Dalle università alla piazza romana. Verso e oltre il 15 ottobre!
La crisi economica mondiale è il risultato di anni di politiche finanziarie che hanno portato pochi ad arricchirsi sulle spalle di tanti, quei tanti che oggi sono costretti a sacrificarsi per tentare di uscire da questa situazione.
Governanti e politicanti di tutto il mondo hanno una sola ricetta contro questa crisi: politiche di austerità da scaricare sulle popolazioni che già subiscono gli effetti di un sistema che, imponendo una quotidiana precarietà delle vite, sottrae il presente e cancella il futuro.
Governanti e politicanti di tutto il mondo hanno una sola ricetta contro questa crisi: politiche di austerità da scaricare sulle popolazioni che già subiscono gli effetti di un sistema che, imponendo una quotidiana precarietà delle vite, sottrae il presente e cancella il futuro.
La sempre maggiore distanza tra chi governa e chi è governato ha l’urgenza di essere colmata dalle lotte. E’ oggi il tempo in cui i movimenti, di tutto il mondo, stanno dando corpo al rifiuto di pagare il debito e alla pratica del diritto all’insolvenza, attaccando banche, agenzie di rating e tutti quei dispositivi che dettano le politiche di austerità.
Le piazze di Londra e di Atene, gli indignati spagnoli, gli studenti cileni, il popolo di New York, le sollevazioni del Maghreb ci parlano di una grande volontà di cambiamento all’insegna della lotta e del conflitto. Lo spazio transnazionale ci mostra popolazioni che non sono più disposte a subire le scelte dei governanti, popolazioni che non accettano più di vivere un’esistenza di sacrifici, che non vogliono pagare il debito e che, con forza, affermano la necessità di un cambiamento radicale del sistema.
La data del 15 ottobre, lanciata dal movimento spagnolo 15M, vedrà le piazze europee riempirsi dell’indignazione verso un’intera casta politica per la quale oggi non c’è più spazio.
“Che se ne vadano tutti a casa!”, è questo ciò che verrà detto e praticato nella piazza romana; non c’è più spazio per le mediazioni e non c’è spazio per le alternative di governo - né di destra né di sinistra - all’interno delle dinamiche istituzionali.
Le piazze di Londra e di Atene, gli indignati spagnoli, gli studenti cileni, il popolo di New York, le sollevazioni del Maghreb ci parlano di una grande volontà di cambiamento all’insegna della lotta e del conflitto. Lo spazio transnazionale ci mostra popolazioni che non sono più disposte a subire le scelte dei governanti, popolazioni che non accettano più di vivere un’esistenza di sacrifici, che non vogliono pagare il debito e che, con forza, affermano la necessità di un cambiamento radicale del sistema.
La data del 15 ottobre, lanciata dal movimento spagnolo 15M, vedrà le piazze europee riempirsi dell’indignazione verso un’intera casta politica per la quale oggi non c’è più spazio.
“Che se ne vadano tutti a casa!”, è questo ciò che verrà detto e praticato nella piazza romana; non c’è più spazio per le mediazioni e non c’è spazio per le alternative di governo - né di destra né di sinistra - all’interno delle dinamiche istituzionali.
Per noi studenti e studentesse, precari in formazione nell’università della crisi, il 15 ottobre può rappresentare una data di inizio per cominciare a riappropriarci del nostro futuro.
L’università della crisi si palesa ogni giorno nella dequalificazione e nella chiusura dei corsi di studio, nelle aule sovraffallate, negli stages e nei tirocini gratuiti, nella casta baronale, nel sistema del 3+2, nella gerarchizzazione dell’accesso al reddito, in un diritto allo studio che diventa – con i prestiti d’onore - sistema del debito e che offre sempre meno risposte alle nostre esigenze.
L’università della crisi si palesa ogni giorno nella dequalificazione e nella chiusura dei corsi di studio, nelle aule sovraffallate, negli stages e nei tirocini gratuiti, nella casta baronale, nel sistema del 3+2, nella gerarchizzazione dell’accesso al reddito, in un diritto allo studio che diventa – con i prestiti d’onore - sistema del debito e che offre sempre meno risposte alle nostre esigenze.
Il 15 ottobre romano vedrà noi studenti insieme ai lavoratori, ai migranti, ai disoccupati, alle famiglie, al popolo della Valsusa e a tanti altri; tutti insieme in una giornata in cui non ci sarà spazio per le rappresentanze, in cui dal basso si alzeranno le istanze di tutti coloro a cui vorrebbero far pagare la crisi ma che non sono più disposti a delegare qualcun altro a decidere sulla propria vita.
Il 15 ottobre dovrà segnare l’apertura di un nuovo spazio in cui dare corpo alle nostre esigenze, un nuovo spazio in cui non sarà più permesso a coloro che vorrebbero governarci, di rinchiudersi nelle stanze dei palazzi e decidere sulle nostre teste; uno spazio in cui, raccogliendo il vento che proviene dall’altra sponda del mediterraneo, i movimenti prendano in mano le redini e percorrano le strade di un reale cambiamento dell’attuale stato di cose.
Il 15 ottobre dovrà segnare l’apertura di un nuovo spazio in cui dare corpo alle nostre esigenze, un nuovo spazio in cui non sarà più permesso a coloro che vorrebbero governarci, di rinchiudersi nelle stanze dei palazzi e decidere sulle nostre teste; uno spazio in cui, raccogliendo il vento che proviene dall’altra sponda del mediterraneo, i movimenti prendano in mano le redini e percorrano le strade di un reale cambiamento dell’attuale stato di cose.
CONTRO LE POLITICHE DI AUSTERITA’
CONTRO LA PRECARIETA’
CONTRO LA CASTA POLITICA
CONTRO LA PRECARIETA’
CONTRO LA CASTA POLITICA
PER UN 15 OTTOBRE DI LOTTA E DI CONFLITTO
CUA – Collettivo Universitario Autonomo
Per partire in pullman per Roma scrivi a pullmanpisa15ottobre@gmail.com indicando nome e numero di telefono
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