CE N'EST QU'UN DEBUT... CONTINUONS LE COMBAT!
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domenica 23 aprile 2017

Intervista ad uno studente lavoratore: “La Coop sei tu”. Anche no!?

Finalmente arriva la chiamata per un’offerta di lavoro. Un colloquio, una prospettiva di lavorare è proprio quello che mi mancava in questo periodo, immerso nella sessione di esami.
A chiamarmi stavolta è la Coop, dove vado spesso a fare la spesa e ci lavorano anche dei miei amici. Mesi fa avevo compilato il curriculum on-line sul sito. Finalmente è arrivata la chiamata. Durante la telefonata mi viene specificato che cercano studenti universitari per coprire i turni fine-settimanali, 16 ore di lavoro da suddividere sul sabato e la domenica. Mi sta bene e concordiamo al telefono un appuntamento per il colloquio.
Mi reco il giorno indicato al supermercato Coop di Santa Maria a Monte. Location un po’ fuori portata per tanti studenti che magari non hanno la macchina, ma io per fortuna ce l’ho e mi sono avviato.

giovedì 10 aprile 2014

Assemblea d'Ateneo: le risorse ci sono! Occupato il residence Le Benedettine

Stamattina si è svolta al polo Carmignani l' assemblea d'Ateneo. Lo stesso giorno in cui sono stati inaugurati dall'Università, con grande sfarzo, gli Open Day della ricerca, gli studenti hanno chiarito che i temi d'interesse sono altri: il diritto allo studio, la didattica dequalificata e il mercato del lavoro precarizzato.
Sul versante del diritto allo studio è stata ribadita la drammatica assenza di posti alloggio per gli studenti beneficiari. I posti certo non mancano, ma la collaborazione tra le diverse istituzioni cittadine – Comune, Università, Diritto allo studio – non è indirizzata al soddisfare i bisogni degli studenti. Per questo motivo è stato lanciato un ultimatum sull'apertura delle residenze di via Da Buti, Santa Croce in Fossabanda e Paradisa.
Per quanto riguarda la didattica i fronti sono molteplici: dallo smantellamento delle lauree magistrali nel dipartimento di Filologia, agli sbarramenti per l'accesso alle lauree specialistiche di economia e medicina. Emblematico è il caso di beni culturali: un accordo inter-istituzionale si pronuncia sulla “tutela volontaria” per la cura dei beni artistici della città. Questo sempre più concretizza un futuro di lavoro precario e gratuito, sulla scia del Job Act e sul modello Expo 2015. In tutti questi processi di ristrutturazione all'interno dell'Università è evidente quale sia il ruolo svolto dai docenti e dai consigli di dipartimento, perciò gli studenti hanno preteso che entro una settimana il Rettore Augello, l'amministrazione centrale dell'università e la dirigenza dei dipartimenti si pronuncino su confronto pubblico e aperto con gli studenti.
Conclusasi l'assemblea gli studenti si sono diretti all'ex convento delle Benedettine e lo hanno occupato. Questo immobile è stato adibito a residenza per i visiting professor dall'Università, con un investimento di 9 milioni di euro, ma non è mai stato aperto. La richiesta è che venga dato agli studenti in emergenza abitativa.

L'assemblea ha rilanciato sulla data di mobilitazione contro le politiche di austerità di sabato 12 aprile a Lucca, dove si svolgerà il festival del volontariato, con la presenta di Renzi e a Roma per la manifestazione dei movimenti sociali contro austerity e precarietà.

martedì 5 novembre 2013

ASSEMBLEA D'ATENEO: reddito e risorse contro l'università della crisi

I provvedimenti imposti dalla Gelmini fino a Profumo hanno contribuito all’inasprimento delle condizioni in cui versa l'università. Dalle borse di studio, alla ristrutturazione della didattica, dal blocco del turn-over, alla continua svendita del patrimonio pubblico l'università ha cambiato volto diventando sempre più terreno di sacrifici più che di formazione.
I recenti provvedimenti del Ministro Carrozza affiancano una commissione di revisione di spesa ai tagli previsti: 28 milioni nel 2016, 70 nel 2017, 84 nel 2018.
Inoltre diverse misure incrociano smantellamento della formazione e dello stato sociale associato:


  • Per il sistema universitario il TURN-OVER complessivo è fissato al 20%, ma agli atenei d'eccellenza Scuola Superiore Sant’Anna e Scuola Normale vengono invece accordati turn-over rispettivamente del 212% e del 160%.
  • Il decreto AVA ha spinto gli atenei a chiudere corsi e ad inserire blocchi all'accesso del 57% dei cori di laurea
  • Oltre il 50% degli idonei a Pisa non riceverà un alloggio. I POSTI ALLOGGIO INSUFFICIENTI Oltre 1500 studenti sono esclusi da questo diritto e sono quindi costretti a indebitarsi con affitti che arrivano anche a 300 euro al mese, facendo gli interessi dei grandi proprietari immobiliari.
  • La SERVICE TAX e altri provvedimenti varati dal governo delle larghe intese scaricano l'IMU sugli inquilini in affitto, peggiorando ancora le condizioni degli studenti fuori sede
  • Nell'area umanistica a Pisa sono sempre di più i CORSI CHE TACCIONO. Inoltre l’appello di dicembre nel dipartimento di Filologia, letteratura e linguistica è stato eliminato, mentre a Civiltà e Forme del sapere al suo posto ne è stato inserito un altro a gennaio, appesantendo ulteriormente il carico di studio e impedendo a tanti di laurearsi nella sessione invernale.

lunedì 24 giugno 2013

FUORICORSO Fanzine degli studenti in lotta!



versione integrale consultabile online
FUORICORSO Fanzine degli studenti in lotta! secondo numero

Verso la rottura di un modello di accumulazione basato sulla valorizzazione dei saperi e l'impoverimento sociale.

Vogliamo iniziare a confrontarci con le mutate condizioni, bisogni e desideri della composizione studentesca. Il passaggio segnato dal decreto Profumo, al di la' delle sue incerte sorti legislative, testimonia di un'accelerazione nel processo di dismissione dell'università pubblica e del restringimento dell'accesso al mondo dei saperi. Questo processo è stato conflittualmente attraversato da tre importanti cicli di movimento: No Moratti (2005), Onda (2008), No Gelmini (2010). La sconfitta di questi movimenti ha prodotto un mutamento dei caratteri della soggettività universitaria, sempre più dispersa nei contesti della precarietà metropolitana e dell'accettazione dell'indebitamento come condizione per accedere ai servizi.

Il decreto - che prendiamo ad esempio come summa di processi già sedimentati nei rapporti sociali che regolano la valorizzazione capitalistica dei saperi - nelle sue linee portanti, si compone di due indirizzi fondamentali ai quali, simmetricamente, corrispondono due retoriche masticate ormai da tempo: innalzamento dei requisiti formativi da conseguire in termini di CFU per il mantenimento delle borse di studio e la diminuzione delle soglie di accesso in termini di ISEE ai sussidi per il diritto allo studio. Il primo aspetto articola una retorica del merito – pretendendo di incentivarlo -, il secondo aspetto articola una retorica della scarsità di risorse – propugnando una loro razionalizzazione.

giovedì 7 marzo 2013

UNIVERSITA' DI PISA: SODDISFATTI O RIMBORSATI!?!


Paghiamo migliaia o centinaia di euro per un'università che è sempre più scadente (a metà marzo scade la seconda rata). Tantissimi sono i sacrifici che facciamo, noi e i nostri genitori, per cercare di ottenere un futuro dignitoso. E invece la nostra università ci obbliga a ritmi di studio impossibili, ci taglia le poche borse di studio rimaste, ci spenna per dei servizi che non ci sono.
Vogliamo costruire un'assemblea generale di tutti gli studenti per affrontare tutti i problemi materiali che ci colpiscono:
  • la DIDATTICA
    è sempre più dequalificata. Tantissimi corsi di studio "tacciono" e sono stati tagliati, privandoci di quei saperi per cui molti di noi decidono di iscriversi. C'è una carenza strutturale di aule studio in tutto l'ateneo, a fronte di diversi immobili di proprieta dell'Unipi initilizzati e messi in vendita per "fare cassa". Contemporaneamente però l'amministrazione universitaria inaugura nuovi poli decentrati con gli stessi problemi strutturali dei vecchi Poli: il nuovo POLO PIAGGE ha solo un aula studio di 140 posti, a fronte di quasi quasi 2000 studenti tra Scienze Politiche e Giurispudenza. Inoltre la mensa più vicina è quella di Via Betti, che non contiene neanche un decimo degli studenti che hanno bisogno di quel servizio (compreso gli studenti borsisti!).

lunedì 4 marzo 2013

La lotta dei tirocinanti di infermieristica

Il 10 dicembre numerosi studenti di Infermieristica, provenienti dai vari poli dei tre atenei toscani, hanno partecipato ad una manifestazione contro il ritardo nell'erogazione dei fondi destinati agli assegni di merito per Infermieri. Attraverso i social network studenti di varie città si sono ritrovati con le divise da tirocinante, a gridare "Noi gratis non lavoriamo" per le vie del centro di Firenze, in un corteo improvvisato sotto gli occhi curiosi di migliaia di turisti. Il corteo si è diretto verso la Giunta Regionale che si doveva riunire in un palazzo dietro al Duomo, presidiato da agenti della digos e reparti antisommossa. Alla notizia che la seduta era stata stranamente annullata un paio d'ore prima, una delegazione è entrata ed ha avuto un colloquio con il responsabile del progetto "GiovaniSì", Andorlini: gli studenti hanno preso visione degli atti della Giunta in programma ed hanno ottenuto che la delibera venisse approvata l'indomani, senza alcuna modifica dei criteri rispetto agli anni passati. Ma non si sono fermati a questo, non solo perché le promesse delle istituzioni non valgono ormai più niente per nessuno, ma anche perché la semplice approvazione della delibera sugli assegni che retribuiranno il lavoro svolto l'anno scorso, arriva con un ingiustificabile ritardo e non dà alcuna certezza per quanto riguarda il presente ed il futuro. Per capire meglio questo passaggio occorre fare un passo indietro.

giovedì 6 settembre 2012

In più di cento contestano Profumo alla festa del Pd


È durata più di due ore la contestazione da parte dei precari della scuola e studenti medi e universitari, al ministro dell'istruzione Profumo, ospite alla festa del Partito Democratico nel quartiere di Pisanova.
La situazione per chi ha scelto di insegnare è rovente: dopo essersi indebitati per anni durante gli studi, dopo aver speso qualche migliaia di euro per l'abilitazione all'insegnamento e aver frequentato corsi e tirocini non pagati, 300 000 insegnanti sono precari da anni e, con l'ultimo annuncio del ministro dell'istruzione Profumo, sono destinati ad esserlo a vita.
Il maxi-concorso indetto, infatti, è l'ennesima batosta per chi vive una condizione precaria ormai insostenibile per migliaia di persone.

lunedì 14 maggio 2012

15 maggio a Pisa: perché Occupy Equitalia

Quando la gente decide di lottare le sirene del potere annunciano (e preparano) l'escalation violenta. Ma chi rifiuta di pagare il debito sa di non essere ostaggio né dell'estetismo terroristico mediaticamente telecomandato né delle minacce sulle imminenti strette repressive in programma già dal cdm di giovedì. La lotta contro equitalia è una questione di dignità, di protagonismo sociale della nuova composizione degli “indebitati”, di riscatto dalla condizione di minorità, di subalternità che i dispositivi d'interiorizzazione del senso di colpa continuano a produrre, assieme a violenza, macelleria sociale e disperazione. Bisogna esser chiari: generalizzare il nostro rifiuto del debito - oltre i tentativi di confondere le acque operati da chi ha l'interesse di conservare questo sistema di rapina - equivale a lottare contro Equitalia praticando il diritto all'insolvenza, riappropriandoci di reddito e servizi, opponendoci all'impoverimento del lavoro vivo.
Non si tratta infatti di una questione di iniquità fiscale, chiave interpretativa comune a leghisti e grillini per segni opposti e complementari. Non può interessarci che Maradona si consideri perseguitato da Equitalia – come ci comunicano i media mainstream.
E a nulla valgono i moniti del ministro della giustizia Severino che ci ricorda che “pagare le tasse è un dovere” e che attaccare Equitalia significa attaccare lo stato.
Bisogna essere coscienti del piano della lotta per la nostra dignità, al fine di non sprofondarci nella cantilena reazionaria che recita “abbasso la gabella viva il re”, come le jacqueries contadine nella Francia dell'Antico Regime. Questa non è una rivolta contro il fisco, abbiamo il desiderio di scardinare il sistema del debito risalendo i livelli di potere che lo strutturano, partendo da Equitalia, suo dispositivo più immediato.
Ci opponiamo a Equitalia perché rifiutiamo il sistema del debito e l'ingiustizia, la ricattabilità e l'assoggettamento che produce. Rifiutiamo un sistema che impone l'austerità come regime di normale amministrazione per reintegrare le perdite del capitale finanziario. Non c'è nessun orizzonte progressivo per il capitalismo contemporaneo. Il No ad Equitalia, e la viralità che lo riproduce, interpreta la comune opposizione all'opera di rastrellamento di denaro sui livelli più bassi della società e l'esproprio finanziario sulla vita delle persone.

venerdì 11 maggio 2012

La precarietà rifiuta la riforma del lavoro: facoltà occupata

La costruzione dello sciopero sociale e generale passa anche per l'università. Rilanciare i momenti di incontro e pratica effettiva del rifiuto della Riforma del lavoro significa per gli studenti precari e disoccupati riappropriarsi dei luoghi di produzione e disciplinamento del sapere. Con la due giorni di incontro e dibattito nella Facoltà di lettere occupata – in contemporanea con la tre giorni nei locali universitari occupati dell' ex Gea – si apre uno spazio per la costruzione dal basso del blocco e del rifiuto di una Riforma del lavoro che mira a precarizzare l'intera produzione sociale.
Di seguito il comunicato sull'occupazione:

LA PRECARIETÀ IN SCIOPERO
Due giorni per la costruzione dello sciopero sociale e generale
Oggi 11 maggio dopo un presidio alla mensa universitaria di Via Martiri come studenti, precari e disoccupati abbiamo occupato i locali della Facoltà di Lettere al fine di aprire uno spazio di incontro e dibattito per costruire e praticare lo sciopero sociale e generale contro la Riforma del lavoro Fornero. La Riforma del lavoro non è un attacco solo alle garanzie sociali sancite dallo Statuto dei lavoratori, realizza anzi un più ampio progetto di precarizzazione delle nostre vite.
Siamo convinti della necessità di intervenire subito rompendo il silenzio che circonda la Riforma. A fronte dell'assenza e della complicità della politica e della burocrazia sindacale, ci riappropriamo
direttamente degli spazi che ci consentano di costruire forme di opposizione dal basso che sappiano mettere assieme il mondo lavorativo e il precariato sociale in egual misura minacciati, stretti tra la perdita delle tutele e il crescente indebitamento.
Nell'università occupata moltiplichiamo i luoghi di incontro nei quali le realtà produttive mobilitatesi in questi ultimi giorni a Pisa e nella provincia, insieme a quanti tra precari, studenti e disoccupati già si sono incontrati nello spazio di Occupy Piazza Dante, possano concretamente intrecciare i propri percorsi di lotta nell'assemblea di venerdì 11 alle ore 18 per costruire, organizzare e praticare lo sciopero generale e respingere la Riforma Fornero. Seguirà venerdì 11 alle ore 20 aperitivo + festa trash.
Sentiamo anche l'esigenza di confrontarci con le esperienze di resistenza transnazionale che attraversano la crisi e propongono e praticano forme alternative di organizzazione del produrre collettivo. Per conoscere e discutere i linguaggi e le pratiche dei movimenti "occupy" sviluppatisi negli Stati Uniti si terrà negli spazi della facoltà di lettere la presentazione del libro "Occupy. I movimenti nella crisi globale" con i curatori Anna Curcio e Gigi Roggero, sabato 12 alle ore 16 e 30. Seguirà sabato 12 alle ore 19 l'aperitivo musicale.
Partendo dall'università come luogo di incontro e produzione di precarietà, come giovani studenti e precari rifiutiamo l'imposizione di questa normalità fatta di sacrifici a sole spese nostre. Apriamo uno spazio di incontro con la volontà di ricomporre la comune condizione di precarietà in un movimento che pratichi effettivamente lo sciopero generale, capace di includere e valorizzare tutti i soggetti del conflitto.
Studenti e precari per la costruzione dello sciopero sociale e generale 

domenica 10 aprile 2011

9 aprile a Pisa: contro il modello toscano di precarietà, riprendiamoci tutto!

Dopo la giornata di venerdì, in cui decine e decine di studenti, precari e migranti avevano manifestato all'INPS, la giornata di sabato ha confermato il dinamismo di una generazione che ha smesso di subire ed ha iniziato a tradurre in pratiche e rivendicazioni la propria forza e i propri bisogni. Infatti, da mercoledì scorso un'assemblea pubblica studentesca molto partecipata aveva rilanciato la propria battaglia contro la precarietà, contestualizzando l'appello nazionale lanciato dalla Cgil, e decidendo di portare in piazza quei contenuti di lotta e di conflitto verso e oltre lo sciopero generale. "Contro la precarietà, la nostra rabbia – que se vayan todos!", recita un'enorme scritta apparsa qualche notte fa sul ponte di mezzo. "Contro il nuovo patto sociale", è scritto sullo striscione dell'INPS bloccato venerdì scorso. I contenuti della lotta alla precarietà, in una Toscana dove il centro-sinistra è la governance del territorio, sono oggi più che mai quelli che svelano l'antagonismo della nuova composizione di classe ai processi di precarizzazione attuati secondo un modello toscano che vede in prima fila sindacati confederali uniti, imprenditori ed istituzioni pubbliche. Riappropriarsi della giornata del 9 aprile, curvando slogan e passerelle politiche di chi ha contribuito in tutto il paese ed in particolare nella nostra città e ad abdicare (e sovente a criminalizzare) il terreno del conflitto per scegliere quello della concertazione al ribasso con padroni, governo e sistema di potere; è l'obiettivo, dichiarato e raggiunto, del movimento, verso la costruzione dello sciopero del 6 maggio!