mercoledì 30 novembre 2011

comunicato studenti occupy dsu

Scriviamo questo comunicato dalla segreteria di direzione dell’Ardsu perché in questo momento il consiglio di amministrazione riunito a Firenze si appresta a decidere ulteriori misure di tagli ed austerità nei confronti di noi studenti e studentesse. I motivi con cui i dirigenti del DSU giustificano i tagli che vedranno aumentare ancora una volta i costi della mensa, tramite la fasciazione in base al reddito, sono i tagli che il governo ha fatto e continuerà a fare nei confronti della regione.

Noi siamo qui oggi per dire che queste giustificazioni non ci convinceranno mai: la crisi del debito non è responsabilità nostra, ma di tutta quella casta di banchieri, dirigenti, speculatori e politici, che da anni lucra sulle nostre vite. Oggi rischiamo di vederci aumentare la mensa, domani di sopprimere i residui di welfare e di vederli risucchiati dal meccanismo perverso - che sta fallendo in tutto il mondo - del “prestito d’onore”.

Noi di fronte a questa situazione vogliamo affermare il diritto di tutti gli studenti a poter studiare e di opporsi alle grinfie del sistema del debito. Non ci appartiene la logica delle rinunce e del “meno peggio”: c’è veramente rimasto pochissimo da salvare.

Comunichiamo a tutti gli organi di stampa e a tutti i dirigenti che stanno decidendo misure di austerità, che, come dimostrano i movimenti che si stanno sviluppando contro la mercificazione della formazione, non staremo a guardare che le nostre vite siano sacrificate dal ricatto dei tagli e del sistema finanziario.
Studenti e studentesse pisani contro il debito
 
 

mercoledì 23 novembre 2011

#OCCUPY DSU! LE NOSTRE VITE NON SONO IN DEBITO

Gli effetti dei tagli iniziano a concretizzarsi a partire dalle riforme universitarie e dalla distruzione degli ultimi residui di diritto allo studio. Con gli effetti della riforma e le liberalizzazioni proposte dal nuovo governo Monti molti corsi vengono cancellati, gli spazi disponibili nelle università diventano sempre meno, il sistema del “prestito d'onore” trasforma le borse di studio in indebitamento.
Il dsu potrà garantire agevolazioni soltanto ad una minima parte di richieste a fronte delle migliaia e migliaia che verranno tagliate fuori. E per chi continuerà ad essere “idoneo” il dsu vuole imporre un aut aut: lo studente “borsista” dovrà scegliere se avvalersi del contributo monetario, ritrovandosi però a pagare la mensa e l'alloggio, oppure scegliere di usufruire gratuitamente di questi servizi senza però ricevere la borsa di studio. In questo quadro d'impoverimento generalizzato si aggiungono i disagi legati al ritardo della pubblicazione delle graduatorie definitive che lascia gli studenti ritenuti “idonei” nella graduatoria provvisoria, in una sorta di limbo in cui si trovano a fare i conti con spese d'affitto e di mantenimento ingenti.

martedì 22 novembre 2011

DONA MOBILI A VIA DELLA PERGOLA!

Da circa una settimana centinaia di persone stanno attraversando gli spazi liberati di via della Pergola e sottratti all'abbandono ed alla speculazione delle banche.
 
L'idea di costruire al suo interno un nuovo modello di società, partendo proprio dai nostri bisogni, vuole essere materializzata proprio in questi spazi, dove studenti, disoccupati e ragazzi dei quartieri popolari se ne sono riappropriati con l'intenzione di riaprire questo spazio alla collettività.

In questi spazi stanno cominciando a materializzarsi molti progetti tra cui la costruzione di una foresteria, un’università popolare, uno sportello contro il debito e laboratori di attività culturale.


In questi primi giorni, anche molti abitanti del quartiere hanno portato la propria solidarietà a questa occupazione, ma anche un interesse e una partecipazione a costruirla insieme.

Gli spazi liberati di via della Pergola hanno bisogno di essere riempiti, per questo chiediamo a chiunque stia già contribuendo e a chi vorrebbe essere partecipe, di donare letti, mobili, tavoli, sedie e altro materiale che non viene utilizzato o che avete intenzione di buttare.

Occupy Pisa è un'idea, un progetto, una possibilità, una risposta, un punto da cui ripartire per creare forme di cooperazione, di scambio, di messa in comune che vadano oltre la povertà che ci cade addosso ogni giorno e che siano il segno tangibile di un cambiamento reale.


Via la Pergola è un divenire, attraversiamola, conosciamola, costruiamola!

Assemblea pubblica tutti i giorni ore 15!
 
CONTATTI:
chiama: 3335882725
scrivi: occupypisa@hotmail.it

___OCCUPY PISA____

Licenziamenti, cassa integrazione, contratti precari, affitti troppo alti, rate del mutuo insostenibili, aumento delle bollette, spese sanitarie non più accessibili. 
QUESTA E’ LA CRISI CHE STIAMO PAGANDO! 
Chi ci governa da Berlusconi a Monti, da Napolitano fino alla BCE, non ha interesse a risolvere la nostra crisi, ma solo a colmare un debito creato da alcuni decenni di politiche economiche scellerate che hanno arricchito pochi e impoverito tanti.
 
Noi non vogliamo lasciar spazio a chi ci chiede ulteriori sacrifici per ripagare questo debito!
A questi “signori” rispondiamo che la misura è colma!
Che se ne vadano tutti a casa, noi il vostro debito non lo paghiamo!
 
E’ arrivato il momento di cominciare a mettere in pratica questa risposta. Non diamo spazio alle guerre tra poveri in cui vorrebbero indurci; questo è il momento di mettere in campo una cooperazione dal basso con cui cominciare a riappropriarsi di tutto quello che ci viene toltoo che non abbiamo mai avuto.
 
E’ tempo di cominciare a immaginare nuove forme di organizzazione che siano risposte reali alla crisi. Dobbiamo iniziare a rivendicare il diritto all’insolvenza per riaffermare quello alla dignità della vita. OCCUPYPISA vuole essere questo!
 
OCCUPYPISA in questi giorni ha trovato casa: in via la pergola immaginiamo uno spazio che sia attraversato da grandi e piccini, da famiglie, disoccupati, migranti, studenti, uno spazio in cui dare vita a uno sportello contro il debito, a uno studentato autogestito, all’università popolare e a tutte quelle forme di condivisione dei saperi che possono diventare patrimonio di tutte e tutti.
 
Via la Pergola è la concretizzazione dello slogan Occupy Pisa.
 
Occupy Pisa è un'idea, un progetto, una possibilità, una risposta, un punto da cui ripartire per creare forme di cooperazione, di scambio, di messa in comune che vadano oltre la povertà che ci cade addosso ogni giorno e che siano il segno tangibile di un cambiamento reale.
Via la Pergola è un divenire, attraversiamola, conosciamola, costruiamola!
 
Assemblea pubblica tutti i giorni ore 15!

#occupypisa, work in progress in via la pergola.

sabato 19 novembre 2011

OccupyPisa interviene dal palco di Celestini

Siamo studenti, precari, disoccupati, abitanti dei quartieri popolari, giovani che probabilmente non avranno mai la pensione.

In questi giorni siamo bombardati dai titoli dei media maistream che sostengono la possibilità di una prossima uscita dalla crisi, un’uscita che richiederà sacrifici da parte di tutti, parlano quindi di equità. Non fidarsi del governo Monti non nasce da un pregiudizio, ma dalla consapevolezza che i sacrifici che verranno chiesti partiranno da noi e si concluderanno a noi.


La nostra realtà quotidiana è già questa: da quando la crisi economica è esplosa, noi abbiamo cominciato a pagarla!La paghiamo ogni giorno nei luoghi di lavoro, nelle nostre scuole che cadono a pezzi, nelle nostre università sempre più fabbriche di precariato. La paghiamo nelle nostre città, che nella morsa della crisi divengono sempre più luoghi inariditi e desocializzanti.


Per questo oggi siamo qui, in un luogo come il teatro Verdi, centro e parte della cultura pisana; crediamo che arte, cultura, saperi rappresentino parte del patrimonio da difendere e da non assoggettare alle logiche delle banche e del profitto. La cultura per noi non è logica commerciale, non è un nemico come lo è stato per il governo Berlusconi, ma è qualcosa che necessariamente deve essere accessibile a tutti, deve essere un elemento risocializzante, che non abbia confini, che sia anche occasione di ridefinizione degli spazi urbani troppo spesso suddivisi tra un centro città-vetrina e quartieri-dormitorio.


Questa è la sfida che proponiamo!Possiamo costruire un presente e un futuro di cambiamento che non si risolvano unicamente nella brutalità delle logiche finanziarie?!


Questo è quello che stiamo provando a fare!Questo è quello che vorremmo realizzare sperimentando nuovi spazi di socialità, di democrazia e di organizzazione.


E’ per questo motivo che da qualche giorno ci siamo riappropriati di uno spazio vuoto della nostra città. Uno stabile nel cuore della città universitaria, che è stato oggetto di diverse speculazioni, passando da una proprietà all’altra, di banca in banca, rimanendo inutilizzato.

Via la Pergola è per noi la concretizzazione dello slogan Occupy Pisa.


Occupy Pisa è un’idea, un progetto, una possibilità, una risposta, un punto da cui ripartire per creare forme di cooperazione, di scambio, di messa in comune che vadano oltre la povertà che ci cade addosso ogni giorno e che siano il segno tangibile di un cambiamento reale.

Via la Pergola è un divenire, vi invitiamo ad attraversarla, a conoscerla, a costruirla!

 

giovedì 17 novembre 2011

occupata ex cassa di risparmio, #occupyeverywhere

"Così si è detto, così si è fatto!". Oggi a Pisa intensa giornata all'insegna del blocco e dell'occupazione.

Dopo lo scorso 11 novembre in cui, nella piazza davanti al comune, studenti medi insieme a universitari e giovani dei quartieri periferici lanciavano lo slogan #occupypisa; la manifestazione di oggi ha dimostrato che l'unica alternativa reale alla crisi e ai governi tecnici, è quella di tradurre il "noi il vostro debito non lo paghiamo", costruendo risposte che partano dal basso.

Alle 9:30 in centinaia si son dati appuntamento in piazza Sant'Antonio con l'obiettivo di lasciare il segno dell'incompatibilità alla logica dei sacrifici rappresentata dal banchiere Monti, dai ministri tecnocrati del suo governo.
Di fronte alla sede dell'Inps, difesa da un'ingente schieramento di polizia, studenti universitari sono riusciti ad entrare nell'edificio e calare uno striscione dal terzo piano: "ridateci la grana, noi non pagheremo il vostro debito"; sintomo della consapevolezza che le casse pubbliche sono ormai agli sgoccioli, perché espropriate da governo e banche per risanare il sistema del debito.

Lungo il percorso, gli studenti medi hanno invece attaccato le scuole private e la banca Unicredit, incollando manifesti inneggianti V per Vendetta.

#occupy Pisa!Via della Pergola è nostra!

Oggi 17 novembre 2011 come studenti medi, universitari, precari e giovani dei quartieri popolari, abbiamo deciso di iniziare direttamente a riprenderci quello che ci è stato tolto.

Abbiamo costruito in assemblee universitarie e di ateneo, in quelle di istituto nelle scuole e dentro i quartieri da dove proveniamo, la giornata di oggi: #occupy Pisa.

La manifestazione, dopo aver sanzionato in differenti forme (attacchinaggi di V per Vendetta, striscioni e fumogeni) banche, scuole private e l'inps, ha voluto oggi iniziare a praticare direttamente il "non pagamento del debito", sottraendo un grandissimo spazio, di proprietà della banca popolare di Lodi, all'abbandono ed alla speculazione.

Il governo tecnico di Monti, è per noi il segno che la caduta di Berlusconi rappresenta una nuova stagione di tagli ed austerità che ci verranno imposte direttamente con manovre e riforme per continuare a tenere in vita il sistema del debito. Per questo abbiamo deciso di concretizzare questo rifiuto dei sacrifici in una riappropriazione immediata di spazi: vogliamo affermare che l'unica possibilità di non pagare più la crisi sta nella conquista collettiva di tutta quella ricchezza che ci stanno togliendo, e nel tentativo di socializzare beni e servizi che le istituzioni finanziarie hanno privatizzato.

Gli edifici di #occupy pisa sono vuoti da molti anni, e rappresentano la volontà collettiva di costruire nuovi percorsi di movimento capaci di rilanciare lotte per una formazione libera dai ricatti della precarietà e per un nuovo weelfare libero dalle grinfie del debito.

#occupy pisa

martedì 15 novembre 2011

Corteo studentesco 17 novembre #occupypisa!

L’assemblea di ateneo del 14 novembre, è per noi un primo momento di confronto collettivo sulla complessa fase politica che stiamo vivendo.

Siamo studenti universitari e giovani immersi nell’università della crisi e nelle logiche del debito e della precarietà. Dopo anni di lotte, ci troviamo oggi nelle nostre facoltà a vivere l’applicazione dei tagli lineari e della riforma Gelmini, con una didattica sempre più dequalificata e una ristrutturazione in senso aziendale e verticistico del mondo della conoscenza. Soprattutto, l’imposizione dell’indebitamento sulle nostre vite di studenti si declina nel diritto allo studio, sfigurato dalla fondazione per il merito che ci obbliga a contrarre prestiti con i soliti istituti bancari per “garantirci il nostro diritto al futuro”.

Vediamo in tutto ciò l’ennesima espropriazione di ricchezze comuni: è questa la cifra delle nostre vite al tempo della crisi, connotate dall’imposizione di ricatti e dal furto del nostro futuro. In questi termini leggiamo l’avvento del governo presieduto da Mario Monti. Vogliamo dire chiaramente che non accettiamo la retorica dei governi tecnici, della necessità e dell’emergenza, dell’applicazione dei dettami della BCE. Non accettiamo di pagare un debito che non abbiamo concorso a creare. Non accettiamo l’attacco devastante al mondo del lavoro portato dall’art. 8 della manovra di ferragosto e dall’estensione generalizzata del metodo Marchionne. Non accettiamo l’espropriazione vergognosa dei beni comuni, così come avviene con il territorio in Val di Susa e più in generale con lo scippo del risultato referendario operato con l’art 4 della manovra di ferragosto.

È questo il punto della nostra analisi: non accettiamo che ventisette milioni di persone siano cancellate in nome degli umori dei mercati. Ci sembra ormai chiara l’insostenibilità della retorica propinataci dal circuito massmediatico, per la quale il bene del mercato coincide con il nostro bene. Non è così, e il nostro quotidiano lo testimonia: non possiamo accettare questo modo di imporre il pagamento del debito. Il rischio di default e la retorica del pareggio di bilancio a tutti i costi non possono essere la giustificazione per annientare i nostri diritti, per ridurre alla povertà le nostre vite: se questo deve essere il nostro futuro, diciamo che non vogliamo pagare questo debito, che è stato creato da soggetti privati e che non può essere scaricato sulle fasce più deboli della collettività.

Questo è il senso che vediamo nella giornata del 17 novembre, questi i motivi per cui saremo in piazza giovedì prossimo. Quest’anno il 17 novembre non rappresenta soltanto la giornata mondiale del diritto allo studio, ma deve essere calata in un orizzonte generale di lotta e di sciopero. Come studenti universitari, ci sentiamo parte integrante di quel 99% che non può tollerare ancora ricatti. Per questo chiediamo a tutte le donne e gli uomini schiacciati dalla crisi, a tutte le forze sociali, politiche e sindacali, di essere in piazza con noi il 17 novembre: costruiamo in questa giornata un primo momento di confronto e organizzazione collettiva, una ripresa di parola reale che parta da tutti e tutte, da luoghi come le facoltà e le piazze che devono tornare ad essere i nostri laboratori. Dire oggi “Occupy Pisa” significa scommettere sulla possibilità di creare nuove relazioni sociali, di iniziare tutti insieme a riprenderci, giorno dopo giorno, il futuro.

martedì 8 novembre 2011

Comunicato dell'assemblea di movimento autoconvocata dell'8 novembre 2011

Questa sera circa 150 studenti e studentesse hanno risposto in massa all'appello di una prima discussione collettiva del movimento universitario. La convocazione aveva come obiettivo quello di connettere le istanze e le rivendicazioni di lotta degli spazi e dei soggetti della formazione - a legge Gelmini approvata - con il livello oggi imprescindibile di critica e mobilitazione contro il pagamento del debito, generato dal sistema della banche, della finanza e di tutti gli schieramenti parlamentari ad esso asserviti.

Emblematico il fatto che l'assemblea di movimento si sia tenuta proprio nella sera della notizia dell'imminente caduta di Berlusconi. Con chiarezza tutti gli interventi hanno ribadito che davanti a qualsiasi cambio di governo che sia all'insegna della continuità con i diktat della Banca Centrale Europea – che ordinano tagli, austerità, impoverimento e volontà di pagamento del debito – la risposta è immediatamente quella della costruzione e dell'organizzazione di momenti di lotta, riappropriazione e visibilità di tutti i soggetti sociali che rifiutano di fare sacrifici, rinunce e di accettare l'impoverimento come unico orizzonte del proprio presente e futuro.


Per questo l'assemblea ha deciso:   
  • di elaborare una propria progettualità di mobilitazione che abbia l'obiettivo principale di costruire un vero e proprio movimento territoriale per rifiutare il pagamento del debito che chi sta in alto ci sta imponendo per poter continuare a lucrare sulle nostre vite, per mantenere ed arricchire i loro profitti. Sulla base di questo chiaro, comune e conflittuale obiettivo, lo sviluppo del movimento degli studenti e delle studentesse, dei precari e delle precarie, e di tutti gli altri soggetti che ne faranno parte, vedrà dotarsi delle pratiche che riterrà collettivamente più efficaci ed incisive per raggiungere l'obiettivo.
  • di esprimere incondizionata solidarietà a Carlo Seppia, ragazzo di Pisa che da più di dieci giorni è stato arrestato perché ha partecipato al corteo di centinaia di migliaia di persone a Roma, resistendo in piazza San Giovanni contro le brutali cariche e caroselli fatti dalle forze di polizia.
  • di portare avanti già dai giorni successivi lo spirito di mobilitazione globale che dal movimento #occupyeverythink, si sta diffondendo in tutto il globo, occupando piazze, luoghi e spazi per contrastare il potere finanziario, economico e politico, affermando la dignità contro il ricatto del sistema del debito e della precarietà. Per questo le assemblee di facoltà a scienze e ingegneria del 9 e del 10 novembre, l'assemblea di ateneo di lunedì 14 ed i successivi appuntamenti assembleari in università saranno partecipati per rilanciare e legare le lotte sul terreno della formazione a quelle contro il pagamento del debito
  • di costruire l'11.11.11, in linea con lo spirito della giornata globale di mobilitazione, un concentramento universitario, per venerdì alle 10 e 30 in piazza Dante, collegandosi anche con la mobilitazione degli studenti delle scuole superiori
  • di assumersi da protagonisti la data del 17 novembre.
  • di concepire un proprio orizzonte politico e una propria forza territoriale che sappia utilizzare gli appuntamenti già fissati, sia localmente, che a livello internazionale, senza per questo essere schiacciato dalla logica dell' “evento”. In questo senso tutti gli appuntamenti già citati, sia assembleari che di piazza, sono da intendersi come occasioni che permettano la nascita e lo sviluppo di un movimento permanente in questa città: #occupy Pisa.

giovedì 3 novembre 2011

Medicina: un punto di vista sull'assemblea

Ieri a medicina c’è stata un assemblea come nella nostra facoltà non se ne vedevano da anni: controversa,dibattuta, arrabbiata, ma soprattutto partecipata, consapevole e capace di essere costruttiva e propositiva.

Un’assemblea nata in un giorno, pubblicizzata solo tramite il passaparola a lezione, via e-mail, su facebook che però è riuscita a portare almeno un centinaio di studenti e studentesse a partecipare, discutere e proporre è un dato importante . Infatti se oggi non siamo rimasti a casa, ma abbiamo deciso di metterci in gioco, spendendoci il nostro tempo e le nostre energie è perché la misura è colma e il caos che si è venuto a determinare sull’iscrizione ai tirocini è la goccia che ha fatto traboccare il vaso : perché ancora una volta viene scaricato sugli studenti il peso di una endemica disorganizzazione della facoltà e quello che doveva essere un miglioramento dal punto di vista dell’accessibilità ai tirocini si è invece trasformato in un gran caos, con forti penalizzazioni per alcuni studenti.

E’ emersa quindi una forte necessità di incontrarsi e confrontarsi , anche e soprattutto per elaborare una strategia comune di risposta all’assurda condizione in cui rischiamo di restare invischiati, con la grande consapevolezza che , dovendoci interfacciare con un apparato burocratico molto rigido e sempre poco disponibile ad accogliere le istanze e i bisogni degli studenti, la peggiore situazione che può determinarsi è lo scatenare una “guerra fra poveri” tra gli studenti. Infatti gli studenti (siano essi stati penalizzati o meno) non hanno alcuna responsabilità di quanto successo ( responsabilità che spetta invece a chi ha posto “scarsa cura” nell’organizzazione e nella strutturazione di questo nuovo sistema di prenotazioni) e anzi hanno la necessità di fare fronte comune per cercare una soluzione che non penalizzi nessuno, ma anzi possa porsi come presupposto per un futuro miglioramento delle nostre condizioni di studio.

Ed è infatti per questo che l’assemblea è stata estremamente propositiva, costruttiva e concreta : perché oltre a chiedere semplicemente l’annullamento e la ripetizione delle prenotazioni , condizione che ristabilirebbe l’equità del processo di prenotazione, sono emerse delle proposte e delle rivendicazioni che puntano a rendere la prenotazione non solo equa ma anche più consapevole ed efficace.

Sono state sollevate delle importanti questioni : dalla richiesta di una maggiore partecipazione( non soltanto formale) degli studenti nei processi decisionali che portano all’organizzazione del nostro corso di laurea, alla richiesta dell’adeguamento dei server ai numeri della nostra facoltà ( dato che allo stato attuale sono ampiamente sottodimensionati), e alla richiesta di un calendario degli esami che non sia solo di massima e che consenta a tutti gli studenti di fare le proprie scelte sulla prenotazione del tirocinio tenendo conto anche degli altri impegni accademici (senza contare il fatto che il calendario degli esami dovrebbe essere comunque garantito per consentire agli studenti, soprattutto se fuorisede, di organizzarsi i tempi di studio e non, così come è garantito nei fatti in tutte le altre facoltà).

La parte meno proficua dell’assemblea forse è stata proprio quella in cui ci siamo confrontati con “la facoltà” ovvero il prof Zucchi che si è dimostrato piuttosto rigido in una posizione “giustificazionista” e restio nel cogliere l’iniquità della situazione che più di una volta ha tentato di sviare il discorso da tutta una serie di questioni ed esigenze che gli venivano fatte presente di volta in volta. Certe volte viene da chiedersi che cosa gli torni in tasca ( e non solo al prof.Zucchi ma a tutta la “governance” della facoltà) nell’ignorare ostinatamente le problematiche che di volta in volta gli studenti pongono.

In ogni caso la situazione dei tirocini rimane una questione aperta : le scadenze ravvicinate e l’ambiguità delle risposte dateci dalla nostra controparte istituzionale ci impongono continuare a seguire la questione con attenzione ed intelligenza se vogliamo effettivamente “cavarne un ragno dal buco” . Certo è che se vogliamo andare oltre la semplice “teoria” dobbiamo anche porci il problema di come dare continuità e forza alle nostre ragioni e rivendicazioni .

Uno studente di medicina

mercoledì 2 novembre 2011

assemblea d'ateneo



ASSEMBLEA D'ATENEO Martedì 8 Novembre ore 21.30 Polo Carmignani

Nell'Università della crisi non permetteremo più di farci rapinare di diritti per pagare un debito pubblico generato dal sistema dei baroni, dei partiti e delle banche. E' arrivato il momento di riprenderci saperi, reddito e beni comuni!

RIFIUTIAMO LA VOSTRA CRISI QUESTO DEBITO NON LO PAGHIAMO!
PARTECIPA
 
ORGANIZZATI
RIBELLATI
studenti contro il debito!