mercoledì 21 marzo 2012

PRESIDIO agli UFFICI del DSU

ore 14:30 in concomitanza col cda straordinario a Firenze

Dal 20 marzo, in seguito a un'assemblea d'ateneo sui temi del diritto allo studio, gli studenti, a fronte della continua dismissione e svendita dei servizi e del patrimonio pubblico, hanno deciso di iniziare un percorso di lotta e ricostruzione diretta di quelle garanzie sociali che sempre di più il DSU mira a espropriare e privatizzare.
La decisione di occupare l'ex-SEU, inserita nel nostro percorso di riappropriazione reale del diritto allo studio, vuole puntare il dito verso la chiusura di un servizio, che fino ad un anno e mezzo fa garantiva agli studenti dispense a basso costo. Dalla chiusura del SEU hanno guadagnato solo le case editrici, mentre gli studenti vedono impennarsi i prezzi dei testi universitari.

Questo, tuttavia, è solo un esempio delle molte criticità espresse nell'assemblea di ateneo, durante la quale si è discusso anche della politica del DSU riguardo alla nuova fasciazione della mensa, basata su un distorto concetto di equità, e la gestione degli alloggi studenteschi, che vede scelte assolutamente inaccettabili come l'assenza di progettualità sulla struttura della Paradisa, la messa in vendita di alcuni appartamenti e il rifiuto alla proposta di autorecupero di via dell'Occhio, mentre vengono spesi 3 milioni all'anno nel project financing della Praticelli, a beneficio di società private.

Qui, dal ex SEU OCCUPATO, riapriamo un servizio e iniziamo un processo costituente che metta al centro un nuovo modello di welfare e gestione delle risorse.

L'atteggiamento dell'Azienda DSU nei confronti dell'occupazione dell'ex-SEU ci pare finora completamente inadeguato.
Un livello di confronto è possibile e doveroso, ma certo non può avere luogo tra le “chiacchiere da marciapiede” che si sono verificate finora, né tanto meno è favorito dalla decisione di spostare in un altra città, ai piani alti dell'Azienda, il momento decisionale.

Richiediamo, dunque, che il Dsu avvii un confronto reale con gli occupanti a partire da un incontro pubblico a Pisa.

A.R.D.S.U. Assemblea per la Riappropriazione del Diritto allo Studio Universitario

martedì 20 marzo 2012

Gli studenti per il diritto allo studio occupano la sede dell'ex-SEU

Dopo una molto partecipata assemblea d'ateneo, incentrata sulle problematiche del diritto allo studio e sulle responsabilità dell'Azienda Regionale nel peggioramento del servizio, gli studenti hanno deciso di occupare la sede dell'ex-SEU, per rimettere in funzione un'attività dismessa oltre un anno fa.
Durante l'assemblea di ateneo tenutasi stamattina, che ha avuto una partecipazione molto alta, la discussione si è concentrata sulle novità inerenti la situazione del diritto allo studio universitario. Si profilano all'orizzonte una serie di cambiamenti, tutti in direzione del peggioramento dei servizi offerti e dell'aumento dei costi per gli studenti, che andranno a sommarsi alle attuali responsabilità di mala gestione dell'Azienda Regionale per il Diritto allo Studio, che da tempo sono denunciate dagli studenti.
Dall'inizio di aprile entrerà in vigore la nuova fasciazione della mensa, che si risolverà in un aumento generale dei prezzi, mentre dal prossimo anno sarà incrementata la tassa regionale. Se i dirigenti dell'ARDSU ci parlano della necessità di razionalizzare e accettare i sacrifici imposti dalle difficoltà del momento, queste razionalizzazioni non trovano raffronto nelle politiche che portano avanti, come la gestione degli alloggi, basata su una progressiva svendita del patrimonio immobiliare, affitti milionari versati ai consorzi privati e centinaia di posti letto lasciati inutilizzati (come nel caso della residenza Paradisa); anche il caso di via dell'Occhio è stato ampiamente dibattuto, e la decisione di rigettare la proposta di autorecupero è stata identificata come la scelta di venire incontro alle esigenze delle lobby del Partito Democratico piuttosto che a quelle degli studenti.
Per questo al termine dell'assemblea è stata presa la decisione di spostarsi, prima sotto la sede dell'Azienda a consegnare un documento di sintesi dei contenuti discussi, e dopo nell'edificio dell'ex-SEU, che è stato occupato dagli studenti con l'intenzione di riprendere, in maniera autogestita, questo servizio. Qui infatti venivano stampate dispense a basso costo per gli studenti, fino ad un anno e mezzo fa quando, dopo le pressioni delle case editrici, lo sportello era stato interrotto.
Da questa occupazione vuole ripartire una stagione di lotta che avrà il fulcro nella riappropriazione del diritto allo studio universitario.

Occupata la sede dell'ex-SEU


Dopo una molto partecipata assemblea d'ateneo, incentrata sulle problematiche del diritto allo studio e sulle responsabilità dell'Azienda Regionale nel peggioramento del servizio, gli studenti hanno deciso di occupare la sede dell'ex-SEU, per rimettere in funzione un'attività dismessa oltre un anno fa.

Di seguito il comunicato dal ex S.E.U. OCCUPATO.
"Dal 20 marzo, in seguito a un'assemblea d'ateneo sui temi del diritto allo studio, gli studenti, a fronte della continua dismissione e svendita dei servizi e del patrimonio pubblico, hanno deciso di iniziare un percorso di lotta e ricostruzione diretta di un welfare che sempre di più il DSU mira a espropriare e privatizzare.

Come studenti e studentesse per il diritto allo studio abbiamo riaperto uno spazio e riattivato un servizio che un anno e mezzo fa è stato chiuso in nome della privatizzazione dei costi della formazione direttamente scaricati sugli studenti.

Il SEU (Servizio Editoria Universitaria), il quale distribuiva le dispense universitarie a prezzo di costo, è stato chiuso nella logica di favorire gli interessi di case editrici convenzionate con l'università, come la PLUS, le quali vendono i testi a prezzo di mercato erodendo così sempre più reddito alla composizione studentesca. Il pubblico, l'università, il dsu, ancora una volta, si configura come agenzia e articolazione del privato, chiudendo i servizi e svendendo il patrimonio pubblico, impoverendo gli studenti e privandoli di reddito.

Documento dell'assemblea di ateneo sul diritto allo studio

20 marzo 2012, report finale

Per la prima volta dopo la stagione delle mobilitazioni partite con l'Onda, come studenti e studentesse torniamo a prendere parola su uno scenario di distruzione e privatizzazione dei servizi.

Molti studenti sono tornati a esprimere parole, pensieri rispetto alle ultime novità circa il futuro del diritto allo studio. Sono temi ormai sulla pelle degli studenti: anzitutto, la proposta del governo di aumentare la tassa regionale per il diritto allo studio, che spinge fino a 42€ l'aumento pro capite del contributo. 
Non è possibile che lo Stato sia scaricato dal suo dovere di garantire il servizio pubblico e il diritto a un'autentica mobilità sociale. 
Rifiutiamo la logica privatistica per cui ci paghiamo da soli il servizio che dovremmo ricevere. Dopo l'aumento a 3€ effettuato lo scorso anno, il DSU Toscana e la Regione hanno imposto un sistema di fasciazione della ristorazione, giustificato in maniera ideologica con supporti criteri di equità. 
Dal 1° aprile, lo studente “ricco” andrà al barrino mentre quello “povero” disporrà di una mensa di sempre più scarsa qualità, con il rischio concreto che, come in altre Regioni, questo servizio venga privatizzato.

lunedì 19 marzo 2012

ASSEMBLEA D'ATENEO SUL DIRITTO ALLO STUDIO

con Sospensione della Didattica.

MARTEDì 20 MARZO CI RITROVIAMO ALLE ORE 11 PRESSO IL POLO CARMIGNANI PER DISCUTERE E MOBILITARSI A DIFESA DEL DIRITTO ALLO STUDIO.
PER CONTRASTARE I TAGLI E LA FILOSOFIA DELL'AUSTERITA'
PER RIPRENDERE PAROLA SULLA DESTINAZIONE DELLE RISORSE, A PARTIRE DAI BISOGNI REALI DEGLI STUDENTI E DELLE STUDENTESSE

Quando parliamo di diritto allo studio esistono diversi piani di riflessione. In primo luogo, si tratta di garantire a tutti, senza penalizzazioni per coloro che partono da condizioni economiche svantaggiate, di poter proseguire gli studi fino ai più alti livelli del sapere. 

Significa inoltre esigere l'erogazione di servizi fondamentali che arricchiscono la qualità della vita degli studenti, che essi siano borsisti o meno. Al giorno di oggi entrambi gli aspetti sono progressivamente compromessi da scelte politiche precise. 
 
Il sistema a livello nazionale sta vivendo da anni tagli scadenzati che ne mettono a rischio la sostenibilità stessa, procedendo verso la generalizzazione della mancata copertura delle borse di studio per tutti gli studenti idonei. 
Questa drammatica situazione è già presente in molte regioni d'Italia e rischia sempre di più tradursi in realtà anche in Toscana. 
Oltretutto, la promessa del ministro Profumo di non intervenire con un ulteriore sottrazione di fondi, ma confermando i tagli del precedente governo, è un evidente specchietto per le allodole: parallelamente, infatti, viene disposto di aumentare vertiginosamente la tassa regionale per il diritto allo studio, scaricando sugli studenti il finanziamento di un'azienda di natura e finalità pubbliche.

venerdì 16 marzo 2012

Perché ci chiamano “sfigati”.

La politica dei sacrifici e l'economia del debito nel mondo della formazione.

La politica è il ricatto finanziario . Ci sentiamo ripetere questa cantilena: “dovete fare sacrifici!”: l'unilateralità di questo comando investe la crisi della politica. Il governo della cosa pubblica è consegnato all'efficientismo gestionale dei tecnici, alle forme della governance. 

Non c'è contrattazione possibile. Il livello del politico diventa solo il filtro esecutivo di disposizioni sovraordinate. Emerge con chiarezza l'interesse della finanza e dei suoi flussi di denaro, come livello del comando su una realtà sociale e produttiva sempre più impoverita.

La formula applicativa di questi dispositivi ci è nota ed è quella del modello Marchionne: i sacrifici vanno fatti perché lo si è deciso, o meglio l'oggettività imposta delle leggi del mercato lo ha deciso e pertanto non solo farli è necessario ma è anche giusto; e tutto questo non può essere oggetto di discussione. 
Non a caso Marchionne afferma “di Monti mi piace tutto”: allo stesso tempo il Capo del Governo si presenta come tecnico super partes e appare come modernizzatore del paese nel quadro dei nuovi equilibri del capitalismo finanziario dentro la crisi.
Assistiamo di fatto al commissariamento totale di quegli istituti democratici già a lungo sviliti per i quali ora non ci si preoccupa neanche più di trovare una qualche legittimità. 

Emblematico a riguardo il caso greco, o forse sarebbe più opportuno parlare di “prospettiva greca”: il governo Papandreou è costretto a fare una brusca marcia indietro, dopo essere ricorso alla consultazione referendaria imposta dall'opposizione sociale. 

giovedì 8 marzo 2012

Contributo su no tav e spazi costituenti...indietro non si torna!


Quegli inquinatori mediatici di Repubblica e la volontà politica no tav.

“Tav, da Napoli alla Val di Susa le mani della mafia sui cantieri”. Prima o poi doveva arrivare, ed è arrivata, la salvifica parola di Roberto Saviano su Repubblica.it. Ma qualcosa scricchiola stavolta, il racconto perde di coerenza e di efficacia. La redazione non sa bene dove sistemare il pezzo che per questa volta non conquista, come suo solito, uno spazio centrale nella home del sito.
Non si può negare lo spazio a Saviano, si è investito troppo sull'eroicità super-partes della sua figura, ma ora l'indomito spirito di denuncia di Roberto ha deviato dalla percorso pro-tav della macchina mediatica di Repubblica. L'eroe esiste in funzione del proprio ideale e per quello combatte – entro i limiti del codice civile s'intende - non gli si può chiedere anche il calcolo politico. 

Ma c'è qualcosa di più, si vede qualcosa di più nel corto circuito comunicativo dei consiglieri del Principe. Si vede che fuori dagli scopi propagandistici di Repubblica le parole di Saviano non servono più a nessuno, soprattutto non servono ai no tav. Il movimento non stava certo aspettando le sue parole per sapere che tav significa mafia. Saviano è abile, cerca il piano della conciliazione, il piano dell'opinione unanime guadagnata a buon mercato: chi mai può dichiararsi pro-mafia? E allora in fondo basta solo dialogo e una politica virtuosa che risani le storture del sistema e garantisca “la sicurezza economica del paese dall'assalto delle mafie”. Saviano confonde, mischia le carte, vorrebbe ridurre le istanze politiche del movimento alle sue ragioni, le dirotta su una dialettica del contrasto tra le opposte ragioni tra le quali, comunque, si sa, sempre si può trovare la parola più ragionevole. Come al solito questa parola è la sua, è il “punto su cui ci si deve trovare uniti”.
Ma no. Il trucco è troppo semplice.

giovedì 1 marzo 2012

[Via dell'occhio] “L'auto-recupero delle case è giusto e necessario!”

Alcune note sulla conferenza stampa studentesca e sull'incontro a Firenze tra il consiglio di amministrazione del dsu e gli occupanti di “via dell'occhio”.
Martedì pomeriggio si è tenuta davanti agli uffici dell'Ardsu di Pisa, una conferenza stampa del movimento studentesco, in tutte le sue componenti, in risposta alle dichiarazioni uscite sui quotidiani locali, per bocca del consigliere Simone Consani, in cui egli rivendicava - per il bene degli studenti - l'abbandono del progetto di autorecupero sulle palazzine di via dell'occhio, la sua messa in vendita ed il conseguente sfratto degli occupanti.
Le componenti autorganizzate del movimento studentesco e quelle che siedono dentro il consiglio di amministrazione del diritto allo studio, insieme, hanno ricostruito la storia dell'immobile: il Comune di Pisa, per mezzo delle tentacolari infiltrazioni del partito che lo governa da 50 anni (prima il PDS oggi il PD) ha ricevuto circa 2 milioni di euro dal DSU – e quindi soldi pubblici - per un immobile già in utilizzo ventennale in comodato d'uso gratuito, prima acquistato e immediatamente messo in vendita. L'occupazione da parte di studenti ex borsisti, disoccupati, famiglie e rifugiati politici è andata quindi da 3 anni a riqualificare nel senso più pieno della parola questa speculazione – tanto da incontrare l'approvazione della comunità studentesca e stimolare la nascita del bando pilota di autorecupero, approvato dalla Regione Toscana. Gli studenti hanno quindi affermato la necessità di portare a termine quanto iniziato dall'Associazione Giorgio Ricci, e sviluppato un anno fa con l'approvazione del CdA dell'indirizzo politico dell'autorecupero di via dell'occhio.