Fuori la guerra dall’università
Lunedì 23 maggio, presso la Scuola Superiore S.Anna, si terrà una conferenza dal titolo "Italia e Afghanistan: dieci anni di impegno politico e militare 2001-2011", organizzata dall’Associazione Allievi della Scuola.
Da decenni l’Italia è impegnata in diverse guerre internazionali: l’Iraq, l’Afghanistan, la recente Libia…conflitti accompagnati da una costante propaganda che li descrive come “impegni umanitari” per esportare la “democrazia”. Ma la realtà dei fatti ci parla di tutt’altro, ci parla di stati imperialisti impegnati in guerre neocoloniali che politici, media mainstream, alte cariche dello stato, quotidianamente combattono e celebrano.
La scuola S.Anna, che da sempre mostra un fervente sostegno a queste guerre, un sostegno che diviene spesso attivo, come per le note collaborazioni con Israele, si prepara a celebrare il conflitto Afghano, invitando giornalisti e protagonisti politici e militari di questa guerra decennale.
La scuola S.Anna, che da sempre mostra un fervente sostegno a queste guerre, un sostegno che diviene spesso attivo, come per le note collaborazioni con Israele, si prepara a celebrare il conflitto Afghano, invitando giornalisti e protagonisti politici e militari di questa guerra decennale.
La forza espressa dalle mobilitazioni contro il ddl Gelmini, non deriva dalla sola opposizione ad una riforma, ma da un’idea diversa di università e di saperi.
Lo scorso 29 novembre, quando in migliaia occupammo la Scuola Superiore S.Anna, la direttrice MariaChiara Carrozza intervenne in un fallito tentativo di cavalcare quell’onda che la stava travolgendo, illudendosi che si trattasse di una mera opposizione ad una riforma. Ma il linguaggio dei precari dell’università in rivolta parla di altro: parla di una generazione che si rifiuta di non avere un futuro e che, consapevole della natura “di parte” dei saperi, lotta affinchè questi siano determinati dal basso e dai bisogni quotidiani.
I saperi di parte sostenuti dal S.Anna emergono chiari in questa conferenza, promossa da chi sostiene la legittimità dell’occupazione dei territori palestinesi da parte di Israele, da chi indirizza la ricerca scientifica verso strategie e mezzi per guerre che definisce “missioni di pace”.
Non è possibile rimanere indifferenti di fronte alla diffusione di una cultura della guerra. In una città come la nostra, le cui istituzioni si preparano ad accogliere l’hub militare, cioè un’espansione dell’aereoporto militare, che diverrà quindi centro nevralgico di tutte le missioni Nato, una città in cui i bambini delle scuole elementari vengono portati in gita in caserma, è necessario scegliere da che parte stare.
Come studenti e studentesse scegliamo quotidianamente di stare dalla parte di chi resiste, di chi non accetta che più di tre miliardi di euro di denaro pubblico siano stati impiegati nella guerra in Afghanistan, mentre la scuola e l’università sono in rovina.
Siamo dalla parte di chi nella Striscia di Gaza è determinato a resistere, dalla parte di chi in Maghreb e Mashrek porta un vento di rivolta, dalla parte di chi in questi giorni riempe le piazze spagnole.
Non resteremo impassibili di fronte all’ennesima celebrazione di una guerra.
No alla guerra, no all’hub militare
no alle gite in caserma!
Basta spese militari, servizi sociali per tutti!
Presidio Lunedì 23 maggio, ore 15:30 in Piazza S.Caterina
Studenti e studentesse contro le guerre
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