lunedì 28 maggio 2012

Periferia Polivalente work in progress

E' da due settimane che #occupyPisa si è trasferita da piazza Dante occupando, il 15 maggio scorso, un ex-polisportiva nella prima periferia pisana.
Un posto molto grande: un campo da calcio a 11 con tribune, due campi da calcetto, uno da basket, uno da tennis ed un casottino con spogliatoi e uffici.
Questo luogo, di proprietà del comune di San Giuliano e della provincia di Pisa, era stato lasciato al degrado e all'abbandono. All'interno del casottino erano stati murati rifiuti di ogni genere, al punto da rendere il posto a rischio di diffusione di epidemie.
I militanti di occupyPisa, insieme a tanti solidali, in queste due settimane hanno fatto un lavoro immane: il casottino è stato bonificato, i rifiuti sono stati smaltiti, tutte le stanze sono state oggetto di disinfestazione, ieri è iniziata l'imbiancatura dei muri. Gli spazi all'aperto sono stati messi in sicurezza, l'erba è stata tagliata, le siepi potate; i campi da tennis e da calcetto vengono già utilizzati.

lunedì 21 maggio 2012

Occupy Pisa cresce e si trasforma

Occupy Pisa, nata il 17 novembre scorso conl'occupazione di via la Pergola, sgomberata manu militari il 15 febbraio, dopo tre mesi di presidio permanente in piazza Dante, martedì scorso al termine di una grande giornata di lotta contro Equitalia, ha deciso di proseguire il suo percorso in nuovi spazi: decine e decine di persone hanno occupato l'ex-polisportiva di via di Pratale, un luogo enorme abbandonato da anni al degrado. Da qui Occupy Pisa vuole continuare la strada aperta ormai sei mesi fa e che, giorno dopo giorno, vede sempre più persone avvicinarsi con la volontà di mettere a disposizione i propri sapere e le proprie capacità per costruire una reale risposta alla crisi e un orizzonte di cambiamento possibile.

martedì 15 maggio 2012

Occupy Pisa scatenata contro Equitalia

E' stata una lunga giornata di lotta a Pisa: città paralizzata dai blocchi, colpita equitalia, picchetti con copertoni sulla superstrada, occupata l'ex polisportiva di Pratale.
Già dal primo pomeriggio la gente ha cominciato a radunarsi nei tre picchetti di partenza che Occupy Pisa aveva lanciato per questo appuntamento: il presidio permanente di piazza Dante, il centro per l'impiego e il quartiere Cep.
Intorno alle 16:30 da piazza Dante è partito il primo e più numeroso corteo, che subito è andato a bloccare i lungarni; quasi contemporaneamente è partito il corteo dal centro per l'impiego, che ha bloccato la zona della stazione; poco dopo altri manifestanti sono partiti dal Cep, paralizzando la periferia.
I primi due cortei si sono incontrati in via Conte Fazio per poi ricongiungersi, all'altezza dell'Aurelia, al corteo proveniente dal Cep.
Qui centinaia di persone – studenti, operai, cassaintegrati, disoccupati, gente comune - hanno bloccato la strada per circa 20 minuti prima di rimettersi in cammino verso Equitalia.
In pochissimo la città si è ritrovata completamente paralizzata, tante le macchine rimaste bloccate in fila, tanti gli automobilisti solidali al corteo, alcuni dei quali hanno parcheggiato unendosi alla protesta.
Lungo l'aurelia i 300 manifestanti si sono fatti sentire suonando pentole e battendo sulle lamiere che dividono la carreggiata da un cantiere; tantissimi i cartelli su cui c'erano scritte contro l'agenzia di riscossione. Lo striscione di apertura recitava 'blocchiamo equitalia – noi il vostro debito non lo paghiamo'.
Intorno alle 18:00 la manifestazione è giunta agli uffici di equitalia che, vista l'annunciata contestazione, oggi hanno chiuso in anticipo. Qui i manifestanti hanno strappato decine e decine di cartelle esattoriali dell'agenzia di riscossione crediti e hanno lanciato davanti all'ingresso resti di macello di un animale: 'la macelleria sociale che banche, governo, padroni e la stessa equitalia vorrebbero mettere in atto, oggi gli viene restituita!'. Chi è indebitato ha deciso da oggi di non nascondersi più, di non rinchiudersi, di non abbassare la testa, di non farsi schiacciare, ma di ribellarsi insieme a tanti e tante, che pure in diverse condizioni, cominciano a ricomporsi e a riconoscersi come 'simili'.
Dopo diversi interventi il corteo è ripartito andando a bloccare nuovamente l'Aurelia, raggiungendo l'imbocco dell'autostrada e bloccando l'uscita della Fi-Pi-Li. Qui sono stati sparsi copertoni su tutta la carreggiata e il blocco è stato mantenuto per circa un'ora.
I manifestanti si sono poi rimessi in cammino, continuando a bloccare le strade e dirigendosi verso il centro cittadino, raggiungendo il presidio permanente di piazza Dante.
Sono circa le 20, ma la giornata non è ancora finita per tutti coloro che hanno deciso di dare una risposta concreta a questa crisi, di ribellarsi, di non rimanere soli, di creare nuovi legami sociali, di non pagare il debito creato dai pochi, politici e banchieri, che detengono il potere finanziario.
E così in tanti hanno ripreso il corteo per il centro della città, fino a raggiungere la periferia opposta rispetto alla sede di equitalia... tanta strada percorsa con determinazione per arrivare ad un nuovo, grande momento di riappropriazione: oggi, infatti, a tre mesi esatti dallo sgombero di via la Pergola e l'occupazione di piazza Dante, Occupy Pisa cresce e si trasforma ridando vita ad uno dei tanti luoghi della città abbandonati e lasciati al degrado.
Sono le 20:40 quando i manifestanti raggiungono via di Pratale ed entrano in un ex-polisportiva chiusa da tempo: campi da calcio, da calcetto e da tennis, spogliatoi e spazi enormi all'aperto. Un altro spazio restituito alla collettività, la cui riapertura ha trovato subito il plauso di alcuni vicini di casa che hanno accolto con il sorriso i 'nuovi arrivati'.
E' da qui che Occupy Pisa vuole proseguire, dando vita alla nuova camera del lavoro sociale, continuando con il progetto della mensa popolare e costruendo una polisportiva autogestita.
E' in questi spazi che troverà ulteriore linfa il percorso di costruzione dal basso dello Sciopero Sociale e Generale che, con questa grande giornata di lotta e di conflitto, ha compiuto un altro significativo pezzo di strada.

lunedì 14 maggio 2012

15 maggio a Pisa: perché Occupy Equitalia

Quando la gente decide di lottare le sirene del potere annunciano (e preparano) l'escalation violenta. Ma chi rifiuta di pagare il debito sa di non essere ostaggio né dell'estetismo terroristico mediaticamente telecomandato né delle minacce sulle imminenti strette repressive in programma già dal cdm di giovedì. La lotta contro equitalia è una questione di dignità, di protagonismo sociale della nuova composizione degli “indebitati”, di riscatto dalla condizione di minorità, di subalternità che i dispositivi d'interiorizzazione del senso di colpa continuano a produrre, assieme a violenza, macelleria sociale e disperazione. Bisogna esser chiari: generalizzare il nostro rifiuto del debito - oltre i tentativi di confondere le acque operati da chi ha l'interesse di conservare questo sistema di rapina - equivale a lottare contro Equitalia praticando il diritto all'insolvenza, riappropriandoci di reddito e servizi, opponendoci all'impoverimento del lavoro vivo.
Non si tratta infatti di una questione di iniquità fiscale, chiave interpretativa comune a leghisti e grillini per segni opposti e complementari. Non può interessarci che Maradona si consideri perseguitato da Equitalia – come ci comunicano i media mainstream.
E a nulla valgono i moniti del ministro della giustizia Severino che ci ricorda che “pagare le tasse è un dovere” e che attaccare Equitalia significa attaccare lo stato.
Bisogna essere coscienti del piano della lotta per la nostra dignità, al fine di non sprofondarci nella cantilena reazionaria che recita “abbasso la gabella viva il re”, come le jacqueries contadine nella Francia dell'Antico Regime. Questa non è una rivolta contro il fisco, abbiamo il desiderio di scardinare il sistema del debito risalendo i livelli di potere che lo strutturano, partendo da Equitalia, suo dispositivo più immediato.
Ci opponiamo a Equitalia perché rifiutiamo il sistema del debito e l'ingiustizia, la ricattabilità e l'assoggettamento che produce. Rifiutiamo un sistema che impone l'austerità come regime di normale amministrazione per reintegrare le perdite del capitale finanziario. Non c'è nessun orizzonte progressivo per il capitalismo contemporaneo. Il No ad Equitalia, e la viralità che lo riproduce, interpreta la comune opposizione all'opera di rastrellamento di denaro sui livelli più bassi della società e l'esproprio finanziario sulla vita delle persone.

venerdì 11 maggio 2012

La precarietà rifiuta la riforma del lavoro: facoltà occupata

La costruzione dello sciopero sociale e generale passa anche per l'università. Rilanciare i momenti di incontro e pratica effettiva del rifiuto della Riforma del lavoro significa per gli studenti precari e disoccupati riappropriarsi dei luoghi di produzione e disciplinamento del sapere. Con la due giorni di incontro e dibattito nella Facoltà di lettere occupata – in contemporanea con la tre giorni nei locali universitari occupati dell' ex Gea – si apre uno spazio per la costruzione dal basso del blocco e del rifiuto di una Riforma del lavoro che mira a precarizzare l'intera produzione sociale.
Di seguito il comunicato sull'occupazione:

LA PRECARIETÀ IN SCIOPERO
Due giorni per la costruzione dello sciopero sociale e generale
Oggi 11 maggio dopo un presidio alla mensa universitaria di Via Martiri come studenti, precari e disoccupati abbiamo occupato i locali della Facoltà di Lettere al fine di aprire uno spazio di incontro e dibattito per costruire e praticare lo sciopero sociale e generale contro la Riforma del lavoro Fornero. La Riforma del lavoro non è un attacco solo alle garanzie sociali sancite dallo Statuto dei lavoratori, realizza anzi un più ampio progetto di precarizzazione delle nostre vite.
Siamo convinti della necessità di intervenire subito rompendo il silenzio che circonda la Riforma. A fronte dell'assenza e della complicità della politica e della burocrazia sindacale, ci riappropriamo
direttamente degli spazi che ci consentano di costruire forme di opposizione dal basso che sappiano mettere assieme il mondo lavorativo e il precariato sociale in egual misura minacciati, stretti tra la perdita delle tutele e il crescente indebitamento.
Nell'università occupata moltiplichiamo i luoghi di incontro nei quali le realtà produttive mobilitatesi in questi ultimi giorni a Pisa e nella provincia, insieme a quanti tra precari, studenti e disoccupati già si sono incontrati nello spazio di Occupy Piazza Dante, possano concretamente intrecciare i propri percorsi di lotta nell'assemblea di venerdì 11 alle ore 18 per costruire, organizzare e praticare lo sciopero generale e respingere la Riforma Fornero. Seguirà venerdì 11 alle ore 20 aperitivo + festa trash.
Sentiamo anche l'esigenza di confrontarci con le esperienze di resistenza transnazionale che attraversano la crisi e propongono e praticano forme alternative di organizzazione del produrre collettivo. Per conoscere e discutere i linguaggi e le pratiche dei movimenti "occupy" sviluppatisi negli Stati Uniti si terrà negli spazi della facoltà di lettere la presentazione del libro "Occupy. I movimenti nella crisi globale" con i curatori Anna Curcio e Gigi Roggero, sabato 12 alle ore 16 e 30. Seguirà sabato 12 alle ore 19 l'aperitivo musicale.
Partendo dall'università come luogo di incontro e produzione di precarietà, come giovani studenti e precari rifiutiamo l'imposizione di questa normalità fatta di sacrifici a sole spese nostre. Apriamo uno spazio di incontro con la volontà di ricomporre la comune condizione di precarietà in un movimento che pratichi effettivamente lo sciopero generale, capace di includere e valorizzare tutti i soggetti del conflitto.
Studenti e precari per la costruzione dello sciopero sociale e generale 

giovedì 10 maggio 2012

Ora basta!Blocchiamo la riforma Fornero

La riforma "contro il lavoro" Fornero è da settimane in parlamento. Soltanto la reattività degli operai con scioperi, blocchi e occupazioni ha evitato che questa ennesima misura di precarietà e sfruttamento, diventasse immediatamente legge. Adesso, mentre i sindacati confederali, sostanzialmente, accettano l'impianto della riforma, la crisi continua a polarizzare la società. Da una parte le misure di austerità, promosse dal governo dei tecnici, delle banche e sostenute dal sistema dei partiti; Dall'altra il 99%: chi studia e fa gli stage, chi subisce il contratto di apprendistato, chi lavora, chi lo sta perdendo, chi lo cerca perché disoccupato.
Le decine di suicidi a catena che stanno avvenendo, fanno emergere una situazione d'insopportabilità, continuamente narrata dai media per esorcizzare la possibilità che essa cambi davvero. Ma questo cambiamento, risiede nella capacità di costruire un movimento, che individua la comune condizione di precarietà, e che rifiuti la logica dei sacrifici a senso unico.
Da queste settimane di lotta, di emersione di nuovi stimoli alla discussione ed alla partecipazione, nasce l'esigenza di continuare a confrontarci collettivamente, per cercare di rispondere alle istanze di trasformazione che provengono da tante realtà, in nuovi contesti e forme.
Lo sciopero generale, per noi che siamo da tre mesi in presidio permanente, non può essere il momento da aspettare che risolve tutti i problemi; bensì il processo che deve costruire un NO alla riforma Fornero capace di comporre, aggregare e connettere le differenti soggettività in lotta.