venerdì 11 dicembre 2015
Proteste VQR: perché non sia solo una questione di portafoglio
Per
tutto l’autunno si sono susseguite sulle pagine dei giornali le
vicende di alcuni professori associati e ricercatori mobilitati
contro la Valutazione Qualità della Ricerca in vigore dal 2011 dopo
l’approvazione della riforma Gelmini. La valutazione riguarda
professori ordinari e associati, ricercatori e assistenti
universitari, ricercatori e tecnologi degli enti di ricerca vigilati
dal Ministero. In questo meccanismo sono i soggetti valutati che
propongono le pubblicazioni (tre per i professori ed i ricercatori,
sei per i ricercatori degli enti di ricerca) di cui ne vengono scelte
tre.
venerdì 20 novembre 2015
Ho gli occhi pesanti a forza di immaginare
Pubblichiamo
il contributo di una compagna e studentessa Unipi ora iscritta a Parigi. Una
riflessione che parte dai fatti drammatici dello scorso fine settimana a Parigi
per inserirli in un contesto più ampio che affronti la problematica della
guerra e di cosa questa significhi per noi.
“Ho gli occhi pesanti a forza di immaginare”
(F. Pessoa)
Un po’ ingenuo e autoreferenziale e
sentimentalista partire dall’esperienza personale per provare a riflettere su
questo mondo in cui siamo immersi, fino al collo.
Ma è l’unico modo che ho in questi giorni non di
facile lettura per elaborare la consapevolezza di “grondare sangue senza
accorgersene”, che sì, forse fino ad ora non aveva ancora assunto questo gusto
così amaro. Da un lato, amaro per il sentirsi inevitabilmente in
contraddizione, e dall’altro egoisticamente e ciecamente amaro per le concrete
conseguenze sulla propria vita.
Se gli sbirri arrivano correndo a chiuderti
dentro un bar dove sei a bere il tuo terzo pastis e la tua reazione, come
quella di tutti, è stata continuare a bere il tuo terzo pastis, senza pensare a
un attacco di tale portata, perchè sì al massimo c’è stata una sparatoria. Se
poi prendi la metro una fermata un po’ più in là perchè si sa, quando succedono
queste cose è meglio evitare di prendere la metro, ma a quel punto il tuo
telefono non smette di squillare perchè anche se in questa città non ti senti a
casa in realtà casa tua è dietro l’angolo e siamo tutti collegati, non solo
virtualmente. Se mentre torni a casa il sabato sera la polizia ha chiuso la
strada che percorri tutte le mattine e poi capisci che lì era stata
parcheggiata quella macchina, quella dove vengono ritrovati i kalashnikov. Se
tutti, in una di quelle globali catene di sant’Antonio, hanno almeno un
conoscente, un amico, un fratello, una sorella, che è stato colpito più o meno
in prima persona e più o meno invasivamente. Se i primi due provvedimenti presi
sono la chiusura delle frontiere e la proclamazione dello stato di emergenza.
giovedì 12 novembre 2015
Utilitarie ed università, Giannini e il fantamondo del PD
Qualche
giorno fa la ministra dell’istruzione Giannini è intervenuta al
Deloitte Strategy Council a Roma, le sue dichiarazioni ha
dell’imbarazzante. Parte dall’evidenza che l’istruzione e
l’università non siano più un ascensore sociale, come dimostra
anche l’ultimo studio dell’Università Cattolica di Milano sui
Neet.
Il numero dei giovani che non studia e non lavora è passato da 1.8
milioni del 2008 a 2.4 milioni di quest’anno. La percentuale dei
laureti neet
è
il 10% del totale, in continua crescita negli anni. Il 16% della
popolazione italiana si trova in questa condizione, uno tra i primi
paesi in Europa. Le classifiche in cui eccelle l’Italia non sono
solo quelle dei neet
ma
anche quelle della tassazione universitaria. Il rapporto annuale di
Euridyce “NationalStudent Fee and Support System in European Higher Education2015/2016” afferma che in media uno studente spende (solo di tasse) 1220€
all’anno, conquistando la terza posizione in classifica.
“E’ uno
stereotipo dire che nella scuola si investe troppo poco e costa
tanto. Un’auto utilitaria oggi costa tra i 10 e i 12 mila euro,
iscriversi a un corso di laurea triennale alla Sapienza di Roma costa
molto meno”, così dice la Giannini.
giovedì 29 ottobre 2015
Assemblea d'Ateneo invade l'Economato UniPi
Non
si ferma la protesta contro il nuovo ISEE a Pisa e in tutta laToscana. Oggi una nuova assemblea studentesca d’Ateneo, strappata giovedì con l’invasione del Rettorato e un aspro confronto con i
dirigenti di UniPi dopo i fatti dell’ex Gea e l’intervento armato
della polizia in università, si è ritrovata al Polo Fibonacci per
rilanciare la mobilitazione. Al centro dell’assemblea, partecipata
da circa 200 studenti, i fatti della scorsa settimana e il filo rosso
che lega gli effetti del nuovo ISEE e il sistema di corruzione e
predazione di risorse pubbliche.
L’assemblea
si è mossa in corteo dal Fibonacci raggiungendo il centro e passando
per mensa centrale e alcuni poli universitari. La volontà di
continuare a incalzare le responsabilità politiche dell’Ateneo ha
spinto il corteo a raggiungere l’economato d’Ateneo, il cui
direttore Massantini risulta essere il mandante di fatto
dell’operazione della questura contro gli studenti. Il palazzo sul
Lungarno è stato letteralmente invaso dagli studenti mentre
Massantini si dava alla fuga, mettendosi in ferie. Una schiera di
prorettori e il Direttore Generale Grasso si sono interfacciati con gli studenti in un acceso scontro.
venerdì 23 ottobre 2015
Ecco perché vengono occupati gli spazi di Unipi! Augello dimettiti!
Riportiamo il comunicato degli Studenti contro il nuovo Isee sulla giornata di oggi. La mobilitazione continua la settimana prossima con l'assemblea d'Ateneo di giovedì 29 conquistata oggi.
Contro il nuovo Isee riprendiamo i nostri spazi: ecco cosa Augello fa finta di non capire
Contro il nuovo Isee riprendiamo i nostri spazi: ecco cosa Augello fa finta di non capire
Oggi come annunciato abbiamo bloccato le strade di Pisa per arrivare al Rettorato e chiedere conto al Rettore, ai Prorettori e ai dirigenti dell’Economato dei libri abbandonati al degrado e delle speculazioni, immobiliari e non in cui sono coinvolte le istituzioni in combutta coi grandi costruttori. Abbiamo già spiegato nei giorni passati la situazione dell’ex Gea e della sua permuta per l’acquisizione della seconda porzione delle Benedettine,investimento da 10 milioni di euro da parte di UniPi diventato albergo privato.
Il Rettore ha mandato una mail a tutti gli studenti di Unipi in cui scredita la nostra protesta affermando che con la mobilitazione contro il nuovo Isee non c’entra nulla. In questo comunicato ribadiamo l’esplicita (forse per chi ha la coscienza sporca non lo è) connessione tra mobilitazione contro il nuovo Isee e l’occupazione di spazi universitari e cittadini lasciti all'abbandono. Con la riforma dei parametri migliaia di studenti perderanno la borsa di studio ed i servizi annessi, aumenteranno le tasse e dovremo pagare l’affitto.Ci sono decine e decine di stabili a Pisa abbandonati che dovrebbero essere aperti ed utilizzati. È troppo facile sostenere a parole la protesta contro una riforma che palesemente esclude tutti, ma Unipi e le altre istituzioni così sensibili perché non utilizzano le risorse che hanno per gli studenti anziché lasciarle vuote e/o regalarle a privati?
Questo filo rosso è visibile a tutti quelli che in questi giorni hanno partecipato alla mobilitazione e hanno dato la loro solidarietà agli studenti. Questo filo rosso arriva sino alla “Buona Università” presentata oggi a Udine in cui verrà proposto un diritto allo studio ancora più escludente e un “job act” per l’insegnamento universitario.Ancora non si sa altro, ma è evidente la direzione in cui va questo governo e di conseguenza le istituzioni locali: marginalizzazione di chi è in difficoltà e aumento dei costi di tutti i servizi sociali e formativi essenziali.
Chi ruba non siamo noi: Augello dimisisoni!
Martedì 20 ottobre, a
seguito dell'assemblea d'ateneo, 300 studenti circa hanno occupato il
polo dell'ex Gea, locale dell'università tenuto chiuso e
sottoutilizzato, nel quale hanno scoperto un magazzino abusivo di
libri
invenduti e lasciati a marcire. L’ex Gea veniva infatti utilizzato
dalla Pisa University Press, società erede della PLUS, che venne
creata ad arte per far fallire l’ex Servizio Editoria
Universitaria. Guarda caso il revisore dei conti della Pisa
University Press è il figlio dell’immobiliarista Madonna, lo
stesso interessato a rilevare l’ex Gea e proprietario la seconda
porzione del ex convento delle Benedettine che l’università vuole
acquistare.
Il
21 ottobre l'ex convento delle Benedettine è stato quindi sanzionato
dagli studenti che, partiti dall'ex Gea, hanno bloccato i lungarni
per occuparlo. Decisi a non accettare più le politiche di
speculazione attuate dall'università di Pisa e dalle istituzioni
cittadine gli studenti hanno scoperchiato un altro vaso di Pandora
(già denunciato un anno fa): lo stabile, gestito da una cooperativa
privata che paga una cifra irrisoria all'ateneo dovrebbe essere
affittato a studenti e professori stranieri ma di fatto la
cooperativa lo gestisce come un albergo privato di lusso.
Una
domanda sorge spontanea: a chi giovano le politiche che attua il
rettore Augello?
Di
certo non agli studenti. In risposta alle questioni portate più
volte all'attenzione delle istituzioni, dall'esclusione prodotta dal
nuovo calcolo Isee fino ad una presa di posizione sul magazzino ex
Gea e sulle Benedettine, l'università fa orecchie da mercante e
manda polizia e questura dagli studenti che vogliono riprendersi le
risorse sperperate a vantaggio dei soliti privati.
venerdì 16 ottobre 2015
Benedettine e le speculazioni tramite UniPi... un copione già scritto!
Il Tirreno pubblica oggi
un'inchiesta in cui la cooperativa Ballarò è messa sotto indagine
per fare un utilizzo scorretto degli spazi concessigli da UniPi
nell'ex convento delle Benedettine. La cooperativa dovrebbe gestire
per conto di UniPi, alla quale paga un affitto irrisorio, una
foresteria per professori, ricercatori o studenti in viaggio di
studio ospiti dell'ateneo pisano. La verità, come accertato dal
Tirreno è ben altra. La foresteria è usata come un semplice
albergo. Tutti ci possono accedere prenotando tranquillamente su
internet.
Esattamente un anno fa, a pochi giorni dalla sua inaugurazione, occupammo la foresteria per denunciare una speculazione annunciata. Un copione già scritto insomma: UniPi paga l'immobiliarista di turno per rilevare un immobile, ne appalta ai soliti noti la gestione e poi c'è chi ci lucra. Servizi agli studenti? Nessuno. E chissà che non ci mangi un po' anche l'Ateneo... verrebbe proprio da chiederselo nelle settimane in cui a più riprese è stata ventilata l'ipotesi che il cda autorizzi l'acquisizione anche dell'altra porzione dello storico convento.
In queste settimane di inizio anno centinaia di studenti e studentesse di UniPi hanno perso ingiustamente il posto alloggio e la borsa di studio per via del nuovo calcolo dell'ISEE che a parità di reddito sopravaluta il patrimonio famigliare. In centinaia sono stati catapultati nel mercato degli affitti o sono stati costretti a tornarsene a casa. Lo scandalo delle Benedettine rappresenta un ulteriore schiaffo in faccia a tutti questi studenti. Non siamo disposti a pagare per le vostre speculazioni!
Esattamente un anno fa, a pochi giorni dalla sua inaugurazione, occupammo la foresteria per denunciare una speculazione annunciata. Un copione già scritto insomma: UniPi paga l'immobiliarista di turno per rilevare un immobile, ne appalta ai soliti noti la gestione e poi c'è chi ci lucra. Servizi agli studenti? Nessuno. E chissà che non ci mangi un po' anche l'Ateneo... verrebbe proprio da chiederselo nelle settimane in cui a più riprese è stata ventilata l'ipotesi che il cda autorizzi l'acquisizione anche dell'altra porzione dello storico convento.
In queste settimane di inizio anno centinaia di studenti e studentesse di UniPi hanno perso ingiustamente il posto alloggio e la borsa di studio per via del nuovo calcolo dell'ISEE che a parità di reddito sopravaluta il patrimonio famigliare. In centinaia sono stati catapultati nel mercato degli affitti o sono stati costretti a tornarsene a casa. Lo scandalo delle Benedettine rappresenta un ulteriore schiaffo in faccia a tutti questi studenti. Non siamo disposti a pagare per le vostre speculazioni!
Collettivo Universitario Autonomo - Pisa
mercoledì 14 ottobre 2015
Sbloccate gli stipendi...ma blocchiamo questa università
Riportiamo la notizia della protesta di alcuni ricercatori e professori associati dal Tirreno.
Ogni tanto questa macchina "mangia-ambizioni" chiamata Università si inceppa.
In alcuni casi le ambizioni si chiamano 'privilegi' e sono i già lauti stipendi degli ordinari, bloccati da tempo. Nella stragrande maggioranza dei casi le ambizioni sono invece la nostra voglia di studiare, di intraprendere un percorso che ci pagherà, che ci arricchirà e ci assicurerà un futuro, nonostante tutto, anche se si tratta di un futuro dai contorni sempre più incerti e sfumati.
La macchina funziona su principi di valutazione/ selezione/ esclusione. La sopra-valutazione dei nostri patrimoni, per escluderci dal diritto allo studio e per la quale gli Studenti contro il nuovo ISEE Pisa lottano in questi giorni, ci suggerisce forse di meccanismi analoghi? La serie valutazione/ selezione opera nel verso della ripartizione delle risorse, integrando con sempre più difficoltà diverse figure nella macchina che risulta però sempre più incapace di ricompensare e risarcire lavoro e professionalità - per il corpo docente - sacrificio e studio - per gli studenti. Se ci si sottrae all'assoggettamento di questa serie la macchina si inceppa. Non ci interessa la tutela del privilegio, il movente che spinge alla protesta ordinari oziosi che tempo addietro accettarono di sottostare a queste condizioni, ma ci sembra importante cogliere il dato compiuto che è possibile inceppare questa macchina... e non è poco!
Augello non difende nessun bene comune. Augello difende un'azienda, la sua, a spese nostre. Il suo ricatto vigliacco di bloccare la distribuzione dei fondi interni sarà l'ennesima scure calata sulle nostre possibilità di continuare un percorso di 'qualità' privandoci di risorse utili a noi.
Siamo contenti che diversi professori provino a mettere i bastoni tra le ruote a questa università costruita contro di noi. No, lo sappiamo, non lo fanno per noi... ma se alzassero lo sguardo - oltre a tenere la mano sul portafoglio - troverebbero tanti alleati, altri ingranaggi, disposti a bloccare questa macchina per metterne in discussione il funzionamento, trasformarla. Siamo qui. Ci vediamo nelle aule di lezione.venerdì 9 ottobre 2015
Corteo degli studenti contro il nuovo Isee
Questa
mattina una cinquantina di studenti universitari si sono dati
appuntamento in piazza Carrara, per unirsi successivamente al corteo
degli studenti delle superiori.
Un'altra
tappa, quella di oggi, nel percorso di mobilitazioni in università
contro la riforma del metodo di calcolo Isee.
Nelle
scorse settimane infatti le prime assemblee dei borsisti seguite da
un blocco sul Lungarno avevano strappato un incontro con il
Presidente del Dsu Moretti e un altro momento di incontro con il
Senato Accademico, entrambi chiamati in causa in quanto espressione
locale delle politiche governative regionali e nazionali.
Da
entrambe le parti gli studenti sono stati presi in giro, tramite quel
meccanismo di scaricabarile per cui le istituzioni non vogliono
prendersi alcun tipo di responsabilità.
Lo
spezzone Studenti contro il nuovo Isee è partito da piazza Carrara e
sul Lungarno, dalla casa dello studente Nettuno è stato calato lo
striscione “Sono diventato ricco e non lo sapevo”: i più colpiti
dalla riforma sono infatti tanti studenti borsisti che saranno
buttati fuori dagli studentati il 15 ottobre.
martedì 22 settembre 2015
Blocchi sul Lungarno contro il nuovo Isee
Questo pomeriggio un
centinaio di studenti ha bloccato il Lungarno Pacinotti per diverse
ore. Il presidio è stato lanciato a partire dalle assemblee degli
studentati tenutesi la settimana scorsa per chiedere una presa di
posizione del Diritto allo Studio sulla riforma dell'Isee. La riforma
approvata a gennaio dal governo ha fatto che sì che a parità di
reddito e patrimonio l'ISEE sia aumentato facendo apparire tutti più
ricchi sulla carta ed escludendo dalle graduatorie il 25% degli
attuali aventi diritto. In decine attualmente alloggiati nelle
residenze ed esclusi dalle graduatorie sono decisi a rimanere per
contrastare quest'ulteriore sopruso.
Gli studenti chiedono
“l'abolizione del parametro ISPE per l'accesso alle prestazioni
DSU; una presa di posizione pubblica del diritto allo studio e della
Regione; una sanatoria nazionale e la riapertura del bando con la
modifica dei parametri ministeriali”. Un presidio ed un blocco
determinato hanno ottenuto un incontro con la dirigenza del DSU per
giovedì prossimo.
È stato un primo
passaggio di quella che si prospetta essere una mobilitazione ampia.
La riformulazione del calcolo ISEE ha penalizzato gli studenti
borsisti ma non si limita a questo. Vengono toccati tutti gli
studenti a cui si alzeranno le tasse da pagare, i trasporti e la
mensa. Coinvolgerà anche gli studenti medi e le famiglie che devono
pagare la mensa e i libri ai propri figli. Inoltre un problema più
generale sarà quello legato all'accesso alla sanità che verrà
precluso salvo il ricatto dell'indebitamento.
mercoledì 9 settembre 2015
Nuovo Isee = Truffa e ingiustizia!
Inizia il nuovo anno
accademico con una nota decisamente stonata per moltissimi studenti:
i nuovi parametri Isee. La riforma del calcolo dell'indicatore
economico approvata in gennaio ha escluso ed escluderà dai servizi
centinaia di migliaia di persone. Saranno coinvolti gli studenti
universitari ma non solo, l'accesso a tutti i servizi sarà messo in
discussione nonostante il reddito non sia cambiato.
È una truffa bella e
buona, il reddito non cambia ma l'indicatore che lo conteggia ai fini
dell'erogazione dei servizi aumenta!
Il governo Renzi continua
ad impoverire chi già sta soffrendo la crisi, afferma di risollevare
il Paese e combattere i furbetti ma in realtà cerca di far pagare
sempre di più alle fasce che non hanno mezzi per farlo. Nel caso del
nuovo Isee infatti le retoriche cadono all'istante.
Le proiezioni mostrano
che a parità di reddito la condizione Isee aumenterà sopratutto per
le famiglie in difficoltà economica escludendole dai sevizi e dunque
aumentando la condizione di difficoltà economica. Nel caso degli
studenti universitari il parametro più critico è quello Ispe,
l'indicatore dei patrimoni immobili: il valore delle case di
proprietà lievita perché basato sui fini Imu (molto più alti
rispetto a quelli Ici). Gli studenti verranno esclusi dalla borsa di
studio perché la loro famiglia ha ancora un tetto sopra la testa,
troppo ricchi per il governo Renzi!
“Sono diventato ricco
senza saperlo”, una frase dall'ironia amara che esprime la nuova
condizione di chi è stato escluso a causa dei nuovi parametri. La
truffa è evidente, l'ingiustizia che ne consegue troppo profonda. Si
tratta della vita e dello studio universitario di migliaia di
studenti che non si piegheranno ai soprusi indebiti del governo
Renzi.
sabato 5 settembre 2015
Centinaia di studenti borsisti diventano "ricchi" grazie al nuovo ISEE
Il nuovo anno accademico inizia con una brutta sorpresa per i tanti studenti borsisti, che con sacrificio hanno raggiunto i crediti necessari per mantenere la borsa di studio e si ritrovano improvvisamente esclusi dal nuovo bando per motivi economici. Con l'utilizzo del nuovo Isee in Toscana si è registrata una forte diminuzione delle domande al bando di borse di studio 2015/2016.
Cosa succederà con l'applicazione del DSU?
Sono cambiati i parametri riguardanti la condizione reddituale, patrimoniale e familiare. Questo comporta che da ora verranno conteggiate anche le somme prima esenti da imposizione fiscale (assegni di mantenimento e familiari, trattamenti assistenziali e previdenziali, borse di studio).
Per ciò che riguarda il patrimonio entreranno nel conteggio i conti correnti bancari e postali, titoli di stato; insomma i normali risparmi privati delle famiglie, sottoposti a controlli incrociati. Il patrimonio immobiliare verrà calcolato in base ai valori IMU (sensibilmente più alti rispetto a quelli dell'ICI) e aumenterà del 60%. Infatti in Toscana l'80% degli studenti che perderanno l'accesso ai servizi lo deve ad un aumento vertiginoso dell’Ispep dovuto principalmente alla casa di proprietà.
martedì 25 agosto 2015
Roma si barrica!
All'alba di questa mattina digos, carabinieri e polizia hanno bloccato via Musa per sgomberare lo studentato occupato Degage. Dal 2013 la palazzina sottratta all'abbandono era una casa per decine di studenti e precari ed inoltre un luogo di iniziative e progetti che coinvolgono centinaia di giovani.
Occupato durante uno Tzunami Tour, lo studentato è stato una risposta ai bisogni concreti di moltissimi studenti esclusi e strozzati dai costi della formazione.
Per questo motivo, un vigliacco sgombero estivo, non fermerà la voglia di dignità di studenti e studentesse attivi nei movimenti sociali ed universitari, Roma si barrica non è solo uno slogan. Questo pomeriggio alle 17 è stata lanciata un'assemblea al 3 Serrande, alla Sapienza.
Da Pisa la più totale solidarietà e complicità ai compagni e alle compagne del progetto Degage, ci vedremo nelle piazze, nelle università e nelle scuole.
Roma si barrica!
Collettivo Universitario Autonomo Pisa
mercoledì 3 giugno 2015
Organizzarsi per non pagare è giusto. A proposito di uno scontro sul diritto allo studio
La vicenda di un
gruppo di studenti e studentesse borsisti che, per il secondo anno
consecutivo, hanno deciso di dar seguito alla pratica di
autoriduzione del canone di affitto per gli ultimi sei mesi di
permanenza in casa dello studente da 165 euro a 33 euro, mette in
luce alcune tendenze del governo del diritto allo studio nella
città di Pisa.
Innanzitutto c'è da
rilevare come a un mese dall'inizio della campagna di autoriduzione
l'azienda abbia deliberatamente scelto di non prendere in
considerazione una precisa domanda: abbassare nel nuovo bando DSU
Toscana l'affitto per i borsisti semestrali. Solo una lettera che
intimava il pagamento della quota per intero è stata inviata dietro
minaccia di sospendere il beneficio e di venire sfrattati
dall'alloggio. Appare chiaro come l'insolvenza – il non poter
pagare – quando assume un profilo pubblico avanzando una domanda
sociale, sia contrastata e ridotta a irregolarità da sanare
mediante l'estorsione e il ricatto. Eppure la “prassi” è ben
diversa: se ci si inginocchia per andare a elemosinare una
rateizzazione del pagamento o il permesso a poter stare qualche mese
chiudendo un occhio, la magnanimità del “nostro dsu”, paterno e
comprensivo, è ampia. Certo, piccolo particolare, questa concessione
risulta possibile a condizione che si accetti una subalternità di
fondo, che si resti soli e che questo rapporto sia consegnato al
sommerso dell'informalità.
giovedì 7 maggio 2015
Autoriduzione canone alloggio DSU: basta speculare sugli studenti
Questa
mattina un gruppo di studenti e studentesse borsisti hanno iniziato
la campagna di autoriduzione dell'affitto imposto dal diritto allo
studio ai borsisti semestrali (status che indica chi è al quarto
anno di triennale o al terzo di specialistica). Il DSU richiede un
canone di 165€ mensili per poter rimanere nell'alloggio. Il periodo
in questione va da aprile ad ottobre durante il quale i borsisti
all'ultimo anno stanno concludendo gli esami e la tesi. La richiesta
si inquadra perfettamente nelle politiche dell'azienda che scarica i
costi dei servizi sugli studenti e sui lavoratori. L'iniziativa èstata portata avanti anche l'anno scorso.
Di
seguito il comunicato.
Autoriduzione
canone alloggio DSU: basta speculare sugli studenti
Anche
quest'anno un gruppo di studentesse e studenti borsisti ha deciso di
portare avanti la pratica dell'autoriduzione del canone alloggio
richiesto dal DSU ai vincitori di borsa semestrale.
Gli studenti a cui viene richiesto l'affitto non hanno “perso” la
borsa di studio ma col meccanismo della “borsa semestrale” il DSU
impone una “tassa” a chi non anticipa l'uscita ad aprile.
mercoledì 25 febbraio 2015
Antropologia politica e comunicativa dell'Isis. Report e audio dell'incontro con Silvano Cacciari
martedì 27 gennaio 2015
Presentazione “Medici senza camice” ed “Elettroshock”: un report
Entrambi
i libri partono da un preciso metodo di scrittura e analisi della
realtà, quello della socioanalisi narrativa. Entrambi i testi
prendono in considerazione il problema politico intrinseco alla
pratica della medicina, intesa come scienza del potere, ossia quello
dei rapporti di forza che si producono all'interno di questa pratica.
Nella
nostra città è più volte sorta l'esigenza di creare
collettivamente degli strumenti per ribaltare questa subalternità,
per costruire tra utenti e operatori una pratica di sovversione di
questi dispositivi escludenti ed impoverenti. Questo dibattito sarà
un primo passo per porre in pratica nuova concezione di medicina e
salute.
Cos'è
il metodo della socioanalisi narrativa?
Questo
metodo si sviluppa all'interno dell'editoria sociale della casa
editrice Sensibili alle Foglie. È in laboratorio di ricerca sociale
che si è sviluppato in primo luogo all'interno delle carceri, per
poi esplorare altri ambienti: istituti psichiatrici e per anziani,
ospedali, luoghi di lavoro, fenomeni migratori. Alcuni degli attori
che attraversano queste istituzioni vivono situazioni di malessere
all'interno di esse. A partire da questa situazione emotiva di
malessere si sviluppano i racconti, che si riuniscono attorno a un
racconto comune di decostruzione del mito narrativo e
dell'immaginario sociale che aleggia intorno all'istituzione. Tutte
le narrazioni partono da una spinta interna di chi vive il contesto
che produce l'insofferenza ma che allo stesso modo riesce a produrre
un ambito collettivo in cui produrre una nuova narrazione
dell'istituzione.
lunedì 26 gennaio 2015
Nuovo ISEE: i poveri diventano più ricchi per potersi indebitare
Dal 1998 l'erogazione delle prestazioni sociali agevolate viene
regolamentate in base all' ISEE (indicatore
della situazione economica equivalente). Dal 2011, tra una manovra e
l'altra, i governi cercano di portare a termine la riformulazione del
calcolo dell' ISEE. Ci sono riusciti: dal 1° gennaio è in vigore il
DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica), approvato il 7 novembre 2014
ma già in cantiere dal 2013 (nel “Salva Italia”).
Cosa succederà con
l'applicazione del DSU?
Cambieranno
i parametri riguardanti la condizione reddituale, patrimoniale e
familiare. Questo comporta che da ora verranno conteggiate anche le
somme prima esenti da imposizione fiscale (assegni di mantenimento e
familiari, trattamenti assistenziali e previdenziali, borse di
studio).
domenica 11 gennaio 2015
No alle magistrali abilitanti, pretendiamo un futuro per la nostra formazione
Addio alla truffa
dei TFA
Le linee guida della
riforma del sistema formativo, la cosiddetta “Buona Scuola”di
Renzi e Giannini, prevedono un nuovo sistema per l'abilitazione
all'insegnamento. La Buona Scuola parla dell'eliminazione
dell'attuale sistema di abilitazione tramite TFA (tirocini formativi
attivi). Questi sono percorsi di abilitazione post-lauream mediante
tirocinio molto costosi (2,500 euro) e dall'accesso iperselettivo
(doppio test a crocette e prove orali) e che non garantiscono
alcunché se non l'immissione in graduatorie caotiche dove si
accalcano numerosi generazioni di precariato della scuola. Uno
scandalo non tollerabile.