Dalle
6 di mattina alle 8
di sera da dentro le mura dell'ex convento sul Lungarno Sonnino
abbiamo affermato una cosa chiara: parte del patrimonio pubblico
dell'ateneo dev'essere destinato alle migliaia di studenti in
difficoltà abitativa. La vicenda del Residence delle Benedettine è
uno schiaffo in faccia ai giovani studenti e studentesse sotto
ricatto in città, costretti a scegliere tra affitti da capogiro,
mille lavoretti e il rischio di doversene tornare a casa. L'Ateneo ha
scelto di continuare a ignorare l'insofferenza che cresce dal basso e
che non riceve alcuna risposta dal diritto allo studio, rivolgendo le
proprie attenzioni e investimenti solo ai “ricchi”, agli elementi
valorizzanti l'immagine dell'ateneo: visiting professors, cooperanti
etc. Per fare questo UniPi finanzia i grossi immobiliaristi come
Madonna, dal quale ha acquisito lo stabile, e affida le strutture a
cooperative che, vincendo gli appalti al massimo ribasso, ammortano i
costi di gestione trasformando in un albergo per studenti
costosissimo una foresteria in tutto e per tutto attrezzata per
essere adibita a residenza studentesca.
Nel frattempo l'emergenza abitativa cresce. All'uscita della seconda graduatoria del DSU gli esclusi dal beneficio del posto alloggio saranno ben più dei 1500 dell'anno passato. UniPi però continua a trincerarsi dietro la foglia di fico dei fini istituzionali scaricando le responsabilità della gestione del problema sul DSU e rifacendosi la faccia con la promozione di tavoli di confronto tra enti. L'occupazione di oggi ha però portato il problema in casa dell'ateneo che ha dovuto confrontarsi, scomodando prorettori e direttore generale, con un'amara realtà: chi non può più aspettare le promesse della Conferenza Università Territorio e pretende di rientrare tra le voci di bilancio di chi disegna oggi un'università costruita contro di noi. Noi che non possiamo permetterci l'alta formazione ma la vogliamo, noi che non possiamo studiare e lavorare eppure lavoriamo più che studiare, noi che non abbiamo una casa e ne abbiamo diritto.
Nel frattempo l'emergenza abitativa cresce. All'uscita della seconda graduatoria del DSU gli esclusi dal beneficio del posto alloggio saranno ben più dei 1500 dell'anno passato. UniPi però continua a trincerarsi dietro la foglia di fico dei fini istituzionali scaricando le responsabilità della gestione del problema sul DSU e rifacendosi la faccia con la promozione di tavoli di confronto tra enti. L'occupazione di oggi ha però portato il problema in casa dell'ateneo che ha dovuto confrontarsi, scomodando prorettori e direttore generale, con un'amara realtà: chi non può più aspettare le promesse della Conferenza Università Territorio e pretende di rientrare tra le voci di bilancio di chi disegna oggi un'università costruita contro di noi. Noi che non possiamo permetterci l'alta formazione ma la vogliamo, noi che non possiamo studiare e lavorare eppure lavoriamo più che studiare, noi che non abbiamo una casa e ne abbiamo diritto.
L'Università
di Pisa deve essere disponibile a rivedere i suoi investimenti
tenendo conto di questa popolazione studentesca, stretta tra tempi di
lavoro, fatica e studio che cresce e che vorrà contare, aumentare il
proprio costo sociale e per fare questo sarà disposta, come oggi, a
bloccare operazioni condotte contro gli interessi e le possibilità
di accesso dei più svantaggiati. 14 ore di occupazione hanno
dimostrato che è possibile richiamare alle proprie responsabilità
la dirigenza di questo Ateneo, così come sarà possibile farlo nei
confronti del Comune, il quale continua a fare orecchie da mercante
rispetto alla questione di Fossabanda. Ogni trattativa si sostiene lottando e sappiamo che partiamo da una rigidità ben precisa: la condizione di migliaia di studenti non può venire nascosta sotto il tappeto. Per questo la partita non si
conclude qui. Non ci arrendiamo e siamo sempre pronti a chiamarvi
nuovamente in causa, portandovi la rabbia di chi non ne può più in
casa. Il 24, all'uscita della seconda graduatoria siamo pronti a
contarci e organizzarci. Ci vediamo presto!
Di seguito il comunicato d'occupazione di stamani
Di seguito il comunicato d'occupazione di stamani
RIAPRIAMO
I CANCELLI CHIUSI: INAUGURIAMO LE BENEDETTINE!
BASTA STUDENTI
SENZA ALLOGGIO
Stamattina
abbiamo aperto il residence Le Benedettine sul Lungarno
Sonnino.
L'emergenza abitativa studentesca non è una novità a Pisa. Da anni più di 1500 borsisti non ricevono il posto alloggio. Quest'anno la situazione sarà ancora più drammatica, con l'uscita della seconda graduatoria del Dsu il 24 ottobre, questo numero aumenterà ancora.
Cosa possiamo fare noi studenti intrappolati in questa morsa?
Negli anni abbiamo fatto pressioni sul Dsu affinché si impegnasse ad aumentare i posti alloggio ma l'Azienda ha sempre avuto altri interessi: speculare (via dell'Occhio, via Da Buti, Praticelli, villa Madrè). Ora è in corso un confronto col Comune di Pisa per la cessione di Santa Croce in Fossabanda (90 posti alloggio e una piccola mensa). Il Comune non sembra intenzionato a cedere, a meno che il DSU non alzi ulteriormente il prezzo del canone d'affitto (altra speculazione). Il 30 ottobre, ennesima scadenza nel lungo cammino della mobilitazione su Fossabanda, si capirà se l'edificio sarà solo un altro tassello delle speculazioni in città o una risposta, estremamente parziale, ad un'emergenza abitativa studentesca.
Nell'ultimo anno e mezzo è stato aperto in via della Faggiola uno studentato autogestito, Spot, in cui decine di studenti esclusi o attendenti borsa hanno trovato una casa e un luogo di studio e socialità. Il Rettore Augello, diretto interpellato nella questione sulla carenza di alloggi, ha deciso di sgomberarlo l'8 agosto, in una città deserta con gli studenti ormai in vacanza. Questa è la risposta che le istituzioni danno alle soluzioni reali che gli studenti si costruiscono autonomamente per far fronte ai loro bisogni.
Visto che gli enti e le istituzioni sanno, e vogliono, solo temporeggiare, speculare e non dare risposte noi ci impegniamo a costruircele da soli.
Per questo motivo stamattina è stato riaperto il Residence Benedettine. Unipi ha speso 10 mln di euro per ristrutturare quest'edificio ed adibirlo ad hotel di lusso per docenti e studenti. Ma qual è lo studente che può pagare 700€ per una stanza con angolo cottura? Non siamo certamente noi!
Alla scusa dei tagli, della mancanza di finanziamenti abbiamo smesso di credere. I 10 milioni per le Benedettine, gli stipendi dei dirigenti, i finanziamenti per gli eventi che interessano il Rettore o chi per lui ci sono sempre. Allora tirate fuori i soldi anche per i nostri bisogni. Noi non ci stiamo più a sacrificare le nostre vite e la nostra formazione per far ingrassare Augello o Consani o Filippeschi. Le soluzioni proviamo a costruircele con le nostre mani e la nostra intelligenza, senza aspettare più le vostre elemosine che non arrivano. Abbiamo la legittimità per pretendere quello che è a tutti gli effetti un nostro diritto!
L'emergenza abitativa studentesca non è una novità a Pisa. Da anni più di 1500 borsisti non ricevono il posto alloggio. Quest'anno la situazione sarà ancora più drammatica, con l'uscita della seconda graduatoria del Dsu il 24 ottobre, questo numero aumenterà ancora.
Cosa possiamo fare noi studenti intrappolati in questa morsa?
Negli anni abbiamo fatto pressioni sul Dsu affinché si impegnasse ad aumentare i posti alloggio ma l'Azienda ha sempre avuto altri interessi: speculare (via dell'Occhio, via Da Buti, Praticelli, villa Madrè). Ora è in corso un confronto col Comune di Pisa per la cessione di Santa Croce in Fossabanda (90 posti alloggio e una piccola mensa). Il Comune non sembra intenzionato a cedere, a meno che il DSU non alzi ulteriormente il prezzo del canone d'affitto (altra speculazione). Il 30 ottobre, ennesima scadenza nel lungo cammino della mobilitazione su Fossabanda, si capirà se l'edificio sarà solo un altro tassello delle speculazioni in città o una risposta, estremamente parziale, ad un'emergenza abitativa studentesca.
Nell'ultimo anno e mezzo è stato aperto in via della Faggiola uno studentato autogestito, Spot, in cui decine di studenti esclusi o attendenti borsa hanno trovato una casa e un luogo di studio e socialità. Il Rettore Augello, diretto interpellato nella questione sulla carenza di alloggi, ha deciso di sgomberarlo l'8 agosto, in una città deserta con gli studenti ormai in vacanza. Questa è la risposta che le istituzioni danno alle soluzioni reali che gli studenti si costruiscono autonomamente per far fronte ai loro bisogni.
Visto che gli enti e le istituzioni sanno, e vogliono, solo temporeggiare, speculare e non dare risposte noi ci impegniamo a costruircele da soli.
Per questo motivo stamattina è stato riaperto il Residence Benedettine. Unipi ha speso 10 mln di euro per ristrutturare quest'edificio ed adibirlo ad hotel di lusso per docenti e studenti. Ma qual è lo studente che può pagare 700€ per una stanza con angolo cottura? Non siamo certamente noi!
Alla scusa dei tagli, della mancanza di finanziamenti abbiamo smesso di credere. I 10 milioni per le Benedettine, gli stipendi dei dirigenti, i finanziamenti per gli eventi che interessano il Rettore o chi per lui ci sono sempre. Allora tirate fuori i soldi anche per i nostri bisogni. Noi non ci stiamo più a sacrificare le nostre vite e la nostra formazione per far ingrassare Augello o Consani o Filippeschi. Le soluzioni proviamo a costruircele con le nostre mani e la nostra intelligenza, senza aspettare più le vostre elemosine che non arrivano. Abbiamo la legittimità per pretendere quello che è a tutti gli effetti un nostro diritto!
Per
questo pretendiamo, entro il 24 ottobre, giorno dell'uscita della
seconda graduatoria delle borse di studio, una presa di posizione
ufficiale del Rettore Massimo Augello in merito alla sospensione del
progetto “Residence delle Benedettine” e la cessione
dell'immobile al DSU per adibirlo a residenza studentesca per gli
studenti vincitori ma non beneficiari di posto alloggio.
Inoltre apriamo la residenza a tutti gli studenti in emergenza abitativa attivando in questo spazio uno sportello di lotta per organizzarci e trovare soluzioni dignitose a quanti dal Diritto allo studio non ricevono risposte o non possono sostenere affitti esorbitanti.
Basta ricatti!
Studenti e studentesse per il diritto all'abitare
Inoltre apriamo la residenza a tutti gli studenti in emergenza abitativa attivando in questo spazio uno sportello di lotta per organizzarci e trovare soluzioni dignitose a quanti dal Diritto allo studio non ricevono risposte o non possono sostenere affitti esorbitanti.
Basta ricatti!
Studenti e studentesse per il diritto all'abitare