giovedì 24 marzo 2011

KLF: bloccata la Cassa di Risparmio di Pisa

Da Pisa studenti e studentesse, precari e precarie, aderiscono alla tre giorni di mobilitazione lanciata dal Knowledge Liberation Front. Una tre giorni che va nella direzione di un attacco al sistema finanziario, responsabile in prima persona dell'applicazione delle politiche di austerity che gli stati europei stanno dando come risposta alla crisi economica mondiale.

Nella città toscana questa mattina, decine e decine di studenti e precari, hanno occupato l'ingresso della Cassa di Risparmio; bloccando i servizi per circa un'ora, sono entrati all'interno dell'istituto creando tensione tra i dirigenti che hanno prontamente contattato le forze dell'ordine. Nel frattempo uno striscione è stato affisso sulla porta e i partecipanti all'azione hanno bloccato l'ingresso con un presidio accompagnato da interventi e accensione di fumogeni.

martedì 22 marzo 2011

Pisa: occupato il rettorato

Questa mattina circa 150 studenti e studentesse hanno occupato palazzo Alla Giornata, sede del rettorato dell'ateneo pisano. Quella di oggi è stata l'ennesima azione del corpo vivo dell'università volta a costrastare la governance, che oggi vive un'ulteriore fase di ristrutturazione che ancora una volta va in senso verticistico.

All'interno dell'occupazione si sono svolti dei tavoli di discussione nei quali sono state affrontate diverse tematiche riguardanti il lavoro, il walfare, la ricerca, la didattica e gli spazi. Nei dibattiti si è analizzata l'attuale fase di movimento e le prospettive di lotta future, che non possono prescindere dall'opposizione ai dispositivi di applicazione della riforma Gelmini e alle politiche di austerità portate avanti a livello europeo.

mercoledì 16 marzo 2011

GAME OVER! Sulla fine di Uniriot

Il percorso di Uniriot è giunto al capolinea ma, tolte le realtà da sempre coinvolte nel percorso, quasi nessuno se n'è accorto. Molti militanti, attivisti e studenti che in questi anni hanno fatto vivere questa rete, verificandone idee e valenze tradotte in carne e ossa nella pratica quotidiana dentro e fuori le mura dell'università in macerie, non ne hanno avuto percezione né sono stati interpellati. La "rottura" è stata consumata sopra le loro teste - dall'alto - e chi l'ha agita pretenderebbe pure di non darne pubblica spiegazione.

lunedì 14 marzo 2011

Via Marsala, un anno dopo…

All’avvicinarsi del primo anniversario dell’occupazione della palazzina di via Marsala abbiamo la possibilità di rileggere quella importantissima esperienza con la dovuta freddezza e tentarne una prima narrazione da varie prospettive. Il breve lasso temporale in cui si è sviluppata questa battaglia, poco più di due mesi di occupazione e alcune settimane di presidio permanente in città dopo lo sgombero, e allo stesso tempo la densità e il peso specifico che quelle giornate hanno avuto per un quartiere fino a quel momento dimenticato da tutti e per l’intera città di Pisa, sono aspetti che rendono fondamentale uno sforzo da parte di chi ha costruito e vissuto questa lotta per tentare di caratterizzare con la dovuta importanza di contenuto le ricorrenze che si stanno avvicinando.

Dall'Europa al Maghreb, passando per le banche...

Knowledge Liberation Front Meeting - Università di Bologna - 18 Marzo



Una importantissima energia si è messa in moto negli ultimi mesi, una forza multiforme in grado di agire dentro e contro la crisi imponendo nuovi spazi di produzione del sapere e delle lotte, una temporalità scandita non dalle riforme e dal Bologna Process ma dal battito dei conflitti. É un'energia in grado di ridefinire le coordinate di una politica transnazionale: dagli scioperi metropolitani e precari ai blocchi della circolazione, molteplici e comuni sono le nuove forme di lotta di una generazione che si sta rivoltando contro le politiche di austerity e i tagli all'università, contro la precarietà, per un nuovo welfare e per riappropriarsi della ricchezza sociale prodotta in comune.

venerdì 11 marzo 2011

Area medica in protesta: “vogliamo spazi, saperi, diritti…”

Pisa – Durante le mobilitazioni dello scorso autunno contro il ddl Gelmini le facoltà universitarie sono divenute punto nevralgico di discussione ed organizzazione della protesta; sono nate assemblee di facoltà che hanno fatto si che l'ateneo pisano si trovasse completamente bloccato e che da questo partissero i cortei che hanno portato il blocco anche all'interno della città, occupando strade, autostrade, ponti, stazioni, aereoporti, edifici monumentali...

La scorsa stagione di lotta ha visto negli studenti e nelle studentesse la capacità di travalicare il discorso "noGelmini", che è divenuto collante di un'opposizione più ampia alla precarietà e all'austerità.
E' a partire da questo che negli atenei sono nate sacche di resistenza che si sono spesso tradotte nella riappropriazione di spazi: a Napoli come a Pavia di fronte a questo la governance universitaria ha mostrato il suo vero volto ordinando gli sgomberi da parte delle forze dell'ordine.

lunedì 7 marzo 2011

Antagonist* verso il 6 Maggio

Centri sociali, collettivi, studenti e precari provenienti da molte città italiane si sono incontrati a Palermo, ospitati dallo Studentato Occupato Anomalia, nella giornate del 5 e 6 marzo. In più di 200 per dare continuità al confronto e alla progettualità che ci vede impegnati da anni nel creare e organizzare antagonismo contro la crisi capitalista. 

Alle spalle un autunno di lotte radicali e tenaci, aperto dalla manifestazione del 16 ottobre a Roma promossa dalla Fiom, e poi, tra i blocchi stradali, le occupazioni di università, scuole superiori, monumenti, e cortei, l’emergere di una generazione capace di esprimere nel segno del rifiuto e dello scontro un primo importante punto di forza a favore dei precari, studenti e sfruttati in conflitto contro l’exit strategy dalla crisi tentata dall’establishment capitalista italiano. Passando da Terzigno, e dalla centralità ed attualità delle lotte per la difese dei territori e dei beni comuni da devastazioni ambientali e grandi opere, fino al 14 dicembre e la rivolta della formazione in lotta, le quote di energia politica antagonista sono aumentate e l’accumulazione di punti di forza della contrapposizione sociale sono riusciti a sostenere l’orgoglioso “no” degli operai di Mirafiori e il “que se vayan todos” del precariato sociale e del mondo della formazione. Con questo portato di conflittualità arriviamo ad attraversare una nuova stagione di lotta, certi che quanto costruito e organizzato non basta e non è sufficiente per incidere ancora più a fondo nello scenario della crisi globale che si apre ben oltre il panorama politico e sociale italiano da tempo.

domenica 6 marzo 2011

Libertà e dignità, Pisa manifesta in solidarietà alle rivolte nordafricane

Ieri pomeriggio circa 300 persone, tra migranti, studenti e lavoratori si sono riunite per dare il loro supporto alla lotta del mondo arabo. La città ha espresso la sua solidarietà ai popoli nordafricani, specialmente alla resistenza libica che in questi giorni si sta scontrando con un’altissima repressione.

Aprivano la manifestazione tanti ragazzi nordafricani, finalmente orgogliosi di sventolare le bandiere dei loro paesi, disegnate o cucite a mano, e desiderosi di partecipare all’entusiasmo dei loro popoli che stanno abbattendo i regimi dell’oppressione.

Il corteo, caratterizzato dalle parole d’ordine “libertà e dignità”, non si è limitato a manifestare solidarietà alle rivolte, ma ha voluto evidenziare il rapporto tra le lotte del mondo arabo e le questioni che riguardano il nostro paese, come la condizione di sfruttamento e privazione dei diritti dei migranti e la militarizzazione del territorio.

Alla partenza, nella piazza di fronte al palazzo del Comune, sono state ricordate le responsabilità della giunta pisana per quanto riguarda le ordinanze razziste tuttora vigenti all’interno del patto per la sicurezza, e l’assoluta sudditanza all’economia di guerra e alle cosiddette “missioni umanitarie”, che si incrementerà con la costruzione dell’hub militare.

giovedì 3 marzo 2011

Verso il corteo del 5 marzo a Pisa, libertà e dignità!

L’onda lunga delle rivoluzioni in Maghreb e della crisi libica sta profondamente segnando anche la nostra sponda del Mediterraneo come testimoniano i sempre più frequenti episodi di evasioni e rivolte nei Cie, nonché la forza con cui le mobilitazioni del primo marzo in Italia hanno assunto le rivendicazioni di libertà e dignità che provengono dal Nord Afica. Lo scenario che si sta aprendo tende ormai a scavalcare il primo impatto emotivo di mera solidarietà a delle lotte geograficamente collocate altrove; emerge sempre più forte la consapevolezza del legame tra i regimi messi in crisi dai popoli arabi, piegati o comunque collusi agli interessi coloniali degli Stati Uniti e della Fortezza Europa, e la manifestazione di quegli stessi interessi nei nostri paesi, con leggi, ordinanze, apparati repressivi e di controllo, tesi alla creazione della forza lavoro più sfruttata, disperata e ricattabile possibile, tramite l’esclusione dall’accesso al reddito e ai diritti per i migranti.