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giovedì 2 dicembre 2010

Oltre il risultato alla Camera, verso lo sciopero generale

Pisa - Ieri più di diecimila studenti in piazza contro il Ddl Gelmini: gli universitari bloccano la stazione Fs, l'autostrada, l'Aurelia e la Fi-Pi-Li. In piazza anche gli studenti medi che bloccano la Tosco-Romagnola e raggiungono l'altro corteo in stazione centrale.


Nel giorno in cui alla camera è stata approvato il Ddl Gelmini, le piazze di tutta Italia si sono fatte sentire in un'opposizione forte e determinata ad una legge criminale che distrugge l'università pubblica.

Studenti medi. Dopo settimane di occupazioni a catena ed autogestioni, gli studenti e le studentesse delle scuole superiori hanno deciso di tornare ancora una volta nelle piazze per far sentire la propria voce e lo fanno con la determinazione che li ha sempre contraddistinti.

Mentre gli studenti universitari si radunano, i medi sono già in corteo e bloccano le arterie principali della città. Sono più di 1500, bloccano tutte le arterie stradali di Pisa est, il ponte delle Bocchette di raccordo con la superstrada ed infine si riversano sulla Tosco-Romagnola, importantissima via di comunicazione, che viene completamente paralizzata. Il corteo prosegue poi nuovamente verso il centro cittadino e verso la fine della mattinata va a ricongiungersi a quello universitario contribuendo all'occupazione della Stazione Fs.

Il movimento universitario. A Pisa dopo giorni di importantissime mobilitazioni, si è espressa in piazza tutta la forza delle vittorie politiche ottenute grazie alle lotte della scorsa settimana: sono migliaia gli studenti e le studentesse presenti nella piazza del concentramento, in un giorno in cui in nessuna facoltà di nessuno dei tre atenei viene svolta attività didattica. Una sospensione che riguarda anche la Scuola Normale e la Scuola S.Anna, ottenuta grazie alla forza, alla radicalità, alla determinazione delle pratiche messe in campo dal movimento nei giorni passati.
Intorno alle 11 il corteo non autorizzato comincia a muoversi sui lungarni, un serpentone lunghissimo suddiviso in tre spezzoni, composti da diverse facoltà, ognuno dei quali è aperto dallo striscione "Oggi blocchiamo la riforma - Ateneo bloccato".

Tanti i cori che si alzano da una folla, che ha mostrato che le parole non sono solo slogan, ma pratiche collettive e massificate; così al grido di "bloccheremo la città", gli universitari sono nuovamente nelle strade che rimangono paralizzate.

Si prosegue e il corteo passa sotto il palazzo dell'Inps, sul cui tetto sono saliti i dottorandi ed i ricercatori precari, che ancora una volta unendosi alle proteste degli studenti, hanno voluto lanciare un segnale dall'alto. Sul palazzo è appeso lo striscione "Generazione senza pensione. Stop DDL Stop Precarietà".
  •          Leggi il comunicato dei dottorandi e dei ricercatori precari

Come è già successo in molte occasioni dei giorni scorsi, la manifestazione si ferma a metà via Bonaini, di fronte alla sede della CGIL. Qui interventi e slogan come "nessun patto sociale col padrone, sciopero generale e autorganizzazione", ribadiscono con determinazione la necessità politica della convocazione dello sciopero generale. E' evidente quanto la dimensione ricompositiva dei soggetti sociali che non vogliono pagare la crisi e le politiche governative di austerità, a Pisa stia già maturando a partire dall'autoconvocazione di migliaia e migliaia di studenti e precari che giorno dopo giorno si riprendono le strade, gli aeroporti, i tetti, le torri. Lo sciopero generale quindi non come momento simbolico da richiedere, ma come pratica diffusa e massificata di blocco, opposizione e conflitto, per aumentare la forza del proprio movimento; questo è il succo che emerge dalla piazza.

Intorno alle 12:30 la testa del corteo entra alla Stazione Fs: le tre camionette di blindati rimangono a guardare, la decina di poliziotti in antisommossa si defila nel momento in cui i primi cordoni della manifestazione si affacciano a passo svelto sulla piazza: in pochissimo gli oltre 10000 studenti del corteo si riversano all'interno bloccando una delle principali arterie di comunicazione del paese. I binari sono tutti fermi e pieni di striscioni che esprimono l'opposizione al Ddl Gelmini.Qualcuno riesce a salire su una locomotiva e fa suonare "il fischio della protesta", il morale è alto.

Ascolta le interviste dalla Stazione occupata:  
  • Marri (Studenti universitari)
  • Chica (Studenti medi)

La stazione rimane occupata per circa 4 ore. Vengono diffuse le notizie di paralisi del paese, di scontro e conflitto sociale, di blocco che si oppone con numeri, rabbia e determinazione in ogni città e numerose province. Se la settimana prima Pisa aveva dato in là alla "presa dei monumenti", il 30 novembre è il giorno della riproduzione su scala nazionale di blocchi di ogni arteria di viabilità. Intorno alle 16:30, dopo aver appreso che le Ferrovie avevano organizzato la deviazione dei treni su altri nodi ferroviari, gli studenti e le studentesse si radunano nel piazzale antistante per partire verso nuovi blocchi della città.

All'inizio sono duemila i manifestanti che si dirigono in periferia, prima sull'Aurelia, poi sulla Fi-Pi-Li che viene bloccata, ed infine in più di 4000 imboccano il raccordo per l'autostrada Genova-Livorno che viene dunque chiusa al traffico in quel tratto. Sono circa le 18:30 quando il corteo fa il suo ingresso al casello mantenendolo bloccato, comincia a piovere, ma niente sembra fermare i manifestanti che camminano ormai dalla mattina.
  •         Ascolta la diretta dall'autostrada

Il corteo riparte, sono ancora tanti i km da percorrere, gli studenti e le studentesse vogliono di nuovo portare la protesta in città.

Viene bloccata l'Aurelia, si esce all'altezza dell'aeroporto e intanto arrivano notizie del voto alla Camera: la Riforma è passata, non c'è sconforto tra gli studenti e le studentesse, ma una rabbia ed una determinazione che crescono. Lo avevano sempre detto nei giorni scorsi: "siamo un movimento di protesta dal basso, che nasce dall'opposizione al Ddl Gelmini, e che andrà oltre il risultato alla Camera"; la manifestazione torna in città, percorre via Dell'Aeroporto e va sciogliersi davanti alla stazione Fs.

Sono circa le 21, è palese la stanchezza negli occhi di tutti e tutte, ma nelle parole è chiara la voglia di proseguire, l'appuntamento è per le 22 alla facoltà di Scienze occupata, per una nuova assemblea dell'ateneo bloccato.

In serata sono centinaia gli studenti e le studentesse presenti all'assemblea: si ribadisce l'importanza di mantenere le facoltà punti fermi di agitazione, blocco e mobilitazione, che siano il frutto delle decisioni che emergeranno dalle assemblee permanenti, per cui laddove si riterrà necessario si proseguirà nelle occupazioni, in altre facoltà invece si manteranno delle aule occupate, che diverrano punti nevralgici per creare ed organizzare le prossime mobilitazioni.

Non si scorgono note di scoraggiamento rispetto al voto della Camera: si vuole proseguire verso la settimana in cui il Ddl passerà al Senato e nella direzione di un'opposizione forte che vada a costruire con il conflitto sociale lo sciopero generale, rispedire indietro il ddl e mandare a casa il governo.

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