L’8 marzo milioni di donne in tutto il mondo sono scese in piazza e hanno scioperato al grido “Se non valiamo, non produciamo”, rispondendo all’appello argentino “Ni una Menos” contro la violenza di genere, economica, sociale, lavorativa, sanitaria e istituzionale.
Una giornata centrale nel porsi come punto contemporaneamente di inizio e fine. Fine del femminismo istituzionale che da decenni usa il corpo e la vita delle donne come strumento di controllo e propaganda, vedendo la violenza solo come emergenzialità. Inizio, o potenziale emersione, di un soggetto che afferma la propria potenza, a partire da se stesse e dal rifiuto del proprio ruolo sociale e lavorativo. Questo pensiamo sia il punto zero da cui ripartire per far sì che l’otto marzo sia tutti i giorni, per trasformare e lottare nella nostra quotidianità.
Una giornata centrale nel porsi come punto contemporaneamente di inizio e fine. Fine del femminismo istituzionale che da decenni usa il corpo e la vita delle donne come strumento di controllo e propaganda, vedendo la violenza solo come emergenzialità. Inizio, o potenziale emersione, di un soggetto che afferma la propria potenza, a partire da se stesse e dal rifiuto del proprio ruolo sociale e lavorativo. Questo pensiamo sia il punto zero da cui ripartire per far sì che l’otto marzo sia tutti i giorni, per trasformare e lottare nella nostra quotidianità.