L'agire politico, anche sul piano mediatico, si misura sulla capacità di attraversare e forzare i confini di questo campo di forze. È per questo che, a seguito della contestazione a Pisa all'ormai ex ministro Profumo nella giornata di martedì 23, abbiamo accettato di raccogliere l'invito a partecipare alla trasmissione di Michele Santoro, "Servizio Pubblico", andata in onda giovedì 25 aprile, sapendo di attraversare un campo nemico... ma per provare a farne razzia.
CE N'EST QU'UN DEBUT... CONTINUONS LE COMBAT!
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domenica 28 aprile 2013
Servizio Pubblico. Una critica politica dei media dentro e contro
Ogni strumento comunicativo è segnato dall'ambivalenza del suo utilizzo. Certo, ogni strumento è definito da un campo di forze che ne determinano l'appartenenza rispetto a interessi che sono espressione dei rapporti di dominio delle nostre società.
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martedì 23 aprile 2013
Contestato Profumo, scontri tra studenti e polizia
Questa mattina il ministro dell’istruzione Profumo era ospite della Scuola S.Anna per partecipare ad un convegno dal titolo “Uguaglianza dei meritevoli”, con lui il presidente della Scuola Giuliano Amato, possibile futuro capo del governo. Dunque l’ennesima passerella di politici che, nel chiuso delle loro stanze, vorrebbero discutere e decidere del futuro di tanti e tante. Ma gli studenti e le studentesse dell’università di Pisa non ci stanno, non accettano la presenza di questi personaggi nella propria città e stamattina si sono radunati davanti alla scuola per portare il loro dissenso.
Decine di studenti borsisti, ex-borsisti, pendolari, fuori sede le cui famiglie stanno pagando la crisi e non riescono più a mantenere i propri figli in un’università che taglia i fondi del diritto allo studio, in una città in cui gli affitti per case fatiscenti sono altissimi, i servizi sempre di meno e accessibili a pochi.
In questo contesto il ministro Profumo stamattina ha dato vita ad un incontro i cui temi sono intrisi della retorica del merito e della competizione, una retorica che gli studenti e le studentesse hanno rispedito al mittente portando la propria voce fuori dalla sede dove si stava svolgendo l’incontro.
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giovedì 18 aprile 2013
Università di Pisa: è il momento di aprire nuove vertenze sociali
Pubblichiamo un documento di sintesi eprospettiva sulla vertenzialità sociale aperta dai soggetti in lotta a Pisa nei contesti della precarietà e della formazione. Sintesi rispetto ai contenuti dell'assemblea d'ateneo tenutasi martedì 16 che ha portato all'occupazione di Spot, nuovo studentato autogestito nel cuore della città; prospettiva rispetto al conflitto e la lotta per la riappropriazione di reddito nel mondo dei saperi e del precariato in formazione. L'esigenza di maturare un punto di vista di parte che sappia definire un'alterità nell'affrontare conflittualmente la crisi porta ad indicare terreni di lotta precisi e le controparti responsabili della nostra precarietà. Il documento è stato redatto a margine dell'assemblea dagli stessi studenti che hanno scelto di occupare Spot suggerendo, forti di un'esperienza concreta, il campo comune di una cooperazione antagonista e ricompositiva adeguata alla fase e al contesto di lotta pisano.
Università di Pisa: è il momento di aprire nuove vertenze sociali
L'assemblea d'Ateneo del 16 Aprile ha fatto emergere un punto di vista collettivo e di parte sulla crisi di sistema che attraversiamo. Questa ha profondamente mutato in questi anni la nostra condizione e i nostri comportamenti in quanto soggetti in formazione.
Un decennio di attacchi ai diritti e alle garanzie della soggettività studentesca, alla sua identità sociale ha incrinato drammaticamente per un'intera generazione le prospettive emancipative entro un quadro di compatibilità con il sistema.
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martedì 16 aprile 2013
Nasce Spot - studentato occupato autogestito
Oggi al Polo Carmignani l'assemblea d'ateneo chiamata dall' "Assemblea per la riappropriazione del diritto allo studio" ha deciso di porre argine alle politiche di erosione di reddito che continuano a colpire una popolazione studentesca sempre più precarizzata e impoverita. Le questioni della dequalificazione del sistema formazione in questi anni post riforma si concretizzano sensibilmente nei meccanismi che sempre più portano i percorsi formativi a trasformarsi in corse ad ostacoli tra accreditamento, meritocrazia e indebitamento.
Gli interventi in assemblea hanno individuato condizioni comuni della nostra precarietà. I ripetuti attacchi alle garanzie residue - come le ipotesi di decreto Profumo sul diritto allo studio con l'aumento dei crediti richiesti per il mantenimento della borsa di studio – o le ulteriori trasformazioni dei percorsi didattici in senso meritocratico, come previsto, ad esempio, dal decreto AVA che nel giro di poco tempo imporrà il numero chiuso in quasi tutti i corsi di studio, normeranno l'esclusione di massa dalle macerie di questa università. Nel corso della discussione viene ricordata la prossima visita, il 23 aprile, del ministro Profumo a Pisa per un convegno dal titolo "uguaglianza dei meritevoli" all'università Sant'Anna. L'assemblea si scalda. Da tempo ormai è chiaro come merito per noi tutti sia sinonimo di esclusione. A Pisa Profumo non è il benvenuto.
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giovedì 14 marzo 2013
Dalla segreteria del Rettorato...verso l'assemblea d'Ateneo
Nella
mattina di ieri un gruppo di studenti e studentesse dell'Università
di Pisa è entrato nel palazzo del Rettorato con l'obiettivo di
ottenere la sospensione della didattica per una prossima assemblea
d'ateneo. Come testimoniano le centinaia di firme in favore della
sospensione della didattica raccolte in pochi giorni, urge aprire
spazi di discussione e cooperazione per porre al centro del dibattito
collettivo la natura di questa università della crisi, i cui costi,
pur offrendo ben poco in cambio, vengono interamente scaricati sui
soggetti in formazione.
Come
dimostrano i recenti malumori studenteschi relativi alle condizioni
di studio e ai ritmi di vita imposti nel Polo Piagge - il nuovissimo
giocattolo UNIPI - sappiamo che in ogni spazio in cui il potere
esercita espropriazione nei confronti delle nostre capacità e dei
nostri desideri si costruiscono anche resistenze e opposizioni. Così
alla stesso modo, passando per la giornata di ieri, lavoriamo come
studenti e studentesse dell'università di Pisa per riaprire la
possibilità di cambiare il nostro futuro. Costruiamo l'assemblea
d'ateneo!
Di seguito
il comunicato diramato dagli studenti ai direttori di dipartimento:
Ai
direttori di dipartimento
Come
studenti e studentesse dell'università di Pisa accusiamo
pesantemente l'aumento dei disservizi che colpiscono il nostro Ateneo
dopo i cicli di riforme succedutisi negli ultimi anni. Il caos legato
alla didattica e alla gestione degli spazi dell'ateneo nell'ultimo
semestre e in quello appena iniziato dovuto alla recente
dipartimentazione delle strutture amministrative è solo l'ultima
falla che si somma a quelle sempre più larghe del
sotto-finanziamento e dello scadimento della qualità
dell'insegnamento.
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giovedì 7 marzo 2013
UNIVERSITA' DI PISA: SODDISFATTI O RIMBORSATI!?!
Paghiamo
migliaia o centinaia di euro per un'università che è sempre più
scadente (a metà marzo scade la seconda rata). Tantissimi sono i
sacrifici che facciamo, noi e i nostri genitori, per cercare di ottenere
un futuro dignitoso. E invece la nostra università ci obbliga a ritmi
di studio impossibili, ci taglia le poche borse di studio rimaste, ci
spenna per dei servizi che non ci sono.
Vogliamo costruire un'assemblea generale di tutti gli studenti per affrontare tutti i problemi materiali che ci colpiscono:
Vogliamo costruire un'assemblea generale di tutti gli studenti per affrontare tutti i problemi materiali che ci colpiscono:
- la DIDATTICA
è sempre più dequalificata. Tantissimi corsi di studio "tacciono" e sono stati tagliati, privandoci di quei saperi per cui molti di noi decidono di iscriversi. C'è una carenza strutturale di aule studio in tutto l'ateneo, a fronte di diversi immobili di proprieta dell'Unipi initilizzati e messi in vendita per "fare cassa". Contemporaneamente però l'amministrazione universitaria inaugura nuovi poli decentrati con gli stessi problemi strutturali dei vecchi Poli: il nuovo POLO PIAGGE ha solo un aula studio di 140 posti, a fronte di quasi quasi 2000 studenti tra Scienze Politiche e Giurispudenza. Inoltre la mensa più vicina è quella di Via Betti, che non contiene neanche un decimo degli studenti che hanno bisogno di quel servizio (compreso gli studenti borsisti!).
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venerdì 22 febbraio 2013
Profumo e i movimenti
Lo stretto orizzonte della
“difesa del pubblico”.
Il decreto Profumo è comparso nelle cronache di queste ultime settimane
rappresentando l'occasione per sociologi, politici, giornalisti e parti del ceto
accademico italiano di “lamentare” la carenza di finanziamenti al mondo
dell'istruzione. Tutti si interrogano in modo paternalistico sulle
responsabilità dell'aumento della disoccupazione giovanile e del gonfiarsi di
una vera e propria bolla formativa in cui una massa crescente di laureati rimane
senza occupazione.
Da una diversa angolatura questo “discorso” - tra l'altro espresso benissimo
in una recente intervista su Rainews24 dal presidente degli Enti per il Diritto
allo studio Marco Moretti - ha dato vita in alcune città d'Italia a diverse
iniziative di contestazione di questo decreto, messe in campo dalle Liste del
sindacalismo studentesco. Iniziative simboliche e di testimonianza che non hanno
puntato sulla partecipazione in prima persona dei soggetti più direttamente
sotto attacco – gli attuali beneficiari delle borse di studio – né cercato di
ricomporre attorno alla questione “diritto allo studio” le differenti forme
della precarietà universitaria e studentesca. Nella maggior parte dei casi
questi tentativi si sono risolti in politicismi tra ceti del sindacalismo
studentesco e pezzi di partiti politici del centro-sinistra al governo nelle
Regioni. Prevedibilmente queste iniziative – prive di qualsiasi rapporto di
forza – si sono tradotte in contentini come lo slittamento della discussione dal
21 febbraio al 28, senza assolutamente incidere nella sostanza. C'è stata una
rinuncia ad assumere un piano politico ampio della manovra voluta da Profumo,
rinchiudendosi nei tatticismi votati a salvare il salvabile: come se, ancora una
volta, la posta in gioco fosse solo il cosiddetto “diritto allo studio” e gli
strumenti quelli della “democrazia rappresentativa”.
giovedì 6 settembre 2012
In più di cento contestano Profumo alla festa del Pd
È durata più di due ore la contestazione da parte dei precari della scuola e studenti medi e universitari, al ministro dell'istruzione Profumo, ospite alla festa del Partito Democratico nel quartiere di Pisanova.
La situazione per chi ha scelto di insegnare è rovente: dopo essersi indebitati per anni durante gli studi, dopo aver speso qualche migliaia di euro per l'abilitazione all'insegnamento e aver frequentato corsi e tirocini non pagati, 300 000 insegnanti sono precari da anni e, con l'ultimo annuncio del ministro dell'istruzione Profumo, sono destinati ad esserlo a vita.
Il maxi-concorso indetto, infatti, è l'ennesima batosta per chi vive una condizione precaria ormai insostenibile per migliaia di persone.
Il maxi-concorso indetto, infatti, è l'ennesima batosta per chi vive una condizione precaria ormai insostenibile per migliaia di persone.
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venerdì 16 marzo 2012
Perché ci chiamano “sfigati”.
La
politica dei sacrifici e l'economia del debito nel mondo della
formazione.
La politica è il
ricatto finanziario . Ci sentiamo ripetere questa cantilena:
“dovete fare sacrifici!”: l'unilateralità di questo comando
investe la crisi della politica. Il governo della cosa pubblica è
consegnato all'efficientismo gestionale dei tecnici, alle forme della
governance.
Non c'è contrattazione possibile. Il livello del
politico diventa solo il filtro esecutivo di disposizioni
sovraordinate. Emerge con chiarezza l'interesse della finanza e dei
suoi flussi di denaro, come livello del comando su una realtà
sociale e produttiva sempre più impoverita.
La formula applicativa di
questi dispositivi ci è nota ed è quella del modello Marchionne:
i sacrifici vanno fatti perché lo si è deciso, o meglio
l'oggettività imposta delle leggi del mercato lo ha deciso e
pertanto non solo farli è necessario ma è anche giusto; e
tutto questo non può essere oggetto di discussione.
Non a caso
Marchionne afferma “di Monti mi piace tutto”: allo stesso tempo
il Capo del Governo si presenta come tecnico super partes e appare
come modernizzatore del paese nel quadro dei nuovi equilibri del
capitalismo finanziario dentro la crisi.
Assistiamo di fatto al
commissariamento totale di quegli istituti democratici già a lungo
sviliti per i quali ora non ci si preoccupa neanche più di trovare
una qualche legittimità.
Emblematico a riguardo il caso greco, o
forse sarebbe più opportuno parlare di “prospettiva greca”: il
governo Papandreou è costretto a fare una brusca marcia indietro,
dopo essere ricorso alla consultazione referendaria imposta
dall'opposizione sociale.
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