giovedì 29 novembre 2012

Pisa è no tav. Occupato il comune

L'operazione poliziesca di questa mattina che ha colpito compagni e compagne no tav con arresti e misure cautelari non ferma il movimento no tav. A Pisa il presidio di solidarietà convocato nel pomeriggio a Logge di Banchi ha fatto irruzione in comune poco dopo le 18. Esattamente come quando il 24 agosto a Torino vennero occupati gli uffici della Geo Valsusa, il movimento occupa oggi i luoghi e le sedi di chi si rende complice della devastazione e della militarizzazione della Val Susa.
Quest'oggi a Pisa i militanti no tav in presidio hanno intercettato il sindaco Filippeschi, esponente di quel Partito Democratico convinto sostenitore del progetto TAV. Inseguendolo i manifestanti hanno fatto irruzione in comune, occupandolo simbolicamente ed esponendo sul balcone di piazza XX settembre uno striscione in solidarietà con gli arrestati. All'azione si sono di lì a poco uniti anche diversi studenti medi in lotta contro il ddl Aprea, nelle stesse ore protagonisti di un blocco stradale in via Benedetto Croce.
I fatti del 24 agosto a Torino sono il pretesto ridicolo per un'azione repressiva incapace di colpire un movimento forte delle proprie ragioni e del proprio consenso. La polizia, al servizio di una politica incapace di gestire un dissenso incompatibile con i progetti di saccheggio, procede per intimidazioni e rappresaglie. Ma il movimento no tav è forte e dai territori è capace di dimostrare con i fatti che la Valle non è sola.
Non si può fermare il vento, ci fate solo perdere tempo

6 Dicembre, giornata di sciopero generale



Dopo il grande corteo del 24 novembre gli studenti e le studentesse delle scuole superiori non si fermano e continuano il loro ciclo di lotta con assemblee di istituto non autorizzate, occupazioni e autogestioni delle scuole, proiettandosi verso un'altra data di mobilitazione, il prossimo 6 dicembre, che vedrà ancora le strade e le piazze piene della rabbia di chi ha deciso di non pagare questa crisi, di non subire le misure di austerità dettate dal governo Monti e dalla Bce, di non sottostare ai ricatti della finanza e dei mercati. 

Il 6 dicembre sarà un'altra occasione da trasformare in sciopero sociale, connettendo le diverse realtà sociali che quotidianamente subiscono il peso di queste politiche di governo. Per questo è importante, da qui a quel giorno, percorrere un cammino di avvicinamento che già parli di risposte dal basso alla crisi, di riappropriazione di saperi, tempi e spazio e vuole soprattutto essere continuativo delle mobilitazioni nelle scuole.
 
Vogliamo costruire quella data per dare una risposta chiara e decisa alla crisi e alle sue controparti, dimostrando che l’alternativa non è certo il voto e la delega, bensì l’organizzazione dal basso dei soggetti in lotta, il conflitto, la ripresa e l’autogestione degli spazi e dei saperi. 


CONTRO IL DDL APREA, 
CONTRO LE MANOVRE DI AUSTERITY E DI IMPOVERIMENTO, 
CONTRO L'ESPROPRIAZIONE DI REDDITO E DIGNITA'.
CI RIPRENDIAMO TUTTO.

lunedì 19 novembre 2012

Studenti e lavoratori delle mense verso lo sciopero del 24 Novembre


Lo sciopero del 14 Novembre ha visto scendere in piazza numerosi studenti e lavoratori: un primo momento di lotta di chi ogni giorno paga il costo della crisi e le misure di austerità imposte da governo e padroni.
Un primo e importante momento in cui lavoratrici e lavoratori del Dsu hanno praticato lo sciopero insieme agli studenti universitari, bloccando con un picchetto fin dalle 7 del mattino il servizio della mensa universitaria di via Martiri.
Ma questo non ci basta! Sappiamo tutti bene che il servizio non è migliorato, né sono migliorate le condizioni di lavoro di chi ogni giorno è costretto a subire le umiliazioni di dirigenti che impongono sacrifici per arricchire le loro tasche.
I risparmi voluti dal Dsu e il blocco delle assunzioni, danneggiano sia studenti che lavoratori: prodotti scadenti, igiene insufficiente, poco personale, carichi di lavoro insostenibili... tutto questo non è cambiato nonstante le apparenze.

mercoledì 14 novembre 2012

14N a Pisa. La resistenza all'austerity blocca tutto e occupa la torre



Giornata di sciopero e blocco generale a Pisa. Il centro vetrina, è stato letteralmente invaso dai soggetti in lotta, espulsi nelle periferie, cancellati e attaccati nelle ultime settimane, ma che, con l'autorganizzazione,sono stati capaci di creare ed allargare nuovi spazi comuni di resistenza, riprendendosi oggi la città. Fin dalla mattina presto picchetti in vari luoghi della città, più o meno decentrati, hanno operato blocchi per le vie e nei luoghi di lavoro e di studio. Primo tra tutti i picchetti a ritrovarsi è stato quello delle operatrici Sodexo sotto licenziamento, al presidio davanti al pronto soccorso dell'ospedale di Cisanello.

Non a caso la lotta delle donne della Sodexo ha assunto nella giornata di oggi una valenza così importante. Dopo 18 giorni e 18 notti di presidio permanente le operatrici delle pulizie, costituesi in "comitato cittadini e lavoratori per il diritto alla salute", hanno aperto in città uno spazio di resistenza contro le politiche di taglio e licenziamento su un comparto fondamentale della riproduzione sociale: la sanità. Immediatamente, per le sue caratteristiche di radicalità e spinta alla ricomposizione sociale dal basso, la lotta della Sodexo è diventata trainante rispetto a tutte quelle condizione di conflittualità sociale latenti ma represse dai vincoli imposti dai tappi della mediazione sindacale e dalla retorica della rassegnazione e dei sacrifici. La capacità di questa lotta di resistere agli attacchi condotti dal più grande sindacato confederale, non più capace di controllare la virale diffusione delle dinamiche di aggregazione sociale volte alla trasformazione dell'esistente, oggi si è riversata nelle arterie cittadine, occupando letteralmente il centro e vincendo la scommessa su un 14n che eccedesse i limiti dello sciopero tradizionale nella direzione del blocco, dell'incontro e della messa in comune di pratiche e percorsi di riscatto sociale.

lunedì 12 novembre 2012

OCCUPATO POLO CARMIGNANI verso lo sciopero generale del14Nov

Oggi
 
Ore 19 Aperitivo
 
Domani
 
Ore 10 iniziano le commissioni:

- Questione Abitativa a Pisa
- Trasporti: Pendolarismo direzione Pisa
- Riprendiamoci la mensa
- Didattica e precarietà nell'ateneo della crisi.

Ore 15.30 Postcards from Greece:
dibattito con Markos, attivistà greco, verso lo sciopero europeo

Ore 18 Assemblea d'Ateneo
con studenti, lavoratori delle portinerie, delle pulizie e delle mense.

Mercoledì
ore 7 PICCHETTI!
BLOCCHIAMO TUTTO!

ORE 9 CORTEO!

L'assemblea d'ateneo occupa e autogestisce la mensa

Era nell'aria da tempo. Almeno da quando un mese fa le assemblee di polo avevano fatto incontrare per la prima volta quest'anno studenti e lavoratori dell'università. In quell'occasione mancò un effettivo momento di costruzione di lotta per i soggetti concreti impoveriti dalla ristrutturazione dall'università della crisi. Quest'oggi, invece, è stata rotta la ritualità e nell'immediato, dopo l'assemblea d'ateneo, si è attivata una risposta collettiva che ha portato studentesse e studenti a occupare e autogestire la mensa, luogo simbolo nelle ultime settimane della resistenza delle lavoratrici e dei lavoratori alle politiche di impoverimento imposte dal DSU.
Per due ore - tutto l'orario di apertura pranzo – studentesse e studenti hanno invaso le cucine e si sono appropriati dei banchi distribuendo pasti gratis. Al piano terra, nelle cucine, le lavoratrici e i lavoratori hanno incrociato le braccia davanti allo sguardo impotente di dirigenti e capo sala. Dopo settimane di pressante controllo da parte dei capi addetti a supervisionare la riorganizzazione del lavoro, con l'introduzione delle linee veloci e l'aumento dei carichi di lavoro, un intervento concreto ha rotto, dal basso, le nuove disposizioni di Vicini, direttore del DSU. Allo stesso modo, le lavoratrici delle pulizie, presenti all'assemblea, hanno appoggiato l'azione di riappropriazione come momento di sospensione del nuovo appalto che taglia il 50% delle ore raddoppiando, di fatto, i carichi di lavoro.
Dopo l'autogestione della mensa è stato occupato il Polo Carmignani. Si aprono così nuovi spazi dove i percorsi aperti dall'assemblea d'ateneo avranno modo di darsi organizzazione e progettualità in vista della giornata dello sciopero del 14 novembre al fine di interpretarla come autentico momento di incontro ed espansione della resistenza alle politiche di austerità.

venerdì 9 novembre 2012

Occupata l'ex gea!Prende il via il Cua Fest!


Occupati gli stabili universitari dell’ex GEA, in via duca d'aosta a Pisa, per la due giorni del Cua FEST.
Gli spazi sottoutilizzati dell’università vivranno in questi due giorni del lavoro e delle iniziative in continuità con le lotte in città, dal presidio del 'comitato cittadini e lavoratori per il diritto alla salute' a Cisanello alle agitazioni dei lavoratori delle mense.

Gli spazi occupati diventano presidi temporanei che aprono spazi di incontro, condivisione e socialità per la comunicazione tra le lotte partendo, come nel caso del Collettivo Universitario Autonomo, dalle forze del mondo della formazione.

Da oggi fino a domani notte gli spazi dell’ex gea saranno riempiti di cultura, socialità, iniziative politiche e mostre.
Si comincia alle 18 con la presentazione del libro di Marco Capocetti Boccia ‘Scontri di piazza’ e il percorso Letteratura & Conflitto, la serata sarà poi animata dall’hip hop del Signor K. Domani pomeriggio ci sarà un ‘dibattito sulla riappropriazione del reddito e del diritto allo studio’, in serata poi ancora musica. Durante il Cua Fest verrà presentata anche ‘Fuoricorso’, la fanzine delle Collettivo.

Ancora due giorni di incontro e costruzione di relazioni verso lo sciopero sociale generale del 14 novembre, perché sui territori, dall’incontro delle lotte, si continui assieme con il 14 e oltre il 14. A Pisa e dappertutto.

Infoaut.org

giovedì 8 novembre 2012

Nel caos le mense DSU a Pisa: la dignità contro i sacrifici

Dal primo novembre il lavoro di pulizia nelle mense del DSU (azienda regionale diritto allo studio) per il servizio ristorazione è stato appaltato a una nuova ditta esterna, un grande consorzio romano: Euro Global Service. Come la precedente ditta appaltrice, l'Arca, la nuova ditta entrante si occuperà del servizio pulizia e igiene ambientale, sbarazzo e lavaggio stoviglie, utensili, carrelli e macchinari, raccolta e smaltimento rifiuti per il servizio ristorazione. Si tratta di lavori logoranti, essenziali ma nascosti, svolti dietro la gabbia dove si infila il rullo che porta via i vassoi sporchi oppure prima o dopo l'invasione della mensa da parte degli studenti. Come tipico dei lavori di cura, queste mansioni fondamentali vengono svolte prevalentemente da donne.
 La nuova ditta è subentrata grazie a un nuovo bando indetto dal DSU il quale ha richiesto, per regolamento, uno sconto significativo. La cooperativa Arca ha partecipato al bando con uno sconto del 18% sul costo dell'appalto precedente, ma a vincere è stata l'Euro Global Service con uno sconto addirittura del 32%! La logica è sempre la stessa: risparmiare minando la qualità del servizio e sfruttando la forza lavoro. Infatti L'Euro Global Service contesta il numero eccessivo delle lavoratrici impiegate dall'Arca e taglia il 50% del monte ore complessivo di lavoro.
Le lavoratrici però non sono dello stesso avviso: i carichi di lavoro erano eccessivi già prima dell'ingresso della nuova ditta. Le 54 lavoratrici delle pulizie sono ora costrette a svolgere lo stesso tanto di lavoro di prima ma nella metà del tempo il che significa un raddoppio del lavoro. La parte di salario che viene a mancare con il decurtamento delle ore viene per il 25% coperta dai contratti di solidarietà a carico dell'inps che versa un altro 25% di quella stessa parte di salario all'azienda. Un ennesimo caso che conferma come il diritto del lavoro sia piegato nella crisi a una convergente volontà politica di pubblico (DSU) e privato (Euro Global Service) consistente nella ristrutturazione del comando sul lavoro verso un maggiore sfruttamento e una crescente precarizzazione: i contratti di solidarietà intervengono per sanare programmate riduzioni dell'orario di lavoro. Queste riduzioni però non sono necessarie – anzi - e producono anzi immiserimento e, in prospettiva, nuove assunzioni a titolo temporaneo con un numero di ore lavorative irrisorio e retribuzioni da fame.