mercoledì 27 aprile 2016

Renzi, Giannini e Inguscio a Pisa? Scendiamo in piazza



Renzi, Giannini ed Inguscio saranno a Pisa il 29 aprile per festeggiare i trent’anni di compleanno di in internet in Italia. Portavoce dell’innovazione, così si definiscono.

All’università d’innovazione se n’è vista poca, a dir la verità. Quello di cui tanto parlano non lo è di certo.

Non è innovazione la riforma dell’Isee che ha escluso solo in Toscana migliaia di studenti dal diritto allo studio e a Pisa ha provocato l’aumento della tassazione universitaria al 65% degli studenti.

sabato 23 aprile 2016

Renzi festeggia la Vespa: contestazione a Pontedera

Ha già annusato che tira una brutta aria per lui a Pisa, Matteo Renzi, così, ha deciso di fare visita di soppiatto alla Piaggio di Pontedera in occasione dei festeggiamenti per il settantennale della Vespa, con solo tre ore di preavviso. Paura di contestazioni, paura di critiche, paura del dissenso: Renzi, a sei giorni dalla sua visita al CNR di Pisa, teme che la sua passerella venga rovinata.
Nonostante la notizia della sua visita alle kermesse Piaggio sia circolata solo in tarda mattinata un gruppo di piaggisti, operai dell’indotto, di abitanti dei quartieri, precari e lavoratori pisani, hanno deciso comunque di trovarsi fuori dalla fabbrica per contestare il Premier. A Pontedera un giovane su due è disoccupato, i lavoratori nella storica fabbrica vengono massacrati a colpi part-time verticale e, con il Jobs Act e la cancellazione dell’art.18, si sono visti trasformare un impiego a tempo indeterminato in lavoro precario.
“Le produzioni vengono esternalizzate, gli operai vengono sempre più sfruttati e sottopagati, è questa l’innovazione di cui parla Renzi? Noi non ci stiamo. – dice un manifestante all’esterno dei cancelli, che prosegue – Renzi dice che l’Italia deve togliersi un po’ di dosso, è vero, iniziamo a liberarci di lui, a Pisa lo contesteremo il 29 aprile, raggiungeremo il CNR dove si rinchiuderà scortato dalla polizia, partendo da sotto il comune alle 8.30. Questo di oggi è solo un antipasto”.

mercoledì 20 aprile 2016

Irrompiamo nella scena: contestiamo Renzi a Pisa

Report assemblea verso la contestazione a Renzi il 29 aprile a Pisa, Polo Pn 19 aprile 2016

Matteo Renzi ha annunciato che, in occasione del trentennale di internet, il 29 aprile sarà a Pisa per i festeggiamenti nella città dove la prima connessione in Italia alla rete venne stabilita.
Pisa non sarà la passerella in cui riabilitare un’immagine pubblica compromessa da scandali ed effetti di politiche sociali devastanti. Le politiche renziane hanno un riflesso preciso nella nostra città. I redditi scendono e la disoccupazione, specie quella giovanile, aumenta. A beneficiarne sono solo le imprese e il sistema bancario. E’ quanto con determinazione denunciano le migliaia di vittime del decreto Salva Banche, che saranno presenti a Pisa il 29 aprile contro un governo che tutela gli interessi delle grosse banche, alle quali è legato a doppio filo, penalizzando, invece, i risparmiatori: artigiani, lavoratori e risparmiatori per una vita.

lunedì 18 aprile 2016

Da Parigi un punto di vista sulle mobilitazioni dell'ultimo mese e mezzo: I cortei spontanei, la solidarietà con gli arrestati, le barricate alle entrate dei licei e delle facoltà, i blocchi delle stazioni e dei McDonald’s, la consapevolezza che “tout le monde deteste la police”, stanno liberando il tempo mangiato dal sistema in cui viviamo. La repressione, lo stato di emergenza e il delirio securitario non sono più degli assunti ai quali essere abituati : si aprono dei varchi in cui c’è la possibilità di riflettere sul significato di una democrazia che si palesa come controllo asfissiante sull'individuo e limite ai margini d’azione collettivi, come impossibilità di mobilità dentro e fuori i confini statali e polizia come risposta all'insicurezza generalizzata.

Ne travaillez jamais

Che qualcosa stia accadendo è fuori discussione, non c’è bisogno di avere un occhio attento, basta camminare per strada e i muri parlano da sé. “Le monde ou rien” ovunque, vetrine in frantumi, banche riverniciate, franprix saccheggiati, agenzie immobiliari rovesciate, 30 000 euro di danni in una sera, Jaguar taggate da bombolette, pubblicità ridotte in stracci. La città è trasformata da un’onda di persone che ognuna con i suoi mezzi e le sue pratiche la rielabora, la cambia, la attraversa, la vive come mai prima era stato possibile farlo.
Vivere Parigi è difficile, faticoso, è l’incarnazione del soffocamento causato dal sistema capitalistico mondiale. È una città che abbrutisce, che stringe i polmoni, che rende grigi. A Parigi non c’è il tempo perchè per spostarsi le ore passano sottoterra, perchè per mangiare bisogna arrangiarsi tra una recupera di verdure e un lavoro saltuario, perchè uscire di casa (quando hai la fortuna di averla abbastanza dignitosa per poterla definire tale) e bersi una birra diventa un investimento che non ci si può permettere a cuor leggero. Non c’è il tempo per camminare, la gente corre e i giorni passano nell’inesorabile flusso della sopravvivenza.
La loi travail ha dato una svolta, ha fatto sì che ci si iniziasse a porre delle domande su come si vive e dove si va. Ci si è ripresi il tempo per uscire di casa, mettersi in sciopero, calpestare il pavé che lastrica le strade di quartieri inaccessibili, per stare in piazza. Era talmente difficile vivere che avere la possibilità di avere un luogo da riempire con i corpi e con le menti ha significato un’occupazione di una piazza, con tutte le sue contraddizioni e limiti, per settimane intere. C’è chi si batte per mantenere lo status quo e il code du travail o per riscrivere una nuova costituzione ma c’è anche chi mette in discussione questo mondo, dall’inizio alla fine. E l’incontro tra soggettività e pratiche così diverse è l’effettiva traduzione di quella “convergenza delle lotte” che finora rimane un marchio pubblicitario di un contenitore mezzo vuoto.
I cortei spontanei, la solidarietà con gli arrestati, le barricate alle entrate dei licei e delle facoltà, i blocchi delle stazioni e dei McDonald’s, la consapevolezza che “tout le monde deteste la police”, stanno liberando il tempo mangiato dal sistema in cui viviamo. La repressione, lo stato di emergenza e il delirio securitario non sono più degli assunti ai quali essere abituati : si aprono dei varchi in cui c’è la possibilità di riflettere sul significato di una democrazia che si palesa come controllo asfissiante sull'individuo e limite ai margini d’azione collettivi, come impossibilità di mobilità dentro e fuori i confini statali e polizia come risposta all'insicurezza generalizzata. Dire che della legge sul lavoro ce ne freghiamo perchè non vogliamo più lavorare del tutto può sembrare pretenzioso e utopistico ma dietro la retorica dello slogan si intravede una riflessione sul rifiuto della mercificazione dei corpi, delle menti e del tempo.
Per la prima volta sento battere il cuore di questa città fino ad ora assopita. È ancora presto per immaginarsi dove si arriverà, prendiamoci il tempo per assaporare questi momenti in cui le contraddizioni del reale vengono violentemente svelate. Poi ci saranno le vacanze, forse République si trasformerà in un partito o in una piazza Santa Giulia, forse all’università si ricominceranno le lezioni e gli esami (e forse dovrò davvero scriverla questa maledetta tesi). Ma intanto rimane sempre più vera la scritta sulla lavagna di Tolbiac : “Continuons le debut”, ossia continuiamo a sperimentare nella quotidianità altre modalità di abitare, di camminare, di guardare. L’intensità di questo mese e mezzo, i sorrisi scambiati sotto un riflesso di un fumogeno che rischiara la notte, l’energia che scorre in un passo svelto che sa dove andare, “Paris debout, soulève toi” che rimbomba nelle tempie. Tutto questo è l’inizio da continuare.

domenica 17 aprile 2016

Ancora su Anvur, VQR, scadenze... e altre creature leggendarie

SABATO MATTINA 

o di come le misure cautelari ci obblighino a pensare anche nel uicchènd


Conosciamo ormai a memoria il mantra che da mesi ripetono Renzi e Giannini; la valutazione e la meritocrazia renderanno evidente che il Made in Italy è ancora una garanzia e che c'è anche un Brain in italy! Insomma, 'sto Paese è pieno di menti brillanti e di università meravigliose, è solo che ci sottovalutano, facciamogli vedere che siamo una squadra fortissimi! Scende in campo l'Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca!
(citazione liberamente tratta da una miriade di dichiarzioni pubbliche)

Ad oggi però sappiamo anche che da dentro l'università qualcuno risponde con altre parole, è difficile sentirle ma se Matty e Jenny stessero zitti un attimo suonerebbero più o meno in questo modo:
se è per finire a lavorare così, noi non lavoriamo, già da ora.
Suonerebbero in questo modo se si trasformasse in un unico discorso quello che è ancora solo un dato percentuale e per di più un po sfuggente, ma che si è comunque imposto nelle statistiche; il boicottaggio dell'Anvur.
Questo dato ancora sfugge anche all'occhio che lo guarda perchè le forme di questo boicottaggio sono diverse e altrettanto vari sono i modi di adesione ma, in parole povere, laddove si è riusciti a convergere su un unico obbiettivo questa mossa ha funzionato.

Nell'ateneo di Pisa (UniPi, non la Normale, né la Sant'anna) dopo una serie di assemblee la partecipazione volontaria dei lavoratori al sistema di Valutazione della Qualità della Ricerca è crollata di un buon 20%, mettendo a rischio i finanziamenti dell'ateneo. Un uccellino poi ci ha detto che il Magnifico Augello è stato una delle figure che ha fatto maggiori pressioni sul ministro Giannini affinchè la scadenza che L'Agenzia nazionale di Valutazione (o valutazionale della nazione che dir si voglia) venisse rimandata. Il ministro a queste pressioni ha ceduto. Probabilmente Augello, che lascerà l'incarico tra poco, semplicemente non voleva essere ricordato come Quello sotto il cui rettorato l'università ha perso un sacco di soldi, ma anche fosse il paladino di non sappiamo cosa, le questioni per noi interessanti sono altre.

IL CHIODO SU CUI BATTERE 

#PrimaveraUniversitaria #PrimaLaVeraUniversità


Tra Pisa e Roma alcuni fra gli Atenei più importanti del Paese rischiano di non avere più un'ingente parte di quei pochi soldi che li mandavano avanti. Questo perchè quando Renzi e Giannini parlano dell'importanza della valutazione non mentono, ormai -tra riforma gelmini altre creature leggendarie- dai voti dell'Anvur dipendono minimo il 20% dei finanziamenti con cui le UniAziende vengono amministrate.



Queste riflessioni non sono né le prime né le ultime al riguardo ma c'interessa scattare un altra foto di questo momento perchè riteniamo importante osservarlo anche dopo l'attimo in cui si compierà. In altre parole, continuiamo a battere su questo chiodo perchè sembra esser l'unico con cui far male al muro che abbiamo davanti.

Il 15 aprile è scaduto il termine di proroga che il miniStero aveva concesso. Questi ritardi di consegna hanno messo in imbarazzo mal celato tutta la macchina valutativa e anche chi ci lavora, ma soprattutto chi l'ha voluta. L'Italiadelfare aveva dichiarato risultati entusiastici rispetto alla consegna degli articoli da parte del personale universitario, in tutti gli Atenei i rettori hanno addirittura presentato la Crui (un altra creatura leggendaria che speriamo parta presto e perda la strada di casa) con lo slogan Primavera Universitaria... insomma ci stanno provando intensamente. Ma è da ben prima di questa primavera che la vera università in cui paghiamo le tasse non ne vale più la spesa.


QUALI MURA DA INCHIODARE?

Tra murature in eternit e casette di paglia può esserci una grande differenza incommensurabile


Come ogni prospettiva anche la nostra è situata e, seppur non siamo né a Pisa né a Roma, guardando ad entrambe ci sembra di scorgere delle similitudini con Torino, anche se da un punto di vista diverso rispetto a quello che abbiamo adottato fin'ora.

La somiglianza sta nei comportamenti della Governance, universitaria, cittadina, nazionale, di fronte a dei piccoli grandi no che gli si pongono davanti. No, non ci tratti come fossimo numerini, non a queste condizioni, dicono studenti, ricercatori e docenti. No, non puoi sfrattarci quando vuoi, dicono alcuni ai loro palazzinari di casa. No, non puoi distruggere la nostra terra, non c'interessano i soldi vogliamo il mare e le montagne, speriamo dicano tanti altri anche questa domenica. Non che sia tutto uguale, suona solo nello stesso modo a certe orecchie e, che vogliano vedere il pericolo o la speranza, sempre più persone sono consapevoli che dire una cosa o dire l'altra sta diventando indifferente, l'importante è stare zitti.
Purtroppo o per fortuna anche le nostre orecchie sono aperte e ormai abbiamo ascoltato fino allo sfinimento i leit motiv più ripetuti e riformulati da chi comanda in questo periodo. E anche qui, sembra proprio dicano la stessa cosa: Noi governiamo, voi non potete dirci cosa dobbiamo fare. Lo dicono da dietro la polizia, dall'alto dei loro schermi e in un sacco di altri luoghi e modi, ma non ci guardano mai negli occhi quando parlano.

Il 29 Aprile Renzie e Giannini saranno proprio a Pisa, cosa diranno questa volta?
Sarà dopo il referendum, dopo la scadenza prorogata, dopo anni di lenta erosione di qualunque possibilità di qualunque futuro e qualunque parola. Tutta roba nostra insomma.

Intanto anche noi abbiamo ripetuto il nostro motivetto, a volte stanchi di farlo
altre come fosse musica
e fa più o meno così: Non possiamo è vero, ma lo facciamo lo stesso.
E vogliamo giocare a chi si stanca prima con voi, questo possiamo e lo facciamo.


giovedì 14 aprile 2016

#NonPaghiamoilMassimo. Nuovo Isee e aumento tasse universitarie


Continuano i disagi alle segreterie. Questa mattina, 11 aprile, siamo stati lì. Lo sportello è intasato da tanti che chiedono spiegazioni. Come si possono pagare centinaia di euro in più? L'ateneo, intanto, continua a tacere. Nessuna notizia rispetto alle misure da intraprendere, nessuna notizia rispetto all'incontro con i tecnici in cui si sarebbe deciso la sospensione dal pagamento della mora per i ritardari.

giovedì 7 aprile 2016

No Basi, No trivelle. iniziativa di discussione e contestazione PD

Il 6 aprile, intervento #noTriv all'iniziativa chiamata dai giovani del #PD, senza vergogna rispetto all'ennesimo scandalo corruzione nel partito della nazione (http://www.infoaut.org/index.php/blog/no-tavabenicomuni/item/16814-trivelle-la-guidi-si-dimette-gli-intrecci-e-gli-interessi-delle-lobby-del-petrolio-con-il-governo-renzi). La questione sulle trivellazioni non è un dibattito tecnico, è una questione politica sulla gestione dei territori e delle risorse, legata non solo alla giornata del referendum ma allo svilupparsi di lotte territoriali. 

Qui video dell'intervento: https://www.facebook.com/766137560135867/videos/993452077404413/ 

Di questo, e della funzione strategica di queste risorse per la guerra, vorremmo parlare il 13 aprile insieme al Comitato studentesco contro l'occupazione militare della Sardegna di Cagliari. Qui L'evento fb: https://www.facebook.com/events/1705984546309160/


Un dibattito per approfondire le esperienze di lotte in difesa dei territori verso la scadenza del 17 aprile sulle trivelle.


Parteciperanno:
Comitato studentesco contro l'occupazione militare della Sardegna (Cagliari)
Comitato No Triv del Vulture (Rionero, PZ)



In un contesto di guerra permanente e dispiegata, il nodo delle risorse rappresenta il fronte interno dei conflitti sui territori: risorse logistiche e militari in Sardegna, dove un movimento popolare ha messo in discussione l'occupazione militare nell'isola; risorse energetiche nel meridione e al largo delle coste del paese dove, grazie allo Sblocca-Italia, si procede alla devastazione e al saccheggio dei mari e del sottosuolo in vista di futuri conflitti e di immediati profitti. Il passaggio referendario rappresenta un importante momento pubblico che sta mettendo in crisi il sistema corrotto che lega politica-affari-governo dei territori. Come rilanciare la battaglia contro questo sistema che il referendum rappresenta? Come rilanciare oltre il referendum? Quali le lotte che hanno portato a questo imminente passaggio?


Ne discutiamo alle 17 e 30 di mercoledì 13 aprile

A questo link un approfondimento di Infoaut: http://www.infoaut.org/index.php/blog/editoriali/item/16909-referendum-genealogia-e-ambivalenze-di-una-sconfitta-quasi-annunciata