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venerdì 13 dicembre 2013

Sui forconi: arroganza di classe nel movimento?


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Contributi pisani al dibattito di movimento sul 9D e i cosiddetti “forconi” o qualcosa di più.

Un dibattito intenso si è sviluppato negli ultimi giorni nella città di Pisa. In un territorio poco scosso (per ora?) dai sommovimenti prodotti dal magma sociale dei cosiddetti “forconi”. Questo fenomeno, anche se visto da lontano, scuote e impaurisce molti e porta a interrogarsi fino in fondo ancora troppo pochi. A prender parola pubblicamente è quasi sempre chi pratica movimento in questa città... o crede di farlo. Si tratta per lo più di prese di posizione di singoli attivisti sui social network, all'oggi ormai compiutamente terreno di posizionamento politico oltre che di viralizzazione delle mobilitazioni sociali, come anche l'eruzione del 9D testimonia.

Narrazioni mainstream e condanne di valore
Sugli schemi di ragionamento che reggono questi “stati” e “post” degli attivisti, ci interessa comunque fissare una critica dell'ideologia degli interpreti di professione che affollano la giungla di movimento pisana. È questo un primo passo per porre un problema di metodo tutto politico: davanti alla complessità dei fenomeni sociali, alla loro eccedenza non pacificamente riconducibile agli schemi interpretativi dei nostri piccoli universi soggettivi di militanti politici, è la realtà a non quadrare o siamo noi a essere troppo distanti dai movimenti reali del corpo sociale? Ripartiamo da queste domande allora.

Troppe volte però in questi giorni abbiamo letto nei confronti di ciò che rumoreggia e disturbasotto la finestra di casa le sentenze di “insopportabilità”, “fascismo”, “populismo”. Si son susseguiti i triti lamenti per il provincialismo italiano, la “Repubblica delle banane” (meglio camerieri a Londra o gelatai in Germania, nelle democrazie dello sfruttamento a 3 euro l'ora?), oppure i cattedratici inviti a “tornare a vedere la de Filippi” come repellenti conati di anti-berlusconismo (sì, in piazza c'è in parte lo stesso blocco sociale che ha votato Berlusconi, la Lega e Grillo nell'ultimo ventennio, popolare e proletario nelle sue espressioni di massa). Sarà forse che si annida in queste parole un'arroganza tutta di classe? Non è poi molto lungo il passo da colmare per passare dalla distanza dal corpo sociale alla nemicità e alla contrapposizione rispetto a questo stesso corpo sociale.

lunedì 22 ottobre 2012

Fuori i fascisti dall'Università!

I FASCISTI ALL'UNIVERSITA' DI PISA NON SONO I BENVENUTI
Come studenti e studentesse dell'università di Pisa riteniamo una provocazione in perfetto stile neo-fascista la presenza annunciata in questi giorni di personaggi legati al mondo neo-fascista, di quella galassia che lega classe politica in sfacelo del PdL con ambienti neo-fascisti come Casa Pound.
Riteniamo inaccettabile per chi come noi studenti ogni giorno lotta e fa i conti con la precarietà e l'impoverimento causati da anni di politiche del governo Berlusconi e del cosiddetto governo tecnico appoggiato da questi neo-fascisti, vedersi intrufolare pesonaggi che travestono la propria appartenenza alla cultura dell'odio con improbabili maschere culturali. La strumentalizzazione politica della questione nord-irlandese da parte di questi neofascisti è inaccettabile, così come è inaccettabile la presenza in Università di chi bazzica nelle sedi di Casapound.
Per questo oggi ci riprendiamo gli spazi universitari di Palazzo Ricci, per rivendicare l'antifascismo non come pratica nostalgica e di puro esercizio storico, quanto come valore partigiano di chi ogni giorno si batte contro l'affermarsi di pratiche razziste e sessiste.
Occupiamo Palazzo Ricci anche per iniziare una campagna di mobilitazione contro una dipartimentazione, frutto dell'applicazione della Riforma Gelmini, che “centralizza” l' amministrazione degli spazi, e che sotto dispositivi apparentemente “tecnici”, cerca di normalizzare i luoghi della nostra formazione, concedendo agibilità politica a questi tristi personaggi.
OCCUPIAMOCI DELLE NOSTRE FACOLTA'

Studenti e studentesse antifascist*