martedì 28 gennaio 2014

Un passamontagna contro il regime della valutazione



Spotted Professori, il rapporto valutativo e le strategie di uscita dall'anonimato


Levata di scudi e unanimi cori di sdegno contro l'iniziativa “Spotted Professori Unibo” promossa dal Laboratorio Hobo di Bologna. Si tratta di una pagina Spotted su Facebook che consente di segnalare in forma anonima in uno spazio pubblico l'inaccettabilità dei modi di stare all'università imposti dall'abuso della relazione di potere tra docente e studente.
Accuse di “fascismo” e di “populismo grillista” piovono sugli studenti promotori dell'iniziativa. Addirittura la magistratura ha aperto un fascicolo per monitorare la pagina.
La vicenda merita attenzione. Essa mette in gioco i temi della valutazione, dell'asimmetria nel potere di valutare e dei vettori di riscatto insiti nell'espressione di giudizi collettivi. Lo fa alla prova degli strumenti delle lotte e dunque dei tentativi di ricomposizione sociale contro una comune subalternità, giusto per essere schematici. Inoltre, a partire dal dibattito innescatosi, pone anche problematiche relative a una sintassi delle pratiche di movimento e delle identità ad essa connesse.

sabato 25 gennaio 2014

Tirocini infermieristica: Giovani sì? No, grazie.

Il 2014 si apre con una mobilitazione per gli studenti di infermieristica della Toscana. Come negli scorsi anni, l'oggetto della protesta sono stati gli assegni di studio per infermieri. Quest'anno gli assegni sono stati messi seriamente in discussione dal tentativo della regione di retribuire solo il terzo anno di tirocinio attraverso il progetto GiovaniSì.
La Regione avrebbe voluto usare il vecchio metodo degli assegni solo per chi aveva svolto il terzo anno nell'anno accademico 2012/13 e iniziare questo nuovo progetto di retribuzione dei tirocini curriculari attraverso il progetto GiovaniSì con gli studenti del terzo anno in corso: tutti gli altri a bocca asciutta.


E' utile approfondire il progetto per essere chiari: la retribuzione dei tirocini curricolari è una novità di quest'anno ed è seguita ad accordi con le singole università. Il progetto prevede la retribuzione dei tirocini che superino le 300 ore e che siano svolti al terzo anno di corso con 500 euro mensili di cui 300 sono a carico della regione e 200 a carico dell'azienda che prede a lavorare il tirocinante. Si tratta di una misura che apparentemente estende a tutti il diritto ad una retribuzione per il tirocinio, ma che in realtà tende a limitare la retribuzione del tirocinio di Infermieristica al solo terzo anno. Innanzitutto il contributo è a discrezione dell'azienda, non è obbligatorio, e deve essere richiesto dall'azienda alla Regione, prima che il tirocinante inizi a lavorare. Il contributo è soggetto a limiti di età, può essere richiesto per chi ha tra 18 e 32 anni. Il tirocinante non deve usufruire di una borsa di studio e non deve aver avuto precedenti rapporti con l'azienda ospitante. E potremmo continuare ancora...

mercoledì 22 gennaio 2014

Nuove case dello studente: è una vittoria o solo un'altra promessa?

Dar forza alle promesse.

Grazie alle mobilitazioni portate avanti quest'autunno dagli studenti, negli ultimi giorni il DSU e il comune di Pisa hanno annunciato la loro collaborazione nell'apertura di due nuove residenze universitarie.

La vicenda di Santa Croce in Fossabanda inizia più di un anno fa, con l'occupazione da parte del collettivo di Prendocasa per denunciare l'emergenza abitativa in città e la presenza di numerosi immobili pubblici lasciati vuoti. La posizione di questo particolare immobile ha attirato l'attenzione degli studenti. È situato vicino al nuovo polo didattico delle Piagge, e per questo risponderebbe all'esigenza di un punto di distribuzione di pasti mensa e di alloggi per studenti. Dopo l'assemblea d'ateneo dell'aprile scorso, da cui è partita l'occupazione dello studentato autogestito Spot, si è aperto un percorso verso la Conferenza Università e Territorio (tra sindaco, DSU, Università di Pisa, Scuola Normale e Sant'Anna) che avrebbe dovuto affrontare le problematiche sollevate dagli studenti: dall'insufficienza di posti alloggio e speculazione sulle risorse immobiliari, alla carenza dei punti di distribuzione mensa nei pressi dei nuovi poli. La CUT si è rivelata in realtà un luogo di mediazione tra i vari interessi della governance cittadina. Infatti in questa sede si è manifestata solo la volontà di proseguire con le speculazioni e la spartizione della città tra le grandi scuole d'eccellenza e il DSU ha espresso un maldestro tentativo di giustificare la cronica insufficienza del welfare studentesco con misure “tappabuchi”.  Tra queste misure gli accordi per la Paradisa, quelli per Fossabanda e San Cataldo.
Le mobilitazioni studentesche hanno continuato a indicare nelle loro lotte altri luoghi simbolo tra cui la residenza da 34 posti letto finita da anni e mai aperta di via Da Buti, di proprietà del comune che ora è passata in mano al DSU. La residenza è stata occupata dopo l'assemblea d'ateneo del 15 novembre 2013.