CE N'EST QU'UN DEBUT... CONTINUONS LE COMBAT!
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mercoledì 17 maggio 2017

Genuino Clandestino a Break Now, 18 maggio

Giovedì 18 maggio dalle ore 18.00 all’aula occupata Break Now, presso il Polo Piagge, si terrà un’iniziativa con la partecipazione di Genuino Clandestino e Mondeggi Fattoria Senza Padroni. Di seguito il testo dell’evento.

Siamo lieti di invitarvi Giovedì 18 Maggio alle ore 18.00 al nostro evento, un momento di incontro, presentazione e approfondimento sul lavoro portato avanti dal Movimento di Genuino Clandestino e dalla realtà di Mondeggi Bene Comune – Fattoria Senza Padroni.
Tra i temi trattati: Costruire comunità territoriali/Sostenere e diffondere le agricolture contadine/Trasparenza nella realizzazione e nella distribuzione del cibo/Sovranità alimentare/Accesso alla terra e ai saperi contadini/No alla vendita dei terreni agricoli pubblici e degli usi civici/Salvaguardare il patrimonio agro alimentare/Sostenere percorsi pratici di “accesso alla terra” che rivendichino la terra “bene comune”/Costruire un’alleanza fra movimenti urbani, singoli cittadini e movimenti rurali/Sostenere le comunità locali in lotta contro la distruzione del loro ambiente di vita/Antirazzismo/Antifascismo/Antisessismo
A seguire ci sarà un bellissimo aperitivo con alcuni prodotti stagionali a sostegno dei contadini e produttori del GAS NEWROZ.
Il tutto allietato dal trash ribelle di Mainor DJ!

giovedì 4 maggio 2017

Presentazione di 77 E POI… e METROPOLI

Giovedì 11 maggio alle ore 18.00 presso l’aula multimediale, Palazzo Ricci (via Santa Maria 8, Pisa), il Collettivo Universitario Autonomo organizza: “Ce l’hanno fatta pagare cara, ma ci siamo divertiti un casino”; presentazione di “77 e poi…” e della ristampa di “Metropoli”. Saranno presenti Oreste Scalzone e Franco Piperno.
77 E POI…
1977: assalto al cielo, che “finalmente cade sulla terra”. Mentre “il cielo della politica” è scosso da vicende infime come gli scandali, si impenna l’onda della sovversione sociale. Occupazioni, scontri di piazza, l’assassinio poliziesco di Francesco Lorusso, l’immenso tumulto del 12 marzo a Roma. Irrompe un movimento inedito: una “generazione ’77” esonda da fabbriche e scuole, militanti tracimano dalla sinistra extraparlamentare. Si contestano economia e società, Stato, partiti, sindacati, status quo e narrazioni di futuro.
METROPOLI
Nel giugno 1979 arrivò nelle edicole e vendette subito uno sproposito il primo e molto atteso numero di una nuova rivista. Si chiamava Metropoli ed era redatta, come spiegava il primo editoriale, «da un collettivo di compagni che, nel suo insieme, ha attraversato il ’68, l’autunno

sabato 19 novembre 2016

Assemblea d'Ateneo sul referendum costituzionale

Quest'autunno nel nostro Paese ci troveremo a dover prendere posizione su un referendum costituzionale. Al quesito referendario si aggiunge un carico politico che va al di là della riforma in questione ma ne interseca alcuni presupposti. Il principale di questi riguarda un ampio processo, in atto da decenni, di esclusione da ogni tipo di decisionalità. Nell'università dei giorni nostri questo è l'abituale modus operandi.

In molti ambiti viene proposta una lettura neutrale di questo referendum, sui caratteri tecnici ci saranno appositi momenti di discussione. Quello che ci interessa discutere sono le ripercussioni e i significati di questi dispositivi tecnici. Sin dalle prime uscite pubbliche Renzi ha vincolato la vittoria del Sì alla vittoria delle politiche del suo partito. 

martedì 15 novembre 2016

Occupazione dell'aula Break Now

Il 15 novembre è stata occupata l'aula Break Now, all'interno dell'area Polo Piagge. Di seguito il comunicato dell'occupazione. 


BreakNow nasce da un bisogno comune che sia una pausa tra le lezioni o dalla solita routine. La parola Break ha però un duplice significato: fare pausa e rompere. Rompere la quotidianità, rompere l’idea del ‘non si può fare niente per cambiare lo stato di cose esistente’.
Nel polo Piagge, tra agraria, economia, scienze politiche, giurisprudenza.. c’è troppo e manca molto. Troppa pressione, troppo controllo.. Tutto questo ci sta stretto. La vita scorre frenetica: lezione, caffè, pranzo al volo (se possibile, perché se si va a mensa ci si possono impiegare delle ore prima di poter pranzare per la lunghissima fila che si crea fuori dalla mensa Betti, insufficiente a soddisfare la richiesta), lezione e via.. Si vogliono scambiare quattro chiacchiere col compagno di corso? Non c’è tempo, non c’è spazio. Si vogliono scambiare appunti o libri? Non c’è tempo, non c’è spazio. Se vuoi mangiare il pranzo che ti sei portato da casa perché non hai tempo di andare a mensa, perché non puoi tornare a casa, perché non hai soldi o semplicemente ti sei stancato di mangiare un panino ogni giorno comprato al bar del polo piagge, non sai dove andare! L’inverno sta arrivando e all’aperto non ci si può più stare. Se vuoi studiare in compagnia, magari preparare un esame in gruppo è indispensabile parlare e nelle biblioteche o aule studio è vietato. E quindi non sai dove andare! Molte aule di lezione, che magari restano inutilizzate per qualche ora durante la giornata, rimangono chiuse.
Se per un momento guardassimo la cosa dal di fuori, dall’alto ci accorgeremmo che il polo piagge sembra quasi un edificio costruito appositamente per non sostare. Tutto deve circolare. Gli studenti devono circolare. A lezione finita, fuori dalle palle. Non vogliamo solo attraversarlo il luogo in cui passiamo metà del tempo della nostra giornata, vogliamo anche viverlo. Standoci, prendendocene cura, sentendolo nostro, di tutti. Arrivare in facoltà e non percepire quello che ci sta intorno ostile.
Come studenti ci siamo chiesti: ma possibile che non ci siano aule vuote dove ci si può stare? Studiare, mangiare, leggere.. La risposta è ovviamente no. Gli spazi ci sono sempre. Basta vederli e prenderseli.
Non chiediamo niente di trascendentale.. Chiediamo uno spazio dove stare quando fuori piove e manca un’ora alla prossima lezione, un posto dove sai che incontrerai facce amiche, un’aula dove puoi decidere tu cosa ti piacerebbe vedere appeso alle pareti.. Per anni abbiamo chiesto più spazi per gli studenti all’interno dei poli e la risposta è stata sempre negativa: “Non ci sono spazi”. Noi sappiamo che non è vero, gli spazi ci sono e ce li riprendiamo.

BreakNow c’è ma non si vede..

Island Battleground. Iniziativa contro le basi militari in Sardegna

In un contesto di guerra permanente e dispiegata, il nodo delle risorse rappresenta il fronte interno dei conflitti sui territori: risorse logistiche e militari in Sardegna, dove un movimento popolare ha messo in discussione l'occupazione militare nell'isola. Il comitato studentesco contro l'occupazione militare della Sardegna nasce dall'esigenza di creare un luogo inclusivo e orizzontale dove gli studenti di ogni ordine e grado si possano incontrare per discutere e organizzarsi. Un comitato radicato nelle scuole e nelle facoltà che si inserisca all'interno del movimento sardo ma in un'ottica di lavoro sul territorio, individuando nelle servitù militari del capoluogo o limitrofe il proprio obbiettivo principale. Un comitato che però sia anche capace di essere punto di riferimento nei momenti di lotta che si daranno nelle varie località su cui insistono i differenti poligoni.

A seguire una serata HIP-HOP con :

- RONIN YARO
- IL DAINO
- THE DOGANA CREW
- FUTTA
- SHEIK
- ROCKS and GIANTZ
- LO STRANIERO
- DRUM 'N BASS CON AUT-CAST

venerdì 21 ottobre 2016

Presentazione di UNIVERSITALY, la cultura in scatola con l'autore Federico Bertoni

Venerdì 21 ottobre alle ore 17.00, presso l’aula multimediale di Palazzo Ricci (Facoltà di Lettere), il Collettivo Universitario Autonomo presenta il libro “Universitaly. La cultura in scatola” di Federico Bertoni. All’iniziativa, oltre all’autore, sarà presente anche una docente di lettere del liceo scientifico Pesenti di Cascina.
“Perché un luogo di elaborazione e di trasmissione della conoscenza diventa uno straordinario concentrato di stupidità, in cui l’automazione frenetica delle pratiche svuota di significato le azioni quotidiane?
Questa è la domanda fondamentale da porre all’università italiana del XXI secolo”.

sabato 17 settembre 2016

Presentazione del libro Giulio Regeni Le verità ignorate con l'autore Lorenzo Declich


Ieri, 16 settembre, si è tenuta la presentazione del libro "Giulio Regeni, le verità ignorate. La dittatura di al-Sisi e i rapporti tra Italia ed Egitto" con Lorenzo Declich, l'autore.

Nell'Egitto di al-Sisi le sparizioni, le torture e le uccisioni non rappresentano un caso eccezionale. Quello di Giulio Regeni è prima di tutto un caso politico. Dalla sua morte i rapporti "culturali" tra Italia ed Egitto sono stati bloccati, quelli economici invece non hanno subito alcune modifiche (l'Italia è il primo partner commerciale dell'Egitto).. Vostri gli affari, nostri i morti.

“Giulio Regeni non era una spia, non era un giornalista del manifesto, e non era neanche uno sprovveduto o qualcuno che si faceva sfruttare i suoi supervisor. Era un ricercatore così va ricordato”



lunedì 12 settembre 2016

L'università la vogliamo fare ma non così. Sui test d'ammissione e valutazione all'Università

L'UNIVERSITà LA VOGLIAMO FARE, MA NON COSì!
...SUI TEST D'AMMISSIONE E DI VALUTAZIONE

In questi giorni (in realtà già da luglio) molte aspiranti matricole si sottopongono a test di ammissione all'università. Per tutte le facoltà è previsto un test. 
Per quelle a numero chiuso e ad accesso programmato è necessario raggiungere un punteggio minimo che comunque non è sufficiente all'ammissione perché occorre rientrare in graduatoria, e il numero dei posti è limitato. La differenza tra numero chiuso e ad accesso programmato è praticamente inesistente. Nel primo caso le domande da somministrare le decide il singolo ateneo e la graduatoria non è nazionale, nel secondo invece a decidere è il ministero e la graduatoria è nazionale. 
Per quelle a numero aperto è previsto un test di valutazione, che in teoria non è vincolante ai fini dell'iscrizione al corso di laurea, in pratica lo è. Se non si raggiunge un risultato minimo in un determinato settore, si passa col cosiddetto "debito" che dovrà essere recuperato, pena l'impossibilità di sostenere esami, nonostante ci si sia regolarmente iscritti e con tanto di tasse pagate. I test, più o meno lunghi, sono organizzati in stile INVALSI. Domande a risposta multipla, conoscenze nozionistiche che riguardano collateralmente la capacità o meno di studiare o la nostra voglia di farlo. Come nelle scuole superiori, ed elementari, il modello di insegnamento e apprendimento imposto è questo. Non solo per i test iniziali, ma per tutto il percorso formativo. Un tentativo di uniformazione al mondo anglo-americano in via di fallimento, e con ben altra tradizione scolastica. Come se la banalizzazione e la standardizzazione dello studio non bastasse, aumentano a dismisura i costi per potervi accedere. 

giovedì 14 aprile 2016

#NonPaghiamoilMassimo. Nuovo Isee e aumento tasse universitarie


Continuano i disagi alle segreterie. Questa mattina, 11 aprile, siamo stati lì. Lo sportello è intasato da tanti che chiedono spiegazioni. Come si possono pagare centinaia di euro in più? L'ateneo, intanto, continua a tacere. Nessuna notizia rispetto alle misure da intraprendere, nessuna notizia rispetto all'incontro con i tecnici in cui si sarebbe deciso la sospensione dal pagamento della mora per i ritardari.

giovedì 17 marzo 2016

Report assemblea #StopVqr

Ieri all'assemblea studenti-professori sul sabotaggio della VQR abbiamo visto affacciarsi, prender parola, infervorarsi tanti docenti, tutti protagonisti di una protesta che ha smosso pezzi importanti dell'università... mettendola in discussione. Un fatto che, se la memoria non tradisce, non succedeva da anni. Abbiamo visto voglia di discutere, forse di ridiscutersi.
Matura un'insopportabilità... anche in altri, non solo in noi studenti che, in troppi magari siamo stati costretti ad abbandonare in silenzio l'idea di lottare da dentro, lasciandola in questi anni, questa università ('ma chi me lo fa fare? Ma a che serve?'). Abbiamo sentito parole oneste: “una protesta si è chiusa, si apre un'altra fase che immagina nuove forme”; “il sabotaggio della valutazione voleva trasfigurare l'immagine di università auspicata dal MIUR per creare un problema”. C'era incazzatura. Non rassegnazione. Ed è bastato urtare qualcuno che stava sopra di noi... sfiduciandolo.
La sfiducia nei meccanismi di un sistema rispetto al quale ci si sente traditi crediamo sia già una buona condizione di possibilità per immaginarne un altro di sistema.

domenica 13 marzo 2016

Una lettera aperta ai docenti di UniPi su VQR e il destino di questa università

Riportiamo di seguito il testo di una lettera aperta, inoltrata anche nelle caselle di posta dei docenti del nostro ateneo, in riferimento al caso VQR. Le procedure di valutazione della ricerca, sulla base delle quali vengono ripartiti alcuni fondi ministeriali, è stata boicottata da oltre 200 professori dell’Ateneo pisano. La protesta cresce in tutta Italia motivata dall’esigenza di ridiscutere la condanna del sistema a cui anni di riforme e tagli stanno condannando l’università italiana. In risposta alla protesta il Rettore ha deciso di bloccare i fondi interni e il piano di investimenti di UniPi. Questi fatti crediamo riguardino interamente anche tutti gli studenti. Per questo crediamo occorra un dibattito pubblico, aperto e condiviso. Abbiamo pertanto voluto promuovere uno spazio di discussione aperto per mercoledì 16 alle ore 18 a Palazzo Ricci.


Gentili Prof. e Prof.sse,  
scriviamo questa lettera per invitarvi all’assemblea che si terrà il 16 marzo alle 18 in aula multimediale a palazzo Ricci. In questa settimana siamo andati in diverse lezioni per cercare un dialogo pubblico sul tema delle VQR con voi e gli studenti che seguono il vostro corso.   Da diversi mesi seguiamo la vicenda sui giornali ed i mezzi di informazione. Questo ci ha dato lo spunto per dire come ciò si ripercuote sul nostro percorso formativo e su come percepiamo l’università e la ricerca oggi.

venerdì 11 dicembre 2015

Proteste VQR: perché non sia solo una questione di portafoglio


Per tutto l’autunno si sono susseguite sulle pagine dei giornali le vicende di alcuni professori associati e ricercatori mobilitati contro la Valutazione Qualità della Ricerca in vigore dal 2011 dopo l’approvazione della riforma Gelmini. La valutazione riguarda professori ordinari e associati, ricercatori e assistenti universitari, ricercatori e tecnologi degli enti di ricerca vigilati dal Ministero. In questo meccanismo sono i soggetti valutati che propongono le pubblicazioni (tre per i professori ed i ricercatori, sei per i ricercatori degli enti di ricerca) di cui ne vengono scelte tre.

Il metodo di valutazione delle VQR coniuga quello bibliometrico (citazioni del prodotto di ricerca e del fattore d’impatto della rivista ospitante) con il peer review, ossia la “revisione paritaria” in cui una commissione esterna esprime delle valutazioni anonime sui lavori di ricerca proposti. Il dibattito sui costi e l’attendibilità di questo metodo è tutt’ora in corso.
Dopo anni di tacita accezione di questi sistemi valutativi, altrimenti detti meritocratici, in tutti gli atenei della penisola e delle isole si propone un rifiuto ed un boicottaggio dei VQR.

giovedì 29 ottobre 2015

Assemblea d'Ateneo invade l'Economato UniPi

Non si ferma la protesta contro il nuovo ISEE a Pisa e in tutta laToscana. Oggi una nuova assemblea studentesca d’Ateneo, strappata giovedì con l’invasione del Rettorato e un aspro confronto con i dirigenti di UniPi dopo i fatti dell’ex Gea e l’intervento armato della polizia in università, si è ritrovata al Polo Fibonacci per rilanciare la mobilitazione. Al centro dell’assemblea, partecipata da circa 200 studenti, i fatti della scorsa settimana e il filo rosso che lega gli effetti del nuovo ISEE e il sistema di corruzione e predazione di risorse pubbliche.
L’assemblea si è mossa in corteo dal Fibonacci raggiungendo il centro e passando per mensa centrale e alcuni poli universitari. La volontà di continuare a incalzare le responsabilità politiche dell’Ateneo ha spinto il corteo a raggiungere l’economato d’Ateneo, il cui direttore Massantini risulta essere il mandante di fatto dell’operazione della questura contro gli studenti. Il palazzo sul Lungarno è stato letteralmente invaso dagli studenti mentre Massantini si dava alla fuga, mettendosi in ferie. Una schiera di prorettori e il Direttore Generale Grasso si sono interfacciati con gli studenti in un acceso scontro.

venerdì 23 ottobre 2015

Ecco perché vengono occupati gli spazi di Unipi! Augello dimettiti!

Riportiamo il comunicato degli Studenti contro il nuovo Isee sulla giornata di oggi. La mobilitazione continua la settimana prossima con l'assemblea d'Ateneo di giovedì 29 conquistata oggi. 

Contro il nuovo Isee riprendiamo i nostri spazi: ecco cosa Augello fa finta di non capire




Oggi come annunciato abbiamo bloccato le strade di Pisa per arrivare al Rettorato e chiedere conto al Rettore, ai Prorettori e ai dirigenti dell’Economato dei libri abbandonati al degrado e delle speculazioni, immobiliari e non in cui sono coinvolte le istituzioni in combutta coi grandi costruttori. Abbiamo già spiegato nei giorni passati la situazione dell’ex Gea e della sua permuta per l’acquisizione della seconda porzione delle Benedettine,investimento da 10 milioni di euro da parte di UniPi diventato albergo privato.
Il Rettore ha mandato una mail a tutti gli studenti di Unipi in cui scredita la nostra protesta affermando che con la mobilitazione contro il nuovo Isee non c’entra nulla. In questo comunicato ribadiamo l’esplicita (forse per chi ha la coscienza sporca non lo è) connessione tra mobilitazione contro il nuovo Isee e l’occupazione di spazi universitari e cittadini lasciti all'abbandono. Con la riforma dei parametri migliaia di studenti perderanno la borsa di studio ed i servizi annessi, aumenteranno le tasse e dovremo pagare l’affitto.Ci sono decine e decine di stabili a Pisa abbandonati che dovrebbero essere aperti ed utilizzati. È troppo facile sostenere a parole la protesta contro una riforma che palesemente esclude tutti, ma Unipi e le altre istituzioni così sensibili perché non utilizzano le risorse che hanno per gli studenti anziché lasciarle vuote e/o regalarle a privati?
Questo filo rosso è visibile a tutti quelli che in questi giorni hanno partecipato alla mobilitazione e hanno dato la loro solidarietà agli studenti. Questo filo rosso arriva sino alla “Buona Università” presentata oggi a Udine in cui verrà proposto un diritto allo studio ancora più escludente e un “job act” per l’insegnamento universitario.Ancora non si sa altro, ma è evidente la direzione in cui va questo governo e di conseguenza le istituzioni locali: marginalizzazione di chi è in difficoltà e aumento dei costi di tutti i servizi sociali e formativi essenziali.

Chi ruba non siamo noi: Augello dimisisoni!

Martedì 20 ottobre, a seguito dell'assemblea d'ateneo, 300 studenti circa hanno occupato il polo dell'ex Gea, locale dell'università tenuto chiuso e sottoutilizzato, nel quale hanno scoperto un magazzino abusivo di libri invenduti e lasciati a marcire. L’ex Gea veniva infatti utilizzato dalla Pisa University Press, società erede della PLUS, che venne creata ad arte per far fallire l’ex Servizio Editoria Universitaria. Guarda caso il revisore dei conti della Pisa University Press è il figlio dell’immobiliarista Madonna, lo stesso interessato a rilevare l’ex Gea e proprietario la seconda porzione del ex convento delle Benedettine che l’università vuole acquistare.
Il 21 ottobre l'ex convento delle Benedettine è stato quindi sanzionato dagli studenti che, partiti dall'ex Gea, hanno bloccato i lungarni per occuparlo. Decisi a non accettare più le politiche di speculazione attuate dall'università di Pisa e dalle istituzioni cittadine gli studenti hanno scoperchiato un altro vaso di Pandora (già denunciato un anno fa): lo stabile, gestito da una cooperativa privata che paga una cifra irrisoria all'ateneo dovrebbe essere affittato a studenti e professori stranieri ma di fatto la cooperativa lo gestisce come un albergo privato di lusso.

Una domanda sorge spontanea: a chi giovano le politiche che attua il rettore Augello?
Di certo non agli studenti. In risposta alle questioni portate più volte all'attenzione delle istituzioni, dall'esclusione prodotta dal nuovo calcolo Isee fino ad una presa di posizione sul magazzino ex Gea e sulle Benedettine, l'università fa orecchie da mercante e manda polizia e questura dagli studenti che vogliono riprendersi le risorse sperperate a vantaggio dei soliti privati.

venerdì 16 ottobre 2015

Benedettine e le speculazioni tramite UniPi... un copione già scritto!

Il Tirreno pubblica oggi un'inchiesta in cui la cooperativa Ballarò è messa sotto indagine per fare un utilizzo scorretto degli spazi concessigli da UniPi nell'ex convento delle Benedettine. La cooperativa dovrebbe gestire per conto di UniPi, alla quale paga un affitto irrisorio, una foresteria per professori, ricercatori o studenti in viaggio di studio ospiti dell'ateneo pisano. La verità, come accertato dal Tirreno è ben altra. La foresteria è usata come un semplice albergo. Tutti ci possono accedere prenotando tranquillamente su internet.

Esattamente un anno fa, a pochi giorni dalla sua inaugurazione, occupammo la foresteria per denunciare una speculazione annunciata. Un copione già scritto insomma: UniPi paga l'immobiliarista di turno per rilevare un immobile, ne appalta ai soliti noti la gestione e poi c'è chi ci lucra. Servizi agli studenti? Nessuno. E chissà che non ci mangi un po' anche l'Ateneo... verrebbe proprio da chiederselo nelle settimane in cui a più riprese è stata ventilata l'ipotesi che il cda autorizzi l'acquisizione anche dell'altra porzione dello storico convento.

In queste settimane di inizio anno centinaia di studenti e studentesse di UniPi hanno perso ingiustamente il posto alloggio e la borsa di studio per via del nuovo calcolo dell'ISEE che a parità di reddito sopravaluta il patrimonio famigliare. In centinaia sono stati catapultati nel mercato degli affitti o sono stati costretti a tornarsene a casa. Lo scandalo delle Benedettine rappresenta un ulteriore schiaffo in faccia a tutti questi studenti. Non siamo disposti a pagare per le vostre speculazioni! 


Collettivo Universitario Autonomo - Pisa

mercoledì 14 ottobre 2015

Sbloccate gli stipendi...ma blocchiamo questa università

Riportiamo la notizia della protesta di alcuni ricercatori e professori associati dal Tirreno.  

Ogni tanto questa macchina "mangia-ambizioni" chiamata Università si inceppa.
In alcuni casi le ambizioni si chiamano 'privilegi' e sono i già lauti stipendi degli ordinari, bloccati da tempo. Nella stragrande maggioranza dei casi le ambizioni sono invece la nostra voglia di studiare, di intraprendere un percorso che ci pagherà, che ci arricchirà e ci assicurerà un futuro, nonostante tutto, anche se si tratta di un futuro dai contorni sempre più incerti e sfumati.
La macchina funziona su principi di valutazione/ selezione/ esclusione. La sopra-valutazione dei nostri patrimoni, per escluderci dal diritto allo studio e per la quale gli Studenti contro il nuovo ISEE Pisa lottano in questi giorni, ci suggerisce forse di meccanismi analoghi? La serie valutazione/ selezione opera nel verso della ripartizione delle risorse, integrando con sempre più difficoltà diverse figure nella macchina che risulta però sempre più incapace di ricompensare e risarcire lavoro e professionalità - per il corpo docente - sacrificio e studio - per gli studenti. Se ci si sottrae all'assoggettamento di questa serie la macchina si inceppa. Non ci interessa la tutela del privilegio, il movente che spinge alla protesta ordinari oziosi che tempo addietro accettarono di sottostare a queste condizioni, ma ci sembra importante cogliere il dato compiuto che è possibile inceppare questa macchina... e non è poco!
Augello non difende nessun bene comune. Augello difende un'azienda, la sua, a spese nostre. Il suo ricatto vigliacco di bloccare la distribuzione dei fondi interni sarà l'ennesima scure calata sulle nostre possibilità di continuare un percorso di 'qualità' privandoci di risorse utili a noi. 
Siamo contenti che diversi professori provino a mettere i bastoni tra le ruote a questa università costruita contro di noi. No, lo sappiamo, non lo fanno per noi... ma se alzassero lo sguardo - oltre a tenere la mano sul portafoglio - troverebbero tanti alleati, altri ingranaggi, disposti a bloccare questa macchina per metterne in discussione il funzionamento, trasformarla. Siamo qui. Ci vediamo nelle aule di lezione.

domenica 11 gennaio 2015

No alle magistrali abilitanti, pretendiamo un futuro per la nostra formazione

Addio alla truffa dei TFA
Le linee guida della riforma del sistema formativo, la cosiddetta “Buona Scuola”di Renzi e Giannini, prevedono un nuovo sistema per l'abilitazione all'insegnamento. La Buona Scuola parla dell'eliminazione dell'attuale sistema di abilitazione tramite TFA (tirocini formativi attivi). Questi sono percorsi di abilitazione post-lauream mediante tirocinio molto costosi (2,500 euro) e dall'accesso iperselettivo (doppio test a crocette e prove orali) e che non garantiscono alcunché se non l'immissione in graduatorie caotiche dove si accalcano numerosi generazioni di precariato della scuola. Uno scandalo non tollerabile.

sabato 29 novembre 2014

Buona scuola e Job Act. Per chi studiamo, per cosa studiamo?

In queste giornate si sta approvando alla camera il Job Act, ultima ridefinizione della politica economica italiana e base d'appoggio per la definitiva e totale precarizzazione del mondo del lavoro, sopratutto di quello giovanile. È di oggi la notizia dell'ennesimo aumento della disoccupazione, alla faccia dell'ottimismo di analisti e renziani.

Sempre tra i palazzi romani si stanno preparando i decreti attuativi della Buona Scuola che vedranno la luce a gennaio, premesse necessarie delle riforme del Job Act, si propongono di precarizzare e valorizzare nel miglior modo possibile anche il mondo della formazione.

giovedì 6 novembre 2014

Il tempo della politica lavora contro gli studenti



Ieri ennesima puntata dell'infinita telenovela su Fossabanda. La Conferenza Università e Territorio si è un'altra volta riunita per decidere di rinviare la decisione sull'acquisizione dell'albergo di Santa Croce in Fossabanda da parte del DSU come residenza studentesca. Esattamente come la precedente CUT rinviò al 14 ottobre la medesima decisione, senza poi dare risposte, ed esattamente come giunte fantasma e consigli comunali si sono ben guardate dal prendere una posizione ufficiale sulla vicenda annunciando, però l'interesse e le offerte di soggetti privati per l'acquisizione della struttura.

Su questa storia di parole da marinai e false promesse vogliamo formulare una riflessione in merito a due aspetti:
1) la natura di una trattativa condotta solo su un piano istituzionale
2) la considerazione dei reali rapporti di forza che determinano i reali interessi dei soggetti coinvolti nella trattativa e il loro peso.

  1. Fossabanda, le CUT e le trattative... ma quali aspettative?
La partita sull'albergo di Santa Croce in Fossabanda e la sua rivendicazione da parte dei movimenti studenteschi durante l'anno scorso tra assemblee d'ateneo e occupazioni, riguarda, più in generale una partita sull'appropriazione delle risorse pubbliche: redistribuirle verso il basso, per soddisfare bisogni complessi e urgenti della popolazione studentesca, quali l'abitare e il mantenimento di condizioni di vita dignitose e libere dal ricatto dell'affitto e del lavoro intermittente e sottopagato, oppure valorizzarle verso l'altro, nel mercato immobiliare o a vantaggio di soggetti investitori privati.