martedì 21 febbraio 2012

ORA BASTA! GIU' LE MANI DA VIA DELL'OCCHIO

Siamo le famiglie, gli studenti, i lavortaori, i disoccupati, italiani e migranti che da più di due anni e mezzo vivono nella palazzina occupata di via dell'occhio. Nei giorni scorsi la proprietà dell'immobile (l'Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario) ci ha contattato intimandoci di abbandonare l'immobile e riconsegnare le chiavi.

Riteniamo inaccettabile questo comportamento da parte del DSU, che su questo immobile è stato complice di una speculazione; infatti questo ente non intende restaurare la palazzina (perchè poco vantaggioso), ma piuttosto svenderla sul mercato immobiliare.

Noi ci opponiamo all'ennesima svendita del patrimonio pubblico e per questo mesi fa abbiamo portato al DSU la nostra proposta di intraprendere un percorso di autorecupero; gli occupanti avrebbero effettuato i lavori sull'edificio abbattendo i costi per la proprietà, in cambio della garanzia della salvaguardia della sua natura pubblica.

Il DSU ha approvato in una delibera ufficiale il suo sostegno a questa ipotesi, ma alle parole non hanno fatto fede le azioni, ed adesso ci ha ricontattato per provare nuovamente a farci abbandonare via dell'occhio.

Non lasceremo queste case; non permetteremo a questa speculazione di andare a buon fine, non lasceremo che questo isolato ritorni all'abbandono, alla sporcizia, allo spaccio, nella situazione in cui si trovava quando abbiamo occupato.

Oltre a sette abitazioni, dove persone molto diverse tra loro si sono sottratte all'incubo di non riuscire più a pagare un affitto, questa occupazione comprende uno spazio sociale in piazza facchini dove hanno sede attività molto importanti e del tutto gratuite: lo sportello per il diritto alla casa, il corso di italiano per migranti, il corso di arabo parlato, il laboratorio artistico, ed altre che vi sono state svolte in questi anni.

Da questa occupazione sono nate molte giornate di festa nel quartiere (in piazza facchini e piazza della pera) oltre ai momenti di pulizia della strade ed alle molte assemblee che hanno coinvolto il vicinato.

Tutto questo patrimonio non deve essere perso, ma anzi valorizzato; per questo intendiamo dire al DSU che non lasceremo questo immobile e che riteniamo la via dell'autorecupero l'unica relamente percorribile, poiché porterebbe un risparmio per la proprietà (e conseguente beneficio per gli studenti pisani), vantaggi per il quartiere (che risentirebbe del degrado conseguente ad un nuovo, prolungato, abbandono di un intero isolato) e per tutta la collettività (che non verrebbe privata dell'ennesimo edificio pubblico, svenduto al mercato privato per puri fini speculativi).

#occupy Pisa, da Piazza Dante alla città

#OCCUPYPISA, work in progress in piazza dante; appello per un'assemblea generale
Sono le sette del mattino del 15 febbraio quando i “vicini di casa” di Via La Pergola danno l’allarme: le forze dell’ordine stanno effettuando lo sgombero dell’immobile occupato il 17 novembre.
Sono passate solo poche ore da quando è stata pubblicamente lanciata la campagna “Esponiamoci” che, nel denunciare il perverso turbinare di speculazioni bancarie e immobiliari, società fantasma e compravendite gonfiate, finanze virtuali e debiti reali, che ruotano intorno a via La Pergola, trasforma quell’immobile nel paradigma della crisi: speculazioni delle banche che divengono debiti della popolazione, arricchimenti di pochi che diventano miseria di tanti.
Eppure, nel suo essere paradigma della crisi, via La Pergola diventa anche paradigma della possibilità di resistere, di opporsi alla morsa del debito, di sottrarsi al ricatto finanziario. 
Così lo sgombero di un immobile si è trasformato nell’occupazione di una piazza: quello che si è sviluppato da quel momento in avanti è qualcosa di diverso dalle pur legittime richieste di uno spazio sociale, di uno studentato, di una mensa. 

lunedì 20 febbraio 2012

Manifesto di #Occupy Pisa, work in progress in piazza dante

Pisa - Mercoledì 15 febbraio poliziotti e carabinieri hanno sgomberato alle 7 di mattina le palazzine liberate dal 17 novembre, sbattendo fuori i tre studenti che dormivano nello studentato autogestito, denunciandoli per occupazione assieme ad altre 12 persone. Le forze del dis-ordine hanno provato a chiudere i progetti di mensa sociale, i corsi dell'università popolare, gli esperimenti di aggregazione dello sportello contro il debito. Tutto ciò a seguito dell'attività di inchiesta, denuncia e contro-formazione che con la campagna "esponiamoci" ha reso la storia dello scandalo finanziario degli immobili ex cassa di risparmio, l'emblema ed il paradigma della crisi finanziaria: banche, speculatori, immobiliaristi creano debiti con operazioni di privatizzazioni per riversarli poi su tutta la popolazione.
Via la pergola, con i suoi progetti, la solidarietà, l'attivazione di tante e tanti, ha rappresentato non 4 mura, ma un'idea, una tendenza: quella di opporsi all'austerità ed alla morsa del debito, liberando la vita di tutti noi dal ricatto finanziario. Quest'idea, nella mattinata del 15 febbraio, non è morta, ma si è rafforzata: in tanti siamo andati nella stessa mattinata ad occupare la cassa di risparmio del gruppo di lodi, in tanti non abbiamo avuto paura dei carabinieri in antisommossa che volevano sbarrarci l'ingresso della Unicredit, in tanti siamo saliti in comune per denunciare la complicità dei partiti che governano con il sistema del debito. In tanti, ed in molti di più da quelli che eravamo all'inizio della mattinata, abbiamo deciso di rilanciare, evolvere e rafforzare via la pergola, occupando piazza dante.

giovedì 16 febbraio 2012

Solidarietà inarrestabile ad #occupy Pisa

Come un fiume in piena continuano ad arrivare attestati di solidarietà al progetto #occupy Pisa dopo lo sgombero di via la Pergola e le cariche sotto l'Unicredit; ne pubblichiamo e ne linkiamo una lista, ancora incompleta:
I Comitati pisani per la qualità della vita e la città dei diritti esprimono piena e convinta solidarietà al movimento Occupy Pisa, che nelle palazzine in via La Pergola, occupate mesi fa e ieri sgomberate dalla polizia, portava avanti un esperimento interessantissimo di unità tra senza casa, disoccupati, precari, studenti, lavoratori, cittadini.

Non è assolutamente comprensibile come si possa rispondere con scudi e manganelli a iniziative come: l'alloggio per chi non ha casa o deve sottostare alle pretese di agenzie e speculatori sulla pelle degli studenti non residenti; la mensa per chi ha pochi soldi per vivere; l'università popolare per chi vuole uscire dalle ammuffite aule dei baroni universitari; le cene che tentano di ricostruire un tessuto sociale tra giovani e adulti, uomini, donne, bambini.
Perché queste sono le cose realizzate in questi tre mesi di "occupazione" dentro quelle palazzine sfitte e abbandonate da anni, "proprietà privata" di banche che non avevano mostrato nessuna intenzione di metterle a disposizione della città.

Questo volevano dire, dopo lo sgombero, i giovani di Occupy Pisa e i cittadini del "Comitato Vicini di casa" cercando di entrare, pacificamente e simbolicamente, dentro alcune di queste istituzioni bancarie, e trovandosi davanti uno schieramento di forze dell'ordine che evidentemente aveva ricevuto la direttiva di non permettere alcuna forma di libera espressione del proprio pensiero e delle proprie idee.

Ancora una volta, la difesa della legalità si accanisce sui più deboli e difende i più forti, ogni volta che mette da parte la questione fondamentale della GIUSTIZIA e dei DIRITTI, che è altra cosa dalla legge formale: a Firenze in via dei Conciatori, e in cento altre città, si assiste a vicende di questo tipo, con lo sgombero delle poche e quasi eroiche esperienze che cercano di rispondere alla "crisi" cercando altre strade di solidarietà e di autorganizzazione della vita individuale e collettiva delle persone, alternative alle bugie che ci raccontano sull"'inevitabilità" dei sacrifici.
I Comitati auspicano che queste esperienze si allarghino e si diffondano fino a divenire coscienza e intelligenza diffusa.

Comitati pisani per la qualità della vita e la città dei diritti

LA MAFIA FINANZIARIA SGOMBERA VIA LA PERGOLA

All'alba di mercoledì 15 febbraio decine e decine di uomini delle forze dell'ordine hanno sgomberato gli immobili di via la Pergola, occupati il 17 novembre scorso da studenti, precari, disoccupati, abitanti dei quartieri popolari.

L'immobile di via la Pergola è di proprietà di una società fantasma in via di liquidazione; risalendo tramite un fitto sistema di scatole cinesi ai veri proprietari della palazzina, compaiono i nomi di importanti membri dei consigli di amministrazione delle banche Unicredit, Monte dei Paschi di Siena e Cassa di Risparmio. Tramite finte compravendite di immobili (tra cui quello di via la Pergola) questi personaggi si sono appropriati dei soldi dei risparmiatori, per usarli nei loro affari.


Da qualche giorno una rete di solidali con l'occupazione di via la Pergola ha lanciato la campagna “Esponiamoci!” per raccogliere firme in sostegno all'esposto che verrà presentato per denunciare questa MAFIA FINANZIARIA che si è arricchita rubando soldi alla comunità; evidentemente questo atto di denuncia pubblica nei confronti di poteri forti della finanza non è stato gradito, ed in difesa di questi speculatori si è immediatamente mossa la questura, con lo sgombero di oggi.


Al momento dello sgombero si trovavano all'interno dell'immobile tre persone, che avevano da poco cominciato a viverci, grazie al progetto di studentato autogestito e dello sportello contro il debito, nato per dare casa a studenti che hanno perso la borsa di studio e disoccupati e precari che non riescono a sostenere il costo di un affitto. Tutti i giorni in via la Pergola pranzavano a prezzo popolarissimo decine di persone, grazie alla mensa autogestita, come decine di altre andavano a studiare nell'aula studio. Due giorni fa era stata inaugurata la palestra all'interno dello stabile occupato e stasera ci sarebbe stata la prima iniziativa dell'università popolare, con un dibattito sulla questione delle periferie della nostra città.


Sicuramente l'idea che sta dietro il progetto #occupyPisa non si fermerà con lo sgombero di via la Pergola. Rilanciamo da subito con un presidio permanente in piazza Dante, dove stasera si terrà l'iniziativa dell'università popolare e dove trasferiremo nei prossimi giorni tutti i nostri progetti.

OCCUPY PISA NON SI FERMA!
LE NOSTRE VITE NON SONO IN DEBITO!
NON CI FERMERETE MAI!

ASSEMBLEA PUBBLICA IN PIAZZA ALLE 18 presso il presidio permanente di Piazza Dante
#OccupyPisa
#Occupy Piazza Dante 
 
 

lunedì 13 febbraio 2012

Occupypisa in via la Pergola parte con la campagna "Esponiamoci"


ESPONIAMOCI!  
Via la pergola non pagherà il debito alla mafia finanziaria

Raccolta di firme in sostegno alla denuncia dello “scandalo” bancario della storia dell’immobile di “Via la pergola”


Siamo cittadini, lavoratori, studenti, precari e professionisti che con questo appello vogliamo sostenere con forza la proposta di un esposto alla magistratura che metta in luce le evidenti illegalità e speculazioni che si celano dietro l’immobile di Via la pergola.


Ciò che è emerso ormai pubblicamente è che le palazzine situate in pieno centro storico sono state oggetto di un vero e proprio “scandalo” finanziario, il cui costo sociale ed economico gli stessi protagonisti della speculazione vorrebbero continuare a riversare sulla collettività.


L’attuale proprietà è una società in liquidazione, tale Olivia s.r.l. detenuta dall’imprenditore Cimatti Massimo. Questa società è stata fondata in data 09/11/2005 con un capitale sociale di soli 10.000 euro (il minimo legale per costituire una Società a Responsabilità Limitata), ed è stata sciolta il 15/11/2010, per iniziativa “volontaria”, ovvero ha affidato i suoi beni ad un liquidatore per cercare di ripagare i debiti che ha contratto. Questa società “fantasma”, attraverso un sistema complesso di scatole cinesi della finanza “creativa”, è detenuta dalla società finanziaria Norman 95, fallita lo scorso luglio con 200 milioni di euro di debiti, nonostante la continua elargizione di credito concessa da un pool di banche amiche, in primis il Monte dei Paschi di Siena e Unicredit.


Lo scandalo sta nel fatto che questa società, Olivia s.r.l. controllata occultamente da Norman 95 di Cimatti, appena costituita e senza nessuna garanzia economica, ha chiesto e ottenuto un prestito di dalla MpS e da una società del gruppo Lehman brothers, al fine di trasferire 23 milioni di euro al Banco popolare italiano all’epoca (2005) del “furbetto del quartierino” Fiorani, condannato per vari reati nel tentativo della scalata Antonveneta, e direttamente coinvolto nel capitale di Norman 95 (ma non di Olivia s.r.l.!), assieme ad altri super faccendieri quali il vice-presidente di Unicredit e della Cassa di Risparmio di Alessandria Palenzona. La decina di immobili di cui fa parte “via la pergola” sono stati utilizzati per occultare questi trasferimenti di denaro, indebitando volontariamente le società “fantasma” di Norman, come Olivia s.r.l., poi messe in liquidazione.

“Via la pergola” fa parte di una operazione speculativa che ha visto un ingente trasferimento occulto di denaro, e che vede i protagonisti in palese conflitto di interesse tra loro: banchieri che si erogano allegre elargizioni di fidi per i loro particolari interessi, banche che possono erogare finanziamenti agli stessi amministratori, manager o sindaci che abbiano rapporti di dipendenza con le stesse, configurando interessi privati in atti d'ufficio e palesi violazioni alle norme di prudente gestione del credito e risparmio, costi che vengono scaricati nei confronti dei risparmi della clientela ed in quelli di tutta la popolazione, costretta a subire misure di austerità per ripagare i debiti contratti dal sistema e dalle lobby bancarie in questo modo fraudolento.


Per questo chiediamo che venga posta fine alle operazioni di speculazione finanziaria ed immobiliare che hanno come oggetto gli immobili della ex cassa di risparmio di Pisa, oggi finalmente restituiti alla collettività dalle attività sociali e culturali (mensa sociale, studentato autogestito, università popolare) che stanno portando volontariamente avanti numerosi studenti, giovani precari e cittadini residenti della zona.
 

giovedì 9 febbraio 2012

Verso il corteo del 25 febbraio in Valsusa!

Il 26 gennaio scorso una massiccia operazione di polizia ha portato all’arresto di 26 No Tav e a decine di denunce. Accusati di aggressione e resistenza durante le manifestazioni del 27 giugno e del 3 luglio 2011 alla Maddalena. Due date che hanno visto le piazze riempite da migliaia di persone, determinate e decise ad opporsi alla costruzione della linea ad alta velocità che dovrebbe collegare Torino e Lione attraversando la Val Susa.

Una lotta che da più di vent'anni viene portata avanti dal popolo valsusino, diventando, per tutta l' Italia emblema dell'opposizione sociale del basso contro le lobby del potere; un'oposizione che non abbassa la testa, non si arrende di fronte alle minaccie, agli attacchi mediatici, alle misure cautelari.

L’operazione delle questure, portata avanti in “grande stile”, dal procuratore Giancarlo Caselli, il “non eroe” dell’antimafia, che oggi si scaglia contro i movimenti sociali sostenendo che il suo unico scopo è quello di perseguire singole persone per singoli reati.