Pisa - Questa mattina la città ha visto scendere nuovamente per le strade centinaia di studenti e studentesse degli istituti superiori, nuovamente in corteo per ribadire la loro netta opposizione alla riforma Gelmini, ad una sempre maggiore precarizzazione delle loro esistenze.
Questo terzo corteo studentesco è andato non solo a sancire definitivamente il chiaro protagonismo di questo soggetto all'interno delle lotte del mondo della formazione che hanno e stanno attraversando l'intera nazione, ma anche a riproporre con forza le parole d'ordine che da mesi ormai non smettono di risuonare nelle città, nei cortei, nelle scuole, nei luoghi di lavoro, nelle Università: contro le politiche del sacrificio! sciopero generale subito! verso e oltre il 14 dicembre!
Questo terzo momento di mobilitazione si inserisce in un quadro che vede gli studenti medi autorganizzarsi e,a partire da poche occupazioni, andare poi a prendersi quasi tutti i licei e gli istituti superiori riempiendoli di iniziative e momenti di autoformazione; li vede, inoltre, nelle scuole con gli scioperi a gatto selvaggio, nelle strade con cortei non autorizzati, nelle piazze assieme al resto del mondo della formazione.
Dal primo e già partecipatissimo corteo del 15 ottobre, passando per le cariche a freddo del 17 novembre, fino alla giornata del 30 con il blocco di una delle arterie principali della viabilità cittadina, gli studenti medi in lotta hanno messo in atto pratiche di rifiuto e riappropriazione mostrando la capacità di rilanciare sempre nuovi momenti di mobilitazione.
Mobilitazione per la quale secondo alcuni dirigenti scolastici gli studenti che hanno preso parte alle occupazioni e alle proteste dovrebbero "pagare" con 5 in condotta e rischio di bocciatura.
In piazza, quindi, al grido di "Que se vayan todos!", ma anche contro il tentativo di spaventare, di punire, di negare il diritto di manifestare, a dimostrazione che la repressione, che passi per un manganello o un provvedimento disciplinare non ha la capacità di zittire nessuno, anzi.
Intorno alle 8.30, da Pizza Sant'Antonio, luogo del concentramento, il corteo si è andato costruendo: pezzi di istituti sono arrivati in cortei spontanei per poi sciogliersi all'interno della piazza.
In circa 500 si sono mossi per le vie del centro: significativo il passaggio sotto la sede della CGIL dove gli studenti e le studentesse hanno chiesto ad alta voce lo sciopero generale.
E' stato poi il momento del Provveditorato dove i manifestanti hanno trovato una decina di celerini schierati ad attenderli. Alcuni studenti del Casp si sono staccati dal corteo e hanno appeso al cancello uno striscione contro il tentativo da parte della dirigenza scolastica di delegittimare la protesta.
Grandi Scuole, CEPU, Prefettura: il corteo ha proseguito compatto attraversando e bloccando la città fermo sulle sue parole d'ordine.
Intorno alle 11.30 gli studenti e le studentesse si sono uniti ai componenti del Collettivo Universitario Autonomo per dare vita ad una due giorni ricca di iniziative e socialità all'interno del Polo Carmignani nuovamente occupato per l'occasione.