È da qualche giorno che distribuiamo un volantino sul piano di ristrutturazione della mensa tra i nostri colleghi piantati in fila o stretti tra i nuovi tavoli del ristorante universitario di via Martiri. Per compensare il buco di bilancio di oltre 2 milioni e 800mila euro, l'azienda regionale per il Diritto allo Studio Universitario ha infatti deciso di recuperare il disavanzo - oltre che dalla caritatevole elemosina della regione Toscana, che ha parzialmente coperto il buco - aumentando i costi dei pasti (aumenti in vigore dal 1 marzo 2017) e cercando di ridurre forzatamente l'utenza della nuova mensa, per risparmiare sui costi di gestione e sul personale e limitarne l'uso, comunque caro, ai soli borsisti. La nuova mensa è (all'apparenza) un gioiellino (sì, di quelle cose da Eataly di Farinetti, mala tempora currunt) ma palesemente inadeguata a soddisfare un'utenza ampia, che non riguardi i soli borsisti, che già sono meno di quanti dovrebbero essere.
I lavoratori della mensa sono costretti a turni di lavoro massacranti, sottoposti a stress continuo per le pressioni dei dirigenti, e dopo numerose richieste inascoltate e a fronte della carenza di personale hanno proclamato uno stato di agitazione astenendosi dagli straordinari. Questa mattina, in camice bianco, tra studenti e lavoratori, si trovavano anche una serie di dirigenti del diritto allo studio, tra i quali Carpitelli, responsabile del servizio ristorazione e la Puntoni, responsabile della progettazione delle nuova mensa. Per questo nuovo prodotto hanno raggiunto nuovi obiettivi e hanno visto lievitare i loro già ingenti stipendi. Sghignazzava e rideva in faccia a studenti e lavoratori Carpitelli stamani.
“ma che avrai da ridere?” ha urlato qualcuno. Forse rideva degli studenti costretti a fare file estenuanti per sgomitare nella speranza di trovare un posto a sedere o si forse si compiaceva della politica del DSU toscano sul servizio ristorazione: sale più piccole, con meno sedie, due soli banconi e casse minuscole per risparmiare sui costi e sull'utenza, senza cambi turno per i dipendenti, vissuti con fretta, disagio e spese sempre più elevate dagli studenti e con continue dichiarazioni della ASL che ne decretano la non-idoneità.
Ridevano. Poi la situazione gli è sfuggita di mano, quando diversi studenti si sono alzati in piedi, altri hanno applaudito e le code ai banchi sono aumentate all'improvviso. Deve aver smesso di ridere in quel momento. Ma era nascosto e non l'abbiamo più visto.
Basta! Vogliamo pasti decenti, posto per tutti, una riduzione dei costi del cibo, una migliore gestione della situazione per non dover passare l'unica ora di pausa pranzo in fila con un vassoio, senza pesare sulle spalle dei lavoratori della mensa, oggi quasi scesi in sciopero spontaneo davanti ai nostri megafonaggi e all'arroganza senza fine dei loro capi, buoni solo a ricattarli e a riderci in faccia.Il servizio mensa deve essere per tutti: comodo ed economico.
I lavoratori devono essere rispettati.
I dirigenti non devono mangiare sulle nostre spalle. Poi possono pure ridere...
Ci vediamo i prossimi giorni.
venerdì 27 ottobre 2017
lunedì 23 ottobre 2017
La mensa nuova è bella... ma non funziona!
File chilometriche per pasti sempre più di scarsa qualità, posti a sedere insufficienti, lavoratori in condizioni di lavoro disagiate: continuamente sottopressione e spesso bloccati per gli ingorghi prodotti da un percorso ai banchi delirante!
Il progetto dell'azienda è chiaro: investire per ridurre. La mensa è bella ma funzionerebbe bene solo con un'utenza ridotta... e chi c'ha più voglia dopo un po' di infilarsi in quel labirinto e perdere un'ora e più per mangiare??
Il ritardo dell'inaugurazione è stato dovuto al mancato superamento dei collaudi. Per non rimanere ore ed ore bloccato nell'ingorgo di studenti affamati devi farti furbo e sorpassare gli altri. Quando hai superato la fila devi iniziare la gara per accaparrarti un posto. Una volta trovato il posto puoi iniziare a mangiare i "gustosissimi" pasti serviti dalla mensa: piatti cucinati con prodotti prevalentemente surgelati, ingredienti di scarsa qualità... per risparmiare sull'importo monetario destinato al servizio mensa. Tutto questo a scapito degli studenti e della loro salute! E se dopo mangiato devi correre in bagno ti tocca ripassare dal via, perché si sono dimenticati di rifare il bagno all'uscita della mensa!
A dicembre 2016 il DSU toscana ha annunciato un buco di bilancio di 2 milioni e 800 mila euro dato che l'azienda per il diritto allo studio regionale deve corrispondere i pagamenti dell'IVA sui servizi. La maggior parte di questo (2 milioni) è stato coperto dal finanziamento della Regione Toscana, mentre i rimanenti vengono recuperati con un aumento monetario dei pasti a mensa (e non solo!) partito il 1 marzo 2017. Anche i lavoratori risentono dei tagli apportati dal DSU: mancanza di incremento del personale, carichi di lavoro non sostenibili perché eccessivi e conseguente aumento di stress.Non vogliamo una mensa da centro commerciale ma pasti decenti perché ci mangiamo tutti i giorni nella breve pausa tra una lezione e l'altra e perché paghiamo per un servizio insoddisfacente!