mercoledì 23 novembre 2011

#OCCUPY DSU! LE NOSTRE VITE NON SONO IN DEBITO

Gli effetti dei tagli iniziano a concretizzarsi a partire dalle riforme universitarie e dalla distruzione degli ultimi residui di diritto allo studio. Con gli effetti della riforma e le liberalizzazioni proposte dal nuovo governo Monti molti corsi vengono cancellati, gli spazi disponibili nelle università diventano sempre meno, il sistema del “prestito d'onore” trasforma le borse di studio in indebitamento.
Il dsu potrà garantire agevolazioni soltanto ad una minima parte di richieste a fronte delle migliaia e migliaia che verranno tagliate fuori. E per chi continuerà ad essere “idoneo” il dsu vuole imporre un aut aut: lo studente “borsista” dovrà scegliere se avvalersi del contributo monetario, ritrovandosi però a pagare la mensa e l'alloggio, oppure scegliere di usufruire gratuitamente di questi servizi senza però ricevere la borsa di studio. In questo quadro d'impoverimento generalizzato si aggiungono i disagi legati al ritardo della pubblicazione delle graduatorie definitive che lascia gli studenti ritenuti “idonei” nella graduatoria provvisoria, in una sorta di limbo in cui si trovano a fare i conti con spese d'affitto e di mantenimento ingenti.

Ma dall'azienda regionale per il diritto allo studio lo questo scenario di tagli e disagi la “scusa” è sempre la stessa: “il governo ci taglia i fondi”.
Quello che invece non viene detto è perchè non ci sono più soldi e risorse e come quei “pochi” vengono amministrati. Quando affermiamo che il debito non lo vogliamo pagare, è perché sappiamo che se i soldi mancano è perché la ricchezza sociale sempre più è rapinata nei confronti di noi studenti, precari e delle nostre famiglie, per essere consegnata al pagamento dei buchi e delle crisi che il sistema delle banche ha prodotto in questi anni. La ricchezza c'è: il fatto è che le case, i servizi ed il reddito sono espropriati a vantaggio dell'arricchimento di pochi: grossi speculatori, banchieri ed il sistema dei partiti.
Il caso più emblematico sul territorio è quello rappresentato dalla Praticelli, costruita da un consorzio di aziende private col “project financing”, a cui il dsu ogni anno deve pagare un affitto di 3 milioni di euro, sottraendoli alla collettività per l'incremento dei profitti di pochi grossi imprenditori “amici”. Questa emorragia continua di denaro pubblico nelle tasche dei privati, va ad incancrenire ulteriormente la questione del deficit: infatti il dsu socializza le “perdite” derivanti dalla privatizzazione dei servizi, aumentando i costi della mensa, tagliando le borse di studio e tenendo vuoti gli appartamenti di sua proprietà per poi svenderli mettendoli all'asta a prezzi fuori dal mercato. E' il caso della struttura di via dell'occhio, e analogamente dei tre appartamenti messi all'asta da qualche giorno in via della Spina, via Battelli e Lungarno Gambacorti.

Nella giornata del 17 Novembre in un centinaio tra universitari, medi, ragazzi dei quartieri popolari abbiamo gridato e messo in pratica il nostro rifiuto alla politica di debiti e sacrifici che governi e banche vogliono scaricare sulle nostre spalle. E da quel giorno ci siamo riappropriati di uno spazio in città in via la Pergola, un edificio abbandonato da 8 anni di proprietà di una banca. In “via la pergola” vogliamo creare un luogo per la collettività in cui socializzare, confrontarci e progettare l'autonomia delle nostre vite dal ricatto finanziario del debito e dell'austerità. Vogliamo produrre saperi e cooperazione creando iniziative di quartiere, università popolare ed uno sportello contro il debito in cui studenti insieme ai vicini, ai lavoratori, ai migranti, costruiscano un percorsi comuni di organizzazione che diano risposte reali alla crisi, praticando il diritto all'insolvenza, il diritto a “non pagare più”. Costruendo delle relazioni che mettano al centro dell'agire i nostri bisogni, vogliamo far pagare il conto a chi l'ha creato: a banche, speculatori, istituzioni asservite alla finanza.


Il 30 Novembre, il giorno in cui uscirà la graduatoria definitiva, saranno molti gli studenti che si troveranno a fare i conti con la realtà effettiva del “diritto allo studio” al tempo della distruzione della formazione pubblica: quella per cui casa, reddito e servizi sono diventati merci accessibili al prezzo esclusivo di sacrifici e indebitamento.

Occupy pisa in via la pergola mette a disposizione uno “sportello contro il debito” tramite cui noi studenti miriamo a costruire collettivamente uno studentato autogestito, per venire incontro a chi non ha più la possibilità di affrontare tutti quei costi che comporta la vita dello studente già precario. Uno studentato per chi ha deciso di rigettare il pagamento di questo debito; per chi ogni giorno resiste alla morsa degli affitti, alla rassegnazione come unico orizzonte di vita, al ricatto dei parametri sempre più selettivi dell'accesso alle borse di studio, per chi vuole opporsi alla precarietà e ha deciso di lottare per riconquistarsi reddito, spazi e casa. Questo progetto di studentato autogestito parte da via la Pergola, tra piazza dante e la facoltà di Lettere, ed è soltanto il primo di una lunga serie di lotte che vogliono riscattare le nostre condizioni di vita!

Vi invitiamo a partecipare tutti i giorni all'appuntamento delle ore 15.00 nello spazio di Occupypisa in via la Pergola dove poter organizzare lo studentato autogestito!

#Occupypisa, work in progress in via la Pergola.

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