Dal pomeriggio di venerdì i bagni di tutti i piani di palazzo Ricci sono stati chiusi a chiave per disposizione dell'economato. Per utilizzarli bisogna rivolgersi in portineria presentando un documento che attesti di essere studenti. Questa misura vorrebbe sortire l'effetto di allontanare i venditori ambulanti senegalesi che sostano a Palazzo Ricci trovando ristoro tra macchinette e bagni.
Come giustificare questo "fastidio razzista" per la presenza dei venditori senegalesi? Si sostiene che la fruizione degli spazi universitari è ristretta alla sola utenza studentesca o docente concedendo invece a tutti gli altri solo di "circolare" senza "sostare". Per assicurare che solo studenti e docenti fruiscano degli spazi e dei suoi servizi si aumentano i livelli di controllo.
Ma qui sorge il problema. Chi si occupa di controllare che i venditori senegalesi non sostino a Palazzo Ricci e che i bagni vengano utilizzati solo da studenti e docenti? Abbandonate le strutture di facoltà l'amministrazione degli spazi d'ateneo e del loro funzionamento passa interamente all'economato che scarica questa responsabilità di controllo sulle portinerie.
La portineria di Palazzo Ricci, con un portinaio o una portinaia per turno, dovrebbe occuparsi allo stesso tempo di allontanare i venditori ambulanti e di distribuire le chiavi dei bagni agli studenti che dimostrino la titolarità all'uso. Non solo nessuno di questi compiti rientra nel capitolato d'appalto delle portinerie ma oltretutto la strategia soft scelta dall'economato per "respingere i migranti" - ovvero far terra bruciata attorno a loro chiudendo i bagni - risulta tecnicamente impraticabile: come gestire 3 bagni al terzo piano con una sola chiave di un antibagno? come verificare che i bagni vengono richiusi a chiave dopo il loro utilizzo?