venerdì 23 ottobre 2015

Ecco perché vengono occupati gli spazi di Unipi! Augello dimettiti!

Riportiamo il comunicato degli Studenti contro il nuovo Isee sulla giornata di oggi. La mobilitazione continua la settimana prossima con l'assemblea d'Ateneo di giovedì 29 conquistata oggi. 

Contro il nuovo Isee riprendiamo i nostri spazi: ecco cosa Augello fa finta di non capire




Oggi come annunciato abbiamo bloccato le strade di Pisa per arrivare al Rettorato e chiedere conto al Rettore, ai Prorettori e ai dirigenti dell’Economato dei libri abbandonati al degrado e delle speculazioni, immobiliari e non in cui sono coinvolte le istituzioni in combutta coi grandi costruttori. Abbiamo già spiegato nei giorni passati la situazione dell’ex Gea e della sua permuta per l’acquisizione della seconda porzione delle Benedettine,investimento da 10 milioni di euro da parte di UniPi diventato albergo privato.
Il Rettore ha mandato una mail a tutti gli studenti di Unipi in cui scredita la nostra protesta affermando che con la mobilitazione contro il nuovo Isee non c’entra nulla. In questo comunicato ribadiamo l’esplicita (forse per chi ha la coscienza sporca non lo è) connessione tra mobilitazione contro il nuovo Isee e l’occupazione di spazi universitari e cittadini lasciti all'abbandono. Con la riforma dei parametri migliaia di studenti perderanno la borsa di studio ed i servizi annessi, aumenteranno le tasse e dovremo pagare l’affitto.Ci sono decine e decine di stabili a Pisa abbandonati che dovrebbero essere aperti ed utilizzati. È troppo facile sostenere a parole la protesta contro una riforma che palesemente esclude tutti, ma Unipi e le altre istituzioni così sensibili perché non utilizzano le risorse che hanno per gli studenti anziché lasciarle vuote e/o regalarle a privati?
Questo filo rosso è visibile a tutti quelli che in questi giorni hanno partecipato alla mobilitazione e hanno dato la loro solidarietà agli studenti. Questo filo rosso arriva sino alla “Buona Università” presentata oggi a Udine in cui verrà proposto un diritto allo studio ancora più escludente e un “job act” per l’insegnamento universitario.Ancora non si sa altro, ma è evidente la direzione in cui va questo governo e di conseguenza le istituzioni locali: marginalizzazione di chi è in difficoltà e aumento dei costi di tutti i servizi sociali e formativi essenziali.
Caro Rettore, il nesso c’è e l’attenzione pubblica è concentrata sulle vostre speculazioni e corruzioni fatte con soldi pubblici a favore di privati. Forse è per questo che Lei vuole separare i piani, perché con le parole tutti siamo bravi ad indignarci, ma noi ora vogliamo i fatti.