Note su di una straordinaria giornata di conflitto universitario.
Pisa - 12 novembre.
Le assemblee di facoltà. La giornata di ieri è stata caratterizzata
fortemente dalla ripresa delle mobilitazioni universitarie. Dalla mattina, diverse
facoltà (giurisprudenza, scienze, ingegneria) hanno svolto assemblee con altissima partecipazione. Un dato politico
su tutti: in queste prime settimane di ripresa dei corsi, è netta la
consapevolezza che nessuna normalità accademica è più possibile, pena
l’accettazione di enormi sacrifici insostenibili sia sul piano della didattica
che su quello del diritto allo studio. La ricalendarizzazione del ddl in
parlamento nelle prossime settimane è stato quindi il punto di partenza di
discussioni che affrontano con decisione e determinazione il nodo delle pratiche
di opposizione alla riforma, in una fase in cui il governo adotta subdolamente
la tattica di una ricerca di compromessi e mediazioni su alcuni emendamenti,
alla ricerca di una pace sociale che, se impossibile gli è il consenso, non gli
porti conflitto sociale. E’ quindi sulle pratiche di opposizione che le diverse
soggettività studentesche ripartono!
Mensa gratis. La contro-risposta non si fa attendere: dopo aver
appeso uno striscione che denunciava il “furto delle borse di studio”,
lanciando l’importante data di assemblea d’ateneo per il 15 novembre, gli
studenti si sono mossi in direzione della Mensa centrale al grido “paga
Tremonti, la mensa oggi la paga Tremonti”. Di lì in poi è stato un susseguirsi
di insubordinazione a catena, riproduzione del conflitto e contro-cooperazione.
Un migliaio di studenti e precari si sono riappropriati concretamente del loro
diritto allo studio: quale migliore segnale per Tremonti, Gelmini e…Peruzzi! Il
punto importante è stata la spontanea organizzazione di decine e decine di
commensali che, sciogliendo i ranghi delle file d’attesa, hanno seguito
l’indicazione di riappropriazione, e, divelte le barriere, hanno interrotto i
pagamenti dei ticket-mensa. Altro dato importante è la solidarietà dei lavoratori
che hanno incrociato le braccia, permettendo agli studenti di autogestire la
distribuzione dei cibi… e tutto questo fino alla fine e sotto gli occhi (per
una volta i loro impotenti!) dei dirigenti! E’ ben masticato il concetto che
difendere la formazione come bene comune, sia oggi più che mai pratica di
riappropriazione! In particolare la “difesa” del diritto allo studio cessa di
essere faccenda di sindacatini studenteschi, ma può e deve cessare di essere
affrontata come questione esclusivamente tecnica: i tagli alle borse e ai
servizi del diritto allo studio investono la crisi dei dispositivi di
riproduzione sociale, ed è quindi affaire politico da agire
contrappositivamente a ciò che sui territori ne sono le articolazioni di
governo.
Notte bianca a lettere. Nel pomeriggio l’assemblea permanente di
lettere occupa la facoltà, in opposizione alla dequalificazione della didattica
ed all’atteggiamento di chiusura del Preside di Facoltà nei confronti delle
mobilitazioni studentesche che da settembre pretendevano di bloccare la
didattica a fronte di una facoltà che è già gravemente compromessa dai tagli e
dalla scarsità del’offerta formativa.
Nel pomeriggio vi si svolge
l’assemblea del mondo della formazione che scenderà in piazza il 17 novembre,
in cui, forti di uno sciopero generale di scuola ed università, la città
risponderà con forza allo dismissione strategica dell’istruzione.
In serata viene presentato la
produzione di sapere auto organizzato dall’assemblea permanente di lettere,
in cui viene analizzata la profonda e
progressiva dequalificazione della didattica delle discipline umanistiche.
Decine e decine di corsi di studio tagliati, offerta formativa sempre più
vincolata, scadenza della qualità dei saperi sono ormai una realtà cui la
Riforma non farebbe altro che sancirne la morte. La mercificazione dei saperi e
l’indebitamento didattico sono quindi viste come le condizioni con cui la
precarietà è già dentro il corpo studentesco. Questa iniziativa diventa anche
l’occasione per un partecipato dibattito sulla fase di mobilitazione in
costruzione, in cui viene ribadita la priorità dell’opposizione a qualsiasi
tentativo di “rattoppamento” della Riforma.
Viste le premesse, il movimento
studentesco non mancherà di certo agli appuntamenti che gli si presenteranno
davanti!
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