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domenica 28 aprile 2013

Servizio Pubblico. Una critica politica dei media dentro e contro

Ogni strumento comunicativo è segnato dall'ambivalenza del suo utilizzo. Certo, ogni strumento è definito da un campo di forze che ne determinano l'appartenenza rispetto a interessi che sono espressione dei rapporti di dominio delle nostre società.
L'agire politico, anche sul piano mediatico, si misura sulla capacità di attraversare e forzare i confini di questo campo di forze. È per questo che, a seguito della contestazione a Pisa all'ormai ex ministro Profumo nella giornata di martedì 23, abbiamo accettato di raccogliere l'invito a partecipare alla trasmissione di Michele Santoro, "Servizio Pubblico", andata in onda giovedì 25 aprile, sapendo di attraversare un campo nemico... ma per provare a farne razzia. 

Come accettare di stare dentro un mezzo definito dagli interessi della controparte - ovvero un mezzo funzionale a produrre il chiacchiericcio degli spettatori della compatibilità con lo stato di crisi permanente degli assetti istituzionali - eppure, allo stesso tempo, provare a fare di questo stesso mezzo un contro-utilizzo? Come non farsi ridurre – usando una terminologia giornalistica – a un' "iniezione di realtà" innocua e testimoniale, ma invece tentare di intervenire su quella stessa realtà? Come non rischiare mai di essere esterni rispetto a un flusso di discorso e di condivisione anche quando questo produce subalternità? La marginalità, la separatezza, l'essere esterni e impotenti, in politica è un fatto senza valore. Se è vero che il medium è il messaggio, allora per marcare alterità e prospettare alternativa è indispensabile deformare il medium stesso, ma dall'interno, nel suo utilizzo, ovvero, in relazione al format "Servizio Pubblico" e a quella specifica puntata sull' "inciucio di governo" resistere, come "ospiti parlanti", all' "inciucio mediatico".
La non componibilità rispetto alla confezione proposta impone però che la verifica politica si dia non sullo stesso piano definito dal media utilizzato e dunque dal suo ordine di discorso. Piuttosto, dopo aver creato scalpore, imbarazzo, reazioni isteriche e rottura di quel teatrino mediatico, ci interessa spendere le nostre energie per orientarci e orientare la magmatica mole di informazioni, sensazioni, emozioni e reazioni scatenatesi in rete.
Quando dalla realtà fisica, l'interfaccia virtuale dei social network viene incrociato con il media mainstream, le potenzialità comunicative si moltiplicano esponenzialmente attraversando più contesti di condivisione sociale. Basta provare a digitare su google "studenti pisa servizio pubblico", tanto quanto leggere gli articoli dei vari Michele Serra, piuttosto che drizzare le orecchie nelle case dello studente o sui profili facebook stile "spotted", che ci si rende immediatamente conto di aver smosso una realtà, di aver tracciato una linea di demarcazione che attraversa la composizione sociale dividendo tra gli interessi di chi vuole che nulla cambi e chi invece desidera attivarsi partendo dalla partecipazione, rinunciando e opponendosi alla paura e alla rassegnazione. 
Intervenire in questo nuovo campo di discussione è il nostro obiettivo. Il video che segue è un primo prodotto politico che tenta di sperimentare una critica politica dei media, dentro e contro...

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