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lunedì 26 gennaio 2015

Nuovo ISEE: i poveri diventano più ricchi per potersi indebitare


Dal 1998 l'erogazione delle prestazioni sociali agevolate viene regolamentate in base all' ISEE (indicatore della situazione economica equivalente). Dal 2011, tra una manovra e l'altra, i governi cercano di portare a termine la riformulazione del calcolo dell' ISEE. Ci sono riusciti: dal 1° gennaio è in vigore il DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica), approvato il 7 novembre 2014 ma già in cantiere dal 2013 (nel “Salva Italia”).

Cosa succederà con l'applicazione del DSU?

Cambieranno i parametri riguardanti la condizione reddituale, patrimoniale e familiare. Questo comporta che da ora verranno conteggiate anche le somme prima esenti da imposizione fiscale (assegni di mantenimento e familiari, trattamenti assistenziali e previdenziali, borse di studio).
Per ciò che riguarda il patrimonio entreranno nel conteggio i conti correnti bancari e postali, titoli di stato; insomma i normali risparmi privati delle famiglie, sottoposti a controlli incrociati. Il patrimonio immobiliare verrà calcolato in base ai valori IMU (sensibilmente più alti rispetto a quelli dell'ICI) e aumenterà del 60%. Ciò comporterà un pesante aumento della situazione patrimoniale di chi ha una casa di proprietà. Incideranno in modo notevole anche le condizioni di separazione tra coniugi e di figli che lavorano (redditi non percepiti dal dichiarante ma da persone che si “presume” possano farsi carico di lui/lei).
Questo nuovo calcolo della ricchezza (ossia della povertà) sarà differenziato a seconda dei servizi che si richiedono (è previsto di sei tipi). Dunque la condizione economico patrimoniale sarà diversa per diritto allo studio universitario, enti residenze e servizi assistenziali e servizi sociosanitari. Le proiezioni mostrano che a parità di reddito la condizione ISEE aumenterà (in alcuni casi raddoppia) sopratutto per le famiglie in difficoltà economica (in particolare donne sole con figli a carico o famiglie con anziani a carico) impedendo l'accesso ai servizi, dalle mese scolastiche agli asili nido, dalla sanità al diritto allo studio.

Come se tutto ciò non bastasse sono innumerevoli gli ostacoli alla compilazione del DSU: pin, molti moduli, indicazione della giacenza media dei conti. I tempo lunghissimi (dai 10 giorni in su) proibiscono di rispettare le scadenze per presentazione di agevolazioni (tasse universitarie, rimborso affitti etc.).


Trasformare la povertà in ricchezza per escludere e condurre all'indebitamento...


Per la maggior parte dei nuclei familiari questa riforma dell'ISEE rappresenta un'esclusione forzata dall'accesso ai servizi. Quest'esclusione non passa dal restringimento dei criteri di accesso ma dal truccare i redditi. Quest'anno studenti, madri sole e anziani, pur senza variazioni nel loro reddito, perderanno casa dello studente, riduzioni mensa, assegni di mantenimento. Ecco che magicamente gli enti welfaristici potranno dimostrare di soddisfare il 100% delle domanda sociale di loro competenza. Nel concreto costringeranno a esclusione e indebitamento sui terreni della previdenza sociale e del diritto allo studio.