giovedì 19 aprile 2012

LA RIFORMA FORNERO NUOCE GRAVEMENTE AGLI STUDENTI


L’università della crisi, nella quale ci troviamo oggi, ci offre corsi di laurea tagliati, laboratori vuoti, un offerta didattica in molti casi scadente. Mentre dai sontuosi uffici del rettorato, arrivano comunicati compiaciuti dei tecnici, per essere riusciti a “gestire” i tagli, ma la realtà che noi viviamo, dentro e fuori le aule del nostro Ateneo, è sempre più intrisa di insoddisfazione e rassegnazione.

L’austerità comincia a bussare, con insistenza, alle porte dei nostri appartamenti in affitto, attraverso l’aumento delle bollette, della benzina e dei beni di prima necessità, alla stangata dell’Imu, che porterà, verosimilmente un aumento degli affitti, alla tassazione delle borse di studio (subito ritirata dal governo, al primo accenno di lotta da parte degli specializzandi). In questa grave situazione, l’azienda del Diritto allo studio aumenta il prezzo della mensa, non garantisce gli alloggi agli studenti idonei alle borse di studio e chiude servizi come il Servizio Editoriale Universitario, che garantiva agli studenti dispense a prezzo di produzione, salvandoli dallo “svenamento” che copisterie e case editrici producono tutti i giorni.La nuova riforma del lavoro firmata Monti-Fornero, peggiorerà ulteriormente le nostre condizioni di vita e destinerà, definitivamente, il nostro futuro alla precarietà. Infatti da una parte favorirà il licenziamento dei 50enni, troppo dispendiosi e poco produttivi, dall’altra  favorirà l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro, ma a quali condizioni?

lunedì 2 aprile 2012

Autogestita la mensa, assemblea studenti e lavoratori!

Oggi, in occasione dell'entrata in vigore del nuovo sistema di fasciazione del prezzo del pasto a mensa, in qualità di studenti e studentesse per il diritto allo studio abbiamo deciso manifestare la nostra opposizione alla fasciazione "cucinando" il diritto allo studio e distribuendo pasti a prezzi popolari all'esterno della mensa centrale.

Siamo infatti contrari a questa misura di falsa equità sociale, che si pone in continuità con la gestione aziendalistica del DSU, con la svendita del bene pubblico e la discriminazione degli utenti in accesso al servizio, e che scarica ulteriormente i costi del diritto allo studio sulle spalle degli studenti e dei lavoratori.