giovedì 18 novembre 2010

PISA: 17 NOVEMBRE, GIORNATA DELLA FORMAZIONE IN CONFLITTO!

Quest’oggi siamo scesi in piazza, assieme al mondo della formazione tutto, per opporci ancora una volta al piano di distruzione della scuola pubblica e al ddl Gelmini. Il corteo di 5000 persone ha visto la partecipazione di diverse realtà: universitari, studenti medi, ricercatori, ma anche genitori, insegnanti e precari delle scuole del primo ciclo, la CGIL ed i sindacati di base, che hanno indetto lo sciopero di scuola e università.
Abbiamo bloccato la città per tre ore, decine e decine le azioni dirette sempre più massificate. Gli studenti medi all’altezza di ponte Solferino hanno deciso di andare a “sanzionare” simbolicamente la sede di Confindustria, identificata come obiettivo in quanto responsabile della dequalificazione della formazione col fine di svalutare il futuro dei giovani.
L’intenzione era quella di segnare la controparte del precariato sociale giovanile, con uno striscione,  chiudendo portone con una catena e lanciando dei pomodori. A pochi metri dalla sede, la polizia in assetto antisommossa si è schierata a protezione; sono partite cariche in cui Michela, del collettivo autonomo degli studenti medi, è stata ferita alla testa e portata in ambulanza all’ospedale; questo non ha impedito la buona riuscita dell’iniziativa.
Le manganellate sugli studenti medi, invece di “alleggerirci”, hanno colpito dentro tutto lo spezzone studentesco,  aumentando la determinazione di tutti i partecipanti, intensificando la consapevolezza del movimento di portare avanti ancora con più forza la nostra lotta.
Durante il percorso sono stati segnate altri responsabili e complici della distruzione del nostro futuro che vorrebbero precario, indebitato e all’insegna dell’austerità: gli istituti di credito, per sottolineare ancora una volta che il diritto allo studio non può essere trasformato in sistema di prestiti; sulle banche sono stati attaccati striscioni e sono state lanciate uova; poi è stata la volta delle scuole private del “privilegio”, enti che beneficiano di quelle risorse a noi sottratte.
Il corteo è poi giunto in Piazza dei Cavalieri, dove è stato subito chiaro che non ci sarebbe stato il solito comizio: dopo diversi interventi di rivendicazione politica della giornata di sciopero, blocco e azioni dirette, il presidio si è nuovamente tradotto in pratiche concrete di indisponibilità, abbiamo occupato assieme a tutto il movimento universitario il Polo Carmignani. Nello stesso momento si è mosso lo spezzone autonomo degli studenti medi che ha riattraversato la città andando ad occupare l’Istituto Geometri.
Una manifestazione non di testimonianza e di autorapprasentazione, ma espressione di movimento capace di indicare e conquistare obiettivi, e di portare a casa alcuni risultati.
L’occupazione del polo Carmignani è per noi il fulcro della tensione sociale, politica e mediatica in cui creare e organizzare il nostro RIFIUTO e la nostra opposizione alla riforma. Un ponte di crescita soggettiva di tutto il movimento, per ottenere il blocco totale di tutte le facoltà dalla settimana prossima.
Un’esperienza di lotta che segna un salto di qualità del movimento che con determinazione sta andando verso una ricomposizione, che si sviluppa a partire da pratiche concrete di riappropriazione e mobilitazione, blocco ed opposizione sociale.
L’avevamo detto: il tempo delle mediazioni è scaduto, è l’ora delle mobilitazioni e delle pratiche concrete di lotta. E’ questo il tempo in cui la linea del conflitto diviene un solco sempre più profondo che separa chi lotta da chi è complice.

Da che parte della barricata?
Noi lo sappiamo!

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