Siamo le famiglie, gli studenti, i lavortaori, i disoccupati, italiani e migranti che da più di due anni e mezzo vivono nella palazzina occupata di via dell'occhio. Nei giorni scorsi la proprietà dell'immobile (l'Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario) ci ha contattato intimandoci di abbandonare l'immobile e riconsegnare le chiavi.
Riteniamo inaccettabile questo comportamento da parte del DSU, che su questo immobile è stato complice di una speculazione; infatti questo ente non intende restaurare la palazzina (perchè poco vantaggioso), ma piuttosto svenderla sul mercato immobiliare.
Noi ci opponiamo all'ennesima svendita del patrimonio pubblico e per questo mesi fa abbiamo portato al DSU la nostra proposta di intraprendere un percorso di autorecupero; gli occupanti avrebbero effettuato i lavori sull'edificio abbattendo i costi per la proprietà, in cambio della garanzia della salvaguardia della sua natura pubblica.
Il DSU ha approvato in una delibera ufficiale il suo sostegno a questa ipotesi, ma alle parole non hanno fatto fede le azioni, ed adesso ci ha ricontattato per provare nuovamente a farci abbandonare via dell'occhio.
Non lasceremo queste case; non permetteremo a questa speculazione di andare a buon fine, non lasceremo che questo isolato ritorni all'abbandono, alla sporcizia, allo spaccio, nella situazione in cui si trovava quando abbiamo occupato.
Oltre a sette abitazioni, dove persone molto diverse tra loro si sono sottratte all'incubo di non riuscire più a pagare un affitto, questa occupazione comprende uno spazio sociale in piazza facchini dove hanno sede attività molto importanti e del tutto gratuite: lo sportello per il diritto alla casa, il corso di italiano per migranti, il corso di arabo parlato, il laboratorio artistico, ed altre che vi sono state svolte in questi anni.
Da questa occupazione sono nate molte giornate di festa nel quartiere (in piazza facchini e piazza della pera) oltre ai momenti di pulizia della strade ed alle molte assemblee che hanno coinvolto il vicinato.
Tutto questo patrimonio non deve essere perso, ma anzi valorizzato; per questo intendiamo dire al DSU che non lasceremo questo immobile e che riteniamo la via dell'autorecupero l'unica relamente percorribile, poiché porterebbe un risparmio per la proprietà (e conseguente beneficio per gli studenti pisani), vantaggi per il quartiere (che risentirebbe del degrado conseguente ad un nuovo, prolungato, abbandono di un intero isolato) e per tutta la collettività (che non verrebbe privata dell'ennesimo edificio pubblico, svenduto al mercato privato per puri fini speculativi).
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