sabato 29 dicembre 2012

Via dell'Occhio, il crollo della speculazione


Pisa – Il cedimento di una trave del tetto ha reso inagibili tre appartamenti di via dell'Occhio; gli occupanti da anni insistevano sulla necessità di interventi consistenti da affrontare con la pratica dell'autorecupero, ma la proprietà (l'Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario) ha sempre osteggiato questo tipo di soluzione.

Fin dall'occupazione dello stabile di via dell'Occhio, avvenuta il primo maggio 2009, gli occupanti hanno denunciato le carenze strutturali dell'edificio, reduce da anni di abbandono e cattiva manutenzione. Agli interventi di recupero ordinario messi in campo sin dai primi giorni dagli occupanti, era necessario affiancare un progetto più di ampio respiro, che per gli abitanti della palazzina ha preso forma nella proposta di un progetto di autorecupero. Purtroppo le estenuanti trattative con una proprietà (il DSU) troppo ottusa e intenta a difendere altrui interessi, sono di volta in volta naufragate, impedendo la realizzazione di una pratica che avrebbe permesso di tutelare un pezzo di patrimonio immobiliare pubblico e ripristinarlo praticamente a costo zero, utilizzando soldi pubblici stanziati dalla regione.

venerdì 21 dicembre 2012

Studenti medi ancora protagonisti delle lotte


'Finisce il mondo?Ne costruiamo uno nuovo', questo lo slogan con cui è stato indetto l'ennesimo corteo cittadino che ha riempito le strade e le piazze pisane nella serata di ieri.
Un'altra giornata di mobilitazione lanciata dagli studenti medi e costruita nelle scorse settimane con uscite pubbliche, una partecipata assemblea cittadina, comunicati e prese di parola da parte di tanti e tante che hanno voluto rispondere in prima persona alle accuse mosse da Pd, prefetto, questore e presidi nei confronti del precariato giovanile.
Negli scorsi giorni, infatti, la stampa locale ha impiegato fiumi di inchiostro per dar voce a questi signori che, dopo il corteo del 6 dicembre, hanno tentato di delegittimare le lotte degli studenti ipotizzando che dietro la loro rabbia ci fosse una regia occulta, dei "cattivi maestri" capaci di manovrare a loro piacimento i tanti giovani che, di fronte allo sfacelo delle proprie scuole, alla crisi imperante che non permette alle loro famiglie di arrivare alla fine del mese, hanno deciso di non chinare la testa, di non stare a guardare, ma di organizzarsi e lottare.

giovedì 29 novembre 2012

Pisa è no tav. Occupato il comune

L'operazione poliziesca di questa mattina che ha colpito compagni e compagne no tav con arresti e misure cautelari non ferma il movimento no tav. A Pisa il presidio di solidarietà convocato nel pomeriggio a Logge di Banchi ha fatto irruzione in comune poco dopo le 18. Esattamente come quando il 24 agosto a Torino vennero occupati gli uffici della Geo Valsusa, il movimento occupa oggi i luoghi e le sedi di chi si rende complice della devastazione e della militarizzazione della Val Susa.
Quest'oggi a Pisa i militanti no tav in presidio hanno intercettato il sindaco Filippeschi, esponente di quel Partito Democratico convinto sostenitore del progetto TAV. Inseguendolo i manifestanti hanno fatto irruzione in comune, occupandolo simbolicamente ed esponendo sul balcone di piazza XX settembre uno striscione in solidarietà con gli arrestati. All'azione si sono di lì a poco uniti anche diversi studenti medi in lotta contro il ddl Aprea, nelle stesse ore protagonisti di un blocco stradale in via Benedetto Croce.
I fatti del 24 agosto a Torino sono il pretesto ridicolo per un'azione repressiva incapace di colpire un movimento forte delle proprie ragioni e del proprio consenso. La polizia, al servizio di una politica incapace di gestire un dissenso incompatibile con i progetti di saccheggio, procede per intimidazioni e rappresaglie. Ma il movimento no tav è forte e dai territori è capace di dimostrare con i fatti che la Valle non è sola.
Non si può fermare il vento, ci fate solo perdere tempo

6 Dicembre, giornata di sciopero generale



Dopo il grande corteo del 24 novembre gli studenti e le studentesse delle scuole superiori non si fermano e continuano il loro ciclo di lotta con assemblee di istituto non autorizzate, occupazioni e autogestioni delle scuole, proiettandosi verso un'altra data di mobilitazione, il prossimo 6 dicembre, che vedrà ancora le strade e le piazze piene della rabbia di chi ha deciso di non pagare questa crisi, di non subire le misure di austerità dettate dal governo Monti e dalla Bce, di non sottostare ai ricatti della finanza e dei mercati. 

Il 6 dicembre sarà un'altra occasione da trasformare in sciopero sociale, connettendo le diverse realtà sociali che quotidianamente subiscono il peso di queste politiche di governo. Per questo è importante, da qui a quel giorno, percorrere un cammino di avvicinamento che già parli di risposte dal basso alla crisi, di riappropriazione di saperi, tempi e spazio e vuole soprattutto essere continuativo delle mobilitazioni nelle scuole.
 
Vogliamo costruire quella data per dare una risposta chiara e decisa alla crisi e alle sue controparti, dimostrando che l’alternativa non è certo il voto e la delega, bensì l’organizzazione dal basso dei soggetti in lotta, il conflitto, la ripresa e l’autogestione degli spazi e dei saperi. 


CONTRO IL DDL APREA, 
CONTRO LE MANOVRE DI AUSTERITY E DI IMPOVERIMENTO, 
CONTRO L'ESPROPRIAZIONE DI REDDITO E DIGNITA'.
CI RIPRENDIAMO TUTTO.

lunedì 19 novembre 2012

Studenti e lavoratori delle mense verso lo sciopero del 24 Novembre


Lo sciopero del 14 Novembre ha visto scendere in piazza numerosi studenti e lavoratori: un primo momento di lotta di chi ogni giorno paga il costo della crisi e le misure di austerità imposte da governo e padroni.
Un primo e importante momento in cui lavoratrici e lavoratori del Dsu hanno praticato lo sciopero insieme agli studenti universitari, bloccando con un picchetto fin dalle 7 del mattino il servizio della mensa universitaria di via Martiri.
Ma questo non ci basta! Sappiamo tutti bene che il servizio non è migliorato, né sono migliorate le condizioni di lavoro di chi ogni giorno è costretto a subire le umiliazioni di dirigenti che impongono sacrifici per arricchire le loro tasche.
I risparmi voluti dal Dsu e il blocco delle assunzioni, danneggiano sia studenti che lavoratori: prodotti scadenti, igiene insufficiente, poco personale, carichi di lavoro insostenibili... tutto questo non è cambiato nonstante le apparenze.

mercoledì 14 novembre 2012

14N a Pisa. La resistenza all'austerity blocca tutto e occupa la torre



Giornata di sciopero e blocco generale a Pisa. Il centro vetrina, è stato letteralmente invaso dai soggetti in lotta, espulsi nelle periferie, cancellati e attaccati nelle ultime settimane, ma che, con l'autorganizzazione,sono stati capaci di creare ed allargare nuovi spazi comuni di resistenza, riprendendosi oggi la città. Fin dalla mattina presto picchetti in vari luoghi della città, più o meno decentrati, hanno operato blocchi per le vie e nei luoghi di lavoro e di studio. Primo tra tutti i picchetti a ritrovarsi è stato quello delle operatrici Sodexo sotto licenziamento, al presidio davanti al pronto soccorso dell'ospedale di Cisanello.

Non a caso la lotta delle donne della Sodexo ha assunto nella giornata di oggi una valenza così importante. Dopo 18 giorni e 18 notti di presidio permanente le operatrici delle pulizie, costituesi in "comitato cittadini e lavoratori per il diritto alla salute", hanno aperto in città uno spazio di resistenza contro le politiche di taglio e licenziamento su un comparto fondamentale della riproduzione sociale: la sanità. Immediatamente, per le sue caratteristiche di radicalità e spinta alla ricomposizione sociale dal basso, la lotta della Sodexo è diventata trainante rispetto a tutte quelle condizione di conflittualità sociale latenti ma represse dai vincoli imposti dai tappi della mediazione sindacale e dalla retorica della rassegnazione e dei sacrifici. La capacità di questa lotta di resistere agli attacchi condotti dal più grande sindacato confederale, non più capace di controllare la virale diffusione delle dinamiche di aggregazione sociale volte alla trasformazione dell'esistente, oggi si è riversata nelle arterie cittadine, occupando letteralmente il centro e vincendo la scommessa su un 14n che eccedesse i limiti dello sciopero tradizionale nella direzione del blocco, dell'incontro e della messa in comune di pratiche e percorsi di riscatto sociale.

lunedì 12 novembre 2012

OCCUPATO POLO CARMIGNANI verso lo sciopero generale del14Nov

Oggi
 
Ore 19 Aperitivo
 
Domani
 
Ore 10 iniziano le commissioni:

- Questione Abitativa a Pisa
- Trasporti: Pendolarismo direzione Pisa
- Riprendiamoci la mensa
- Didattica e precarietà nell'ateneo della crisi.

Ore 15.30 Postcards from Greece:
dibattito con Markos, attivistà greco, verso lo sciopero europeo

Ore 18 Assemblea d'Ateneo
con studenti, lavoratori delle portinerie, delle pulizie e delle mense.

Mercoledì
ore 7 PICCHETTI!
BLOCCHIAMO TUTTO!

ORE 9 CORTEO!

L'assemblea d'ateneo occupa e autogestisce la mensa

Era nell'aria da tempo. Almeno da quando un mese fa le assemblee di polo avevano fatto incontrare per la prima volta quest'anno studenti e lavoratori dell'università. In quell'occasione mancò un effettivo momento di costruzione di lotta per i soggetti concreti impoveriti dalla ristrutturazione dall'università della crisi. Quest'oggi, invece, è stata rotta la ritualità e nell'immediato, dopo l'assemblea d'ateneo, si è attivata una risposta collettiva che ha portato studentesse e studenti a occupare e autogestire la mensa, luogo simbolo nelle ultime settimane della resistenza delle lavoratrici e dei lavoratori alle politiche di impoverimento imposte dal DSU.
Per due ore - tutto l'orario di apertura pranzo – studentesse e studenti hanno invaso le cucine e si sono appropriati dei banchi distribuendo pasti gratis. Al piano terra, nelle cucine, le lavoratrici e i lavoratori hanno incrociato le braccia davanti allo sguardo impotente di dirigenti e capo sala. Dopo settimane di pressante controllo da parte dei capi addetti a supervisionare la riorganizzazione del lavoro, con l'introduzione delle linee veloci e l'aumento dei carichi di lavoro, un intervento concreto ha rotto, dal basso, le nuove disposizioni di Vicini, direttore del DSU. Allo stesso modo, le lavoratrici delle pulizie, presenti all'assemblea, hanno appoggiato l'azione di riappropriazione come momento di sospensione del nuovo appalto che taglia il 50% delle ore raddoppiando, di fatto, i carichi di lavoro.
Dopo l'autogestione della mensa è stato occupato il Polo Carmignani. Si aprono così nuovi spazi dove i percorsi aperti dall'assemblea d'ateneo avranno modo di darsi organizzazione e progettualità in vista della giornata dello sciopero del 14 novembre al fine di interpretarla come autentico momento di incontro ed espansione della resistenza alle politiche di austerità.

venerdì 9 novembre 2012

Occupata l'ex gea!Prende il via il Cua Fest!


Occupati gli stabili universitari dell’ex GEA, in via duca d'aosta a Pisa, per la due giorni del Cua FEST.
Gli spazi sottoutilizzati dell’università vivranno in questi due giorni del lavoro e delle iniziative in continuità con le lotte in città, dal presidio del 'comitato cittadini e lavoratori per il diritto alla salute' a Cisanello alle agitazioni dei lavoratori delle mense.

Gli spazi occupati diventano presidi temporanei che aprono spazi di incontro, condivisione e socialità per la comunicazione tra le lotte partendo, come nel caso del Collettivo Universitario Autonomo, dalle forze del mondo della formazione.

Da oggi fino a domani notte gli spazi dell’ex gea saranno riempiti di cultura, socialità, iniziative politiche e mostre.
Si comincia alle 18 con la presentazione del libro di Marco Capocetti Boccia ‘Scontri di piazza’ e il percorso Letteratura & Conflitto, la serata sarà poi animata dall’hip hop del Signor K. Domani pomeriggio ci sarà un ‘dibattito sulla riappropriazione del reddito e del diritto allo studio’, in serata poi ancora musica. Durante il Cua Fest verrà presentata anche ‘Fuoricorso’, la fanzine delle Collettivo.

Ancora due giorni di incontro e costruzione di relazioni verso lo sciopero sociale generale del 14 novembre, perché sui territori, dall’incontro delle lotte, si continui assieme con il 14 e oltre il 14. A Pisa e dappertutto.

Infoaut.org

giovedì 8 novembre 2012

Nel caos le mense DSU a Pisa: la dignità contro i sacrifici

Dal primo novembre il lavoro di pulizia nelle mense del DSU (azienda regionale diritto allo studio) per il servizio ristorazione è stato appaltato a una nuova ditta esterna, un grande consorzio romano: Euro Global Service. Come la precedente ditta appaltrice, l'Arca, la nuova ditta entrante si occuperà del servizio pulizia e igiene ambientale, sbarazzo e lavaggio stoviglie, utensili, carrelli e macchinari, raccolta e smaltimento rifiuti per il servizio ristorazione. Si tratta di lavori logoranti, essenziali ma nascosti, svolti dietro la gabbia dove si infila il rullo che porta via i vassoi sporchi oppure prima o dopo l'invasione della mensa da parte degli studenti. Come tipico dei lavori di cura, queste mansioni fondamentali vengono svolte prevalentemente da donne.
 La nuova ditta è subentrata grazie a un nuovo bando indetto dal DSU il quale ha richiesto, per regolamento, uno sconto significativo. La cooperativa Arca ha partecipato al bando con uno sconto del 18% sul costo dell'appalto precedente, ma a vincere è stata l'Euro Global Service con uno sconto addirittura del 32%! La logica è sempre la stessa: risparmiare minando la qualità del servizio e sfruttando la forza lavoro. Infatti L'Euro Global Service contesta il numero eccessivo delle lavoratrici impiegate dall'Arca e taglia il 50% del monte ore complessivo di lavoro.
Le lavoratrici però non sono dello stesso avviso: i carichi di lavoro erano eccessivi già prima dell'ingresso della nuova ditta. Le 54 lavoratrici delle pulizie sono ora costrette a svolgere lo stesso tanto di lavoro di prima ma nella metà del tempo il che significa un raddoppio del lavoro. La parte di salario che viene a mancare con il decurtamento delle ore viene per il 25% coperta dai contratti di solidarietà a carico dell'inps che versa un altro 25% di quella stessa parte di salario all'azienda. Un ennesimo caso che conferma come il diritto del lavoro sia piegato nella crisi a una convergente volontà politica di pubblico (DSU) e privato (Euro Global Service) consistente nella ristrutturazione del comando sul lavoro verso un maggiore sfruttamento e una crescente precarizzazione: i contratti di solidarietà intervengono per sanare programmate riduzioni dell'orario di lavoro. Queste riduzioni però non sono necessarie – anzi - e producono anzi immiserimento e, in prospettiva, nuove assunzioni a titolo temporaneo con un numero di ore lavorative irrisorio e retribuzioni da fame.

martedì 30 ottobre 2012

Comunicato di solidarietà alla Verdi15 sgomberata

RESISTERE CON LA VERDI 15 OCCUPATA!
IL DIRITTO ALLO STUDIO NON SI TOCCA!

Da Pisa compagne e compagni, studentesse e studenti esprimono solidarietà con gli occupanti della residenza Verdi15 sgomberata.

Le esperienze di riappropriazione collettiva dal basso del diritto allo studio non possono esser fermate dagli stessi soggetti – affaristi e speculatori alla guida politica degli enti regionali - che del diritto allo studio fanno scempio e saccheggio.

La Verdi15 rappresenta per tutti noi un esempio da seguire e riprodurre. Dentro la crisi,  la riappropriazione e l’autorganizzazione nelle lotte sono  l’unica alternativa alle politiche della governance che ci impoveriscono ogni giorno di più.

Come nel caso dell’occupazione pisana della palazzina di via La Pergola, le lotte e la cooperazione dal basso si dimostrano capaci di rispondere ai bisogni del precariato giovanile in formazione. I beni materiali e gli immobili oggetto di speculazione e delle politiche di smantellamento delle garanzie sociali minime vengono restituiti alla città e alla condivisione sociale.

Torino, sgomberata la Verdi15. Cariche contro gli studenti

Verso le 10 di questa mattina, cogliendo di sorpresa i numerosi studenti e studentesse che da mesi avevano dato il via all’occupazione, reparti della celere hanno fatto irruzione all’interno della residenza universitaria di via verdi 15 a Torino. Gli studenti e le studentesse che si trovano in questo momento all’interno della residenza –circa 80- vengono portati di peso al piano terra della struttura e per alcuni di loro si sta procedendo alla loro identificazione. L’intenzione ancora una volta è quello di voler dimostrare nel consueto modo becero, un uso politico degli organi di polizia, timorosi probabilmente di un autunno che si preannuncia ricco di mobilitazioni. L’importante esperienza che da mesi si porta avanti alla Verdi 15 occupata è fulcro di aggregazione politica e sociale. Lo sgombero che si sta svolgendo in questo momento non solo è una scelta politica ma anche una scelta dettata da una preoccupazione (ci viene da chiedere) rispetto alle mobilitazioni studentesche imminenti.  Attualmente le vie adiacenti alla residenza universitaria sono completamente militarizzare e bloccate al traffico, mentre fuori si stanno radunando numerosi studenti e studentesse  per portare la loro solidarietà all’esperienza della verdi 15 e agli studenti e studentesse che fino a questa mattina hanno abitato nella residenza, ridandogli vita. Dagli ultimi aggiornamenti, la celere schierata in modo compatto sul lato di via rossini adiacente alla residenza, ha caricato gli studenti e le studentesse riunite fuori dalla struttura. Il presidio continua ad essere sempre più numeroso. Non finisce qui!

lunedì 29 ottobre 2012

C.U.A. FEST!

In nome della sua ristrutturazione permanente l'università restringe sempre più i suoi spazi. La crisi irrompe con l'aumento delle rette, il taglio delle borse di studio la riorganizzazione della didattica, l'austerità piega al sacrificio la crescita formativa imponendoci come unico orizzonte la svalorizzazione.

Forzare i limiti dettati dalla crisi significa ribaltare ogni terreno d'impoverimento in un terreno di lotta: il CUA FEST inizia a tracciare questo terreno in università. Due giorni per mettere ass
ieme le nostre risorse e iniziare a immaginare per i mesi a venire la costruzione di un' esperienza collettiva attraversata dalla potenza dei saperi.
...da qualche parte in università...

VERSO E OLTRE UN'ASSEMBLEA D'ATENEO CONTRO L'IMPOVERIMENTO STUDENTESCO

Ci interessa esprimere un punto di vista autonomo sull'università, partendo dalle assemblee di (ex) facoltà svoltesi il 10 ottobre, affinchè si elabori un discorso comune forte - utile alla costruzione della prossima Assemblea di Ateneo - sullanecessità della ripresa del conflitto nel mondo della formazione.

All'assemblea tenuta al polo Fibonacci, la ricchezza degli interventi e la diversificata partecipazione dei soggetti che hanno preso parola (dalle matricole, ai “fuoricorso” fino alla figura sempre più presente dello studente-lavoratore) ha dimostrato un bisogno di discussione che è andato assolutamente oltre l'informazione della giornata di mobilitazione studentesca di venerdì 12 ottobre lanciata nazionalmente dai sindacati studenteschi. È emersa in quella sede una eterogenea composizione universitaria (sia di realtà organizzate sia di singoli studenti e precari) che si è appropriata di quello spazio per discutere, anche se in maniera caotica, su “come riprendere le lotte”, partendo immediatamente dalle esigenze concrete: gli spazi, le aule, il reddito, la precarietà, il ruolo delle istituzioni universitarie – a partire dalla gestione del “caso sapienza” - come parte del problema, e non della soluzione.

Le assemblee di Lettere e Scienze Politiche hanno avuto pochissima partecipazione: la poca pubblicizzazione (fino al giorno prima non si sapeva luogo ed ora) e la convocazione “centrata” sulla manifestazione del 12 ha prodotto per lo più un battibecco tra i differenti soggetti organizzati, bloccando la possibilità di discutere e di organizzare collettivamente le “nostre risposte” alla crisi dell'università ed alla continua espropriazione di reddito.

L'assemblea svolta ad Ingegneria è stata emblematica della disparità potenziale che si è palesata in queste prime assemblee tra la “ricchezza” della domanda di cambiamento da una parte, e la povertà e l'inadeguatezza delle forme di organizzazione di movimento dall'altra. Infatti una massiccia presenza, soprattutto di matricole e giovanissimi, è stata riscontrata fino alla fine dell'assemblea; segno di una soggettività in formazione – al pari delle altre facoltà scientifiche – che non vuole arrendersi all'immiserimento delle proprie condizioni né adeguarsi alla ristrutturazione aziendalistica dell'università. D'altra parte questa presenza non si è fatta protagonismo né organizzazione. Piuttosto è la modalità di conduzione dell'assemblea, fatta esclusivamente di slide, “spiegazioni” e di soli interventi programmati, a produrre “utenza” piuttosto che costruire mobilitazione collettiva .

C'è un bisogno di mettersi in gioco, accresciuto dall’agghiacciante svalorizzazione di tutto il mondo universitario, palpabile tutti i giorni, anche in quelle che sono le esigenze più materiali dello studente che vengono a mancare: aule strapiene che ci costringono a seguire lezioni dal corridoio, disservizi causati dalla cancellazione delle facoltà e il relativo caos su come e dove seguire determinati corsi, monetarizzazione del servizio mensa con le fasciazioni in base al reddito, borse di studio che vengono assegnate solo sotto il ricatto dello studio intensivo.

lunedì 22 ottobre 2012

Fuori i fascisti dall'Università!

I FASCISTI ALL'UNIVERSITA' DI PISA NON SONO I BENVENUTI
Come studenti e studentesse dell'università di Pisa riteniamo una provocazione in perfetto stile neo-fascista la presenza annunciata in questi giorni di personaggi legati al mondo neo-fascista, di quella galassia che lega classe politica in sfacelo del PdL con ambienti neo-fascisti come Casa Pound.
Riteniamo inaccettabile per chi come noi studenti ogni giorno lotta e fa i conti con la precarietà e l'impoverimento causati da anni di politiche del governo Berlusconi e del cosiddetto governo tecnico appoggiato da questi neo-fascisti, vedersi intrufolare pesonaggi che travestono la propria appartenenza alla cultura dell'odio con improbabili maschere culturali. La strumentalizzazione politica della questione nord-irlandese da parte di questi neofascisti è inaccettabile, così come è inaccettabile la presenza in Università di chi bazzica nelle sedi di Casapound.
Per questo oggi ci riprendiamo gli spazi universitari di Palazzo Ricci, per rivendicare l'antifascismo non come pratica nostalgica e di puro esercizio storico, quanto come valore partigiano di chi ogni giorno si batte contro l'affermarsi di pratiche razziste e sessiste.
Occupiamo Palazzo Ricci anche per iniziare una campagna di mobilitazione contro una dipartimentazione, frutto dell'applicazione della Riforma Gelmini, che “centralizza” l' amministrazione degli spazi, e che sotto dispositivi apparentemente “tecnici”, cerca di normalizzare i luoghi della nostra formazione, concedendo agibilità politica a questi tristi personaggi.
OCCUPIAMOCI DELLE NOSTRE FACOLTA'

Studenti e studentesse antifascist*

sabato 20 ottobre 2012

CORTEO: NO ALLA GUERRA! NO ALLE SPESE MILITARI! NO EL ALAMEIN!

Sabato 27 ottobre a Pisa la Brigata Paracadutisti Folgore commemorerà il 70° anniversario della battaglia di El Alamein, nella quale venne sconfitta assieme alle forze naziste. Si tratta di una parata nostalgica, di uno sfoggio di armi e strumenti di morte che radunerà fascisti, estremisti di destra e guerrafondai da tutta Italia. Una vergogna per la città, che vedrà l'occupazione e la militarizzazione dello stadio, di Piazza dei Miracoli, dove si svolgeranno le celebrazioni e delle zone circostanti.

Nella guerra non c'è niente di valoroso, niente da festeggiare, tanto meno in una guerra fascista.


Ma queste non sono soltanto celebrazioni nostalgiche: da sempre celebrare le guerre del passato serve a giustificare quelle del presente, a preparare le guerre di domani.
La Folgore è stata infatti in prima fila in numerose missioni “umanitarie”, tra cui le guerre di occupazione in Afghanistan e Iraq, ed è stata spesso protagonista di violenze e brutalità contro la popolazione civile. Intanto il governo ha deciso negli scorsi mesi di bombardare l'Afghanistan e dopo l'attacco alla Libia, in Siria si aprono nuovi scenari di guerra. Monti lo ha detto chiaramente più volte: “Siamo in guerra”.

È la guerra condotta dal governo contro lavoratori e lavoratrici per aumentare i profitti delle banche e degli industriali, per proteggere i privilegi della Chiesa e della casta militare. È la guerra del governo contro qualsiasi dissenso interno, che militarizza i territori e reprime chi solleva la testa.

Quella che si terrà a Pisa il 27 ottobre sarà la celebrazione della rapina quotidiana nei confronti dei lavoratori, dei precari, dei disoccupati, degli studenti e delle fasce più deboli della popolazione. Il governo Monti e l'UE impongono sempre maggiori sacrifici, ci dicono che le casse sono vuote, ma i soldi ci sono!
Infatti mentre crollano salari e diritti, mentre aumentano licenziamenti, tasse e tagli al sociale ed all'istruzione, la casta militare non rinuncia alle proprie autocelebrazioni ed ai propri privilegi. Le spese militari complessive per il 2012 in Italia sono di 30 miliardi, oltre 10 miliardi nei prossimi anni per l'acquisto di cacciabombardieri F35, per le missioni all'estero sono spesi 1,4 miliardi di euro, e intanto l'industria bellica fa affari d'oro.

mercoledì 10 ottobre 2012

Il nesso tra accreditamento e riproduzione nella creazione del debito studentesco

 
Le parole di uno studente sull’imporsi del debito a partire dalla selezione universitaria

Un’ipotesi di conricerca, incontro e costruzione di lotta partendo dai test d’ingresso.

Cosa significa parlare di indebitamento studentesco? Per il futuro prossimo possiamo ragionevolmente prevedere la sopravvivenza – sebbene in forma sempre più sottofinanziata e monetizzata – degli istituti tradizionali di beneficio per il diritto allo studio (borse, alloggi, ristorazione, agevolazioni nella tassazione etc.) in favore dei “capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi”. Eppure, accanto alla spettralizzazione del welfare, si scorge avanzare un complesso di dispositivi sempre più invasivi di finanziarizzazione dell’auto-garanzia della formazione e della possibilità della formazione.

La dicotomia diritto/possibilità alla/della formazione articola una segmentazione interna a una medesima composizione, al fine di estrarre plusvalore direttamente dalla riproduzione sociale della stessa composizione. Agiscono infatti due processi opposti e complementari di valorizzazione capitalistica, nella fabbrica cognitiva: la produzione e la riproduzione di soggetti formati, ovvero l’investimento su un capitale umano e la sua rendita. Il primo è garantito come un diritto sub conditione dimostrando merito, crediti maturati alla mano; il secondo è un accesso – come una possibilità – a un circuito di valorizzazione comunque limitato.

Si tratta infatti di moltiplicare gli sbarramenti. Creare artificiosi debiti formativi significa creare e alimentare un sistema dell’accreditamento continuo al quale viene legata la possibilità della riproduzione materiale della propria condizione. Per continuare a studiare e colmare il debito formativo si finisce per indebitarsi concretamente. In questo passaggio, nel nesso tra accreditamento e riproduzione, si produce, in maniera coatta, una soggettività indebitata. La riproduzione è funzione dell’accreditamento e può esser soddisfatta solo da un indebitamento materiale.

I test non selettivi per i corsi di laurea triennali non a numero a chiuso – altro capitolo analogo andrebbe aperto sui test dei corsi di laurea a numero chiuso – rispondono esattamente a questa logica. Se non superati i test impongono inoltre l’iscrizione d’ufficio al tempo parziale. Si tratta di un altro meccanismo di disciplinamento dei tempi di studio e di lavoro: uno sbarramento che rinvia, entro una misura ad hoc, il traguardo dell’accreditamento affinché l’ateneo, nella sua “contabilità”, non si trovi con troppi “fuori corso”, risultando in questo modo “non virtuoso” e dunque non beneficiario della ripartizione della parte premiale del fondo di finanziamento ordinario statale.

Ecco gli effetti concreti, sulla materialità delle nostre condizioni, delle politiche d’impoverimento dell’università. Altro che una nominale “difesa della cultura”, verrebbe da dire…

martedì 2 ottobre 2012

La lotta paga! Riaperto l'ex S.E.U.



A poco più di sei mesi dall'occupazione dell'ex S.E.U la governance universitaria deve fare un passo indietro e resitituisce gli spazi di via Curtatone e Montanara agli studenti. Ancora una volta nella città di Pisa la cooperazione dal basso degli studenti e del precariato sociale nega la speculazione sul patrimonio pubblico, impone un nuovo indirizzo e riapre alla condivisione comune gli spazi fatti oggetto della dismissione del welfare e dei servizi.
 L'ex tipografia universitaria – Servizio Editoria Universitaria - che vendeva dispense a prezzo di costo venne chiusa dal D.S.U. perché ritenuta non abbastanza remunerativa. Le dispense universitarie iniziarono a essere stampate alla PLUS, una casa editrice legata all'università. Un'operazione che vedeva lievitare notevolemente i costi delle dispense per gli studenti, chiudeva uno spazio e tagliava un servizio.
Non dimentichiamo che l'occupazione dei locali dell'ex S.E.U. è stata fortemente osteggiata dal D.S.U. il quale ha impedito in tutti i modi che gli spazi venissero riaperti e che le istanze studentesche si affermassero. Grazie a un percorso condiviso e alla determinazione di quanti lo hanno intrapreso ora gli spazi sono stati riaperti e assegnati alle associazioni studentesche. Ma questo non basta. Le politiche di dismissione del welfare studentesco continuano. Altri spazi verranno riaperti perché sappiamo che la riappropriazione concreta del diritto allo studio e del nostro welfare risiede nel nostro protagonismo sociale, nel nostro agire comune, nelle nostre occupazioni.

giovedì 6 settembre 2012

In più di cento contestano Profumo alla festa del Pd


È durata più di due ore la contestazione da parte dei precari della scuola e studenti medi e universitari, al ministro dell'istruzione Profumo, ospite alla festa del Partito Democratico nel quartiere di Pisanova.
La situazione per chi ha scelto di insegnare è rovente: dopo essersi indebitati per anni durante gli studi, dopo aver speso qualche migliaia di euro per l'abilitazione all'insegnamento e aver frequentato corsi e tirocini non pagati, 300 000 insegnanti sono precari da anni e, con l'ultimo annuncio del ministro dell'istruzione Profumo, sono destinati ad esserlo a vita.
Il maxi-concorso indetto, infatti, è l'ennesima batosta per chi vive una condizione precaria ormai insostenibile per migliaia di persone.

domenica 1 luglio 2012

Restituire gli spazi ad un uso sociale: si può! Si deve!


Inaugurata la Nuova Periferia Polivalente
Migliaia di ore di lavoro volontario, spese minime grazie al contributo di tanti, ai legami nati con il quartiere, al percorso che #occupyPisa ha iniziato il 17 novembre scorso riaprendo gli spazi di via La Pergola: è grazie a tutto ciò che, in 7 settimane, la giungla di erbacce che nascondeva il campo di calcio, gli arbusti che invadevano i campi di calcetto, tennis e basket, la siepe inselvatichita che impediva persino l’utilizzo del marciapiede nella strada adiacente, gli spogliatoi ormai sostituiti da una fogna, hanno ripreso a vivere, sono tornati utilizzabili, sono stati trasformati in un immenso spazio sociale aperto a tutti e tutte.
Dopo sei anni di abbandono, durante i quali l’unico ruolo delle istituzioni è stato quello di murare il casottino degli spogliatoi - mettendo a rischio di epidemie un intero quartiere - la Polispotiva della Fontina è tornata a vivere, ad essere attraversata da decine di persone, ad essere utilizzata da grandi e piccini che vogliono uno spazio in cui trascorrere il proprio tempo, in cui poter praticare sport liberamente. 

lunedì 28 maggio 2012

Periferia Polivalente work in progress

E' da due settimane che #occupyPisa si è trasferita da piazza Dante occupando, il 15 maggio scorso, un ex-polisportiva nella prima periferia pisana.
Un posto molto grande: un campo da calcio a 11 con tribune, due campi da calcetto, uno da basket, uno da tennis ed un casottino con spogliatoi e uffici.
Questo luogo, di proprietà del comune di San Giuliano e della provincia di Pisa, era stato lasciato al degrado e all'abbandono. All'interno del casottino erano stati murati rifiuti di ogni genere, al punto da rendere il posto a rischio di diffusione di epidemie.
I militanti di occupyPisa, insieme a tanti solidali, in queste due settimane hanno fatto un lavoro immane: il casottino è stato bonificato, i rifiuti sono stati smaltiti, tutte le stanze sono state oggetto di disinfestazione, ieri è iniziata l'imbiancatura dei muri. Gli spazi all'aperto sono stati messi in sicurezza, l'erba è stata tagliata, le siepi potate; i campi da tennis e da calcetto vengono già utilizzati.

lunedì 21 maggio 2012

Occupy Pisa cresce e si trasforma

Occupy Pisa, nata il 17 novembre scorso conl'occupazione di via la Pergola, sgomberata manu militari il 15 febbraio, dopo tre mesi di presidio permanente in piazza Dante, martedì scorso al termine di una grande giornata di lotta contro Equitalia, ha deciso di proseguire il suo percorso in nuovi spazi: decine e decine di persone hanno occupato l'ex-polisportiva di via di Pratale, un luogo enorme abbandonato da anni al degrado. Da qui Occupy Pisa vuole continuare la strada aperta ormai sei mesi fa e che, giorno dopo giorno, vede sempre più persone avvicinarsi con la volontà di mettere a disposizione i propri sapere e le proprie capacità per costruire una reale risposta alla crisi e un orizzonte di cambiamento possibile.

martedì 15 maggio 2012

Occupy Pisa scatenata contro Equitalia

E' stata una lunga giornata di lotta a Pisa: città paralizzata dai blocchi, colpita equitalia, picchetti con copertoni sulla superstrada, occupata l'ex polisportiva di Pratale.
Già dal primo pomeriggio la gente ha cominciato a radunarsi nei tre picchetti di partenza che Occupy Pisa aveva lanciato per questo appuntamento: il presidio permanente di piazza Dante, il centro per l'impiego e il quartiere Cep.
Intorno alle 16:30 da piazza Dante è partito il primo e più numeroso corteo, che subito è andato a bloccare i lungarni; quasi contemporaneamente è partito il corteo dal centro per l'impiego, che ha bloccato la zona della stazione; poco dopo altri manifestanti sono partiti dal Cep, paralizzando la periferia.
I primi due cortei si sono incontrati in via Conte Fazio per poi ricongiungersi, all'altezza dell'Aurelia, al corteo proveniente dal Cep.
Qui centinaia di persone – studenti, operai, cassaintegrati, disoccupati, gente comune - hanno bloccato la strada per circa 20 minuti prima di rimettersi in cammino verso Equitalia.
In pochissimo la città si è ritrovata completamente paralizzata, tante le macchine rimaste bloccate in fila, tanti gli automobilisti solidali al corteo, alcuni dei quali hanno parcheggiato unendosi alla protesta.
Lungo l'aurelia i 300 manifestanti si sono fatti sentire suonando pentole e battendo sulle lamiere che dividono la carreggiata da un cantiere; tantissimi i cartelli su cui c'erano scritte contro l'agenzia di riscossione. Lo striscione di apertura recitava 'blocchiamo equitalia – noi il vostro debito non lo paghiamo'.
Intorno alle 18:00 la manifestazione è giunta agli uffici di equitalia che, vista l'annunciata contestazione, oggi hanno chiuso in anticipo. Qui i manifestanti hanno strappato decine e decine di cartelle esattoriali dell'agenzia di riscossione crediti e hanno lanciato davanti all'ingresso resti di macello di un animale: 'la macelleria sociale che banche, governo, padroni e la stessa equitalia vorrebbero mettere in atto, oggi gli viene restituita!'. Chi è indebitato ha deciso da oggi di non nascondersi più, di non rinchiudersi, di non abbassare la testa, di non farsi schiacciare, ma di ribellarsi insieme a tanti e tante, che pure in diverse condizioni, cominciano a ricomporsi e a riconoscersi come 'simili'.
Dopo diversi interventi il corteo è ripartito andando a bloccare nuovamente l'Aurelia, raggiungendo l'imbocco dell'autostrada e bloccando l'uscita della Fi-Pi-Li. Qui sono stati sparsi copertoni su tutta la carreggiata e il blocco è stato mantenuto per circa un'ora.
I manifestanti si sono poi rimessi in cammino, continuando a bloccare le strade e dirigendosi verso il centro cittadino, raggiungendo il presidio permanente di piazza Dante.
Sono circa le 20, ma la giornata non è ancora finita per tutti coloro che hanno deciso di dare una risposta concreta a questa crisi, di ribellarsi, di non rimanere soli, di creare nuovi legami sociali, di non pagare il debito creato dai pochi, politici e banchieri, che detengono il potere finanziario.
E così in tanti hanno ripreso il corteo per il centro della città, fino a raggiungere la periferia opposta rispetto alla sede di equitalia... tanta strada percorsa con determinazione per arrivare ad un nuovo, grande momento di riappropriazione: oggi, infatti, a tre mesi esatti dallo sgombero di via la Pergola e l'occupazione di piazza Dante, Occupy Pisa cresce e si trasforma ridando vita ad uno dei tanti luoghi della città abbandonati e lasciati al degrado.
Sono le 20:40 quando i manifestanti raggiungono via di Pratale ed entrano in un ex-polisportiva chiusa da tempo: campi da calcio, da calcetto e da tennis, spogliatoi e spazi enormi all'aperto. Un altro spazio restituito alla collettività, la cui riapertura ha trovato subito il plauso di alcuni vicini di casa che hanno accolto con il sorriso i 'nuovi arrivati'.
E' da qui che Occupy Pisa vuole proseguire, dando vita alla nuova camera del lavoro sociale, continuando con il progetto della mensa popolare e costruendo una polisportiva autogestita.
E' in questi spazi che troverà ulteriore linfa il percorso di costruzione dal basso dello Sciopero Sociale e Generale che, con questa grande giornata di lotta e di conflitto, ha compiuto un altro significativo pezzo di strada.

lunedì 14 maggio 2012

15 maggio a Pisa: perché Occupy Equitalia

Quando la gente decide di lottare le sirene del potere annunciano (e preparano) l'escalation violenta. Ma chi rifiuta di pagare il debito sa di non essere ostaggio né dell'estetismo terroristico mediaticamente telecomandato né delle minacce sulle imminenti strette repressive in programma già dal cdm di giovedì. La lotta contro equitalia è una questione di dignità, di protagonismo sociale della nuova composizione degli “indebitati”, di riscatto dalla condizione di minorità, di subalternità che i dispositivi d'interiorizzazione del senso di colpa continuano a produrre, assieme a violenza, macelleria sociale e disperazione. Bisogna esser chiari: generalizzare il nostro rifiuto del debito - oltre i tentativi di confondere le acque operati da chi ha l'interesse di conservare questo sistema di rapina - equivale a lottare contro Equitalia praticando il diritto all'insolvenza, riappropriandoci di reddito e servizi, opponendoci all'impoverimento del lavoro vivo.
Non si tratta infatti di una questione di iniquità fiscale, chiave interpretativa comune a leghisti e grillini per segni opposti e complementari. Non può interessarci che Maradona si consideri perseguitato da Equitalia – come ci comunicano i media mainstream.
E a nulla valgono i moniti del ministro della giustizia Severino che ci ricorda che “pagare le tasse è un dovere” e che attaccare Equitalia significa attaccare lo stato.
Bisogna essere coscienti del piano della lotta per la nostra dignità, al fine di non sprofondarci nella cantilena reazionaria che recita “abbasso la gabella viva il re”, come le jacqueries contadine nella Francia dell'Antico Regime. Questa non è una rivolta contro il fisco, abbiamo il desiderio di scardinare il sistema del debito risalendo i livelli di potere che lo strutturano, partendo da Equitalia, suo dispositivo più immediato.
Ci opponiamo a Equitalia perché rifiutiamo il sistema del debito e l'ingiustizia, la ricattabilità e l'assoggettamento che produce. Rifiutiamo un sistema che impone l'austerità come regime di normale amministrazione per reintegrare le perdite del capitale finanziario. Non c'è nessun orizzonte progressivo per il capitalismo contemporaneo. Il No ad Equitalia, e la viralità che lo riproduce, interpreta la comune opposizione all'opera di rastrellamento di denaro sui livelli più bassi della società e l'esproprio finanziario sulla vita delle persone.