Nel giorno in cui alla camera è stata approvato il Ddl
Gelmini, le piazze di tutta Italia si sono fatte sentire in un'opposizione
forte e determinata ad una legge criminale che distrugge l'università pubblica.
Studenti medi. Dopo settimane di occupazioni a catena ed
autogestioni, gli studenti e le studentesse delle scuole superiori hanno deciso
di tornare ancora una volta nelle piazze per far sentire la propria voce e lo
fanno con la determinazione che li ha sempre contraddistinti.
Mentre gli studenti universitari si radunano, i medi
sono già in corteo e bloccano le arterie principali della città. Sono più di
1500, bloccano tutte le arterie stradali di Pisa est, il ponte delle Bocchette
di raccordo con la superstrada ed infine si riversano sulla Tosco-Romagnola,
importantissima via di comunicazione, che viene completamente
paralizzata. Il corteo prosegue poi nuovamente verso il centro cittadino e
verso la fine della mattinata va a ricongiungersi a quello universitario
contribuendo all'occupazione della Stazione Fs.
Il movimento universitario. A Pisa dopo giorni di importantissime
mobilitazioni, si è espressa in piazza tutta la forza delle vittorie politiche
ottenute grazie alle lotte della scorsa settimana: sono migliaia gli studenti e
le studentesse presenti nella piazza del concentramento, in un giorno in cui in
nessuna facoltà di nessuno dei tre atenei viene svolta attività didattica. Una
sospensione che riguarda anche la Scuola Normale e la Scuola S.Anna, ottenuta
grazie alla forza, alla radicalità, alla determinazione delle pratiche messe in
campo dal movimento nei giorni passati.
Intorno alle 11 il corteo non autorizzato comincia a
muoversi sui lungarni, un serpentone lunghissimo suddiviso in tre spezzoni,
composti da diverse facoltà, ognuno dei quali è aperto dallo striscione
"Oggi blocchiamo la riforma - Ateneo bloccato".
Tanti i cori che si alzano da una folla, che ha
mostrato che le parole non sono solo slogan, ma pratiche collettive e
massificate; così al grido di "bloccheremo la città", gli
universitari sono nuovamente nelle strade che rimangono paralizzate.
Si prosegue e il corteo passa sotto il palazzo
dell'Inps, sul cui tetto sono saliti i dottorandi ed i ricercatori precari, che
ancora una volta unendosi alle proteste degli studenti, hanno voluto lanciare
un segnale dall'alto. Sul palazzo è appeso lo striscione "Generazione
senza pensione. Stop DDL Stop Precarietà".
- Leggi il comunicato dei dottorandi e dei ricercatori precari
Come è già successo in molte occasioni dei giorni
scorsi, la manifestazione si ferma a metà via Bonaini, di fronte alla sede
della CGIL. Qui interventi e slogan come "nessun patto sociale col
padrone, sciopero generale e autorganizzazione", ribadiscono con
determinazione la necessità politica della convocazione dello sciopero
generale. E' evidente quanto la dimensione ricompositiva dei soggetti sociali
che non vogliono pagare la crisi e le politiche governative di austerità, a
Pisa stia già maturando a partire dall'autoconvocazione di migliaia e migliaia
di studenti e precari che giorno dopo giorno si riprendono le strade, gli
aeroporti, i tetti, le torri. Lo sciopero generale quindi non come momento
simbolico da richiedere, ma come pratica diffusa e massificata di blocco,
opposizione e conflitto, per aumentare la forza del proprio movimento; questo è
il succo che emerge dalla piazza.
Intorno alle 12:30 la testa del corteo entra alla
Stazione Fs: le tre camionette di blindati rimangono a guardare, la decina di
poliziotti in antisommossa si defila nel momento in cui i primi cordoni della
manifestazione si affacciano a passo svelto sulla piazza: in pochissimo gli
oltre 10000 studenti del corteo si riversano all'interno bloccando una delle
principali arterie di comunicazione del paese. I binari sono tutti fermi e
pieni di striscioni che esprimono l'opposizione al Ddl Gelmini.Qualcuno riesce
a salire su una locomotiva e fa suonare "il fischio della protesta",
il morale è alto.
Ascolta le interviste dalla
Stazione occupata:
- Marri (Studenti universitari)
- Chica (Studenti medi)
La stazione rimane occupata per circa 4 ore. Vengono
diffuse le notizie di paralisi del paese, di scontro e conflitto sociale, di
blocco che si oppone con numeri, rabbia e determinazione in ogni città e
numerose province. Se la settimana prima Pisa aveva dato in là alla "presa
dei monumenti", il 30 novembre è il giorno della riproduzione su scala
nazionale di blocchi di ogni arteria di viabilità. Intorno alle 16:30, dopo
aver appreso che le Ferrovie avevano organizzato la deviazione dei treni su
altri nodi ferroviari, gli studenti e le studentesse si radunano nel piazzale
antistante per partire verso nuovi blocchi della città.
All'inizio sono duemila i manifestanti che si dirigono
in periferia, prima sull'Aurelia, poi sulla Fi-Pi-Li che viene bloccata, ed
infine in più di 4000 imboccano il raccordo per l'autostrada Genova-Livorno che
viene dunque chiusa al traffico in quel tratto. Sono circa le 18:30 quando il
corteo fa il suo ingresso al casello mantenendolo bloccato, comincia a piovere,
ma niente sembra fermare i manifestanti che camminano ormai dalla mattina.
- Ascolta la diretta dall'autostrada
Il corteo riparte, sono ancora tanti i km da
percorrere, gli studenti e le studentesse vogliono di nuovo portare la protesta
in città.
Viene bloccata l'Aurelia, si esce all'altezza
dell'aeroporto e intanto arrivano notizie del voto alla Camera: la Riforma è
passata, non c'è sconforto tra gli studenti e le studentesse, ma una rabbia ed una
determinazione che crescono. Lo avevano sempre detto nei giorni scorsi:
"siamo un movimento di protesta dal basso, che nasce dall'opposizione al
Ddl Gelmini, e che andrà oltre il risultato alla Camera"; la
manifestazione torna in città, percorre via Dell'Aeroporto e va sciogliersi
davanti alla stazione Fs.
Sono circa le 21, è palese la stanchezza negli occhi
di tutti e tutte, ma nelle parole è chiara la voglia di proseguire,
l'appuntamento è per le 22 alla facoltà di Scienze occupata, per una nuova assemblea
dell'ateneo bloccato.
In serata sono centinaia gli studenti e le studentesse
presenti all'assemblea: si ribadisce l'importanza di mantenere le facoltà punti
fermi di agitazione, blocco e mobilitazione, che siano il frutto delle
decisioni che emergeranno dalle assemblee permanenti, per cui laddove si
riterrà necessario si proseguirà nelle occupazioni, in altre facoltà invece si
manteranno delle aule occupate, che diverrano punti nevralgici per creare ed
organizzare le prossime mobilitazioni.
Non si scorgono note di scoraggiamento rispetto al
voto della Camera: si vuole proseguire verso la settimana in cui il Ddl passerà
al Senato e nella direzione di un'opposizione forte che vada a costruire con il
conflitto sociale lo sciopero generale, rispedire indietro il ddl e mandare a
casa il governo.
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