L’università della crisi, nella quale ci troviamo oggi, ci offre corsi di laurea tagliati, laboratori vuoti, un offerta didattica in molti casi scadente. Mentre dai sontuosi uffici del rettorato, arrivano comunicati compiaciuti dei tecnici, per essere riusciti a “gestire” i tagli, ma la realtà che noi viviamo, dentro e fuori le aule del nostro Ateneo, è sempre più intrisa di insoddisfazione e rassegnazione.
L’austerità comincia a bussare, con insistenza, alle porte dei nostri appartamenti in affitto, attraverso l’aumento delle bollette, della benzina e dei beni di prima necessità, alla stangata dell’Imu, che porterà, verosimilmente un aumento degli affitti, alla tassazione delle borse di studio (subito ritirata dal governo, al primo accenno di lotta da parte degli specializzandi). In questa grave situazione, l’azienda del Diritto allo studio aumenta il prezzo della mensa, non garantisce gli alloggi agli studenti idonei alle borse di studio e chiude servizi come il Servizio Editoriale Universitario, che garantiva agli studenti dispense a prezzo di produzione, salvandoli dallo “svenamento” che copisterie e case editrici producono tutti i giorni.La nuova riforma del lavoro firmata Monti-Fornero, peggiorerà ulteriormente le nostre condizioni di vita e destinerà, definitivamente, il nostro futuro alla precarietà. Infatti da una parte favorirà il licenziamento dei 50enni, troppo dispendiosi e poco produttivi, dall’altra favorirà l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro, ma a quali condizioni?