Se sei in attesa della casa dello studente la colpa è del DSU e di UNIPI!
Troppe promesse pochi fatti
Troppe promesse pochi fatti
Il
DSU Toscana è l'azienda che si occupa della gestione delle risorse e
quindi dei finanziamenti destinati al diritto allo studio
universitario. Nel 2012 per le borse di studio sono stati stanziati
€14.016.687: gli aventi diritto alla borsa di studio sono circa
4500. Gli studenti aventi diritto al posto alloggio sono circa
2.600 di cui solo 1.587 ne prendono effettivamente possesso in quanto
mancano le strutture per accoglierli. Le strutture che il DSU
offre sono: Campaldino (48), Don Bosco (145), Fascetti (170),
Garibaldi (46), Mariscoglio (116), Nettuno (100), Rossellini (81),
Praticelli (811). Le strutture che il DSU promette di aprire sono
sempre le stesse da anni, utilizzate come vanto ad ogni occasione
pubblica ma che non si sa quando e se verranno veramente aperte:
San
Cataldo (zona CNR): avrà 240 posti letto , costerà circa 14
milioni (metà DSU e Regione Toscana metà Ministero), i tempi di
realizzazione dovrebbero essere di circa 3 anni, sarà
dotata di impianti solari termici e fotovoltaici e di rivestimenti
idonei a ridurne i consumi energetici e renderla quindi più
ecocompatibile.
…..ma
ancora c'è solo un campo incolto.
Paradisa:
oltre 500 posti letto, costruita nel 2000 con i fondi del Giubileo
(21 milioni di euro) dall'INAIL, poi, per nove anni è stata data in
affitto al DSU per 450.000€ annui.
Allo
scadere del contratto, l'Ardsu aveva proposto all'INAIL una
rinegoziazione del rapporto di locazione, impegnandosi a fare i
lavori necessari di manutenzione straordinaria a scorporo delle spese
di affitto. Il negoziato con INAIL, durato dal giugno 2007 sino ad
ora non ha portato a nessuna soluzione condivisa.
….forse è stato trovato un accordo con l'Inail ma la struttura non sarà aperta prima di tre-quattro anni.
….forse è stato trovato un accordo con l'Inail ma la struttura non sarà aperta prima di tre-quattro anni.
via
Da Buti: terminata da due anni, inaugurata tre volte e mai
aperta. In seguito all'occupazione del 15 novembre 2013 da parte di
studenti in attesa di alloggio, i 30 posti letto sono stati affidati
al DSU dal comune a dicembre, ma non si sa quando verranno assegnati.
Manca solo il mobilio ma per contese legali con le ditte appaltatrici
il Dsu non riuscirà ad aprire la struttura a breve.
Inoltre
si è riunita venerdì scorso la commissione residenze del DSU.
Ancora una volta l'immobilismo politico ha prevalso in quella sede.
Nessuna risposta concreta è arrivata alla situazione di emergenza
abitativa che mina la stabilità di migliaia di studenti di questo
ateneo. L'albergo comunale di Santa Croce in Fossabanda resta
un miraggio. Le mobilitazioni di questo autunno, che ne chiedevano la
cessione al diritto allo studio, per ora hanno solo strappato qualche
dichiarazione possibilista da parte del comune, disponibile a
trattare con il DSU per una cessione a termine e a titolo oneroso
dell'immobile. Questo non ci basta! Se anche Fossabanda dovesse
diventare una residenza studentesca comunque i posti alloggio
sarebbero insufficienti! Ma le risorse ci sono.
Gli
scandali
Più
che garantire il nostro diritto a una vita degna, il diritto allo
studio, il pubblico, diventa l'agenzia immobiliare degli investitori
privati. Le risorse destinate a noi gonfiano le tasche degli
speculatori di turno e il patrimonio pubblico ci viene sottratto.
Ecco alcuni dei casi più clamorosi:
Praticelli:
costruita partire dal 2008 con un project financing dal consorzio
Etruria e Cotrep per contro del DSU. L'investimento è stato di circa
35 milioni di euro così ripartiti: 3,7 milioni dalla regione
Toscana; 5,8 milioni da fondi statali; 10 milioni capitale della
Cotrep ed Etruria; 10 milioni di prestito obbligazionario coperto
dalla Monte Paschi di Siena.
Il
project financing è
una commistione pubblico-privato che vede e vedrà per i prossimi 30
anni l'azienda pagare ai privati 3.000.000 di euro (ora un milione e
mezzo circa) ogni anno per il riscatto del bene.
Il
90% dei costi di finanziamento sarà coperto entro 14 anni attraverso
la remunerazione degli affitti e il restante 10% mediante gli
esercizi commerciali presenti all’interno della struttura (mensa,
palestra, bar, mini market) anche essi interamente di proprietà
privata e a oggi solo parzialmente avviati.
Via
dell’Occhio: la
residenza universitaria di via dell’Occhio, è uno stabile formato
da otto appartamenti indipendenti, da circa 30 posti letto. L’Ardsu
deteneva un diritto su questi immobili grazie a un contratto di
comodato d’uso gratuito col Comune che ne è sempre stato
proprietario. Ma nel 2006 accade un fatto strano: L’Ardsu acquista
per 1.600.000 gli otto appartamenti, anche se il contratto di
comodato scade nel 2009. L'immobile viene svuotato e lasciato
abbandonato. Dopo pochi mesi l’Ardsu mette in vendita a 2.500.000
gli otto appartamenti, ma sia l’asta pubblica, sia le trattative
private vanno deserte. Lo stabile viene occupato dal Progetto
Prendocasa il 1° maggio 2008 restituendolo a precari e studenti.
Campaldino:
ospita 48 posti letto. E' prevista la sua “cessione” alla ditta
che vincerà il bando per la costruzione della Residenza san Cataldo.
Quest'università
ci impoverisce!
Anche
l'ateneo è complice di queste politiche. Come in un gioco delle tre
carte per continuare a investire e restare competitiva nel mercato
della formazione, l'università di Pisa svende il proprio patrimonio,
investendo i capitali ricavati in strutture lontane dai bisogni della
fetta maggioritaria di popolazione studentesca, stritolata dal costo
degli affitti e che trova sempre meno accessibili gli studi.
L'università
non si preoccupa di dare risposte ai bisogni degli studenti, anzi,
costruisce foresterie di lusso per visiting professors acquistando
l'ex convento delle Benedettine sui lungarni. La competitività
perseguita dalle politiche del rettore Augello, viene cementata
dall'attrattività mediatica dell'ateneo ma vediamo in questi mesi
come il compimento del processo di riforma, scaricato ora sui
consigli di dipartimento, tagli corsi su corsi, ne accorpi decine
svalutando in tutto e per tutto il nostro percorso formativo.
Per
porre un argine a questa tendenza e invertire la qualità delle
nostre vite un anno fa, con un'assemblea d'ateneo, abbiamo occupato
palazzo Feroci, SPOT, sottraendo così un immobile
dell'università dai piani di alienazione. Mentre servizi e qualità
di questa università vengono impoveriti lottiamo per mantenerci in
città e studiare in maniera degna. Rivendichiamo le nostre risorse
e, laddove non ci vengono date risposte, risparmiamo l'affitto,
occupiamo!
Non siamo più disposti a tollerare che:
Oltre
1000 studenti e studentesse di quest'ateneo vengano privati del
diritto ad avere un alloggio
Un'altra
grossa fetta di popolazione studentesca, esclusa di diritto dai
benefici del diritto allo studio, venga costretta a sacrifici
insostenibili presa tra lavoro precario e affitti da rapina.
Il
patrimonio pubblico venga svenduto
Gli
affitti crescano impedendoci di continuare a studiare in questa
città.
Se
questa università ti dà sempre meno formazione e servizi ma ti
prende sempre di più soldi e stress costruisci una soluzione:
resistiamo insieme!
Sportello
affitto ZERO
ogni
giovedì a @SPOT dalle 12 alle 15.
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