mercoledì 15 dicembre 2010

Londra chiama, Roma risponde: va in onda la rivoltà degli studenti

La giornata di oggi ci consegna alcune indicazioni di fondo rispetto alla forza del movimento degli studenti e la sua capacità di rispondere alla crisi che ci avvolge. Oggi, davvero, "noi la crisi non la paghiamo" si fa programma tradotto in atto. 

Ancora una volta, bisogna fare qualche fermo immagine per raccontare la giornata di lotta di questo ben-venuto 14 dicembre romano. Da un lato le rissette in aula dei parlamentari, un po' papponi, un po' venduti al soldo infame; dall'altro una piazza che ben conosce la distanza tra la rappresentazione di Tg e quotidiani e la nuda realtà. Da un lato chi dice che la crisi ce la stiamo lasciando alle spalle e che può continuare a governare perché ha dietro un "governo saldissimo"; dall'altro chi vede di fronte a sé un futuro nero senza prospettive e i primi effetti di tagli che atterreranno ogni possibilità di futura mobilità sociale. 

La sfiducia a Berlusconi non c'è stata nei palazzi del potere ma la si è conquistata nelle strade e nelle piazze di Roma. Il governo "saldo e fermo" dovrà fare i conti - da domani - con queste soggettività e le loro insorgenze a venire. 

Londra chiama, Roma risponde! Neanche una settimana fa era l'auto dei reali a incrociare - per sbaglio, come un errore di sistema - uno dei tanti sciami che attraversavano le strade della capitale inglese. Oggi qualche auto blu in uscita da Montecitorio ha faticato ha portare a casa il politico di turno. 

E così, col passare delle ore, le diatribe auto-referenziali dei parlamentari hanno lasciato spazio alla materialità di un reale che oggi ha fatto la sua irruzione sulla scena politico-mediatica, con tutta le sue asprezze e le salutari paure per chi sta lassù in alto.

infoaut

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