mercoledì 3 dicembre 2014

Verso un'assemblea sul futuro dell'insegnamento. Per chi studiamo?Per cosa studiamo?

Questa mattina, come studenti e studentesse dell'area umanistica, siamo stati dai direttori dei dipartimenti di Civiltà e Forme del Sapere e Filologia, Letteratura e Linguistica per fare in modo che anche i docenti, i direttori e successivamente anche i vertici dell'Università si esprimano e prendano posizione rispetto alle riforme della Buona Scuola e dei suoi rapporti con la legge delega sul lavoro (Jobs Act). I professori Polsi e Tulli, partendo dalla situazione già disastrosa in cui versano i nostri dipartimenti, si sono detti disponibili al dibattito, accettando di portare ai consigli di gennaio un punto in cui discutere le conseguenze dell'istituzione delle cosiddette Magistrali Abilitanti previste dalle linee guida della riforma Giannini-Renzi. In particolar modo, il Direttore Tulli ha avanzato la proposta di costruire per la seconda metà di gennaio un'assemblea congiunta docenti-studenti in cui discutere la questione ed elaborare un documento di contrarietà a un piano di dismissione dell'impianto disciplinare dell'insegnamento umanistico, la sua riduzione a una formazione professionalizzante peraltro gravemente compromessa da una riduzione dell'accesso alle cattedre. È questo, riteniamo, un primo importante passaggio di partecipazione e confronto per elaborare una presa di posizione pubblica da portare ai vertici dell'Ateneo pisano.


Non a caso questo accade proprio nel giorno in cui il ministro Poletti ha chiesto la fiducia per l'approvazione del Jobs Act, il decreto che cambierà definitivamente la regolamentazione del mondo del lavoro, rendendolo strutturalmente precario. Tra le iniziative del governo Renzi anche la Buona Scuola spicca in qualità di tentativo di regolamentare e disciplinare le scuole e l'accesso all'insegnamento, premessa necessaria per le riforme sul mondo del lavoro.
Ancora se ne parla poco, ma la questione va sollevata ora che i decreti attuativi sono in cantiere. Tra le varie riforme Verranno eliminati i T.F.A., nessuno ne sentirà la mancanza, ma le nuove magistrali abilitanti all'insegnamento a numero chiusissimo sono un esplicito tentativo di dequalificare l'insegnamento e di conseguenza la formazione dei giovani.

Impegniamoci a costruire l'assemblea di metà gennaio: è tempo di schierarsi!
Ci stanno distruggendo il futuro ma per riprendercelo dobbiamo iniziare a schierarci nel presente della nostra quotidianità, nelle aule e nei corridoi delle nostre università.