I
provvedimenti imposti dalla Gelmini fino a Profumo hanno contribuito
all’inasprimento
delle condizioni in cui versa l'università. Dalle borse di studio,
alla ristrutturazione della didattica, dal blocco del turn-over, alla
continua svendita del patrimonio pubblico l'università ha cambiato
volto diventando sempre più terreno di sacrifici più che di
formazione.
I
recenti provvedimenti del Ministro Carrozza affiancano una
commissione di revisione di spesa ai tagli previsti:
28
milioni nel 2016, 70 nel 2017, 84 nel 2018.
Inoltre
diverse misure incrociano smantellamento della formazione e dello
stato sociale associato:
- Per il sistema universitario il TURN-OVER complessivo è fissato al 20%, ma agli atenei d'eccellenza Scuola Superiore Sant’Anna e Scuola Normale vengono invece accordati turn-over rispettivamente del 212% e del 160%.
- Il decreto AVA ha spinto gli atenei a chiudere corsi e ad inserire blocchi all'accesso del 57% dei cori di laurea
- Oltre il 50% degli idonei a Pisa non riceverà un alloggio. I POSTI ALLOGGIO INSUFFICIENTI Oltre 1500 studenti sono esclusi da questo diritto e sono quindi costretti a indebitarsi con affitti che arrivano anche a 300 euro al mese, facendo gli interessi dei grandi proprietari immobiliari.
- La SERVICE TAX e altri provvedimenti varati dal governo delle larghe intese scaricano l'IMU sugli inquilini in affitto, peggiorando ancora le condizioni degli studenti fuori sede
- Nell'area umanistica a Pisa sono sempre di più i CORSI CHE TACCIONO. Inoltre l’appello di dicembre nel dipartimento di Filologia, letteratura e linguistica è stato eliminato, mentre a Civiltà e Forme del sapere al suo posto ne è stato inserito un altro a gennaio, appesantendo ulteriormente il carico di studio e impedendo a tanti di laurearsi nella sessione invernale.
Si manifesta
quindi una incompatibilità radicale tra
bisogno formativo e politica di gestione delle risorse pubbliche.
Ci costringono ai sacrifici perché sostengono che le risorse sono
scarse. Ma, come la Conferenza Università e Territorio ha dimostrato
(21/10/13), queste ci sono e sono oggetto di
una svendita e di una lottizzazione arbitrata
dal comune.
Una serie di
immobili pubblici vengono desitinati a una
valorizzazione contraria alle nostre esigenze:
dall'albergo comunale di Santa Croce in
Fossabanda, pressoché pronto all'uso per
sanare l'emergenza abitativa studentesca, alla porzione dell’Ex
Convento delle Benedettine, acquistato per
costruire una foresteria di lusso per soli visiting professor. Allo
stesso modo la Residenza Paradisa dev'essere
rilevata dall'INAIL, e l'ex
residenza DSU di Via dell'Occhio
e quella ancora in uso di Campaldino così
come lo studentato occupato SPOT a
Palazzo Feroci devono essere tolti dai piani di alienazione.
Il
patrimonio pubblico non può essere svenduto a speculatori privati o
esser fatto oggetto di speculazione. Deve anzi esser riutilizzato e
messo a disposizione della collettività.
Quando
l’abisso tra gli interessi dei poteri forti (università, grandi
investitori privati, scuole private) e i bisogni dello studente si fa
sempre più evidenti, non resta che metterci insieme, discutere e
proporre un'alternativa concreta che possa darsi un progetto diverso
e che riesca ad attaccare i diretti
responsabili dei processi di impoverimento e svalutazione continua
universitaria. Come
sul terreno della lotta per la casa si è espressa un'opposizione
sociale nella giornata romana del 19 ottobre e del 31, così anche
nell'università costruiamo l'opposizione alla loro austerità
costruendo la giornata di mobilitazione del 15 novembre.
ASSEMBLEA
D'ATENEO il 12 novembre al Polo Carmignani ORE 11
Per
info Fb: Collettivo Universitario Autonomo Pisa
Spot - studentato occupato autogestito