giovedì 20 ottobre 2011

Comunicato

IL NOSTRO "BENVENUTO" A NAPOLITANO!
Noi non pagheremo il vostro debito! Abbiamo contestato Napolitano in più di un centinaio di studenti, precari, indignati ed incazzati, che non accettano più sfilate e passerelle che vogliono rimuovere CHI è responsabile della crisi e CHI ci sta facendo pagare sulla nostra pelle questo debito! Con pochissime ore di preparazione, con una città blindata, militarizzata, quella che era stata allestita come kermesse con tanto di bandierine dell'Italia, è stata interrotta dalla sempre più forte voce di tutti quelli che non si fanno più illudere, che sanno che gli obiettivi di trasformazione non si realizzano con letterine, richieste, e legittimazione di una figura che ha già ampiamente dimostrato da quale parte della barricata stare. Se l'anno scorso migliaia di studenti sono andati in corteo a chiedere a Napolitano di non firmare la legge gelmini, oggi - che quella legge è realtà, che il Presidente promuove i diktat della BCE, dopo la costruzione di una guerra Libica che con migliaia di morti vuole bloccare l'avanzata della vera rivoluzione nordafricana - il benvenuto che il movimento gli ha riservato è stato di tutt'altro tenore: non c'è più fiducia nelle istituzioni dell'austerità. Chi anche oggi ha deciso di ripetere formule di rappresentanza politica, dimostrandosi succube dei mass media che volevano dipingere la giornata di oggi come una decina di celebrolesi, si è trovato di fronte un movimento, che invece di chiedere, ha iniziato a pretendere.

CACCIAMOLI VIA TUTTI!


di seguito il volantino distribuito:


NAPOLITANO: NON C'è NIENTE DA INAUGURARE.

... Come studenti e precari ci troviamo a denunciare l'ennesima passeggiata istituzionale all'interno della nostra università. Non solo l'inaugurazione dell'anno accademico è per noi fuoriluogo: una beffa che vorrebbe far dimenticare quanto l'università riformata della Gelmini sia un cumulo di macerie; un'inaugurazione che vuole coprire insofferenza, rabbia e lotte che da anni costruiscono saperi e riappropriazione di bisogni, ostacolati e repressi in primis dalle istituzioni universitarie. Ma domani sarà anche il giorno in cui la “festa” d'apertura dell'università della crisi sarà presieduta da Giorgio Napolitano. Ci basti ricordare il suo ruolo di garante politico ed istituzionale, in complemento al governo Berlusconi, nei confronti dei diktat della Banca Centrale Europea; un Napolitano garante di tagli e finanziarie lacrime e sangue che continuano a distruggere il nostro presente ed il nostro futuro di studenti e precari. Napolitano rappresenta Austerità, orizzonte di accettazione di povertà, rinunce e sacrifici; rappresenta la continuità tra i governi nel far calare il pagamento del debito sulle spalle di tutti i soggetti sociali già colpiti dalla crisi.
E' per questo che diciamo che domani, non ci sarà solo il coro unanime delle diverse istituzioni accademiche e cittadine, ad applaudire il “padre della repubblica”: domani in piazza saremo presenti per riaffermare che non esiste alcuna alternativa possibile senza il rifiuto di pagare un debito che non abbiamo creato e per far capire a Napolitano che nelle nostre università e nelle nostre città non c'è niente da inaugurare.
Studenti indignati


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