Entrambi
i libri partono da un preciso metodo di scrittura e analisi della
realtà, quello della socioanalisi narrativa. Entrambi i testi
prendono in considerazione il problema politico intrinseco alla
pratica della medicina, intesa come scienza del potere, ossia quello
dei rapporti di forza che si producono all'interno di questa pratica.
Nella
nostra città è più volte sorta l'esigenza di creare
collettivamente degli strumenti per ribaltare questa subalternità,
per costruire tra utenti e operatori una pratica di sovversione di
questi dispositivi escludenti ed impoverenti. Questo dibattito sarà
un primo passo per porre in pratica nuova concezione di medicina e
salute.
Cos'è
il metodo della socioanalisi narrativa?
Questo
metodo si sviluppa all'interno dell'editoria sociale della casa
editrice Sensibili alle Foglie. È in laboratorio di ricerca sociale
che si è sviluppato in primo luogo all'interno delle carceri, per
poi esplorare altri ambienti: istituti psichiatrici e per anziani,
ospedali, luoghi di lavoro, fenomeni migratori. Alcuni degli attori
che attraversano queste istituzioni vivono situazioni di malessere
all'interno di esse. A partire da questa situazione emotiva di
malessere si sviluppano i racconti, che si riuniscono attorno a un
racconto comune di decostruzione del mito narrativo e
dell'immaginario sociale che aleggia intorno all'istituzione. Tutte
le narrazioni partono da una spinta interna di chi vive il contesto
che produce l'insofferenza ma che allo stesso modo riesce a produrre
un ambito collettivo in cui produrre una nuova narrazione
dell'istituzione.