mercoledì 9 aprile 2014

Perché Unipi è UniTruffa. Materiali per l'assemblea d'Ateneo del 10 aprile


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I rankings non bastano. La soddisfazione del Rettore Augello per il buon piazzamento dell'Università di Pisa nelle classifiche internazionali segnala come l'imperativo della competitività governi le politiche d'Ateneo. Eppure da questa competizione, e negli investimenti a suo servizio, non ci sembra, per parte nostra, come studenti e studentesse, di trarne alcun vantaggio. Anzi, dappertutto vediamo tagliarci corsi di laurea, appelli e ci viene negata sia la possibilità di avanzare nella formazione sia la possibilità di realizzare professionalmente le competenze acquisite. Fondamentalemente, nonostante la bella faccia, per noi quest'università comporta solo costi e nessuna garanzia... insomma tutta questa pubblicità è una truffa!

Non abbiamo intenzione di continuare a subire la svendita del nostro futuro vedendolo scivolare sempre più verso la normalità della precarietà come vorrebbe il Job Act di Renzi. Specie questa rapina organizzata ai nostri danni viene giustificata con la contingenza della crisi. Ma guarda caso, proprio in periodo di crisi, le risorse pubbliche, che pure ci sono e in abbondanza, vengono svendute e utilizzate per avvantaggiare investitori privati aumentando la forbice che separa strati sociali ricchi e possidenti da noi, che invece su questa università abbiamo scommesso per crescere, formarci o semplicemente avere una possibilità in futuro.

Così vediamo che le residenze restano chiuse e gli spazi da destinare a quella che, con affitti da rapina, è una vera e propria emergenza abitativa studentesca vengono tenuti vuoti. Il patrimonio pubblico diventa anzi sempre più oggetto del desiderio dei poteri forti cittadini. Le graduatorie non scorrono e di diritto allo studio proprio non si può parlare. Ci chiediamo su cosa lo basano il merito se non ci danno neanche la possibilità di studiare?

Quando abbiamo attaccato su questi temi abbiamo sollevato un importante dibattito pubblico, ad esempio sulla questione di Fossabanda o della casa dello studente di via da Buti che ancora è chiusa, nonostante le innumerevoli inaugurazioni. Quando, mentre tutte le porte di un possibile futuro che passasse per l'università ci venivano chiuse in faccia, abbiamo deciso di metterci assieme e di costruire le nostre soluzioni all'emergenza abitativa abbiamo trovato casa bloccando la svendita di immobili dell'università, nostri. Tutto questo va rafforzato. Ma non basta.

Vogliamo che l'Università prenda parola sulla guerra che ci ha dichiarato continuando a distruggere le nostre possibilità di realizzazione futura attraverso di essa e per le quali paghiamo e facciamo sacrifici. Vogliamo risolvere lo scandalo dell'emergenza abitativa, combattendo contro il caro-affitti e l'incapacità del DSU di assumersi responsabilità precise sullo stato delle residenze e sull'insufficienza delle sue graduatorie. Vogliamo costringerli a soddisfare le nostre esigenze ribaltando la logica dei sacrifici... che li facciano loro per noi! Costringiamoli a impegnarsi per i nostri bisogni!

Vogliamo proiettare questa nostre ambizioni ancora più in là, per contribuire a costruire un'opposizione sociale a chi orchestra nel nostro paese queste politiche di austerità. Per questo il 12 aprile saremo a Roma, alla manifestazione nazionale dei movimenti sociali contro l'austerità, per rassicurare Renzi che per decidere sulla nostra precarietà dovrà prima confrontarsi con noi, noi tanti, noi tutti, uniti.
Ribadiremo con forza lo stesso concetto anche il giorno dopo,
domenica 13 a Lucca, andando a contestarlo mentre celebra il volontariato, proprio quel modello di lavoro che pensa di aver già scelto per noi.

Organizziamoci!
Ci vediamo in assemblea d'Ateneo giovedì 10 alle 10 al Polo Carmignani!

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