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martedì 13 maggio 2014

Quel #9D che vi ha fatto paura: Tommaso libero liberi tutti!

Questa mattina ci siamo svegliati con la notizia dell'ennesima operazione portata a termine dalla zelante procura torinese. In relazione ai fatti del movimento 9 dicembre – i cosiddetti “forconi”-, quattro persone sono state arrestate e ad altre due è stato notificato l'obbligo di firma, nel complesso di un'indagine che coinvolge altre 22 persone.

La portata di quest'iniziativa della Procura segnala fin da subito come in quelle giornate di dicembre una piazza imprevedibile, espressione di una prima incompatibilità larga e di massa ai governi dell'austerità, sia stata capace di far traballare le certezze di questure e di chi, governando, si sente al sicuro e inviolabile nei propri palazzi.

Si tratta di una reazione scomposta da parte di una classe di governo costretta a ricorrere a un abuso della magistratura per colmare una propria incapacità di leggere, comprendere e prevedere i fenomeni di insofferenza sociale che sempre più attraversano il paese trasversalmente. Infatti, in quei giorni abbiamo incontrato nelle strade una composizione variegata, difficilmente rappresentabile, unita però dal rigetto radicale delle politiche di questi ultimi anni. A poco serve allora il solito tritacarne mediatico che vorrebbe etichettare i protagonisti di quelle giornate come ultras, antagonisti o forconi. La verità è che si tratta oggi di intere fette sociali che vengono escluse dal discorso politico, criminalizzate e marginalizzate nel mentre che combattono quotidianamente contro un futuro sempre più incerto e precario.

Tommaso, studente universitario, ha incontrato quella piazza riconoscendosi nella comune condizione di quella parte di paese non garantita. Le ha dato voce sui social network, aiutando così molti a capire contro le mistificazioni dei media mainstream. Quelle giornate erano anche le sue, così come nostre e di tutti coloro che quotidianamente si mettono in gioco nell'opporsi ai modelli di sacrifici e povertà imposti.

Infatti insieme a lui, in quella piazza, erano in moltissimi. I numeri e la potenza di quelle giornate promettono di tornare e non saranno degli arresti a impedirlo. La loro capacità di aprire spazi di protagonismo per chi se li vede chiusi giorno dopo giorno, la capacità di mettere in difficoltà apparati di controllo e polizia, bloccheranno ancora le strade per rendere visibile un rifiuto che ci lega alla maggioranza del paese e che investe chi è responsabile della nostra condizione.
La consapevolezza di questa nostra forza ci rende vicini a Tommaso e a quanti sono stati colpiti dalle misure cautelari.

Ci vediamo l'11 luglio a Torino

Tommaso libero, tutti liberi!


Collettivo Universitario Autonomo - Pisa

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