spunta la foresteria per soli professori...
Un
articolo a quattro colonne sul Tirreno di ieri traccia un bilancio in
itinere del mandato Augello alla guida dell'ateneo pisano:
mettere in vendita il patrimonio pubblico di UniPi per salvare la
baracca. Sì, perché la stretta finanziaria post riforma ha
obbligato le politiche degli atenei orientarsi nel verso di una
ragioneria che abbia come priorità il galleggiamento di una macchina
che necessita di risorse finanziarie per funzionare. Ma questo è il
già noto e se lo considerassimo come una condizione oggettiva
parleremmo delle “ragionevoli soluzioni” della governance
d'ateneo come quella, appunto, di vendere per sopravvivere o per
recuperare risorse da reinvestire. Il punto è però che questa non è
una condizione oggettiva ma determinata da interessi diversi e in
conflitto tra loro. Presentarla così significa mascherare lo scontro
in atto a tutto vantaggio di una semplificazione che vorrebbe
riconciliarci con chi ci priva di possibilità e risorse che ci
permettano di vivere quest'università per i nostri fini.
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mercoledì 13 agosto 2014
La solidarietà attorno a Spot rilancia la lotta
-->
Sono passati pochi giorni dallo sgombero di Spot, ma ancora è tanta la rabbia per il gesto vile della polizia che in pieno agosto si è presentata in via della Faggiola per cacciare di casa diversi studenti, con la complicità dell'assenza di parecchi di loro. La mancanza di politica da parte dell'Ateneo, responsabile dello sgombero, conferma la fragilità di questa governance, costretta a radicalizzare una distanza con il corpo studentesco per la propria incapacità di fornire risposte adeguate ai nostri bisogni sociali. Questo non ci spaventa. Anzi, i tanti messaggi di solidarietà pervenutici in questi giorni nelle più svariate forme ci fanno riconoscere nella comune condizione delle migliaia di giovani che attraversano le università oggi, impegnati a sperimentare una pratica rinnovata del conflitto sociale per affermare diritti e aspirazioni collettive. questa la posta in gioco per noi: generalizzare l'alternativa unica di vita che prende forma nella lotta. In questo risiede la concretezza di un'esperienza capace di durare un anno e mezzo curandosi di non lasciar appassire nell'inascoltata testimonianza la nostra rabbia, ma anzi organizzandola in una pratica di riappropriazione con al centro figure e bisogni reali, impazienti, ora, di rilanciare i propri progetti in un autunno di mobilitazione.
Dei tanti messaggi di solidarietà ricevuti ci piace riportarne alcuni qui di seguito dandoci con questi appuntamento nelle lotte.
Dei tanti messaggi di solidarietà ricevuti ci piace riportarne alcuni qui di seguito dandoci con questi appuntamento nelle lotte.
venerdì 8 agosto 2014
Unipi sgombera studentato occupato autogestito Spot
Alle 7.30 di questa mattina due
camionette di polizia e diverse volanti della digos si sono presentate
al numero di via della Faggiola 2 per eseguire l'ordinanza di sequestro
di Palazzo Feroci, uno stabile dell'Università di Pisa da anni tenuto
vuoto e da un anno e mezzo occupato per dare casa a decine di studenti
in lotta contro il caro affitti in città. Esattamente come per il
Lucernario della Sapienza, lo sgombero dello studentato Spot, fortemente
voluto dal Rettore Augello, arriva vigliaccamente in pieno agosto, in
una città deserta e svuotata dei suoi ventimila studenti fuori sede.
Spot ha rappresentato un'alternativa concreta di lotta all'emergenza
abitativa davanti alla passiva complicità delle istituzioni con lo stato
di cose presenti. Troppi stabili pubblici che potrebbero sanare
l'emorragia di studenti costretti ad abbandonare la città per
l'insostenibilità degli affitti vengono lasciati vuoti o messi in
vendita. Spot ha costruito su una domanda sociale una pratica concreta
di riappropriazione della ricchezza collettiva e per questo la sua
esperienza non si fermerà con lo sgombero di quest'oggi. Già nella
conferenza stampa di questa mattina, tenutasi davanti al Rettorato, gli
studenti occupanti hanno rilanciato una campagna per settembre che,
lottando contro un continuo impoverimento che ci viene fatto
unilateralmente subire, mira a organizzare quanti hanno bisogno di una
casa per poter continuare a studiare.
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mercoledì 23 luglio 2014
Contro l'emergenza abitativa studentesca interrotto il cda dell'università
Questa mattina un gruppo
di studenti sono intervenuti al cda d'Ateneo per discutere del ruolo
e delle responsabilità dell'Università sull'emergenza abitativa
studentesca. Ieri è stato presentato a Firenze il III rapporto
sulla condizione abitativa in Toscana, alla presenza della
vice-presidente della Giunta regionale Stefania Saccardi. Il focus
sulla città di Pisa ha confermato quello che da più di un anno gli
studenti denunciano. Ci sono 3.020 studenti con un reddito famigliare
inferiore ai 19 mila euro che hanno diritto a un posto alloggio per
poter continuare gli studi. Il Diritto allo Studio a Pisa però ha
messo a disposizione solo 1523 posti letto nell'anno accademico
2013-14, escludendo dal beneficio pertanto quasi la metà degli
aventi diritto. In tutta la città sono oltre 20 mila gli studenti
fuori sede che necessitano di una casa, ostaggi di un mercato degli
affitti dove i prezzi variano dai 250-350 euro al mese per una
singola e oscilla fra i 180 e i 250 euro per una doppia.
Davanti
a una stato di oggettiva sofferenza che, con la compressione dei
redditi vede accrescersi la platea degli idonei alla borsa di studio
e al posto alloggio, osserviamo però come le politiche degli enti
pubblici tutelino altri interessi. Fondi e risorse di tutti vengono
distratti verso la speculazione immobiliare, negando soluzioni
adeguate alle crescenti domande poste da nuovi e urgenti bisogni
sociali. È questo il caso di Villa Madrè, via Da Buti, Paradisa e
Santa Croce in Fossabanda.
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martedì 8 luglio 2014
Il DSU strumentalizza l'emergenza alloggi: il caso di villa Madrè
Oggi
si è tenuto il CdA del DSU a Firenze: è stato approvato il
protocollo d'intesa con APES per destinare 16 unità del complesso di
villa Madrè al diritto allo studio.
Villa
Madrè si trova tra via delle Cascine e via Aurelia, è di proprietà
della società Condotte spa. Questa struttura è stata presa in
affitto da APES per conto del comune di Pisa.
La
struttura, completata nel 2009, avrebbe dovuto ospitare un hotel a
quattro stelle di 135 camere e due fabbricati a destinazione
turistico-alberghiera di 28 unità. L'investimento è risultato
essere fallimentare, la struttura non è mai stata innaugurata.
Da
febbraio il Comune di Pisa ha reso pubblica la trattativa di un
contratto d' affitto per offrire una soluzione alle famiglie in
emergenza abitativa. La trattativa si è conclusa a maggio e da
allora il Comune versa trentacinque mila euro a trimeste, tenendo la
struttura sempre vuota.
L'edificio
è oggi a disponibilità dell'Apes per le finalità dell'Agenzia casa
ma il comune ha mostrato al DSU la disponibiltà di una
collaborazione per tentare di risolvere l'emergenza abitativa
studentesca.
mercoledì 2 luglio 2014
Report assemblea sul nuovo regolamento Residenze
Dal profilo Ardsu Pisa riportiamo questo report, redatto da alcuni studenti presenti all'assemblea tenutasi lunedì 30 giugno.
Ieri
si è tenuta presso la residenza Fascetti un'assemblea di discussione
sul nuovo regolamento delle residenze toscane. Oltre agli studenti di
tutte le residenze pisane erano presenti anche la direttrice del
servizio residenze Magda Beltrami e la coordinatrice delle residenze
pisane Giulia Lacerra.
L'assemblea
è stata preparata raccogliendo tra gli studenti alloggiati nelle
residenze DSU oltre mille firme di contrarietà ai seguenti punti
previsti nella bozza di regolamento scritta dal Consiglio di
amministrazione senza raccogliere le indicazioni presentate in
precedenza dai rappresentanti delle residenze:
1)
I controlli periodici nelle stanze potranno essere effettuati senza
alcun preavviso (Art. 22.5)
Vogliamo che i controlli prevedano un preavviso di minimo 7 giorni.
2) Sarà vietato poter ospitare in qualsiasi spazio della residenza per più di 4 ore (Art. 24.1)
Vogliamo l'abolizione dei limiti di tempo per l'ospitalità di visitatori esterni.
3) Durante i periodi di chiusura estiva gli studenti assegnatari di tutte le residenze saranno tenuti
a liberare le proprie camere da qualsiasi effetto personale (Art. 18.3)
4) L'accesso a tutte le aule studio e spazi comuni sarà limitato alle sole ore comprese tra le 9 e le
24 (Art. 23.9)
5) Sarà vietato l'utilizzo di piccoli elettrodomestici, quali asciugacapelli e forni elettrici (Art.
11.4)
6) Non è prevista gradualità alcuna nell'applicazione di sanzioni disciplinari, permettendo
misure quali l'immediata sospensione del posto alloggio per violazioni minori già al primo richiamo. (Art. 27.1)
Vogliamo che i controlli prevedano un preavviso di minimo 7 giorni.
2) Sarà vietato poter ospitare in qualsiasi spazio della residenza per più di 4 ore (Art. 24.1)
Vogliamo l'abolizione dei limiti di tempo per l'ospitalità di visitatori esterni.
3) Durante i periodi di chiusura estiva gli studenti assegnatari di tutte le residenze saranno tenuti
a liberare le proprie camere da qualsiasi effetto personale (Art. 18.3)
4) L'accesso a tutte le aule studio e spazi comuni sarà limitato alle sole ore comprese tra le 9 e le
24 (Art. 23.9)
5) Sarà vietato l'utilizzo di piccoli elettrodomestici, quali asciugacapelli e forni elettrici (Art.
11.4)
6) Non è prevista gradualità alcuna nell'applicazione di sanzioni disciplinari, permettendo
misure quali l'immediata sospensione del posto alloggio per violazioni minori già al primo richiamo. (Art. 27.1)
Su
ogni punto la dirigenza DSU ha provato una funambolica mediazione
che, a seconda dei casi si presentava come una poco convinta difesa
d'ufficio o come un palese tentativo di raggiro (non sappiamo come
chiamare diversamente lo spacciare come concessione la permanenza
nelle residenze fino al 31 luglio – come garantito da bando
peraltro – per poi comunque non retrocedere sulla volontà di
sgombrare tutte le residenze nel mese di agosto).
La
discussione di ieri, che non è arrivata a un punto di svolta ma
certo ha rafforzato la posizione di contrarietà degli studenti al
nuovo regolamento, ha comunque ribadito un indirizzo preciso
dell'azienda: guadagnare sulle spalle degli studenti. Ne sono esempio
le sanzioni pecuniarie (la fonte d'ispirazione per l'azienda è stato
il contratto collettivo dei lavoratori), e, appunto, l'intenzione di
svuotare le residenze dagli studenti e dai loro effetti personali per
affittarle nel mese di agosto per fronteggiare la mancanza di
finanziamenti.
La
dirigenza “spiritualmente” è attenta ai bisogni e alla qualità
della vita degli studenti, impostando i suoi regolamenti su un tanto
declamato “principio di uguaglianza”. La realtà che viviamo noi
studenti borsisti è tutto l'opposto: disciplinamento crescente,
ulteriore compressione degli spazi di socialità (che anche ora non
abbondano), aumento dei disagi e dei costi a carico dei borsisti.
L'assemblea
si è conclusa strappando l'impegno da parte dei dirigenti a portare
in commissione residenze la posizione degli studenti e le firme
raccolte nelle residenze. Inoltre è stata garantita dall'assemblea
una presenza studentesca quando il nuovo regolamento verrà portato
in CdA a Firenze a fine Luglio. Una cosa è certa: se il DSU non
tornerà indietro su questo regolamento si estenderà la protesta
nelle residenze.
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giovedì 26 giugno 2014
L'autoriduzione per ricontrattare i 165 euro di affitto in casa dello studente
Stamattina
un gruppo di studenti borsisti che partecipano all'autoriduzione
hanno consegnato alla dirigente del servizio residenze del DSU, Magda
Beltrami, il seguente comunicato.
Questi
studenti, a partire dalla pratica dell' autoriduzione, pongono il
problema dell'aumeto dei costi della vita studentesca, sopratutto
laddove, in un ottica di "razionalizzazione", il pubblico
scarica i costi dei servizi sugli utenti.
“Negli
ultimi anni il DSU ha aumentato progressivamente il canone mensile
d'alloggio in casa dello studente. Oggi, chi si trova in casa della
studente come vincitore di borsa semestrale, al secondo semestre del
quarto anno per la triennale e del terzo anno per la magistrale, deve
pagare 165 euro al mese per poter restare nella propria stanza. Solo
negli ultimi quattro anni l'aumento è stato vertiginoso: si è
passati dai 128 euro previsti dal bando 2010/11, poi ai 155 euro del
2011/2012 fino ad arrivare ai 165 attuali. In quattro anni, sulle 6
mensilità previste dalla borsa semestrale, il DSU ha richiesto 222
euro in più a ogni vincitore di borsa semestrale. Sono cifre non di
poco conto, soprattutto se richieste a giovani studenti e studentesse
“privi di mezzi”, fino a poco tempo detentori di una borsa di
studio che, sebbene sgravi dal peso dell'affitto, già di per sé
resta comunque insufficiente e costringe a ricercare fonti
supplementari di reddito che tolgono tempo allo studio allungando le
carriere universitarie.
venerdì 30 maggio 2014
#iorestofinoal31: come sappiamo vincere!
Ieri
si è tenuta al campus I Praticelli un'assemblea tra gli alloggiati
nella struttura e i dirigenti del DSU.
La
discussione è stata incentrata soprattutto sui disagi dati dalla
decisione del diritto allo studio di far lasciare la stanza aglistudenti il 24 luglio, anziché il 31, come il bando stabilisce.
Questo per far spazio al progetto TUO, che permette agli studenti
delle scuole superiori di vivere una settimana da “universitari”,
alloggiando e mangiando nelle case dello studente e seguendo lezioni
di orientamento.
Erano
presenti alla discussione il direttore Vicini, la responsabile alle
residenza Beltrami e la responsabile delle residenze pisane Lacerra.
Il dibattito è stato molto acceso, non ci siamo fatti abbindolare
dalle solite retoriche della governance toscana: dobbiamo
collaborare, i nostri interessi sono gli stessi e altre pietose
retoriche...
Come
assemblea di studenti abbiamo subito mostrato insofferenza verso
l'ennesimo abuso del DSU. In questo campus gli studenti dei blocchi
giallo e verde ogni anno devono sgomberare le proprie stanze nel mese
di agosto, per far spazio ai fruitori della foresteria. I proventi,
dice il Vicini, vengono investiti nelle residenze, ma nella realtà
queste letteralmente “cadono a pezzi”.
mercoledì 28 maggio 2014
Taksim resiste! Gli studenti resistono!
Stamattina, dalle 6,30 le
forze dell'ordine tentano di sgomberare lo studentato occupato
Taksim, che da ottobre, ospita decine di studenti esclusi dal diritto
allo studio e che non possono permettersi un affitto in città. A Bologna, come in tantissime altre città in tutta Italia, gli studenti
hanno deciso di lottare per riappropriarsi dei propri diritti, dalla
mensa alla casa.
Come studenti e
studentesse senza reddito e precari portiamo avanti una lotta per
garantirci, in modo autonomo e conflittuale, una casa, una mensa, un
diritto allo studio non più garantito.
L'attacco di questa
mattina ha visto una resistenza organizzata e forte, che per ore ha
impedito l'accesso alle forze dell'ordine nella struttura, anche
grazie ad un folto presidio di solidarietà.
Queste operazioni si
inquadrano perfettamente nelle politiche del PD renziano:
impoverimento sociale crescente e attacco ai movimenti dal basso per
l'abitare. Queste intimidazioni non ci fermeranno e non ci faranno
arretrare, se ci sgomberate ci ritroverete nelle piazze, studenti e
studentesse in lotta per il diritto all'abitare.
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domenica 25 maggio 2014
Perché resteremo fino al 31 luglio
Negli
ultimi giorni il DSU sta cercando di portare avanti l'ennesima
imposizione nei confronti degli studenti borsisti. Il fatto che venga
data priorità ad un progetto regionale (TUO) piuttosto che ai diritti
degli studenti è solo l'esplicazione dei veri interessi del diritto allo studio il quale fin da principio si
accollò il Project Financing di Praticelli per tutelare ben altri
interessi.
La rottura di questo piano di imposizioni sempre crescente, dal dover
lasciare l'alloggio a Natale, al doverlo lasciare anticipatamente per i
comodi del DSU, a dover pagare l'affitto di 165€ per rimane nell'alloggio, sarà possibile ricomponendo tutte queste resistenze in
una dimensione complessiva e collettiva.
A riguardo riportiamo questa lettera aperta che sintetizza le ragioni di una opposizione collettiva alle politiche del DSU, insieme e oltre la specificità dei residenti al Campus.
A riguardo riportiamo questa lettera aperta che sintetizza le ragioni di una opposizione collettiva alle politiche del DSU, insieme e oltre la specificità dei residenti al Campus.
Lettera aperta di studenti borsisti ed ex borsisti
Siamo
studenti e studentesse UNIPI, borsisti ed ex borsisti del DSU. Alcuni
di noi sono alloggiati a Praticelli o lo sono stati. Scriviamo questa
lettera dopo aver saputo cosa sta succedendo a Praticelli. Come ogni
anno alcuni studenti - per loro disgrazia - devono impacchettare tutta
la loro roba e lasciare la stanza vuota per il mese di agosto al fine di
lasciare libere le loro stanze per i progetti di orientamento che il
DSU licenzia ogni anno. Sino a quest'anno tutto ciò capitava solo agli
alloggiati nel blocco verde e giallo. Il DSU ha ora deciso che saranno
tutti gli studenti a dover lasciare l'alloggio, e non più entro il 31
luglio, ma entro il 24 luglio, per far spazio agli studenti delle scuole
superiori aderenti al progetto TUO.
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venerdì 16 maggio 2014
Per un no intransigente al lavoro gratuito
Che fine ha fatto
l'accordo sulla tutela volontaria dei beni culturali?
Sono
quasi tre mesi che è stato firmato in Prefettura uno scellerato
accordo sullo sfruttamento del lavoro volontario – non pagato –
nella tutela dei Beni Culturali e Artistici della città di Pisa,
colpendo un settore che, in un paese come l'Italia, dovrebbe essere
tra le priorità in termini di valorizzazione, tutela e formazione di
professionalità. Già da tempo la formazione nel settore è stata
ridotta ad una farsa: corsi generalisti a causa degli accorpamenti e
nozionismi da eruditi d'altri tempi. Adesso il lavoro stesso viene
ridotto a passatempo per chi può permetterselo.
Giustamente
vi è stato un moto d'indignazione trasversale per il contenuto
(sfruttamento, dequalificazione, umiliazione professionale), la forma
(illegale) e il modo
(pressioni sui firmatari e procedure inconsuete, finanche nella
scelta del luogo: la Prefettura). Una vertenza - apparentemente di
competenza delle associazioni di categoria – si presta a essere
grimaldello sociale utile a scoperchiare il vaso di Pandora
dell'incompatibilità davanti a precarietà e lavoro gratuito.
Si
parla infatti non solo di un accordo,
ma soprattutto di un sistema fatto di
precarietà, sfruttamento, reddito intermittente o non-reddito,
incuria dei beni comuni. Un
sistema che si è insinuato viscidamente nel senso comune – tramite
la grande menzogna «Non
ci sono soldi» - per poi “istituzionalizzarsi” violentemente a
colpi di decreto con il pretesto dell'emergenza (emergenza ormai
permanente e dunque di necessità non reale).
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martedì 13 maggio 2014
Quel #9D che vi ha fatto paura: Tommaso libero liberi tutti!
Questa mattina ci siamo svegliati con la notizia dell'ennesima operazione portata a termine dalla zelante procura torinese. In relazione ai fatti del movimento 9 dicembre – i cosiddetti “forconi”-, quattro persone sono state arrestate e ad altre due è stato notificato l'obbligo di firma, nel complesso di un'indagine che coinvolge altre 22 persone.
La portata di quest'iniziativa della Procura segnala fin da subito come in quelle giornate di dicembre una piazza imprevedibile, espressione di una prima incompatibilità larga e di massa ai governi dell'austerità, sia stata capace di far traballare le certezze di questure e di chi, governando, si sente al sicuro e inviolabile nei propri palazzi.
Si tratta di una reazione scomposta da parte di una classe di governo costretta a ricorrere a un abuso della magistratura per colmare una propria incapacità di leggere, comprendere e prevedere i fenomeni di insofferenza sociale che sempre più attraversano il paese trasversalmente. Infatti, in quei giorni abbiamo incontrato nelle strade una composizione variegata, difficilmente rappresentabile, unita però dal rigetto radicale delle politiche di questi ultimi anni. A poco serve allora il solito tritacarne mediatico che vorrebbe etichettare i protagonisti di quelle giornate come ultras, antagonisti o forconi. La verità è che si tratta oggi di intere fette sociali che vengono escluse dal discorso politico, criminalizzate e marginalizzate nel mentre che combattono quotidianamente contro un futuro sempre più incerto e precario.
Tommaso, studente universitario, ha incontrato quella piazza riconoscendosi nella comune condizione di quella parte di paese non garantita. Le ha dato voce sui social network, aiutando così molti a capire contro le mistificazioni dei media mainstream. Quelle giornate erano anche le sue, così come nostre e di tutti coloro che quotidianamente si mettono in gioco nell'opporsi ai modelli di sacrifici e povertà imposti.
Infatti insieme a lui, in quella piazza, erano in moltissimi. I numeri e la potenza di quelle giornate promettono di tornare e non saranno degli arresti a impedirlo. La loro capacità di aprire spazi di protagonismo per chi se li vede chiusi giorno dopo giorno, la capacità di mettere in difficoltà apparati di controllo e polizia, bloccheranno ancora le strade per rendere visibile un rifiuto che ci lega alla maggioranza del paese e che investe chi è responsabile della nostra condizione.
La consapevolezza di questa nostra forza ci rende vicini a Tommaso e a quanti sono stati colpiti dalle misure cautelari.
Ci vediamo l'11 luglio a Torino
Tommaso libero, tutti liberi!
La portata di quest'iniziativa della Procura segnala fin da subito come in quelle giornate di dicembre una piazza imprevedibile, espressione di una prima incompatibilità larga e di massa ai governi dell'austerità, sia stata capace di far traballare le certezze di questure e di chi, governando, si sente al sicuro e inviolabile nei propri palazzi.
Si tratta di una reazione scomposta da parte di una classe di governo costretta a ricorrere a un abuso della magistratura per colmare una propria incapacità di leggere, comprendere e prevedere i fenomeni di insofferenza sociale che sempre più attraversano il paese trasversalmente. Infatti, in quei giorni abbiamo incontrato nelle strade una composizione variegata, difficilmente rappresentabile, unita però dal rigetto radicale delle politiche di questi ultimi anni. A poco serve allora il solito tritacarne mediatico che vorrebbe etichettare i protagonisti di quelle giornate come ultras, antagonisti o forconi. La verità è che si tratta oggi di intere fette sociali che vengono escluse dal discorso politico, criminalizzate e marginalizzate nel mentre che combattono quotidianamente contro un futuro sempre più incerto e precario.
Tommaso, studente universitario, ha incontrato quella piazza riconoscendosi nella comune condizione di quella parte di paese non garantita. Le ha dato voce sui social network, aiutando così molti a capire contro le mistificazioni dei media mainstream. Quelle giornate erano anche le sue, così come nostre e di tutti coloro che quotidianamente si mettono in gioco nell'opporsi ai modelli di sacrifici e povertà imposti.
Infatti insieme a lui, in quella piazza, erano in moltissimi. I numeri e la potenza di quelle giornate promettono di tornare e non saranno degli arresti a impedirlo. La loro capacità di aprire spazi di protagonismo per chi se li vede chiusi giorno dopo giorno, la capacità di mettere in difficoltà apparati di controllo e polizia, bloccheranno ancora le strade per rendere visibile un rifiuto che ci lega alla maggioranza del paese e che investe chi è responsabile della nostra condizione.
La consapevolezza di questa nostra forza ci rende vicini a Tommaso e a quanti sono stati colpiti dalle misure cautelari.
Ci vediamo l'11 luglio a Torino
Tommaso libero, tutti liberi!
Collettivo Universitario Autonomo - Pisa
giovedì 8 maggio 2014
Autoriduciamo l'affitto alla casa dello studente
Per chi perde la borsa di studio e si trova alloggiato presso le residenze del DSU è permesso restare in casa dello studente corrispondendo all'azienda la somma 165 euro il 10 di ogni mese. Il periodo di permanenza in affitto nelle case dello studente è limitato: dal 16 aprile al 15 ottobre.
La quota d'affitto richiesta dal DSU è fortemente rincarata negli ultimi anni e decisamente questa spesa non è sostenibile per studenti fino al 15 aprile riconosciuti dallo stesso DSU come privi di risorse materiali per sostenere gli studi.
Per questo da oggi lanciamo una campagna di autoriduzione dell'affitto alla casa dello studente. Da un giorno all'altro, per ragioni largamente addebitabili alle disfunzioni del nostro ateneo e per la mancanza di una copertura adeguata dei servizi monetari del DSU che spesso ci costringe – sebbene borsisti – a cercare fonti di reddito supplementari, ci ritroviamo senza borsa di studio, catapultati nel mercato degli affitti ma con un percorso di studi che intendiamo portare a termine.
Per resistere e opporci all'ennesimo tentativo di espulsione dall'università che ci si para davanti, almeno fino al 15 ottobre, ci ridurremo il 10 di ogni mese la somma dell'affitto che dovremmo corrispondere al DSU, portandola al 20% della quota richiesta. Il DSU non può comportarsi come un affitta camere qualsiasi; pagheremo solo una somma sufficiente a coprire i costi delle utenze.
La quota d'affitto richiesta dal DSU è fortemente rincarata negli ultimi anni e decisamente questa spesa non è sostenibile per studenti fino al 15 aprile riconosciuti dallo stesso DSU come privi di risorse materiali per sostenere gli studi.
Per questo da oggi lanciamo una campagna di autoriduzione dell'affitto alla casa dello studente. Da un giorno all'altro, per ragioni largamente addebitabili alle disfunzioni del nostro ateneo e per la mancanza di una copertura adeguata dei servizi monetari del DSU che spesso ci costringe – sebbene borsisti – a cercare fonti di reddito supplementari, ci ritroviamo senza borsa di studio, catapultati nel mercato degli affitti ma con un percorso di studi che intendiamo portare a termine.
Per resistere e opporci all'ennesimo tentativo di espulsione dall'università che ci si para davanti, almeno fino al 15 ottobre, ci ridurremo il 10 di ogni mese la somma dell'affitto che dovremmo corrispondere al DSU, portandola al 20% della quota richiesta. Il DSU non può comportarsi come un affitta camere qualsiasi; pagheremo solo una somma sufficiente a coprire i costi delle utenze.
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lunedì 28 aprile 2014
Fossabanda: la giusta direzione è la lotta!
Il
16 aprile il Cda del DSU ha espresso formalmente interesse per
l'immobile di Santa Croce in Fossabanda, di proprietà del Comune di
Pisa.
Questo
grazie alle numerose mobilitazioni studentesche, e non, che da
quest'autunno si fanno sentire in città. Si sono susseguite numerose
occupazioni di immobili lasciati al degrado e alla speculazione:
dalla casa dello studente di via Da Buti, all' ex albergo di Santa
Croce in Fossabanda, sino a quella del' ex convento delle
Benedettine.
Tutti
questi stabili sarebbero una risposta all'emergenza abitativa
studentesca presente in città, ma le istituzioni, dal DSU
all'Università, non mostrano di voler dialogare con gli studenti...
sino ad ora.
L'apertura
di Fossabanda sarebbe certamente una vittoria, se non sarà concesso in
affitto a prezzi di mercato. Non è una vittoria che ci può bastare:
il DSU continua a costruire svendendo il proprio patrimonio
immobiliare anziché ristrutturarlo; l' Università investe 9 milioni
di euro per un albergo mai aperto e destinato ai visiting professor.
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giovedì 10 aprile 2014
Assemblea d'Ateneo: le risorse ci sono! Occupato il residence Le Benedettine
Stamattina si è svolta
al polo Carmignani l' assemblea d'Ateneo. Lo stesso
giorno in cui sono stati inaugurati dall'Università, con grande
sfarzo, gli Open Day della ricerca, gli studenti hanno chiarito che i
temi d'interesse sono altri: il diritto allo studio, la didattica
dequalificata e il mercato del lavoro precarizzato.
Sul versante del diritto
allo studio è stata ribadita la drammatica assenza di posti alloggio
per gli studenti beneficiari. I posti certo non mancano, ma la
collaborazione tra le diverse istituzioni cittadine – Comune,
Università, Diritto allo studio – non è indirizzata al soddisfare
i bisogni degli studenti. Per questo motivo è stato lanciato un
ultimatum sull'apertura delle residenze di via Da Buti, Santa Croce
in Fossabanda e Paradisa.
Per quanto riguarda la
didattica i fronti sono molteplici: dallo smantellamento delle lauree
magistrali nel dipartimento di Filologia, agli sbarramenti per
l'accesso alle lauree specialistiche di economia e medicina.
Emblematico è il caso di beni culturali: un accordo
inter-istituzionale si pronuncia sulla “tutela volontaria” per la
cura dei beni artistici della città. Questo sempre più concretizza
un futuro di lavoro precario e gratuito, sulla scia del Job Act e sul
modello Expo 2015. In tutti questi processi di ristrutturazione
all'interno dell'Università è evidente quale sia il ruolo svolto
dai docenti e dai consigli di dipartimento, perciò gli studenti
hanno preteso che entro una settimana il Rettore Augello,
l'amministrazione centrale dell'università e la dirigenza dei
dipartimenti si pronuncino su confronto pubblico e aperto con gli
studenti.
Conclusasi l'assemblea
gli studenti si sono diretti all'ex convento delle Benedettine e lo
hanno occupato. Questo immobile è stato adibito a residenza per i
visiting professor dall'Università, con un investimento di 9 milioni
di euro, ma non è mai stato aperto. La richiesta è che venga dato
agli studenti in emergenza abitativa.
L'assemblea ha rilanciato
sulla data di mobilitazione contro le politiche di austerità di
sabato 12 aprile a Lucca, dove si svolgerà il festival del
volontariato, con la presenta di Renzi e a Roma per la manifestazione
dei movimenti sociali contro austerity e precarietà.
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precarietà
mercoledì 9 aprile 2014
Perché Unipi è UniTruffa. Materiali per l'assemblea d'Ateneo del 10 aprile
-->
I
rankings non bastano. La soddisfazione del Rettore Augello
per il buon piazzamento dell'Università di Pisa nelle classifiche
internazionali segnala come l'imperativo della competitività
governi le politiche d'Ateneo. Eppure da questa competizione,
e negli investimenti a suo servizio, non ci sembra, per parte nostra,
come studenti e studentesse, di trarne alcun vantaggio. Anzi,
dappertutto vediamo tagliarci corsi
di laurea, appelli
e ci viene negata
sia la possibilità di avanzare nella formazione sia la
possibilità di realizzare
professionalmente le competenze acquisite. Fondamentalemente,
nonostante la bella faccia, per noi quest'università comporta solo
costi e nessuna garanzia... insomma tutta questa pubblicità è una
truffa!
Non abbiamo intenzione di
continuare a subire la svendita del nostro futuro vedendolo scivolare
sempre più verso la normalità della precarietà come vorrebbe il
Job
Act di Renzi. Specie questa rapina organizzata ai nostri
danni viene giustificata con la contingenza della crisi. Ma guarda
caso, proprio in periodo di crisi, le risorse pubbliche, che pure
ci sono e in abbondanza, vengono svendute e utilizzate per
avvantaggiare investitori privati aumentando la forbice che separa
strati sociali ricchi e possidenti da noi, che invece su questa
università abbiamo scommesso per crescere, formarci o semplicemente
avere una possibilità in
futuro.
Così
vediamo che le
residenze restano chiuse e gli spazi da destinare a quella che, con
affitti da rapina, è una vera e propria emergenza abitativa
studentesca vengono tenuti vuoti.
Il patrimonio pubblico diventa anzi sempre più oggetto
del desiderio dei poteri forti cittadini.
Le graduatorie non scorrono e di diritto allo studio proprio non si
può parlare. Ci chiediamo su
cosa lo basano il merito se non ci danno neanche la possibilità di
studiare?
Quando
abbiamo attaccato su questi temi abbiamo sollevato un importante
dibattito pubblico, ad esempio sulla questione
di Fossabanda o della
casa
dello studente di via da Buti
che ancora è chiusa, nonostante le innumerevoli inaugurazioni.
Quando, mentre tutte le porte di un possibile futuro che passasse per
l'università ci venivano chiuse in faccia, abbiamo deciso di
metterci assieme e di costruire le nostre soluzioni all'emergenza
abitativa
abbiamo
trovato casa bloccando la svendita di immobili dell'università,
nostri.
Tutto questo va rafforzato. Ma
non basta.
Vogliamo
che l'Università prenda parola sulla guerra che ci ha dichiarato
continuando a distruggere le nostre possibilità di realizzazione
futura attraverso di essa e per le quali paghiamo e facciamo
sacrifici. Vogliamo risolvere lo scandalo dell'emergenza abitativa,
combattendo contro il caro-affitti e l'incapacità del DSU di
assumersi responsabilità precise sullo stato delle residenze e
sull'insufficienza
delle sue graduatorie. Vogliamo
costringerli a soddisfare le nostre esigenze ribaltando la logica dei
sacrifici... che li facciano loro per noi! Costringiamoli a
impegnarsi per i nostri bisogni!
Vogliamo
proiettare questa nostre ambizioni ancora più in là, per
contribuire a costruire un'opposizione sociale a chi orchestra nel
nostro paese queste politiche di austerità. Per questo il
12 aprile saremo a Roma, alla manifestazione nazionale dei movimenti
sociali contro l'austerità,
per rassicurare Renzi che per decidere sulla nostra precarietà dovrà
prima confrontarsi con noi, noi tanti, noi tutti, uniti.
Ribadiremo con forza lo stesso concetto anche il giorno dopo, domenica 13 a Lucca, andando a contestarlo mentre celebra il volontariato, proprio quel modello di lavoro che pensa di aver già scelto per noi.
Ribadiremo con forza lo stesso concetto anche il giorno dopo, domenica 13 a Lucca, andando a contestarlo mentre celebra il volontariato, proprio quel modello di lavoro che pensa di aver già scelto per noi.
Organizziamoci!
Ci vediamo in assemblea d'Ateneo giovedì 10 alle 10 al Polo Carmignani!
Ci vediamo in assemblea d'Ateneo giovedì 10 alle 10 al Polo Carmignani!
lunedì 7 aprile 2014
#Renzistaisereno, noi non aspettiamo Godot, ci vediamo a Porta Pia!
Stamattina a Roma famiglie in emergenza abitativa, precari, migranti e studenti hanno dato vita a quattro nuove occupazioni nel quadro di un nuovo tzunami tour verso il 12 aprile.
Tra queste occupazioni, quella dello studentato Godot in via Cesalpino da parte del progetto Degage è una risposta forte all'emergenza abitativa studentesca pressante in tutte le città italiane.
L'immobile occupato in zona universitaria è di proprietà di una società privata, comprato e rivenduto più volte, poi sequestrato e attualmente in stato di abbandono da più di cinque anni.
In questo periodo di crisi, con la disoccupazione giovanile che arriva al 42,3%, l'università e il diritto allo studio continuano con le speculazioni chiudendo gli occhi di fronte ad un bisogno crescente di alloggi e reddito. Parlano di noi “giovani”, ma non per proporci delle soluzioni; per questo anche a Pisa, come in tantissime altre città italiane, abbiamo occupato, un anno fa, lo studentato Spot. Insieme a Degage e Godot ci opponiamo all'unica risposta che sanno darci: precarietà e sacrifici.
Tra queste occupazioni, quella dello studentato Godot in via Cesalpino da parte del progetto Degage è una risposta forte all'emergenza abitativa studentesca pressante in tutte le città italiane.
L'immobile occupato in zona universitaria è di proprietà di una società privata, comprato e rivenduto più volte, poi sequestrato e attualmente in stato di abbandono da più di cinque anni.
In questo periodo di crisi, con la disoccupazione giovanile che arriva al 42,3%, l'università e il diritto allo studio continuano con le speculazioni chiudendo gli occhi di fronte ad un bisogno crescente di alloggi e reddito. Parlano di noi “giovani”, ma non per proporci delle soluzioni; per questo anche a Pisa, come in tantissime altre città italiane, abbiamo occupato, un anno fa, lo studentato Spot. Insieme a Degage e Godot ci opponiamo all'unica risposta che sanno darci: precarietà e sacrifici.
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UNI-TRUFFA: SPARISCONO I CORSI E LE RESIDENZE RESTANO CHIUSE. ASSEMBLEA STUDENTESCA D'ATENEO IL 10 APRILE
I rankings non bastano. Sulla base delle classifiche internazionali Unipi viene spacciata come ottimo investimento in formazione; ma per chi vive le aule universitarie, le mense, le case dello studente la realtà è ben diversa.
- Nei vari dipartimenti assistiamo alla totale dequalificazione della DIDATTICA e nelle ultime settimane in ogni dipartimento si procede a una impietosa riorganizzazione degli ordinamenti didattici post-riforma che porterà alla chiusura della maggior parte delle lauree magistrali (particolarmente calda la situazione nei dipartimenti di filologia, scienze politiche, economia e giurisprudenza). Quotidianamente abbiamo a che fare con corsi inadatti, aule strapiene, taglio degli appelli, corsi che tacciono.
- Quest'anno è aumentato il numero degli idonei non beneficiari e per la prima volta ci saranno idonei non avranno l'alloggio entro l'anno. Sono 1500 i beneficiari che attendono la casa dello studente e sono costretti a prendere una stanza in affitto a 300€ al mese ricevendo un contributo affitto di circa 100€ mensili.
- Il DSU e L'università non mostrano la volontà di APRIRE GLI IMMOBILI che potrebbero adibire ad alloggi studenteschi (via da Buti, Fossabanda, Paradisa). Tuttavia preferiscono svendere il patrimonio immobiliare pubblico. Il mercato privato degli affitti se ne avvantaggia e l'emergenza abitativa studentesca cresce.
giovedì 3 aprile 2014
Futuri medici non si arrendono a un futuro sprecato
Di
cosa ci parla la mobilitazione contro la riduzione delle
specializzazioni
Alla
vigilia delle immatricolazioni una delle facoltà più ambite è
certamente quella di Medicina e Chirurgia, inizio di un percorso
ampiamente pubblicizzato come sicuro ascensore sociale per chi è
disposto a impegnarsi nella agguerrita competizione dei test di
ingresso, in ritmi di studio e lavoro frenetici per periodi che
facilmente vanno oltre i dieci anni, magari indebitandosi per pagare
i costi sempre crescenti dello studio universitario (affitto, libri,
trasporti etc.).
Tuttavia
questo senso comune cade a pezzi di fronte alla realtà dei fatti: a
causa della riduzione degli accessi alla specializzazione dei 10mila
laureati annui meno della metà potranno accedere alle scuole di
specializzazione e quindi ambire a lavorare nel SSN in un ospedale o
come medico di medicina generale.
Per tutti gli altri la prospettiva è quella di rimanere in un limbo
più o meno lungo fatto di precarietà
e contratti a termine o a chiamata.
Per
questa ragione la Facoltà di Medicina a Pisa in questi giorni vede
una attivazione anomala. Diverse
decine di studenti e neolaureati sono scesi martedì in piazza per
contestare la riduzione delle specializzazioni
ed in particolare le scelte politiche che stanno dietro a questa
riduzione.
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lunedì 31 marzo 2014
Lavoro gratuito per una laurea in Beni Culturali pagata a caro prezzo
A inizio febbraio è stato siglato in Prefettura un accordo che
intende delegare ai volontari dell'associazione Amici dei Musei di Pisa
il monitoraggio dei Beni Artistici di questa città, oltre a interventi
di «minuta manutenzione» (!?). Il pubblico scarica le proprie
responsabilità su lavoro non retribuito e non qualificato. D'altra parte
l'odioso tentativo di far lavorare gratis o gravemente sottopagati
sembra caratterizzare la governance cittadina come quella nazionale: ne
sono esempi la proposta di Renzi di impiegare cassaintegrati nelle
biblioteche, o quella di Marino di impiegare senza-tetto, o la grande
presa per il culo dell'Expo 2015, o ancora la vergognosa
istituzionalizzazione del più bieco sfruttamento chiamata Job Act.
L'accordo
assume tratti inquietanti: alla FIDAM (Federazione Italiana Degli
Amici dei Musei) aderiscono 40mila volontari in tutta Italia. Una
massificazione del modello proposto a Pisa significherebbe la completa
sostituzione degli operatori professionali stipendiati con forza-lavoro
gratuita, svalutando il titolo di studio e le professionalità ad esso
associate. Questa ipotesi approfondisce una tendenza che vede comprimere
la redistribuzione reddituale nell'ambito dei servizi di competenza
pubblica con il taglio delle risorse e l'imposizione del lavoro
gratuito. Allo stesso tempo capacità e competenze, pagate a prezzo di
duri sacrifici nell'affrontare gli studi, vengono disperse e bruciate,
andando a configurare una bolla formativa destinata ad esplodere.
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lunedì 24 marzo 2014
Basta residenze vuote e patrimonio in svendita.
Se sei in attesa della casa dello studente la colpa è del DSU e di UNIPI!
Troppe promesse pochi fatti
Troppe promesse pochi fatti
Il
DSU Toscana è l'azienda che si occupa della gestione delle risorse e
quindi dei finanziamenti destinati al diritto allo studio
universitario. Nel 2012 per le borse di studio sono stati stanziati
€14.016.687: gli aventi diritto alla borsa di studio sono circa
4500. Gli studenti aventi diritto al posto alloggio sono circa
2.600 di cui solo 1.587 ne prendono effettivamente possesso in quanto
mancano le strutture per accoglierli. Le strutture che il DSU
offre sono: Campaldino (48), Don Bosco (145), Fascetti (170),
Garibaldi (46), Mariscoglio (116), Nettuno (100), Rossellini (81),
Praticelli (811). Le strutture che il DSU promette di aprire sono
sempre le stesse da anni, utilizzate come vanto ad ogni occasione
pubblica ma che non si sa quando e se verranno veramente aperte:
San
Cataldo (zona CNR): avrà 240 posti letto , costerà circa 14
milioni (metà DSU e Regione Toscana metà Ministero), i tempi di
realizzazione dovrebbero essere di circa 3 anni, sarà
dotata di impianti solari termici e fotovoltaici e di rivestimenti
idonei a ridurne i consumi energetici e renderla quindi più
ecocompatibile.
…..ma
ancora c'è solo un campo incolto.
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domenica 16 marzo 2014
Riorganizzazione a Filologia e Economia: quei docenti a cui fa comodo incasinarci la vita
Cosa sta succedendo con la nuova
dipartimentazione. Perché è possibile resistere e attaccare anche
se questa Università ci frana sotto i piedi
Trovarsi orfani del corso di
laurea a Filologia e rincorrere i corsi singoli di transizione
I recenti consigli del
dipartimento di filologia e linguistica (ex-facoltà di Lettere e di
Lingue) e le relative varie commissioni attivate sulla didattica,
stanno procedendo in questi mesi a riorganizzare l'offerta formativa
in previsione del prossimo anno accademico. Com'è ora e come sarà
dopo: diverse magistrali scompariranno, altre verranno accorpate
minando la continuità tra triennali e magistrali.
Ecco alcuni esempi. I
curricula di Orientalistica, Comparatistica e Linguistica nella
triennale di lettere spariranno, le magistrali in Lingue
e Letterature Moderne Euroamericane (LEA)
e Lingue e Letterature e Filologie Europee (LEFE) Orientalistica e
Traduzione saranno soppresse. LEA e LEFE verranno accorpate
in un'unica magistrale (classe LM 37), così come Traduzione e
Linguistica (classe LM 39 che mischierà percorsi di lettere e di
lingue).
venerdì 7 marzo 2014
In piazza Verdi c'eravamo tutti!
Ieri
degli agenti della digos si sono presentati allo studentato occupato
Taksim, casa di numerosi compagni e compagne, per recapitare ad
alcuni studenti del CUA di Bologna dei provvedimenti di divieto di
dimora. Le accuse sono di aver partecipato alla giornata di lotta del
23 e 27 maggio in piazza Verdi. Il 23 maggio si svolgeva un'assemblea
pubblica con alcune lavoratrici della Sodexo di Pisa, per continuare
il percorso di discussione e lotta contro i tagli e le misure di
austerità; la polizia ha cercato di sgomberare la piazza, che ha
risposto costruendo barricate. La lotta Sodexo ha ancora una volta
mostrato come la potenza delle lotte si esprima in variegati modi,
tra cui occupare rotonde stradali, strade e piazze. Pochi giorni dopo
le intimidazioni delle forze dell'ordine si sono ripetute e la piazza
ha nuovamente dimostrato la sua forza cacciando via la polizia.
Siamo
costretti ad assistere ad un ulteriore atto repressivo che cerca di
mettere un freno alle lotte in corso: ma non è certo questo che ci
fermerà!
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