CE N'EST QU'UN DEBUT... CONTINUONS LE COMBAT!
Visualizzazione post con etichetta corteo. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta corteo. Mostra tutti i post

domenica 12 marzo 2017

Lotto Marzo, Lotto sempre

L’8 marzo milioni di donne in tutto il mondo sono scese in piazza e hanno scioperato al grido “Se non valiamo, non produciamo”, rispondendo all’appello argentino “Ni una Menos” contro la violenza di genere, economica, sociale, lavorativa, sanitaria e istituzionale.
Una giornata centrale nel porsi come punto contemporaneamente di inizio e fine. Fine del femminismo istituzionale che da decenni usa il corpo e la vita delle donne come strumento di controllo e propaganda, vedendo la violenza solo come emergenzialità. Inizio, o potenziale emersione, di un soggetto che afferma la propria potenza, a partire da se stesse e dal rifiuto del proprio ruolo sociale e lavorativo. Questo pensiamo sia il punto zero da cui ripartire per far sì che l’otto marzo sia tutti i giorni, per trasformare e lottare nella nostra quotidianità.

sabato 5 novembre 2016

5 novembre a Firenze. C'è chi dice NO

Qui la diretta del corteo di Firenze: http://www.infoaut.org/index.php/blog/prima-pagina/item/17821-firenze-dice-no-oggi-in-piazza-contro-renzi-la-leopolda-e-il-divieto-di-manifestare-diretta

Di seguito l'editoriale di Infoaut.org

Tertium non datur? Sulla contestazione alla Leopolda


“Non è il popolo ma le infrastrutture dei partiti a dover aiutare il leader a trovare le soluzioni”, così si esprimeva due giorni fa la Vicepresidente e Assessore alle politiche di welfare e politiche abitative dell'Emilia-Romagna Elisabetta Gualmini. Poche ore prima a Firenze a una manifestazione pubblica convocata in una piazza (fino a prova contraria) pubblica veniva vietato di muoversi in corteo per protestare contro la convention Democratica alla Leopolda. Affermano che la decisione è lo spirito della democrazia e la riforma costituzionale sulla quale si voterà il 4 dicembre ne ottimizza il gioco. Uno scontro si apre allora sulla decisione su come trasformare le regole del gioco, perché tutto non sia già ipotecato.
C'è il Leader e il Partito, tertium non datur... Per chi si vuole scandalizzare, e alla Democrazia ci crede ancora, come spazio su cui contare per contare, si accomodi e cerchi le incongruenze, di materiale ce n'è a bizzeffe... 
La giornata di ieri a Firenze, potenziata dalla molla della reazione all'ennesima prepotenza, contro l'ingiunzione a rassegnarsi, a tacere, a starsene a casa e a non manifestare delinea il quadro di uno scontro che già polarizza un dibattito nel paese. L'opinione e la voglia di esprimerla passa per il contrasto a una linea precisa di comando - chi già oggi appronta soluzioni e prende decisioni e chi no – la quale orienta la linea del comando nei rapporti di classe. La condizione per politicizzare questo dibattito, ovvero perché scenda in profondità nel corpo sociale trasformando la polarizzazione delle opinioni in contrapposizione delle parti, si è resa manifesta ieri: per invertire un rapporto, per contare, non basta affermare una libertà, ma occorre incarnarla in un comportamento di indisponibilità a subire le regole di un gioco definito da altri. Indisponibilità ad accettare i divieti, le cariche e i lacrimogeni, la narrazione unica del leader senza popolo di turno. Questo significa rompere un quadro di compatibilità, condizione minima perché a decidere non sia chi è già d'accordo. Non c'è NO che praticato fino in fondo non si radichi in questa direzione.
La democrazia made in PD e dei loro omologhi d'Oltralpe o d'oltre Oceano si fa in teatrini sigillati dove possono parlare solo gli invitati, e gli invitati sono spesso quelli che pagano l'allestimento e l'affitto del Teatro. Qui si chiamano Confindustria, da altre parti sono i colossi della New Economy o le multinazionali che fondono insieme chimica farmaceutica e sementi Ogm. Su quel che conta sono quasi sempre d'accordo: trattati di commercio da siglare, diritti del Lavoro da abolire, grandi riforme da varare, scuole da privatizzare, costituzioni da abrogare, referendum da portare a casa.
Ieri alla Leopolda si sono incontrati, là dove il “nuovo corso” renziano era cominciato, i padroni di casa nostra: il leader, il suo partito – al suo interno lo spazio democratico per chi dissente c'è, purché rientri all'ovile quando serve (Cuperlo docet!) - finanzieri, industriali, amici e parenti che salvano banche e annegano risparmiatori, costruttori di Grandi Opere e distruttori di territori, palazzinari e grandi investitori.
Ieri, nelle strade di Firenze, si è però anche materializzato l'ospite non invitato, il terzo incomodo. Quell'elemento non previsto nei meccanismi di decisionalità e centralizzazione che rappresentano l'impianto profondo della loro idea di gioco democratico e di riforma. D'altronde, se di democrazia si vuol proprio parlare, non la si può pensare disgiunta dal conflitto, come irruzione dell'inatteso, come la variabile esterna che pratica un No fino in fondo, dalla parola, al voto, alla necessità della contrapposizione per la trasformazione dell'esistente: “ben lungi dall’essere la forma di vita degli individui votati alla propria felicità privata, è il processo di lotta contro questa privatizzazione, il progresso di allargamento di quella sfera”, per cui si tratta di “lottare contro quella ripartizione fra pubblico e privato che assicura il duplice dominio dell’oligarchia nello stato e nella società”.
La giornata di ieri ci spinge a consolidare e approfondire le intuizioni da cui siamo partiti per portare avanti la campagna per il NO al referendum costituzionale. Una giornata che ha svegliato echi inaspettati, ha spaccato il fronte del NO e ricomponendolo in una direzione che va oltre l’anestesia della delega, ha aperto contraddizioni e mostrato spazi di possibilità immensi per farci uscire dal ghetto alternativo in cui ci vorrebbero relegati.
I giovani e meno giovani che ieri si sono scontrati con la polizia per prendersi strade e piazze di Firenze – prima che l' archistar, uno stilista di grido o un nuovo Farinetti le recinti – hanno lanciato ai rappresentanti delle Arti Maggiori un primo avvertimento: i nuovo Ciompi sono stanchi di voucher, buoni scuola (e “buona scuola”), alternanze, stage e lavoro gratuito... Attendendo che il popolo minuto sappia almeno che crocetta segnare il 4 dicembre, danno appuntamento a Roma per il prossimo 27 novembre. Ultimo, pacato avviso all'oligarca: quando avrà perso, se ne dovrà andare...
#C'èchidiceNO



lunedì 31 ottobre 2016

Un No, tanti No. Incontri e dibattiti contro il governo Renzi

Dal 28 al 30 ottobre, presso il Polo Porta Nuova (in via Padre Bruno Fedi), si terranno una serie di iniziative per articolare il NO sociale al Governo Renzi, verso la manifestazione nazionale del 27 novembre e il referendum del 4 dicembre.
Incontri e dibattiti per un’opposizione sociale al governo Renzi

mercoledì 27 aprile 2016

Renzi, Giannini e Inguscio a Pisa? Scendiamo in piazza



Renzi, Giannini ed Inguscio saranno a Pisa il 29 aprile per festeggiare i trent’anni di compleanno di in internet in Italia. Portavoce dell’innovazione, così si definiscono.

All’università d’innovazione se n’è vista poca, a dir la verità. Quello di cui tanto parlano non lo è di certo.

Non è innovazione la riforma dell’Isee che ha escluso solo in Toscana migliaia di studenti dal diritto allo studio e a Pisa ha provocato l’aumento della tassazione universitaria al 65% degli studenti.

venerdì 23 ottobre 2015

Ecco perché vengono occupati gli spazi di Unipi! Augello dimettiti!

Riportiamo il comunicato degli Studenti contro il nuovo Isee sulla giornata di oggi. La mobilitazione continua la settimana prossima con l'assemblea d'Ateneo di giovedì 29 conquistata oggi. 

Contro il nuovo Isee riprendiamo i nostri spazi: ecco cosa Augello fa finta di non capire




Oggi come annunciato abbiamo bloccato le strade di Pisa per arrivare al Rettorato e chiedere conto al Rettore, ai Prorettori e ai dirigenti dell’Economato dei libri abbandonati al degrado e delle speculazioni, immobiliari e non in cui sono coinvolte le istituzioni in combutta coi grandi costruttori. Abbiamo già spiegato nei giorni passati la situazione dell’ex Gea e della sua permuta per l’acquisizione della seconda porzione delle Benedettine,investimento da 10 milioni di euro da parte di UniPi diventato albergo privato.
Il Rettore ha mandato una mail a tutti gli studenti di Unipi in cui scredita la nostra protesta affermando che con la mobilitazione contro il nuovo Isee non c’entra nulla. In questo comunicato ribadiamo l’esplicita (forse per chi ha la coscienza sporca non lo è) connessione tra mobilitazione contro il nuovo Isee e l’occupazione di spazi universitari e cittadini lasciti all'abbandono. Con la riforma dei parametri migliaia di studenti perderanno la borsa di studio ed i servizi annessi, aumenteranno le tasse e dovremo pagare l’affitto.Ci sono decine e decine di stabili a Pisa abbandonati che dovrebbero essere aperti ed utilizzati. È troppo facile sostenere a parole la protesta contro una riforma che palesemente esclude tutti, ma Unipi e le altre istituzioni così sensibili perché non utilizzano le risorse che hanno per gli studenti anziché lasciarle vuote e/o regalarle a privati?
Questo filo rosso è visibile a tutti quelli che in questi giorni hanno partecipato alla mobilitazione e hanno dato la loro solidarietà agli studenti. Questo filo rosso arriva sino alla “Buona Università” presentata oggi a Udine in cui verrà proposto un diritto allo studio ancora più escludente e un “job act” per l’insegnamento universitario.Ancora non si sa altro, ma è evidente la direzione in cui va questo governo e di conseguenza le istituzioni locali: marginalizzazione di chi è in difficoltà e aumento dei costi di tutti i servizi sociali e formativi essenziali.

venerdì 9 ottobre 2015

Corteo degli studenti contro il nuovo Isee

Questa mattina una cinquantina di studenti universitari si sono dati appuntamento in piazza Carrara, per unirsi successivamente al corteo degli studenti delle superiori.
Un'altra tappa, quella di oggi, nel percorso di mobilitazioni in università contro la riforma del metodo di calcolo Isee.
Nelle scorse settimane infatti le prime assemblee dei borsisti seguite da un blocco sul Lungarno avevano strappato un incontro con il Presidente del Dsu Moretti e un altro momento di incontro con il Senato Accademico, entrambi chiamati in causa in quanto espressione locale delle politiche governative regionali e nazionali.
Da entrambe le parti gli studenti sono stati presi in giro, tramite quel meccanismo di scaricabarile per cui le istituzioni non vogliono prendersi alcun tipo di responsabilità.
Lo spezzone Studenti contro il nuovo Isee è partito da piazza Carrara e sul Lungarno, dalla casa dello studente Nettuno è stato calato lo striscione “Sono diventato ricco e non lo sapevo”: i più colpiti dalla riforma sono infatti tanti studenti borsisti che saranno buttati fuori dagli studentati il 15 ottobre.

venerdì 7 marzo 2014

In piazza Verdi c'eravamo tutti!

Ieri degli agenti della digos si sono presentati allo studentato occupato Taksim, casa di numerosi compagni e compagne, per recapitare ad alcuni studenti del CUA di Bologna dei provvedimenti di divieto di dimora. Le accuse sono di aver partecipato alla giornata di lotta del 23 e 27 maggio in piazza Verdi. Il 23 maggio si svolgeva un'assemblea pubblica con alcune lavoratrici della Sodexo di Pisa, per continuare il percorso di discussione e lotta contro i tagli e le misure di austerità; la polizia ha cercato di sgomberare la piazza, che ha risposto costruendo barricate. La lotta Sodexo ha ancora una volta mostrato come la potenza delle lotte si esprima in variegati modi, tra cui occupare rotonde stradali, strade e piazze. Pochi giorni dopo le intimidazioni delle forze dell'ordine si sono ripetute e la piazza ha nuovamente dimostrato la sua forza cacciando via la polizia.

Siamo costretti ad assistere ad un ulteriore atto repressivo che cerca di mettere un freno alle lotte in corso: ma non è certo questo che ci fermerà!

venerdì 15 novembre 2013

#15n: assediata Fossabanda, occupato l’ex centro per l’impiego

Numerosi picchetti in differenti punti della città hanno dato inizio a questa importante data di mobilitazione; davanti alle scuole e alle facoltà fin dal mattino hanno cominciato a radunarsi gli studenti, mentre inquilini resistenti e moltissimi abitanti di Sant’Ermete presidiavano fin dalle prime luci dell’alba due appartamenti di famiglie sotto sfratto per morosità incolpevole.
Nel quartiere di Cisanello, Kabir, lavoratore precario delle pulizie nei magazzini, e sua moglie aspettavano la visita dell’ufficiale giudiziario. Quest’oggi la forza pubblica, che negli ultimi due accessi aveva provato ad eseguire lo sfratto (incontrando una resistenza determinata, per la quale cinque persone si sono viste recapitare una denuncia) non era presente; troppo impegnata a gestire l’andamento della manifestazione ed a presidiare gli eventuali obiettivi sensibili.
Nonostante dopo settimane di mobilitazione la situazione per questa famiglia sembrava essere arrivata ad uno sbocco, con la proposta strappata ai servizi sociali di un’assegnazione straordinaria di alloggio popolare, i proprietari e l’ufficiale giudiziario, evidentemente esasperati dal vedere continuamente violata la loro autorità, hanno provato a colpire i meccanismi di solidarietà e resistenza degli sfrattati. Per la prima volta un ufficiale giudiziario ha deciso di non comunicare alla famiglia la data del rinvio, provocando e minacciando con frasi del tipo: “Vediamo se riuscite a presidiare questa casa 24 ore al giorno, io torno quando mi pare e lo sbatto fuori!”