E' stata una lunga giornata di lotta a Pisa: città paralizzata dai blocchi, colpita equitalia, picchetti con copertoni sulla superstrada, occupata l'ex polisportiva di Pratale.
Già dal primo pomeriggio la gente ha cominciato a radunarsi nei tre picchetti di partenza che Occupy Pisa aveva lanciato per questo appuntamento: il presidio permanente di piazza Dante, il centro per l'impiego e il quartiere Cep.
Intorno alle 16:30 da piazza Dante è partito il primo e più numeroso corteo, che subito è andato a bloccare i lungarni; quasi contemporaneamente è partito il corteo dal centro per l'impiego, che ha bloccato la zona della stazione; poco dopo altri manifestanti sono partiti dal Cep, paralizzando la periferia.
I primi due cortei si sono incontrati in via Conte Fazio per poi ricongiungersi, all'altezza dell'Aurelia, al corteo proveniente dal Cep.
Qui centinaia di persone – studenti, operai, cassaintegrati, disoccupati, gente comune - hanno bloccato la strada per circa 20 minuti prima di rimettersi in cammino verso Equitalia.
In pochissimo la città si è ritrovata completamente paralizzata, tante le macchine rimaste bloccate in fila, tanti gli automobilisti solidali al corteo, alcuni dei quali hanno parcheggiato unendosi alla protesta.
Lungo l'aurelia i 300 manifestanti si sono fatti sentire suonando pentole e battendo sulle lamiere che dividono la carreggiata da un cantiere; tantissimi i cartelli su cui c'erano scritte contro l'agenzia di riscossione. Lo striscione di apertura recitava 'blocchiamo equitalia – noi il vostro debito non lo paghiamo'.
Intorno alle 18:00 la manifestazione è giunta agli uffici di equitalia che, vista l'annunciata contestazione, oggi hanno chiuso in anticipo. Qui i manifestanti hanno strappato decine e decine di cartelle esattoriali dell'agenzia di riscossione crediti e hanno lanciato davanti all'ingresso resti di macello di un animale: 'la macelleria sociale che banche, governo, padroni e la stessa equitalia vorrebbero mettere in atto, oggi gli viene restituita!'. Chi è indebitato ha deciso da oggi di non nascondersi più, di non rinchiudersi, di non abbassare la testa, di non farsi schiacciare, ma di ribellarsi insieme a tanti e tante, che pure in diverse condizioni, cominciano a ricomporsi e a riconoscersi come 'simili'.
Dopo diversi interventi il corteo è ripartito andando a bloccare nuovamente l'Aurelia, raggiungendo l'imbocco dell'autostrada e bloccando l'uscita della Fi-Pi-Li. Qui sono stati sparsi copertoni su tutta la carreggiata e il blocco è stato mantenuto per circa un'ora.
I manifestanti si sono poi rimessi in cammino, continuando a bloccare le strade e dirigendosi verso il centro cittadino, raggiungendo il presidio permanente di piazza Dante.
Sono circa le 20, ma la giornata non è ancora finita per tutti coloro che hanno deciso di dare una risposta concreta a questa crisi, di ribellarsi, di non rimanere soli, di creare nuovi legami sociali, di non pagare il debito creato dai pochi, politici e banchieri, che detengono il potere finanziario.
E così in tanti hanno ripreso il corteo per il centro della città, fino a raggiungere la periferia opposta rispetto alla sede di equitalia... tanta strada percorsa con determinazione per arrivare ad un nuovo, grande momento di riappropriazione: oggi, infatti, a tre mesi esatti dallo sgombero di via la Pergola e l'occupazione di piazza Dante, Occupy Pisa cresce e si trasforma ridando vita ad uno dei tanti luoghi della città abbandonati e lasciati al degrado.
Sono le 20:40 quando i manifestanti raggiungono via di Pratale ed entrano in un ex-polisportiva chiusa da tempo: campi da calcio, da calcetto e da tennis, spogliatoi e spazi enormi all'aperto. Un altro spazio restituito alla collettività, la cui riapertura ha trovato subito il plauso di alcuni vicini di casa che hanno accolto con il sorriso i 'nuovi arrivati'.
E' da qui che Occupy Pisa vuole proseguire, dando vita alla nuova camera del lavoro sociale, continuando con il progetto della mensa popolare e costruendo una polisportiva autogestita.
E' in questi spazi che troverà ulteriore linfa il percorso di costruzione dal basso dello Sciopero Sociale e Generale che, con questa grande giornata di lotta e di conflitto, ha compiuto un altro significativo pezzo di strada.