CE N'EST QU'UN DEBUT... CONTINUONS LE COMBAT!
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venerdì 12 luglio 2013

Presidiamo il consiglio di dipartimento di fine luglio! Difendiamo l'appello di dicembre!

Nella mattinata di oggi in aula 2 a Palazzo Ricci di nuovo ci siamo incontrati come studenti e studentesse per continuare, come annunciato martedì dopo l'interruzione del consiglio di dipartimento, la nostra lotta per non far sopprimere l'appello di dicembre a Civiltà e Forme del Sapere e per ripristinarlo a Filologia Linguistica e Letteratura.
L'assemblea, convocata in forma aperta, ha visto la partecipazione anche di alcuni docenti, tra i quali il direttore di dipartimento Polsi.
Le contraddizioni interne ai docenti si sono accentuate. La stessa scelta del Polsi di partecipare all'assemblea e di non procedere, come pure minacciato, per decreto d'urgenza, testimonia che qualcosa inizia a smuoversi e che le pressioni che abbiamo esercitato in queste settimane di mobilitazione iniziano a pesare.
Eppure, il “partito della soppressione dell'appello” capeggiato dal Polsi non riesce ad argomentare nel merito delle ragioni relative alla scelta di strapparci un appello. Si appellano a una posticcia premura per la “qualità della didattica”, risolvendo questa nella semplice volontà di non sovrapporre la parte finale dei corsi del primo semestre con l'appello di dicembre – fatto comunque fuori questione per la diminuzione nel nuovo regolamento didattico d'ateneo del numero di ore di lezione frontale per CFU, la quale porterà i corsi da 84 a 72 ore, facendo così finire i corsi una settimana prima e non facendoli così sovrapporre al periodo riservato all'appello d'esame di dicembre. Tutto questo sembra fondarsi solo su calcoli sulla produttività della didattica, della ricerca e dei nostri tempi di studio al fine di rendere “attrattivo” il nostro ateneo, la facoltà e il dipartimento. Un ragionare fondato su una tecnicità che opera sempre contro di noi in questa fase di attuazione delle riforme e della messa a regime delle nuove strutture di dipartimento.

martedì 9 luglio 2013

Unipi. Bloccato il consiglio di dipartimento contro l'eliminazione dell'appello

Oggi, 9 luglio, studenti e studentesse dell'Università di Pisa, hanno fatto irruzione durante il consiglio di dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere.
Tra i punti in discussione risultava l'approvazione del nuovo calendario didattico con l'eliminazione dell'appello di dicembre per gli studenti di storia, filosofia, beni culturali e disco. Si tratta di un appello strategico sia per gli studenti laureandi nella sessione invernale, sia per i borsisti per i quali ogni appello rappresenta un'occasione per “accumulare” crediti per il mantenimento della borsa, sia per gli studenti lavoratori che si destreggiano tra tempi di lavoro e tempi di studio difficili da accordare. Come già successo per l'altro dipartimento dell'area umanistica, Filologia Linguistica e Letteratura, questo provvedimento non sarebbe stato approvato con vizi di forma e di contenuto. Infatti, non solo non è stato aperto il benché minimo spazio di confronto sulla natura di questo provvedimento, ma per giunta è stato soppresso ogni tentativo di discussione “nelle sedi e nelle forme democraticamente riconosciute”.

L'iter di approvazione del calendario didattico lo dimostra. La commissione didattica paritetica (organo con facoltà di esprimere solo pareri consultivi e il solo composto da un numero pari di docenti e studenti) sebbene fosse stata convocata era stata privata della possibilità di esprimersi venendo sospesa dal presidente di dipartimento Polsi, il quale aveva giustificato la scelta in ragione di una non raggiunta unanimità. Lo stesso Polsi ha poi fatto girare nei giorni precedenti al Consiglio una circolare in cui invitava i docenti a non calendarizzare l'appello di dicembre per l'anno venturo in quanto non previsto in un calendario ancora tutto da discutere e da approvare.

domenica 12 giugno 2011

Venite in Val Susa

Da tre settimane resiste e persiste il presidio permanente del territorio della Maddalena a Chiomonte. In seguito ai proclami del ministro Maroni e alle provocazioni dei vertici piemontesi del PD abbiamo validi motivi per pensare che dall’inizio della prossima settimana possa verificarsi il tentativo di sgombero del presidio finalizzato all’ installazione del cantiere.

A questo proposito rinnoviamo l'invito a venirci a trovare, non soltanto per aiutarci a difendere la terra e il futuro di tutti dai blitz invocati a gran voce da maggioranza e minoranza in parlamento e a Torino, ma anche per condividere con noi tutto il resto.

Fino ad oggi, tra un allarme e l'altro, abbiamo continuato con ciò che abbiamo sempre fatto: confrontarci con chi ci viene a trovare, organizzare conferenze, concerti, assemblee, spettacoli teatrali, visite guidate a siti archeologici nei luoghi interessati dal progetto TAV.... Così come non rinunciamo alle nostre cene condivise e alla convivialità.

La val di Susa è incorreggibile, a volte perfino incosciente: ma forse anche per questo la resistenza notav è vista come una sorta di bene comune da difendere, una ricchezza anche per molti che non vivono in valle. Beh, venite. Se vi fermate a dormire non dimenticate tenda e sacco a pelo...

per la cucina ci pensa la Val di Susa!

L’ASSEMBLEA DELLA LIBERA REPUBBLICA DELLA MADDALENA NO TAV

Chiomonte 11 giugno 2011