giovedì 26 giugno 2014

L'autoriduzione per ricontrattare i 165 euro di affitto in casa dello studente

Stamattina un gruppo di studenti borsisti che partecipano all'autoriduzione hanno consegnato alla dirigente del servizio residenze del DSU, Magda Beltrami, il seguente comunicato.
Questi studenti, a partire dalla pratica dell' autoriduzione, pongono il problema dell'aumeto dei costi della vita studentesca, sopratutto laddove, in un ottica di "razionalizzazione", il pubblico scarica i costi dei servizi sugli utenti.


Negli ultimi anni il DSU ha aumentato progressivamente il canone mensile d'alloggio in casa dello studente. Oggi, chi si trova in casa della studente come vincitore di borsa semestrale, al secondo semestre del quarto anno per la triennale e del terzo anno per la magistrale, deve pagare 165 euro al mese per poter restare nella propria stanza. Solo negli ultimi quattro anni l'aumento è stato vertiginoso: si è passati dai 128 euro previsti dal bando 2010/11, poi ai 155 euro del 2011/2012 fino ad arrivare ai 165 attuali. In quattro anni, sulle 6 mensilità previste dalla borsa semestrale, il DSU ha richiesto 222 euro in più a ogni vincitore di borsa semestrale. Sono cifre non di poco conto, soprattutto se richieste a giovani studenti e studentesse “privi di mezzi”, fino a poco tempo detentori di una borsa di studio che, sebbene sgravi dal peso dell'affitto, già di per sé resta comunque insufficiente e costringe a ricercare fonti supplementari di reddito che tolgono tempo allo studio allungando le carriere universitarie.
Inoltre l'aumento progressivo del canone sempre più approssima il prolungamento della permanenza in casa dello studente ai costi degli affitti sul mercato. Il mercato è oggi molto diversificato e molti studenti di questo ateneo pur di strappare affitti a meno di 200 euro si trasferiscono nei quartieri periferici e poco collegati con la città, spesso in stanze doppie se non triple. Il cosiddetto canone agevolato in casa dello studente a 165 euro replica analoghe limitazioni sulla qualità della vita se consideriamo il regolamento residenze al quale ogni alloggiato presso le strutture del DSU è sottoposto. In questi giorni infatti la dirigenza del DSU Toscana propone, senza confronti preliminari con gli studenti, un nuovo regolamento residenze altamente restrittivo, quando non punitivo. Per come immaginato dal DSU i controlli periodici nelle stanze potranno essere effettuati senza alcun preavviso (Art. 22.5); sarà vietato ospitare per più di 4 ore (Art. 24.1); durante i periodi di chiusura estiva gli studenti assegnatari di tutte le residenze saranno tenuti a liberare le proprie camere da qualsiasi effetto personale (Art. 18.3); l'accesso agli spazi comuni sarà limitato alle sole ore comprese tra le 9 e le 24 (Art. 23.9); sarà vietato l'utilizzo di piccoli elettrodomestici, quali asciugacapelli e forni elettrici (Art.11.4); non è prevista gradualità alcuna nell'applicazione di sanzioni disciplinari, permettendo misure quali l'immediata sospensione del posto alloggio per violazioni minori già al primo richiamo e inoltre sono previste forti ammende pecuniarie per chi trasgredisce il regolamento (Art. 27.1). Insomma sempre più assistiamo all'approfondirsi di una tendenza che trasfigura il diritto allo studio in concessione il cui valore dev'essere fatto pagare in termini di disciplinamento e ritorsione.
A maggior ragione dunque ci chiediamo: davvero tutti questi disagi e limitazioni possono valere 165 euro?
Non solo. A comporre un quadro di iniquità si aggiunge la strutturale carenza di residenze a Pisa che vede oltre 1500 studenti vincitori di posto alloggio esclusi dalle case dello studente. Alle responsabilità del DSU si sommano le sue provocazioni: mentre provano a far cassa su di noi aumentando il canone d'alloggio i bonus per i dirigenti schizzano oltre i 100 mila euro all'anno e vengono tagliate le risorse destinate alla qualità dei servizi. Secondo il nuovo bando circa 50.000 euro all'anno saranno risparmiati sul servizio mensa acquistando generi alimentari surgelati o di scarsa qualità.
A fronte di un indirizzo politico ostile al confronto e interessato solo a fare pesare sugli studenti i costi del diritto allo studio abbiamo deciso di iniziare a difenderci e costruirci le nostre garanzie nel concreto. L'aumento del canone d'affitto negli ultimi anni non è più sostenibile per noi. Per dare una risposta indispensabile alla nostra esigenza di garantirci il diritto a studiare riducendo i costi della vita e migliorandone la qualità, come gruppo di studenti vincitori di borsa semestrale abbiamo deciso di autoridurre l'affitto di 165 euro che dovremmo corrispondere al DSU, pagando 20% della quota richiesta: 33 euro al mese. Pagheremo solo una somma sufficiente a coprire i costi delle utenze.
Eppure questa non vuole essere una soluzione solo per noi. Vogliamo che il DSU preveda sul nuovo bando una riduzione del canone d'affitto di 165 euro per tutti i vincitori di borsa semestrale. Vogliamo un'inversione delle politiche di impoverimento che l'Azienda sta portando avanti solo a spese nostre. La dirigenza del DSU deve confrontarsi con i bisogni sociali che queste istanze e pratiche pongono. Nonostante le lettere da noi ricevute che ci intimavano di pagare minacciando la sospensione dal beneficio, noi continueremo ad autoridurci la quota prevista per il canone d'affitto in casa dello studente fino a quando il DSU non avvierà un percorso orientato a ricontrattare i 165 euro al mese a oggi previsti.


Studenti borsisti per l'autoriduzione dell'affitto al DSU”