lunedì 13 dicembre 2010

Occupata la mensa universitaria: migliaia di pasti gratis! Occupata la facoltà di lettere per la notte bianca d’iniziative e mobilitazioni!


Note su di una straordinaria giornata di conflitto universitario.
Pisa - 12 novembre.

Le assemblee di facoltà. La giornata di ieri è stata caratterizzata fortemente dalla ripresa delle mobilitazioni universitarie. Dalla mattina, diverse facoltà (giurisprudenza, scienze, ingegneria) hanno svolto assemblee  con altissima partecipazione. Un dato politico su tutti: in queste prime settimane di ripresa dei corsi, è netta la consapevolezza che nessuna normalità accademica è più possibile, pena l’accettazione di enormi sacrifici insostenibili sia sul piano della didattica che su quello del diritto allo studio. La ricalendarizzazione del ddl in parlamento nelle prossime settimane è stato quindi il punto di partenza di discussioni che affrontano con decisione e determinazione il nodo delle pratiche di opposizione alla riforma, in una fase in cui il governo adotta subdolamente la tattica di una ricerca di compromessi e mediazioni su alcuni emendamenti, alla ricerca di una pace sociale che, se impossibile gli è il consenso, non gli porti conflitto sociale. E’ quindi sulle pratiche di opposizione che le diverse soggettività studentesche ripartono!
A scienze, una delle facoltà più vive nel primo ciclo di lotte di ottobre, circa 400 studenti e studentesse decidono di trasformare l’assemblea in un corteo non autorizzato. Obiettivo è la sede pisana dell’Azienda Regionale del Diritto allo Studio, a fronte dei tagli governativi del 90% delle borse di studio, e la ristrutturazione di questo nel furto del meccanismo del prestito e dell’indebitamento: il corteo entra nell’edificio, invade l’ufficio del Direttore Generale Amministrativo dell’ARDSU cui chiede conto della situazione. L’unica risposta che viene data è: “i tagli del governo colpiscono Noi quanto Voi siamo tutti sulla stessa barca”. La risposta è talmente irritante a fronte di una situazione in cui il Direttore in questione, Enrico Maria Peruzzi, percepisce un reddito di 130mila euro l’anno per svolgere il lavoro di razionalizzazione delle risorse economiche, e nulla ha da spartire con la precarietà del mondo del precariato universitario, men che meno condivide qualcosa con gli studenti borsisti, che proprio a causa del suo lavoro, si vedono togliere le possibilità di continuare il proprio percorso formativo.
Mensa gratis. La contro-risposta non si fa attendere: dopo aver appeso uno striscione che denunciava il “furto delle borse di studio”, lanciando l’importante data di assemblea d’ateneo per il 15 novembre, gli studenti si sono mossi in direzione della Mensa centrale al grido “paga Tremonti, la mensa oggi la paga Tremonti”. Di lì in poi è stato un susseguirsi di insubordinazione a catena, riproduzione del conflitto e contro-cooperazione. Un migliaio di studenti e precari si sono riappropriati concretamente del loro diritto allo studio: quale migliore segnale per Tremonti, Gelmini e…Peruzzi! Il punto importante è stata la spontanea organizzazione di decine e decine di commensali che, sciogliendo i ranghi delle file d’attesa, hanno seguito l’indicazione di riappropriazione, e, divelte le barriere, hanno interrotto i pagamenti dei ticket-mensa. Altro dato importante è la solidarietà dei lavoratori che hanno incrociato le braccia, permettendo agli studenti di autogestire la distribuzione dei cibi… e tutto questo fino alla fine e sotto gli occhi (per una volta i loro impotenti!) dei dirigenti! E’ ben masticato il concetto che difendere la formazione come bene comune, sia oggi più che mai pratica di riappropriazione! In particolare la “difesa” del diritto allo studio cessa di essere faccenda di sindacatini studenteschi, ma può e deve cessare di essere affrontata come questione esclusivamente tecnica: i tagli alle borse e ai servizi del diritto allo studio investono la crisi dei dispositivi di riproduzione sociale, ed è quindi affaire politico da agire contrappositivamente a ciò che sui territori ne sono le articolazioni di governo.
Notte bianca a lettere. Nel pomeriggio l’assemblea permanente di lettere occupa la facoltà, in opposizione alla dequalificazione della didattica ed all’atteggiamento di chiusura del Preside di Facoltà nei confronti delle mobilitazioni studentesche che da settembre pretendevano di bloccare la didattica a fronte di una facoltà che è già gravemente compromessa dai tagli e dalla scarsità del’offerta formativa.
Nel pomeriggio vi si svolge l’assemblea del mondo della formazione che scenderà in piazza il 17 novembre, in cui, forti di uno sciopero generale di scuola ed università, la città risponderà con forza allo dismissione strategica dell’istruzione.
In serata viene presentato la produzione di sapere auto organizzato dall’assemblea permanente di lettere, in  cui viene analizzata la profonda e progressiva dequalificazione della didattica delle discipline umanistiche. Decine e decine di corsi di studio tagliati, offerta formativa sempre più vincolata, scadenza della qualità dei saperi sono ormai una realtà cui la Riforma non farebbe altro che sancirne la morte. La mercificazione dei saperi e l’indebitamento didattico sono quindi viste come le condizioni con cui la precarietà è già dentro il corpo studentesco. Questa iniziativa diventa anche l’occasione per un partecipato dibattito sulla fase di mobilitazione in costruzione, in cui viene ribadita la priorità dell’opposizione a qualsiasi tentativo di “rattoppamento” della Riforma.
Viste le premesse, il movimento studentesco non mancherà di certo agli appuntamenti che gli si presenteranno davanti!

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