Ieri pomeriggio circa 300 persone, tra migranti, studenti e lavoratori si sono riunite per dare il loro supporto alla lotta del mondo arabo. La città ha espresso la sua solidarietà ai popoli nordafricani, specialmente alla resistenza libica che in questi giorni si sta scontrando con un’altissima repressione.
Aprivano la manifestazione tanti ragazzi nordafricani, finalmente orgogliosi di sventolare le bandiere dei loro paesi, disegnate o cucite a mano, e desiderosi di partecipare all’entusiasmo dei loro popoli che stanno abbattendo i regimi dell’oppressione.
Il corteo, caratterizzato dalle parole d’ordine “libertà e dignità”, non si è limitato a manifestare solidarietà alle rivolte, ma ha voluto evidenziare il rapporto tra le lotte del mondo arabo e le questioni che riguardano il nostro paese, come la condizione di sfruttamento e privazione dei diritti dei migranti e la militarizzazione del territorio.
Alla partenza, nella piazza di fronte al palazzo del Comune, sono state ricordate le responsabilità della giunta pisana per quanto riguarda le ordinanze razziste tuttora vigenti all’interno del patto per la sicurezza, e l’assoluta sudditanza all’economia di guerra e alle cosiddette “missioni umanitarie”, che si incrementerà con la costruzione dell’hub militare.
CE N'EST QU'UN DEBUT... CONTINUONS LE COMBAT!
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domenica 6 marzo 2011
giovedì 3 marzo 2011
Verso il corteo del 5 marzo a Pisa, libertà e dignità!
L’onda lunga delle rivoluzioni in Maghreb e della crisi libica sta profondamente segnando anche la nostra sponda del Mediterraneo come testimoniano i sempre più frequenti episodi di evasioni e rivolte nei Cie, nonché la forza con cui le mobilitazioni del primo marzo in Italia hanno assunto le rivendicazioni di libertà e dignità che provengono dal Nord Afica. Lo scenario che si sta aprendo tende ormai a scavalcare il primo impatto emotivo di mera solidarietà a delle lotte geograficamente collocate altrove; emerge sempre più forte la consapevolezza del legame tra i regimi messi in crisi dai popoli arabi, piegati o comunque collusi agli interessi coloniali degli Stati Uniti e della Fortezza Europa, e la manifestazione di quegli stessi interessi nei nostri paesi, con leggi, ordinanze, apparati repressivi e di controllo, tesi alla creazione della forza lavoro più sfruttata, disperata e ricattabile possibile, tramite l’esclusione dall’accesso al reddito e ai diritti per i migranti.
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