A dicembre 2016 l’avvocatura
dell’azienda per il diritto allo studio universitario ha inviato ad
una studentessa precaria un’ingiunzione di pagamento di oltre 300
mila euro per un supposto danno dovuto all’occupazione
dell’immobile di via dell’Occhio avvenuta nel 2009.
Questa decisione è stata presa nel
Consiglio d’Amministrazione del 29 luglio nel quale non era
presente la componente studentesca. In quest’atto è presentata una
ricostruzione faziosa e strumentale della vicenda di via dell’Occhio
col chiaro intento di intimorire gli abitanti e farli uscire
dall’immobile, coinvolto nell’ennesima operazione speculativa.
Infatti la palazzina di proprietà del DSU insieme alla residenza
studentesca Campaldino sono in permuta per la costruzione della casa
dello studente San Cataldo, i cui lavori di costruzione dovrebbero
terminare a dicembre 2018.
Gli 8 appartamenti di via dell’Occhio,
per un totale di 28 posti alloggio, hanno avuto funzione di casa
dello studente dal 1979 al 2007. Al tempo la proprietà era del
comune che aveva concesso al DSU in comodato d’uso gratuito per 30
anni con possibilità di rinnovamento. Per l’azienda rappresentava
quindi una risorsa quasi a costo zero, ma nel 2006 decide di
acquistare l’immobile per 1.600.000 euro: una vendita a prezzo di
mercato per uno stabile che risentiva della mancata manutenzione di
anni.
Dopo aver comprato l’immobile il DSU
l’ha svuotato e ha provato, tramite aste andate deserte, a
venderlo. Dopo due anni che la struttura era sfitta e lasciata al
degrado famiglie, precari, studenti e profughi ritornano ad abitare
la palazzina. Con l’occupazione viene denunciata la problematica
politica di gestione del patrimonio pubblico a discapito di studenti
e cittadini.
Gli occupanti, attraverso
l’associazione Giorgio Ricci, hanno negli anni proposto un progetto
di autorecupero che mantenesse la sua natura di bene di tutti e che
fosse recuperato senza gravare sulla collettività. Il progetto viene
inizialmente accettato poi respinto.
Nel 2012 crolla il tetto di tre
appartamenti mettendo a rischio la vita degli inquilini e aumentando
i danni strutturali dell’immobile, nella totale incuranza
dell’azienda. La lunga vicenda di via dell’Occhio si inserisce
nelle politiche istituzionali di gestione del patrimonio pubblico:
permute con privati senza benefici agli studenti o ai cittadini;
costruzione di nuove residenze solo tramite project financing e
quindi con danni alle risorse pubbliche.
È significativo
il taglio ai servizi previsto dal DSU a causa del buco di bilancio
dell’anno appena trascorso ammontante a 2 milioni e 800 mila euro.
La regione ha coperto 2 milioni, il restante verrà scaricato sulle
spalle degli studenti già colpiti dai tagli degli ultimi anni e
dalla riforma del calcolo ISEE che ha causato l’espulsione di
tantissimi universitari dal diritto allo studio. Se sino a ora si
poteva dire che la Regione Toscana era una delle poche che ancora
garantiva un minimo di diritto allo studio, adesso nelle sue
graduatorie comparirà per la prima volta la figura dell’idoneo non
beneficiario e aumenterà i costi della mensa e la fasciazione
reddituaria. In questo quadro si inserisce la cronica carenza di
posti letto per i borsisti: più di metà degli studenti aventi
diritto al posto alloggio continua ad aspettare la casa per più di
un anno.
Le politiche adottate dall’azienda
per il diritto allo studio, che dovrebbe garantire agli studenti
privi di mezzi di poter frequentare l’università, sono chiare:
dismissione del patrimonio pubblico tramite svendite e speculazioni e
tagli ai servizi.
Lunedì 30 gennaio saremo sotto la sede
del DSU in viale Gramsci a Firenze in cui si svolgerà il Cda: la
rappresentanza studentesca chiederà la revoca della scandalosa
ingiunzione di pagamento ai danni della studentessa precaria. In
presidio ci saranno studenti e studentesse impoveriti ed esclusi dal
diritto allo studio per rivendicare una diversa gestione delle
risorse e del patrimonio pubblico.