CE N'EST QU'UN DEBUT... CONTINUONS LE COMBAT!
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venerdì 23 ottobre 2015

Chi ruba non siamo noi: Augello dimisisoni!

Martedì 20 ottobre, a seguito dell'assemblea d'ateneo, 300 studenti circa hanno occupato il polo dell'ex Gea, locale dell'università tenuto chiuso e sottoutilizzato, nel quale hanno scoperto un magazzino abusivo di libri invenduti e lasciati a marcire. L’ex Gea veniva infatti utilizzato dalla Pisa University Press, società erede della PLUS, che venne creata ad arte per far fallire l’ex Servizio Editoria Universitaria. Guarda caso il revisore dei conti della Pisa University Press è il figlio dell’immobiliarista Madonna, lo stesso interessato a rilevare l’ex Gea e proprietario la seconda porzione del ex convento delle Benedettine che l’università vuole acquistare.
Il 21 ottobre l'ex convento delle Benedettine è stato quindi sanzionato dagli studenti che, partiti dall'ex Gea, hanno bloccato i lungarni per occuparlo. Decisi a non accettare più le politiche di speculazione attuate dall'università di Pisa e dalle istituzioni cittadine gli studenti hanno scoperchiato un altro vaso di Pandora (già denunciato un anno fa): lo stabile, gestito da una cooperativa privata che paga una cifra irrisoria all'ateneo dovrebbe essere affittato a studenti e professori stranieri ma di fatto la cooperativa lo gestisce come un albergo privato di lusso.

Una domanda sorge spontanea: a chi giovano le politiche che attua il rettore Augello?
Di certo non agli studenti. In risposta alle questioni portate più volte all'attenzione delle istituzioni, dall'esclusione prodotta dal nuovo calcolo Isee fino ad una presa di posizione sul magazzino ex Gea e sulle Benedettine, l'università fa orecchie da mercante e manda polizia e questura dagli studenti che vogliono riprendersi le risorse sperperate a vantaggio dei soliti privati.

venerdì 16 ottobre 2015

Benedettine e le speculazioni tramite UniPi... un copione già scritto!

Il Tirreno pubblica oggi un'inchiesta in cui la cooperativa Ballarò è messa sotto indagine per fare un utilizzo scorretto degli spazi concessigli da UniPi nell'ex convento delle Benedettine. La cooperativa dovrebbe gestire per conto di UniPi, alla quale paga un affitto irrisorio, una foresteria per professori, ricercatori o studenti in viaggio di studio ospiti dell'ateneo pisano. La verità, come accertato dal Tirreno è ben altra. La foresteria è usata come un semplice albergo. Tutti ci possono accedere prenotando tranquillamente su internet.

Esattamente un anno fa, a pochi giorni dalla sua inaugurazione, occupammo la foresteria per denunciare una speculazione annunciata. Un copione già scritto insomma: UniPi paga l'immobiliarista di turno per rilevare un immobile, ne appalta ai soliti noti la gestione e poi c'è chi ci lucra. Servizi agli studenti? Nessuno. E chissà che non ci mangi un po' anche l'Ateneo... verrebbe proprio da chiederselo nelle settimane in cui a più riprese è stata ventilata l'ipotesi che il cda autorizzi l'acquisizione anche dell'altra porzione dello storico convento.

In queste settimane di inizio anno centinaia di studenti e studentesse di UniPi hanno perso ingiustamente il posto alloggio e la borsa di studio per via del nuovo calcolo dell'ISEE che a parità di reddito sopravaluta il patrimonio famigliare. In centinaia sono stati catapultati nel mercato degli affitti o sono stati costretti a tornarsene a casa. Lo scandalo delle Benedettine rappresenta un ulteriore schiaffo in faccia a tutti questi studenti. Non siamo disposti a pagare per le vostre speculazioni! 


Collettivo Universitario Autonomo - Pisa

mercoledì 22 ottobre 2014

Consani continua a fare il "furbetto": siamo senza casa e vogliamo le risorse per studiare!

Ecco perché abbiamo occupato Le Benedettine

Dopo l'occupazione di lunedì da parte degli studenti del Residence Le Benedettine anche il Presidente pro tempore del DSU Simone Consani accusa la pressione, scaldandosi fuori misura pur di correre in soccorso dei suoi sodali insediati tra Palazzo Gambacorti e Palazzo a la Giornata. La difesa delle politiche abitative istituzionali rivolte agli studenti sembra palesemente debole e inadeguata. L'occupazione ha fatto emergere un bisogno sociale la cui domanda è ignorata e disattesa dai soggetti pubblici i quali invece dimostrano di operare in una direzione contraria alla soddisfazione di questi bisogni: diritto alla casa, accessibilità agli studi, qualità dignitosa della vita.
Solo con la buona amministrazione delle risorse del DSU sarà infatti possibile continuare a garantire i servizi per gli studenti borsisti e la generalità degli studenti” afferma Simone Consani. Noi, che siamo quelli aspettano la casa da un anno e mezzo, che siamo quelli che non possono pagarsi un affitto in città se non a prezzo di gravare sulle spalle della famiglia o di sacrificare lo studio al lavoro, quelli ai quali il fitto casa non basta, non crediamo a questa favola del Presidente Consani.

lunedì 20 ottobre 2014

14 ore di occupazione alle Benedettine

Dalle 6 di mattina alle 8 di sera da dentro le mura dell'ex convento sul Lungarno Sonnino abbiamo affermato una cosa chiara: parte del patrimonio pubblico dell'ateneo dev'essere destinato alle migliaia di studenti in difficoltà abitativa. La vicenda del Residence delle Benedettine è uno schiaffo in faccia ai giovani studenti e studentesse sotto ricatto in città, costretti a scegliere tra affitti da capogiro, mille lavoretti e il rischio di doversene tornare a casa. L'Ateneo ha scelto di continuare a ignorare l'insofferenza che cresce dal basso e che non riceve alcuna risposta dal diritto allo studio, rivolgendo le proprie attenzioni e investimenti solo ai “ricchi”, agli elementi valorizzanti l'immagine dell'ateneo: visiting professors, cooperanti etc. Per fare questo UniPi finanzia i grossi immobiliaristi come Madonna, dal quale ha acquisito lo stabile, e affida le strutture a cooperative che, vincendo gli appalti al massimo ribasso, ammortano i costi di gestione trasformando in un albergo per studenti costosissimo una foresteria in tutto e per tutto attrezzata per essere adibita a residenza studentesca.

Nel frattempo l'emergenza abitativa cresce. All'uscita della seconda graduatoria del DSU gli esclusi dal beneficio del posto alloggio saranno ben più dei 1500 dell'anno passato. UniPi però continua a trincerarsi dietro la foglia di fico dei fini istituzionali scaricando le responsabilità della gestione del problema sul DSU e rifacendosi la faccia con la promozione di tavoli di confronto tra enti. L'occupazione di oggi ha però portato il problema in casa dell'ateneo che ha dovuto confrontarsi, scomodando prorettori e direttore generale, con un'amara realtà: chi non può più aspettare le promesse della Conferenza Università Territorio e pretende di rientrare tra le voci di bilancio di chi disegna oggi un'università costruita contro di noi. Noi che non possiamo permetterci l'alta formazione ma la vogliamo, noi che non possiamo studiare e lavorare eppure lavoriamo più che studiare, noi che non abbiamo una casa e ne abbiamo diritto.