Riportiamo di seguito il testo di una lettera aperta, inoltrata anche nelle caselle di posta dei docenti del nostro ateneo, in riferimento al caso VQR. Le procedure di valutazione della ricerca, sulla base delle quali vengono ripartiti alcuni fondi ministeriali, è stata boicottata da oltre 200 professori dell’Ateneo pisano. La protesta cresce in tutta Italia motivata dall’esigenza di ridiscutere la condanna del sistema a cui anni di riforme e tagli stanno condannando l’università italiana. In risposta alla protesta il Rettore ha deciso di bloccare i fondi interni e il piano di investimenti di UniPi. Questi fatti crediamo riguardino interamente anche tutti gli studenti. Per questo crediamo occorra un dibattito pubblico, aperto e condiviso. Abbiamo pertanto voluto promuovere uno spazio di discussione aperto per mercoledì 16 alle ore 18 a Palazzo Ricci.
Gentili Prof. e Prof.sse,
scriviamo questa lettera per invitarvi all’assemblea che si terrà il 16 marzo alle 18 in aula multimediale a palazzo Ricci. In questa settimana siamo andati in diverse lezioni per cercare un dialogo pubblico sul tema delle VQR con voi e gli studenti che seguono il vostro corso. Da diversi mesi seguiamo la vicenda sui giornali ed i mezzi di informazione. Questo ci ha dato lo spunto per dire come ciò si ripercuote sul nostro percorso formativo e su come percepiamo l’università e la ricerca oggi.
Lo stato di de finanziamento è l’unico tema di cui si parla, ed è sicuramente il nodo centrale per affrontare il tema delle risorse: come vengono utilizzate dal ministero e dai Rettori delle università. Oltre a questo c’è anche un altro tema, tenuto molte volte sotto traccia: l’università è un sistema orientato verso cosa, e per chi? Nelle aule di lezione purtroppo non c’è riscontro di quell’attività di ricerca che molti docenti portano avanti, i saperi sono intensificati ma privi di profondità. La didattica, il rapporto formativo sono diventati negli ultimi anni una mera routine obbligatoria che ci priva della possibilità di poter essere parte della comunità accademica e poter prendere parola riguardo a ciò che ci viene insegnato. Pensiamo che a partire da questa protesta che portate avanti si possa aprire un ampio dibattito sulle condizioni dell’università che viviamo: i saperi che vi circolano, la ricerca che vi viene portata avanti, le risorse di cui siamo espropriati. Il Rettore ha reso pubblica la volontà del cda di bloccare i fondi e le risorse come “ricatto” nei confronti di chi rifiuta di farsi valutare. Questo attacco è rivolto non solo a voi ma a tutti e tutte noi che stiamo all’interno dell’Università. Per riuscire ad elaborare un percorso comune e pubblico su quello che sta succedendo ma anche per allargare il tema del discorso a questioni ora lasciate da parte vi invitiamo a partecipare a quest’assemblea.
Con la preghiera che questa lettera venga amplificata anche tramite i vostri canali: nelle aule, con i colleghi ed il personale universitario.
Cordiali saluti, studentesse e studenti UniPi
Collettivo Universitario Autonomo