mercoledì 30 ottobre 2013

Il rettore fa lo gnorri. Lo studentato Spot sotto sgombero


altQuesta mattina decine di studenti esclusi dalle graduatorie DSU o in attesa di posto alloggio insieme agli occupanti dello studentato autogestito Spot hanno interrotto il consiglio di amministrazione d'ateneo per pretendere una presa di posizione chiara dei vertici dell'università sull'emergenza abitativa in città. Dalla Conferenza Università e Territorio del 21 ottobre non è arrivata alcuna risposta concreta ai bisogni di larga parte della popolazione studentesca esclusa dai benefici del diritto allo studio o inclusa nel sistema formativo a prezzo sacrifici non più sostenibili.
La conferenza è stato anzi il teatro per la spartizione del patrimonio pubblico tra i poteri forti della città, in particolar modo tra Scuola Sant'Anna e Scuola Normale Superiore i quali hanno avanzato la richiesta di usufruire del complesso di Santa Croce in Fossabanda. Proprio nei giorni in cui con un decreto ministeriale i criteri del “merito” fissano per il sistema universitario pubblico un turn-over complessivo al 20%, agli atenei d'eccellenza Scuola Superiore Sant’Anna e Scuola Normale vengono invece accordati turn-over rispettivamente del 212% e del 160%. Assistiamo dunque in città a due processi complementari: all'impoverimento formativo dell'università di Pisa corrisponde un investimento nei centri d'eccellenza verso i quali viene dirottata la svendita di patrimonio immobiliare pubblico e il rafforzamento della rendita in città . 

lunedì 21 ottobre 2013

Pisa: niente risposte dalla CUT. Studenti bloccano i lungarni

altOggi, dopo il rinvio del 15 ottobre, la Conferenza Università e Territorio si è riunita a Palazzo Gambacorti. Quest'organo interlocutorio che riunisce sindaco, diritto allo studio e rettori dei tre atenei cittadini ha dimostrato di essere il teatro perfetto per la spartizione del patrimonio pubblico cittadino. Presenti alla conferenza per un'audizione conquistata a seguito di mesi di mobilitazione anche studenti dello studentato occupato Spot.
Nel corso della conferenza la discussione sull'armonizzazione delle politiche di investimento dei soggetti partecipanti si è sviluppata secondo due direzioni: da un lato le esigenze dei due grandi atenei d'eccellenza – Scuola Normale Superiore e Scuola Sant'Anna – preoccupate di reperire strutture adeguate per i propri allievi (foresterie, aule, studentati), dall'altro lato il tentativo maldestro del DSU di giustificare la cronica insufficienza del welfare studentesco con misure tappabuchi. A pochi giorni dalle uscite delle graduatorie delle borse di studio l'incapacità di garantire un futuro a tanti studenti diventa drammatica emergenza. Nessuna risposta viene fornita e migliaia di studenti esclusi si troveranno a dover resistere nella giungla degli affitti e del mercato del lavoro precario in città. Dei 1523 posti letto complessivi, 1112 ospitano studenti che hanno confermato la borsa di studio. Dalle nuove graduatorie gli idonei risultano 3064, questo significa che più di 1500 studenti idonei di posto alloggio che non vedranno mai la casa dello studente e che saranno costretti a indebitarsi o a rinunciare a studiare, o peggio a tornare a casa.

sabato 19 ottobre 2013

#19O: Diretta dall’assedio

Piazza San Giovanni già affollata da ieri sera inizia a riempirsi di manifestanti in arrivo da Roma e da tutta Italia, molti i pullman che arrivano da fuori. Intanto i media continuano con il delirio securitario imbastito da ieri.
All’ingresso di Roma fermati i pullman in arrivo da Piacenza e da Pisa. Quelli partiti da Torino hanno trovato i caselli sgombri e la polizia con una volante sul carro attrezzi.
Molti i bus fermati e perquisiti all’entrata in Roma. Ma la determinazione è molta e non basta l’intimidazione a fermare il #19o.
Da diverse ore sta circolando la voce (alimentata anche da alcuni giornali come Il Corriere della Sera di Roma, Il tempo ed il Giornale) che FFOO e questura di Roma si stiano prodigando per isolare le celle telefoniche dislocate lungo il tragitto del corteo del #19o. Anonymous Italia lancia l’appello agli abitanti di Roma sul percorso: tenete i wirless aperti!
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Diretta:
20:45 si confermano 15 fermati tra compagni e compagne 5 romani, 2 napoletani, un pesarese, un albanese, un casertano, uno proveniente da Arezzo, un genovese, un laziale e uno di Barletta.
20:20 Prefetto e questore “salvano” la giornata in zona cesarini: disinnescato dagli artificieri ordigno “più forte e pericoloso di una bomba a mano”. Sfidano il senso del ridicolo pur di rimanere attaccati alla poltrona in bilico.
19:50 Dal camion giunge la notizia che ci si sta organizzando per la cena
19:35 Le voci dalla piazza parlano di un clima sereno che le intimidazioni delle forze dell’ordine non hanno saputo scalfire.
19:27 La polizia continua a circondare la piazza.
19:48 Dal camion del corteo dicono che si sta organizzando la cena in piazza!
19:17 La piazza conquistata resiste e non cede di un passo. Continuano musica e interventi dal camion.

martedì 15 ottobre 2013

Le austere graduatorie del DSU


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Un punto di vista antagonista sulla misura del diritto del diritto allo studio e la sua ridiscussione nella regione delle garanzie anomale.


Da quest’anno per il DSU toscano è previsto l’innalzamento dell’indicatore Isee da € 18.000 a 19.000 per la borsa di studio e da € 20.000 ad € 22.000 per la borsa servizi. Un segnale in controtendenza rispetto al quadro nazionale del diritto allo studio. L'eccezione, sembrerebbe.
Ma nessuna risposta viene fornita e migliaia di studenti esclusi si troveranno a dover resistere nella giungla degli affitti e del mercato del lavoro precario in città. Dei 1523 posti letto complessivi, 1112 ospitano studenti che hanno confermato la borsa di studio. Dalle nuove graduatorie gli idonei risultano 3064, questo significa che più di 1500 studenti idonei di posto alloggio che non vedranno mai la casa dello studente e che saranno costretti a indebitarsi o a rinunciare a studiare, o peggio a tornare a casa.
Il cosiddetto “decreto del fare” del governo Letta sposta al finanziamento del diritto allo studio parte delle risorse della quota premiale del Fondo di Finanziamento Ordinario agli atenei pubblici. Il provvedimento palesa un corto circuito che riflette l'ineffettualità dell'ipotesi riformistica in questa fase di crisi. Infatti in questo gioco delle tre carte gli atenei a caccia delle briciole delle redistribuzione premiale dell' FFO aumentano la propria competitività stabilendo regimi di disciplina di studio sempre più rigida oltre che povera per gli studenti, questa genera un'espulsione diffusa dai benefici del diritto allo studio su base meritocratica, perciò, allo stesso tempo, questo restringimento si avvita nel disinvestimento sulla qualità degli atenei. La domanda è allora: accedere a quale diritto allo studio?

giovedì 10 ottobre 2013

Autumn is coming...verso le nuove scadenze di lotta!


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Dal 26 agosto al 1 settembre scorso numerosi collettivi universitari di tutta Italia si sono incontrati al campeggio No Tav di Venaus per dare vita a "Valsusa, l'università delle lotte". Un appuntamento importante che è stato un momento di confronto e progettualità sulle lotte dentro e contro l'università e più in generale sulle lotte che partano dai bisogni delle giovani generazioni di questo paese.
Il dispiegarsi della crisi modifica il tessuto sociale e apre a trasformazioni che spesso si dimostrano non funzionali a quello che è il progetto capitalistico. Trasformazioni che in modo rapido attraversano anche il mondo della formazione e il tessuto giovanile, modificando celermente la composizione e i meccanismi di disciplinamento e controllo, rendendo spesso difficile cogliere quali siano le tendenze realmente dispiegate e sicuramente non facile tracciare una linea retta sulle genealogie dei movimenti scaturiti dall'università negli ultimi anni.
La crisi dell'università sembra però un dato di fatto. Nessuna sorpresa nei dati che parlano di un calo delle immatricolazioni, ma semplicemente il frutto della dismissione che da anni viene portata avanti sistematicamente e che spinge molti a cercare altre strade o a non potersi più permettere in nessun modo o a costo di sacrifici inaccettabili le tasse universitarie. Tuttavia rimane una larga fetta di composizione giovanile che nonostante la fine dell'università come ascensore sociale sceglie di sfidare o di fuggire la crisi dall'interno dell'università. In questo senso nella riorganizzazione dei tempi e degli spazi nell'università post-Gelmini vediamo cambiare la funzione di quelli che erano i tradizionali luoghi di attraversamento della composizione universitaria, come facoltà e dipartimenti; ma questo avviene anche fuori dall'università. Queste considerazioni ci pongono nuove domande e nuove ipotesi da affrontare e sulle quali scommettere.
Molto spesso, infatti, ai margini e ai bordi dell'università assistiamo al proliferarsi di atteggiamenti incompatibili da parte di una composizione bruscamente mutata nelle accelerazioni della crisi che ha visto ormai come dato assunto l'emergere di una forte componente proletaria di precari di seconda generazione, il presentarsi dei neet (chi non studia e non lavora) e lo scivolamento verso il basso di larghe fetta della classe media. Si delineano, dunque, possibilità di rottura e comportamenti incompatibili anche se contraddittori, che vacillano tra le potenzialità di conflitto e quelle di imboccare la strada del nichilismo.