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lunedì 24 marzo 2014

Basta residenze vuote e patrimonio in svendita.


 Se sei in attesa della casa dello studente la colpa è del DSU e di UNIPI!

Troppe promesse pochi fatti

Il DSU Toscana è l'azienda che si occupa della gestione delle risorse e quindi dei finanziamenti destinati al diritto allo studio universitario. Nel 2012 per le borse di studio sono stati stanziati €14.016.687: gli aventi diritto alla borsa di studio sono circa 4500. Gli studenti aventi diritto al posto alloggio sono circa 2.600 di cui solo 1.587 ne prendono effettivamente possesso in quanto mancano le strutture per accoglierli. Le strutture che il DSU offre sono: Campaldino (48), Don Bosco (145), Fascetti (170), Garibaldi (46), Mariscoglio (116), Nettuno (100), Rossellini (81), Praticelli (811). Le strutture che il DSU promette di aprire sono sempre le stesse da anni, utilizzate come vanto ad ogni occasione pubblica ma che non si sa quando e se verranno veramente aperte:

San Cataldo (zona CNR): avrà 240 posti letto , costerà circa 14 milioni (metà DSU e Regione Toscana metà Ministero), i tempi di realizzazione dovrebbero essere di circa 3 anni, sarà dotata di impianti solari termici e fotovoltaici e di rivestimenti idonei a ridurne i consumi energetici e renderla quindi più ecocompatibile.
..ma ancora c'è solo un campo incolto.


Paradisa: oltre 500 posti letto, costruita nel 2000 con i fondi del Giubileo (21 milioni di euro) dall'INAIL, poi, per nove anni è stata data in affitto al DSU per 450.000€ annui.
Allo scadere del contratto, l'Ardsu aveva proposto all'INAIL una rinegoziazione del rapporto di locazione, impegnandosi a fare i lavori necessari di manutenzione straordinaria a scorporo delle spese di affitto. Il negoziato con INAIL, durato dal giugno 2007 sino ad ora non ha portato a nessuna soluzione condivisa.
….
forse è stato trovato un accordo con l'Inail ma la struttura non sarà aperta prima di tre-quattro anni.

via Da Buti: terminata da due anni, inaugurata tre volte e mai aperta. In seguito all'occupazione del 15 novembre 2013 da parte di studenti in attesa di alloggio, i 30 posti letto sono stati affidati al DSU dal comune a dicembre, ma non si sa quando verranno assegnati. Manca solo il mobilio ma per contese legali con le ditte appaltatrici il Dsu non riuscirà ad aprire la struttura a breve.

Inoltre si è riunita venerdì scorso la commissione residenze del DSU. Ancora una volta l'immobilismo politico ha prevalso in quella sede. Nessuna risposta concreta è arrivata alla situazione di emergenza abitativa che mina la stabilità di migliaia di studenti di questo ateneo. L'albergo comunale di Santa Croce in Fossabanda resta un miraggio. Le mobilitazioni di questo autunno, che ne chiedevano la cessione al diritto allo studio, per ora hanno solo strappato qualche dichiarazione possibilista da parte del comune, disponibile a trattare con il DSU per una cessione a termine e a titolo oneroso dell'immobile. Questo non ci basta! Se anche Fossabanda dovesse diventare una residenza studentesca comunque i posti alloggio sarebbero insufficienti! Ma le risorse ci sono.


Gli scandali

Più che garantire il nostro diritto a una vita degna, il diritto allo studio, il pubblico, diventa l'agenzia immobiliare degli investitori privati. Le risorse destinate a noi gonfiano le tasche degli speculatori di turno e il patrimonio pubblico ci viene sottratto. Ecco alcuni dei casi più clamorosi:

Praticelli: costruita partire dal 2008 con un project financing dal consorzio Etruria e Cotrep per contro del DSU. L'investimento è stato di circa 35 milioni di euro così ripartiti: 3,7 milioni dalla regione Toscana; 5,8 milioni da fondi statali; 10 milioni capitale della Cotrep ed Etruria; 10 milioni di prestito obbligazionario coperto dalla Monte Paschi di Siena.
Il project financing è una commistione pubblico-privato che vede e vedrà per i prossimi 30 anni l'azienda pagare ai privati 3.000.000 di euro (ora un milione e mezzo circa) ogni anno per il riscatto del bene.
Il 90% dei costi di finanziamento sarà coperto entro 14 anni attraverso la remunerazione degli affitti e il restante 10% mediante gli esercizi commerciali presenti all’interno della struttura (mensa, palestra, bar, mini market) anche essi interamente di proprietà privata e a oggi solo parzialmente avviati.

Via dell’Occhio: la residenza universitaria di via dell’Occhio, è uno stabile formato da otto appartamenti indipendenti, da circa 30 posti letto. L’Ardsu deteneva un diritto su questi immobili grazie a un contratto di comodato d’uso gratuito col Comune che ne è sempre stato proprietario. Ma nel 2006 accade un fatto strano: L’Ardsu acquista per 1.600.000 gli otto appartamenti, anche se il contratto di comodato scade nel 2009. L'immobile viene svuotato e lasciato abbandonato. Dopo pochi mesi l’Ardsu mette in vendita a 2.500.000 gli otto appartamenti, ma sia l’asta pubblica, sia le trattative private vanno deserte. Lo stabile viene occupato dal Progetto Prendocasa il 1° maggio 2008 restituendolo a precari e studenti.

Campaldino: ospita 48 posti letto. E' prevista la sua “cessione” alla ditta che vincerà il bando per la costruzione della Residenza san Cataldo.


Quest'università ci impoverisce!

Anche l'ateneo è complice di queste politiche. Come in un gioco delle tre carte per continuare a investire e restare competitiva nel mercato della formazione, l'università di Pisa svende il proprio patrimonio, investendo i capitali ricavati in strutture lontane dai bisogni della fetta maggioritaria di popolazione studentesca, stritolata dal costo degli affitti e che trova sempre meno accessibili gli studi.
L'università non si preoccupa di dare risposte ai bisogni degli studenti, anzi, costruisce foresterie di lusso per visiting professors acquistando l'ex convento delle Benedettine sui lungarni. La competitività perseguita dalle politiche del rettore Augello, viene cementata dall'attrattività mediatica dell'ateneo ma vediamo in questi mesi come il compimento del processo di riforma, scaricato ora sui consigli di dipartimento, tagli corsi su corsi, ne accorpi decine svalutando in tutto e per tutto il nostro percorso formativo.

Per porre un argine a questa tendenza e invertire la qualità delle nostre vite un anno fa, con un'assemblea d'ateneo, abbiamo occupato palazzo Feroci, SPOT, sottraendo così un immobile dell'università dai piani di alienazione. Mentre servizi e qualità di questa università vengono impoveriti lottiamo per mantenerci in città e studiare in maniera degna. Rivendichiamo le nostre risorse e, laddove non ci vengono date risposte, risparmiamo l'affitto, occupiamo!


Non siamo più disposti a tollerare che:

Oltre 1000 studenti e studentesse di quest'ateneo vengano privati del diritto ad avere un alloggio

Un'altra grossa fetta di popolazione studentesca, esclusa di diritto dai benefici del diritto allo studio, venga costretta a sacrifici insostenibili presa tra lavoro precario e affitti da rapina.

Il patrimonio pubblico venga svenduto

Gli affitti crescano impedendoci di continuare a studiare in questa città.

Se questa università ti dà sempre meno formazione e servizi ma ti prende sempre di più soldi e stress costruisci una soluzione: resistiamo insieme!


Sportello affitto ZERO
ogni giovedì a @SPOT dalle 12 alle 15.

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